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Criticità riscontrate nel sistema dei P.T.R.I sostenuti da B.D.S

II. Il BUDGET DI SALUTE IN CAMPANIA

I.4 Criticità riscontrate nel sistema dei P.T.R.I sostenuti da B.D.S

Il sistema dei P.T.R.I. sostenuti da budget, pur rappresentando una produzione virtuosa di welfare territoriale, porta con se degli elementi critici che vanno analizzati ed affrontati in modo da poter migliorare e rafforzare il sistema.

Innanzitutto è opportuno fare una precisazione di matrice tecnica. Il territorio che ha iniziato a sperimentare negli anni il sistema dei budget di salute è esclusivamente quello che comprende l’ ASL Caserta 2 (ASL CE2). Solo a Gennaio 2013, quando l’ ASL Caserta 2 si è unita all’ ASL Caserta 1 (AL CE1), la metodologia d’intervento basata sui P.T.R.I. sostenuti da budget di salute si è estesa all’intero territorio casertano fino a diventare legge regionale. Mentre l’ ASL CE2 sperimentava la nuova metodologia, l’ASL CE1 continuava a prediligere un sistema basato sull’ affido dell’utente attraverso bandi di gara in cui “pacchetti di utenti” venivano affidati alla realtà del terzo settore che assicurava prestazioni socioassistenziali a costi più vantaggiosi.

Quando il sistema sostenuto dall’ ASL CE2 viene esteso all’intera ASL di Caserta, sono evidenti le problematiche che incontrano i Comuni che non hanno mai adottato questa metodologia.

Il Comune di Teano, ad esempio, fino alla data del 31-12-2013 faceva parte dell’ ASL CE1, territorio in cui non si lavorava attraverso la metodologia cogestoria dei budget di salute,

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quindi non conoscendo bene la metodologia possono verificarsi situazioni in cui, in sede U.V.I. , la famiglia dell’utente in questione non viene convocata oppure non si da spazio a quest’ ultima nel momento in cui bisogna prendere delle decisioni importanti per l’utente stesso, in particolare quella riguardante la cooperativa che prenderà in carico l’utente per lo svolgimento del P.T.R.I. La presenza della famiglia nel momento in cui, in sede U.V.I. , si decide su quale progetto puntare è elemento fondamentale del processo e non può essere tralasciato.

Quando l’U.V.I. si riunisce per analizzare i progetti di intervento stilati dalle realtà del terzo settore e decretare la scelta dell’ ente privato cogestore del P.T.R.I. sulla base dei bisogni dell’utente, la famiglia ha sempre l’ultima parola riguardo tale scelta. Questo diritto non viene sempre esercitato perché la famiglia stessa non è messa a conoscenza di questa possibilità. In teoria la famiglia dell’utente, insieme ad esso, può decidere di andare a bussare alle porte delle cooperative che hanno presentato interesse nei confronti del caso in questione, visitarle dunque conoscerle, prima di prendere una qualsiasi decisione finale.

Sovente, un elemento importante che viene a mancare è la relazione di monitoraggio degli utenti la quale dovrebbe essere fatta con cadenza trimestrale. Ciò mette l’accento sulla necessità di un maggiore controllo da parte delle ASL. Questo in ragione del fatto che, a differenza del monitoraggio trimestrale da fare in itinere, la valutazione annuale ex post viene sempre fatta. Tale momento di valutazione annua può però trasformarsi in un mero momento di valutazione economica volto alla verifica della possibilità di cessazione dell’erogazione in denaro rappresentata dal budget di salute. Bisogna sottolineare che queste linee di comportamento variano a seconda dei dirigenti che si trovano ad affrontare i diversi casi.

Gli psichiatri dell’ ASL, i quali hanno in cura determinati utenti che seguono P.T.R.I., dovrebbero recarsi presso i cogestori privati almeno una volta al mese per visionare lo stato dei propri pazienti ma ciò non sempre accade. Ragionando su questo aspetto è lecito domandarsi cosa possa accadere se un utente ha un’improvvisa crisi notturna e lo psichiatra di riferimento non è rintracciabile o si trova lontano. Chiamare il servizio del 118 per gli operatori delle cooperative è un passaggio da scongiurare perché il risultato sarebbe un nuovo ricovero del soggetto in SPDC, evento da evitare perché ciò comporterebbe un

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resettaggio di tutti i progressi raggiunti dall’utente. Lecito dunque supporre che gli operatori si ritrovino ad affrontare questi momenti di crisi in modo autonomo aumentando, ad esempio, il dosaggio di determinati medicinali per placare la crisi.

Un elemento di illogicità può essere riscontrato nel fatto che possono essere redatti dei P.T.R.I. esclusivamente di natura sociale, dunque escludendo la parte sanitaria. L’illogicità sta nel semplice fatto che tali programmi individualizzati sono chiamati a rispondere ai bisogni sociosanitari e non esclusivamente sociali, dunque è lecito chiedersi perché utilizzare fondi destinati ai budget di salute. In merito a questo aspetto è da sottolineare che il P.T.R.I., nato per rispondere a bisogni sociosanitari, dopo tre anni diventa esclusivamente sociale.

Pur essendo ormai legge regionale, il sistema dei budget di salute, come abbiamo visto è conosciuto dagli addetti ai lavori che operano entro i confini del territorio comprendente l’ex ASL CE2. Ne è un esempio il caso sopra citato del Comune di Teano come lo è il seguente che andiamo a spiegare.

Nell’ ambito della mia esperienza di tirocinio universitario ho avuto modo di recarmi presso una delle UOSM di Napoli interessata a conoscere il sistema dei budget di salute per inserire un utente all’interno di tale sistema. I dirigenti non conoscono cosa siano i P.T.R.I. e non hanno idea che sussiste una legge regionale che permette, attraverso un sistema di cogestione, di affidare determinati utenti a determinate realtà del terzo settore. I dirigenti in questione parlano di utenti da inserire all’interno di comunità riabilitative attraverso un atto deliberativo e richiedono la licenza di esercizio. Entrambe queste documentazioni sono differenti nel sistema dei budget di salute. Una cooperativa sociale per gestire un servizio attraverso tale sistema deve essere iscritta all’elenco dei cogestori33 dei budget di salute e possedere il documento che attesti l’abitabilità del luogo dove gli utenti vivono in residenzialità. I budget di salute prevedono che l’atto deliberativo sia fatto in compartecipazione con l’ Ambito Territoriale. Dal momento in cui tale metodologia è

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La modalità di iscrizione all’ elenco dei cogestori è specificata all’ art. 3 dell’ avviso pubblico per la ricerca di cogestori di P.T.R.I. sostenuti da B.D.S. Nell’ apposita domanda e formulario il possibile futuro cogestore di P.T.R.I/B.D.S. deve indicare nello specifico: il territorio dove si intende operare rispetto ai bisogni che in esso vengono espressi dalla comunità, attività numero e tempi di attuazione dei P.T.R.I., strategie di intervento territoriale, numero di borse lavoro da attivare, metodo di valutazione dei risultati, aggiornamenti per operatori, esperienza documentata nel settore, collaborazioni con le reti locali (specie quelle informali).

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diventata legge regionale, le ASL dovrebbero aver ricevuto un elenco delle cooperative che gestiscono i Budget di salute, ma questo non si è ancora verificato.

III. LA MAFIA E L’EVOLUZIONE LEGISLATIVA VOLTA AL RIUTILIZZO