Intervista educatore: Luigi
9. Alla luce di quanto detto, di criticità e potenzialità sperimentate, quali aspetti andrebbero, secondo te, affinati nel percorso di presa a carico della persona per
favorire consapevolmente e per scelta il processo di resilienza dell’utenza?
Come ho detto prima la riunione dovrebbe essere strutturata in modo più terapeutica, più finalizzata alla discussione di eventuali difficoltà di ognuno di noi per certi utenti e fare meno le cose generali. Le cose generali che per certi versi magari sono… possono interessare solo uno o due persone, per esempio gli esterni che devono passarsi delle informazioni, però non sarebbero da fare nelle riunioni. Le riunioni bisognerebbe proprio discutere di cose che a tutti interessano di ogni utente, cioè se io dico… lavoro in cucina se dico la signora tal dei tali ha avuto questo, deve interessare a tutti, deve essere una notizia che interessa tutti, ecco, noi… La nostra riunione spesso non è usata abbastanza per affinare il percorso dei nostri utenti. Poi dei momenti che non siano solo, come dicevo già prima, che non siano solo di attività e di confronto, ma anche dei momenti di domande e di stimoli generali. Non solo, come dicevo prima, non solo cose pratiche ma cose teoriche, anche delle cose importanti a livello spirituale generale, mancano un po’… che potrebbe essere, io ne ho proposto un po’. Io avevo proposto un momento due ore alla settimana dove si parla di tutto, dal, magari, il problema di cos’è una determinata malattia, all’importanza dell’igiene, ma anche a una discussione spirituale, un confronto. Cioè noi diamo degli stimoli che poi le persone partono e discutono e si confrontano sulle cose che non siano solo la dipendenza, che non sia solo l’alcol o non sia solo le droghe ma che sia una cosa generale. Che manca anche, che io metterei, sono anche dei momenti di… simbolici. Simbolici nel senso, stiamo lavorando su questi aspetti, ok, mettiamo anche un simbolo, tipo… ecco alla mattina oltre al controllo alcolico, non so, fare un esercizio fisico per un minuto assieme o mettere uno specchio con davanti un bersaglio e poi la persona deve centrarlo, perché se non lo centra rompe lo specchio dietro no? Cioè ecco, proprio simbolicamente dice: se tu sei tranquillo, non hai bevuto ieri sera, non hai preso droghe, non ti addormenti, per esempio come succede ultimamente, allora sei qui. Dimostriamo simbolicamente con delle metafore, anche, il fatto che sei arrivato sta mattina, hai avuto un impegno grossissimo per arrivare a star bene e facciamo un esercizio insieme che possa dimostrare, e non solo il rinforzo
“bravo” che noi facciamo spesso 0.0, 0.0, 0.0, “Oh bravo, complimenti sei arrivato con lo 0.0” oppure anche se sei arrivato con lo 0.0 però si vede che c’è ancora il consumo così,
però una cosa simbolica per tutti, tutte le mattine, per dire ecco sei arrivato in forma. È una cosa che ne ho già parlato, quello che ti dico ne ho già parlato in équipe con tutti, anche le riunioni ho cercato per due anni, facendo anche uno schema, che forse ti avevo dato, però vedo che non… poi non deve essere un mio problema, deve essere un problema per tutta l’équipe e lavorarci tutti assieme e per gli altri va bene così quindi. Ecco però come criticità io dico che dovremmo usare quei momenti lì, molto importanti, in modo più coerente ed efficace.
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9 Ecco, un aspetto che mi sono dimenticato di dire, che le nostre persone spesso a livello sociale hanno poche… hanno pochi contatti, al di là di chi va con l’Andromeda, a chi partecipa al Why Not? ogni tanto. Secondo me sarebbe importante, anche qui da noi, dare l’opportunità alle persone, non solo lo stimolo che noi facciamo: “Eh puoi andare
all’Andromeda o potresti essere agganciato al Why Not?” Però è uno stimolo che noi diamo,
che poi ognuno o lo prende o non lo prende e la maggioranza non lo prende, perché poi al sabato e domenica o si trova con la solita cerchia oppure sta a casa da solo, così. Pensando a cosa costa un Centro, a cosa costa l’operatore, io metterei un finanziamento anche per dare la possibilità, anche qui all’interno del Centro di organizzare non solo le gite, che facciamo due o tre gite all’anno e una qualche grigliata che facciamo così, che sono momenti molto importanti, socializzanti, ecco. Però creerei una struttura proprio per reinsegnare alle persone o insegnare alle persone a confrontarsi anche a livello sociale e questo manca qui da noi, manca. Troverei un 20-30%, per me sarebbe importante, un 20-30% di operatore che possa occuparsi anche di queste cose, proprio organizzare. Perché se noi li prendiamo qui, loro vengono qui, si trovano bene, hanno fiducia di noi e quindi… Non perché poi facciano tutto al Centro, ma proprio come palestra di allenamento, una persona dire: “Prova
a fare questo, questo…” e poi dopo vada e dopo va al Why Not? o va da solo con le proprie
gambe o va all’Andromeda, però… Soprattutto le persone con grosse difficoltà, una piccola palestra qui a livello socializzante oltre il pranzo a mezzogiorno che, però vabbè, sarebbe importante. Un’altra cosa, che ho dimenticato prima, è a livello abitativo, cioè noi spesso rischiamo che queste persone non ce la fanno più ad abitare da sole però poi diciamo troviamo un appartamento protetto, troviamo un foyer, ma sono tutti pieni più o meno, quindi spesso le persone sono lì e non si sa bene dove mandarli se non magari in un foyer dove però si trovano un po’ stretti perché si trovano con delle casistiche molto differenti e magari anche più gravi, mi è già successo per i nostri utenti… Ecco, anche qui, secondo me è una mancanza di Ingrado non avere degli appartamenti protetti. Anche perché, per esempio a Cagiallo oltre noi, sono delle persone che si fanno anche sei mesi a Cagiallo a livello residenziale e poi non tutti, poi si valuta che sono pronti a riandare nel proprio appartamento o così e sarebbe l’ideale avere una struttura nostra, sul territorio, di appartamenti protetti, non foyer, ma appartamenti protetti dove le persone che hanno grosse difficoltà e non ce la fanno più potrebbero avere una conseguenza; il dopo programma sarebbe ancora l’ideale. Ecco questa è una grossa mancanza del nostro Centro e dell’Ingrado in generale. C’era stato un progetto anni fa sugli appartamenti protetti, ci hanno lavorato la Karin e il Lorenzo per due anni poi non si è fatto niente, come spesso succede nel sociale, si fanno su centri da otto milioni polifunzionali così e poi, questa è una cosa personale mia ma dopo venticinque anni di esperienza, si fanno tante discussioni ma poi ogni tanto nel concreto si fa poco.
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