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3.1. Metodogia utilizzata nella registrazione dei documenti

Talvolta sul margine sinistro dei registri delle Provvisioni del Comune,

Divisione A compare la lettera f, il cui significato può essere chiarito mediante

il confronto con altri registri analoghi, quale ad esempio il n. 88314, in cui troviamo una glossa marginale posta sotto la lettera f: nota quod non fuit inde

facta folio et immo refecta fuit inde supra alia provisio, a chiarire che la lettera

minuscola f era tracciata dal notaio del Comune nei registri della Cancelleria come segno abbreviativo di factum315, quando della provvisione era già stato redatto il documento in formam publicam per questo il notaio era solito apporre il segno abbreviativo sul margine sinistro della carta in corrispondenza della specifica provvisione. Ciò si differenziava da quanto era solito fare con la data, la quale compariva solo in corrispondenza del primo atto rogato nello stesso giorno, mentre per i successivi si limitava ad usare la formula suprascripta die. Un’altra formula, non dubitetur de datali quia verax est, è utilizzata per

314 Cfr. A.S.P., Comune di Pisa, Divisione A, n. 88, c. 26r.

315 Il segno abbreviativo f posto sul margine sinistro in scrittura coeva al documento verrebbe a

significare dunque factum e non feliciter, secondo la formula dell’apprecatio.Cfr.O. BANTI,

Ricerche sul notariato a Pisa tra il secolo XIII e il secolo XIV. Note in margine al Breve Collegii notariorum (1305), in «Bollettino Storico Pisano», vol. XXXIII-XXXV(1964-1966),

Pisa 1967, pp. 184-186; R. ZENO, Documenti per la storia del diritto marittimo nei secoli XIII

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ossia l’equivalente del nostro sic .

Frequente era anche che dopo l’adempimento dell’obbligazione dovesse eseguirsi la cancellatura in libro notarii. Tali cancellature sono spesso contrassegnate dall’aggiunta della parola vacat, cioè non valido317. Nella fattispecie, nei registri della Canecelleria degli Anziani si può trovare la formula vacat indicante cancellatura in modo che va sia posto all’inizio della provvisione e cat alla fine, così da comprenderla interamente.

Nei registri sono inoltre presenti espunzioni con aggiunte nell’interlinea superiore dopo un richiamo triangolare318 nella riga nel punto esatto in cui esse avrebbero dovuto essere scritte. Un’altra formula che si può rinvenire nei registri del Comune è quella che rimanda ad un’altra carta dello stesso registro ed è la seguente: require infra simile signum in proximo sequenti quaterno

revolutis cartis XXXIIII319. Seguendo il suggerimento del notaio si arriva

pertanto alla c. 84r. e si ritrova la formula require supra simile signum infine

suprascripti primi quaterni, con segno di rimando.

316 D. H

ERLIHY, Pisa nel Duecento. Vita economica e sociale d’una città italiana nel medioevo, Pisa, Nistri-Lischi Editori, 1973, p. 39.

317 O. R

EDLICH, Il documento privato italiano, estratti da «Die Privaturkunden des Mittelalter», Berlino, 1911, Roma 1968. Cfr. a titolo esemplificativo, A.S.P., Comune di Pisa, div. A, n. 91,

cc. 86v. – 87r.; n. 110, c. 14r.; in Appendice documentaria n. 287, 344.

318

A.S.P., Comune di Pisa, div. A, n. 88 cc. 63r.v., 71r.v., 72v.; in Appendice documentaria nn. 84, 104, 107. Sono presenti inoltre segni di richiamo il cui simbolo utilizzato è simile ad un pi greco, π. Cfr. A.S.P., Comune di Pisa, div. A, n. 88 cc. 71r.v.

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3.2. Note marginali

I registri presentano sul margine sinistro note marginali apposte dagli stessi notai. Alcune riportano il nome o la carica delle persone citate nella provvisione (prior, ambasciator, dominus, ser), altre riportano il luogo dove tali persone hanno svolto il servizio320; altre, ancora, riassumono in breve il contenuto del provvedimento.

3.3. Usi cronologici

Per quanto concerne gli usi cronologici dei documenti esaminati, è sempre attestato lo stile dell’Incarnazione secondo il computo pisano, che ebbe corso costante a Pisa e nei suoi domini per molti secoli e fu impiegato in quasi tutta la Sardegna. Lo stile ab Incarnatione è uno degli stili dell’era di Cristo che pone il Capodanno al 25 marzo321. Fu però utilizzato secondo due calcoli: quello pisano e quello fiorentino che lo ponevano in anticipo rispetto a quello moderno (Pisa) oppure in ritardo allo stesso (Firenze). Il calcolo pisano computava perciò, per i giorni dal 25 marzo al 31 dicembre, un’unità di più rispetto allo stile a Circumcisione.

320 A.S.P., Comune di Pisa, div. A, n. 89, c. 110v.; in Appendice documentaria n. 146.

321 Nel Medioevo l’antico culto verso la Vergine influì sulla scelta di celebrare il Capodanno il

25 marzo, giorno dell’Annunciazione del Signore appunto, anche se non siamo in grado di sapere quando i Pisani cominciarono a computare l’anno a partire dal 25 marzo; risalgono al X secolo i primi documenti datati in tale maniera. Ciò che sappiamo è che tale computo terminò con un editto di Francesco I datato 20 novembre 1749, con cui si ordinava che a partire dal 1° gennaio 1750 in tutto il granducato si utilizzasse il computo di inizio dell’anno secondo l’era comune. A. BURGALASSI – S. ZAMPIERI, Pisa e il computo del tempo. Una rivisitazione

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successivo al 1406, durante il dominio fiorentino, come vestigia del suo glorioso passato.

Alla fine del 1749 il granduca Francesco I sostituì il computo pisano con lo stile comune adottato con l’indicazione dell’Era volgare cristiana, incominciando la riforma dal 1750322. Con apposita legge si ordinò che dal 1° gennaio 1750 divenisse obbligatorio l’uso dell’Era comune e fu disposto che queste norme fossero incise in apposite iscrizioni in marmo a Firenze, Pisa, Siena e Livorno323.

322 A. Z

OBI,Storia civile della Toscana dal 1737 al 1848, Firenze, Molini, 1850, tomo I, pp.

294-295.

323 L. C

ANTINI,Legislazione toscana, Firenze, Stamp. Albizziniana, 1806; tomo 26, pp. 185-

189. Si compone di 15 articoli: i primi cinque dispongono l’unificazione dei diversi stili cronografici allora vigenti in Toscana e la riduzione di tutti al solo computo del 1°gennaio; gli articoli 6-10 si riferiscono alla riforma degli orologi, ordinando che si contino le 24 ore che compongono il giorno astronomico di 12 in 12, cioè dalla mezzanotte al mezzogiorno e da questo alla mezzanotte susseguente; gli articoli 11-15 prevedono sanzioni generali.

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CAPITOLO QUARTO

QUADRO STORICO GENERALE CON PARTICOLARE

RIFERIMENTO ALLA SARDEGNA

SOMMARIO:4.1. I castelli – 4.2. Il Castello di Acquafredda – 4.3. Il Castello di

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