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Tassi di interesse, rischio e rendimento

credito e Peer to Peer Lending 2.4 Tassi di interesse, rischio e rendimento

2.4 Tassi di interesse, rischio e rendimento

L’attività creditizia è l’attività principale svolta dalle banche ed è l’attività di cui abbiamo parlato fino ad ora dal punto di vista teorico. Le banche hanno gli strumenti per erogare il credito riducendo l’asimmetria informativa, ma per farlo devono assumersi dei rischi. I principali rischi a cui l’istituto di credito va incontro sono: (Pyle, 1997)

• il rischio di liquidità (ritardi negli adempimenti dei rimborsi);

• il rischio di credito (perdita totale o parziale del capitale prestato, se il debitore è insolvente);

• il rischio di tasso d’interesse (conseguenza del fatto che la banca finanzia attività a lungo termine con passività a breve termine);

• Rischio di mercato (rischio sistemico, che coinvolge tutte le attività negoziabili); • Rischio di cambio (diversa valuta delle attività e passività).

A livello pratico l’attività di selezione (screening) e di monitoraggio (monitoring) si articolano nella misurazione del rischio tramite l’attribuzione di un rating e di un pricing, ovvero il tasso d’interesse da addebitare al richiedente e nel controllo del livello di rischio nel corso della vita del contratto. L’attribuzione del tasso d’interesse su un prestito da erogare non è un compito semplice ed è essenziale per la banca poiché da questo dipende anche il suo margine di profitto59.

La quantificazione del tasso d’interesse, pricing del prestito o costo del capitale per i richiedenti, è basato innanzi tutto sulla valutazione del rischio di insolvenza, la banca, a

59 Spread tra il tasso di interesse che applica ai richiedenti e quello che paga sui depositi, chiamato Net Interest Margin.

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differenza di altri intermediari60 si assume tale rischio. Esistono vari modelli teorici per la determinazione del pricing di un prestito. Questi si distinguono in due approcci differenti. Il primo prevede di aggiungere ad un tasso base, solitamente il tasso interbancario, un mark- up che comprende il premio per il rischio ed eventuali altri costi, chiamato Comparison Pricing; tale approccio, basandosi sulle condizioni medie di mercato applicate su richiedenti con stesso merito di credito, riduce i costi di istruttoria. Il secondo modello, chiamato Intrinsic Value Pricing richiede la determinazione del rischio di credito specifico per ogni finanziamento. L’esistenza di garanzie influisce facendo diminuire il premio.

La determinante principale dei tassi d’interesse applicati sui prestiti bancari è quindi il rischio associato alla controparte determinato tramite modelli di rating, ma altri fattori entrano in gioco (Berger e Udell, 1990; Booth, 1992; Petersen e Rajan, 1994; Berger and Udell, 1995 studiano le determinati che influenzano il pricing del prestiti bancari). I modelli di pricing sono solitamente sviluppati all’interno delle banche stesse e rientrano in un insieme di informazioni riservate.

La letteratura in materia (Sutorova e Teply, 2013) studia in particolare le determinanti del margine di profitto, la differenza tra il tasso applicato sui richiedenti e quello pagato sui depositi, ovvero il rendimento per la banca. Questo indicatore di perfomance è influenzato non solo dal rischio di solvibilità dei prestiti, ma anche da altri fattori, come i requisiti di capitale. Negli ultimi anni, infatti assistiamo ad una crescente attenzione nella valutazione del rischio di credito, in seguito all’introduzione dei requisiti patrimoniali minimi da parte del Comitato di Basilea. Questi richiedono un certo livello di capitale per ogni livello di rischio assunto dalla banca.

Dal punto di vista pratico l’attività di determinazione del rating e successiva determinazione del pricing avviene nelle seguenti modalità:

• Screening : prima dell’erogazione del prestito

Prima dell’erogazione del prestito viene eseguita l’analisi di affidabilità: istruttoria di fido e

60 Nel modello della piattaforme di peer to peer lending il rischio di insolvenza è sulle spalle degli investitori, cioè i prestiti erogati non sono iscritti tra i crediti del bilancio della piattaforma.

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attribuzione rating per stimare la probabilità di insolvenza del debitore e la dimensione della possibile perdita. In questa fase vengo accertati i dati che sono stati forniti dal richiedente e nel caso il richiedente sia un’impresa viene fatta un’analisi del settore nel quale opera, delle caratteristiche generali dell’azienda (assetto proprietario, politiche di gestione, modalità di produzione e vendita) e un’analisi quantitativa per ricavare indicatori come redditività, liquidità e indebitamento e previsioni sui flussi di cassa futuri. Vengono fatte le opportune verifiche presso la Centrale dei Rischi61. L’analisi di affidabilità può essere effettuata secondo vari approcci: tradizionale o con i sistemi di rating62 e si articola nella determinazione del rischio, attribuzione ad un rating, misurazione del rischio, a cui viene attribuito un costo e successivamente un pricing. L’attribuzione del rating può avvenire ricorrendo ad un analista esterno63, approccio standard oppure con il ricorso ai sistemi di rating interni64, approccio IRB65 .

• Monitoring: durante il contratto

L’attività di monitoraggio consiste nel controllo che non ci siano ritardi nei rimborsi e per evitare azzardo morale la banca può introdurre covenants66. Si articola nel controllo del livello di rischio una volta che il prestito è stato erogato e nell’analisi del portafoglio per la ripartizione del rischio. Se l’esito non è positivo il prestito viene rinegoziato.

Al di là delle metodologie utilizzate dalle singole banche per la determinazione del merito di credito di un individuo o il rating per il finanziamento di un progetto di business, altri fattori influenzano i tassi d’interesse applicati dalle banche ai richiedenti. In particolare possono essere distinti in fattori che hanno a che fare con la relazione instaurata tra la banca e il richiedente e fattori macroeconomici, come la crescita economica, il tasso privo di rischio, il

61 Sistema di segnalazioni gestito dalla Banca D’Italia sulla posizione debitoria dei richiedenti. 62 Il rating consiste in un punteggio, un voto, attribuito all’impresa al fine di esprimere un giudizio sintetico sul suo grado di affidabilità, cioè sulla sua capacità di rimborso del prestito.

63 Agenzie specializzate come Moody’s, Standard & poor’s, Fitch.

64 Le singole banche sviluppano il proprio approccio nella determinazione del rating. 65 Internal Rating Based, definito così dai regolamenti di Basilea.

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livello di competizione all’interno del mercato bancario, oltre alla tipologia di prestito, la ragione, la durata, la dimensione.

Il grafico 2.3 rappresenta l’evoluzione dei tassi d’interesse reali, aggiustati per l’inflazione, applicati in media sui richiedenti prestiti negli ultimi vent’anni, da parte delle banche in Italia. Come si può notare assistiamo ad una progressiva riduzione del tasso applicato, negli ultimi trent’anni, questo ha reso conveniente prendere a prestito fino al momento della crisi, da quel momento in poi i tassi stanno crescendo, segno delle misure di restrizione di concessione di capitale da parte delle banche.

Grafico 2.3: Tassi di interesse reali, aggiustati per l’inflazione, applicati ai richiedenti prestiti dalle banche dal 1985 al 2015 in Italia. Fonte: Elaborazione personale, dati World Bank.

0,00% 1,00% 2,00% 3,00% 4,00% 5,00% 6,00% 7,00% 8,00% 9,00% 1985 1990 1995 2000 2005 2010 2015

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Capitolo III