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Secondo Davis N.J 5 vi sono sei zone di competenza che entrano in gioco in un

Intervista responsabile: Katia

6. Secondo Davis N.J 5 vi sono sei zone di competenza che entrano in gioco in un

processo di resilienza, ovvero: competenze fisiche, competenze sociali e relazionali, competenze cognitive, competenze emozionali, competenze morali e competenze spirituali.

Nel progetto di presa a carico del Centro diurno Ingrado vengono prese in considerazione queste aree di competenze e in che modo si cerca di favorirne lo sviluppo e la valorizzazione?

Allora, dico subito, competenze spirituali sono quelle che siamo un po’ più deboli, nel senso che ci chiniamo meno sulla questione. Siamo attenti, ecco, se ci sono delle differenze per religione, posso pensare in modo pratico il cibo, che non possono mangiare determinate cose, queste qua assolutamente vengono prese in considerazione e non viene, diciamo… viene data a tutti la possibilità di frequentare il Centro, quindi su questo… però entriamo meno in questa parte qui a livello proprio anche concreto.

5DR DAVIDSON Christine, MASO Philippe. Dépendances et changements: un autre regard. Modèle de soins

trasformationnel ou comment optimiser les réussites du chanfement lors de dépendances. Ginevra: Editions Carrefour

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6 Sì, vengono prese in considerazione e direi che sono tutte essenziali. Quindi, noi facciamo una piccola parte qua, sul resto, penso quello che è le competenze sociali e relazionali è quello che facciamo molto ok? Cognitive anche, in parte; emozionali sì, per forza, lavorare sulle emozioni, facciamo magari da cuscinetto, ma poi per tante cose ci avvaliamo della competenza di quello che è la rete anche esterna. Quindi, l’importante è tenere conto degli aspetti sempre bio-psico-sociali, tutti. Quello che possiamo fare noi all’interno, lo facciamo; il resto ci, diciamo, agganciamo a quelli che sono i nostri contatti all’esterno, ma anche con aspetti di prevenzione, penso alla salute: i controlli del sangue due volte all’anno, sono cose che ho introdotto in questi anni; per le donne lavorare sulla prevenzione, magari, del tumore al seno, le visite ginecologiche. Sono aspetti concreti ma che devono essere considerati perché a volte la loro, proprio, salute fisica viene messa un po’ in secondo piano come tutti gli altri aspetti. Competenze sociali e relazionali fan parte del nostro quotidiano, cioè quello che dicevo prima, non possiamo fare l’isola felice qua dentro e non considerare il mondo esterno. Qui è una palestra, dove può essere utile quello che si vive qua dentro per gestire le relazioni esterne e, non da ultimo, il lavoro al Centro deve essere integrato con quello che è la rete esterna. Cognitive, per forza. Nel senso che non possiamo… dobbiamo strutturare le attività al Centro in funzione anche delle capacità cognitive dell’utente. Quindi, non possiamo fargli risolvere rebus di fisica nucleare se non è capace a farlo alla base, cercando sempre di migliorare poi tutti questi aspetti e cercare di valorizzare quelli che sono le capacità residue e migliorare laddove è possibile elevare le competenze, quindi tutte queste devono essere tenute in considerazione. Emozionali per forza; alle emozioni, il vissuto, quindi, questo deve essere lavorato ogni giorno. Se quelle cognitive devono essere considerate alla base, all’arrivo e si lavora a piccoli passi, quelle emozionali sono anche molto più dinamiche, che possono essere più vulnerabili o modificabili durante la giornata, ok? Quindi devi essere più attento e avere l’occhio più vigile. Competenze morali e spirituali, beh assolutamente quello che è la volontà, il desiderio dell’utente e i suoi stati d’animo tutto, devono essere considerati o quelli che sono i suoi principi base di vita, questo è importantissimo; devono essere tutti presi in considerazione.

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7. Partendo dal presupposto che una persona resiliente disponga delle seguenti caratteristiche: l’autoefficacia, l’autodisciplina, l’autostima, il locus of control interno, una buona capacità di problem solving, il pensiero critico e l’humor6.

Cosa viene fatto presso il Centro diurno Ingrado per sviluppare, crescere e/o rinforzare tali caratteristiche?

Allora se ha tutte queste caratteristiche del Centro diurno non ha più bisogno. Cioè, scusami, nel senso che al momento che ha potenziato tutte queste caratteristiche è un essere perfetto, voglio dire anche tra di noi, ecco. Voglio credere e sperare che proprio perché c’è una vulnerabilità, diciamo, in questi aspetti o che tutti non sono ben ponderati che la persona ha bisogno del Centro, ok? Quindi è importante… allora una persona non ha tutte queste, secondo me, caratteristiche allo stesso momento sviluppate al cento per cento, perché come dicevo all’inizio, per me, una persona, comunque, che ha avuto problemi di dipendenza rimane vulnerabile e quindi sempre in un limbo un po’ di acque… di sabbie mobili, diciamo. E quindi è una lotta fino… per sempre sulla dipendenza, una lotta giornaliera. Quindi, è importante sviluppare e accrescere queste, diciamo, queste caratteristiche, ma non per forza, secondo me, ci devono essere sempre tutte e potenziate tutte allo stesso modo, quindi bisogna, magari, calibrare in funzione anche della personalità. Uno non per forza ha l’humor, ma ha una capacità comunque di entrare in un processo di resilienza. Cioè, non aver l’humor non vuol dire essere negativi e vedere tutto nero, ma avere un aspetto comunque critico della situazione, ma senza avere l’humor per forza. Quindi, è importante, diciamo, considerarle; rinforzare quelle che potenzialmente, secondo una personalità, secondo me, dell’utente puoi potenziare e se caso compensare quelle un po’ meno forti, ecco, un po’ meno presenti. Però, secondo me, non possono essere tutte presenti al cento per cento. Però chiaro che a livello teorico sono gli aspetti da considerare, cioè rappresenta la norma, cioè l’aspetto normalizzante e quello che tutti dobbiamo tendere a… Poi chiaramente, anche una persona più normale ha dei momenti, calcoliamo che potenziamo per certo che… essendo nella zona di vulnerabilità sempre presente questi utenti… gli utenti che hanno vissuto un percorso di dipendenza e che se lo porteranno dietro tutta la vita, questi aspetti sono più da bilanciare, e quindi dobbiamo essere attenti a lavorare su tutti questi aspetti, sicuramente. Potremmo vederli a uno a uno però, non so, sai dipendono un po’ uno dall’altro.

6LAUDADIO Andrea, MAZZOCCHETTI Lavinia, PEREZ Francisco Javier Fiz. Valutare la resilienza. Teorie, modelli e

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8. Come vengono concordate in équipe e nel lavoro di rete le strategie di intervento