• Secondo alcuni il TPP avrebbe una rilevante conseguenza geopolitica:
avvicinerebbe Giappone, Corea del Sud e altri paesi asiatici agli Stati Uniti, e li allontanerebbe dalla Cina riducendo la loro dipendenza dal commercio con il gigante asiatico
• Osservatori europei hanno fatto notare che il TPP comprometterebbe pesantemente l’esportazione di prodotti agricoli europei nei paesi contraenti
• L’economista Dean Baker ha sostenuto che le norme che impongono ai paesi contraenti la protezione dei trade secrets possono essere usate per favorire accordi di non competizione tra imprese multinazionali
• La senatrice americana Elizabeth Warren ha fatto notare che le
multinazionali americane hanno esercitato un’influenza enorme sui negoziatori americani del TPP, osservando che nel 2016 l’85% dei
consiglieri dei negoziatori americani erano dirigenti di grandi imprese o esponenti di lobby industriali
• Alla luce di tutto ciò, molti si sono meravigliati del ritiro statunitense dal trattato, altri hanno detto che questo è forse l’unico risultato positivo della politica neo-mercantilista di Trump
Il TTIP
• Maggio 2013. Iniziano i negoziati, in gran parte segreti • Scopi dichiarati:
- Abbattere le barriere non tariffarie del 25% - Abbattere le barriere tariffarie del 100% - Liberalizzare gli appalti pubblici del 50% • Regole fondamentali:
- Accesso al mercato - Trattamento nazionale
• Attività privilegiate: servizi, investimenti, e-commerce, chimica, farmaceutico, sanità, pesticidi, automobili, energia, servizi pubblici,
proprietà intellettuale, indicazioni geografiche, lavoro, ambiente, banche e finanza
• Viene proposta la regola secondo cui le imprese possono decidere di rispettare le regole del paese firmatario che preferiscono
• I sostenitori del TTIP dicono che favorirebbe l’espansione del commercio e quindi la crescita del PIL e dell’occupazione. È previsto un contributo
all’aumento del PIL dello 0,5% in 13 anni, cioè dello 0,04% l’anno
TTIP (critiche e controversie)
• Molti sostengono che con il TTIP l’occupazione diminuirebbe tra 600.000 e 1.300.000 unità
• Il vero scopo (non dichiarato) del TTIP sarebbe l’estensione oltre frontiera delle regole americane in materia sanitaria, ambientale etc.
• Si pensa che, siccome i mercati americani sono più deregolamentati di quelli europei, la tendenza sarebbe a non rispettare le regole europee. Il che
determinerebbe una corsa al ribasso in termini di condizioni di lavoro, salari, protezione ambientale, sicurezza dei cibi, protezione dei consumatori e dei
risparmiatori. Sarebbe messo a rischio il modello sociale europeo, che è basato su un’alta protezione e sicurezza per i consumatori, i lavoratori, la salute,
l’ambiente
• Molti osservatori hanno rilevato una mancata trasparenza dei negoziati. Sia per il TTIP che per il TPP è stato wikileaks a rivelare le informazioni cruciali
• Il TTIP e il TPP sono stati definiti «il piano B della Monsanto», una delle maggiori multinazionali americane (ma dal 2018 è controllata dalla tedesca Bayer). Il piano A sarebbe stato il Doha Round, se non fosse fallito
• C’è stata una forte mobilitazione popolare contro il TTIP, sia negli USA sia nella UE. Alla fine anche i capi di governo di alcuni paesi (es: Germania e Francia) si sono pronunciati contro
• Attualmente i negoziati sono in stallo. Tuttavia il TTIP non è definitivamente affossato. Ci sono stati incontri tra politici americani ed europei (il più recente,
L’ISDS (Investor-State Dispute Settlement)
• La nota più dolente, sia per il TTIP che per il TPP, riguarda l’ISDS, il sistema di risoluzione delle dispute
• In base a questo sistema un’impresa che si ritiene danneggiata da un Stato può fargli causa e chiedere il risarcimento danni al fair market value (in caso di
esproprio) e il risarcimento dei profitti attesi futuri (si applica un tasso d’interesse di mercato)
• L’impresa si rivolge non a un tribunale statale, bensì a una corte arbitrale. Questa può essere costituita secondo le regole di uno dei seguenti organismi:
- l’ICSID (International Center for the Settlement of Investment Disputes) del World Bank Group
- l’UNCITRAL (United Nations Commission on International Trade Law) - l’International Chamber of Commerce (Londra o Parigi)
- la London Court of International Arbitration - l’Hong Kong International Arbitration Center
• La giustificazione del perché si ricorre a un arbitrato internazionale invece che a un tribunale statale è che i tribunali statali sono considerati poco affidabili. In realtà la vera giustificazione è che i tribunali statali applicano le leggi dello Stato di cui
fanno parte, per cui difficilmente in una disputa tra una multinazionale e uno Stato potrebbero dar ragione alla prima
• Non si ricorre al DSU (Dispute Settlement Understanding) del WTO perché questo è riservato alle dispute tra Stati. Ma è vero che spesso i governi dei vari Stati
agiscono per conto e nell’interesse delle proprie imprese
L’ISDS (continuazione)
• Se un’impresa di un certo paese, detto «Stato d’origine», si ritiene danneggiata da uno «Stato ospite» e lo denuncia, viene nominata una corte arbitrale commerciale
internazionale. Questo tipo di corte è un tribunale privato e svolge i processi a porte chiuse • Ognuna delle due parti sceglie il proprio avvocato da una lista di avvocati d’affari
internazionali
• I due avvocati nominano di comune accordo un arbitro, scegliendolo dalla stessa lista • Se non c’è accordo, l’avvocato è nominato dall’ICSID o da altre istituzioni private
internazionali
• Un investitore può ricorrere contro uno Stato ospite, ma non è possibile il contrario. Ciò perché si ricorre per la rottura di una norma stabilita da una trattato internazionale e i trattati sono sottoscritti dagli Stati, non dalle imprese
• I procedimenti sotto ISDS hanno effetti economici asimmetrici: possono obbligare uno Stato a risarcire danni a un’impresa, non il contrario (salvo il risarcimento delle spese legali nel caso in cui l’impresa perda la causa)
• La sentenza della corte arbitrale non può obbligare uno Stato a modificare le proprie leggi, può obbligarlo a risarcire i danni causati a privati da una propria legge che contrasta con gli impegni presi in un trattato internazionale
• La possibilità di essere perseguiti in una Investor-State Dispute può limitare la capacità legislativa degli Stati, in quanto li può indurre a non varare leggi diverse da quelle in vigore al momento della firma del trattato
• Molti hanno fatto osservare che l’ISDS può avere effetti antidemocratici e illiberali poiché può impedire a uno Stato di legiferare in materie delicate come la salute, l’ambiente, i diritti del lavoro, se la regolazione di questi diritti (ad esempio, leggi sui salari minimi, sulla