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Curve di sopravvivenza di Kaplan-Meier per tipo di indagine infortunio, infortuni gra

Nel documento ATTI DEL CONVEGNO (pagine 54-57)

Andamento tasso grezzo infortuni in Veneto Industria e artigianato non in itinere

Grafico 6. Curve di sopravvivenza di Kaplan-Meier per tipo di indagine infortunio, infortuni gra

Log-rank p=0.340 0 .0 0 0 .2 5 0 .5 0 0 .7 5 1 .0 0 0 500 1000 1500 2000 analysis time inf_soprall = 0 inf_soprall = 1 Kaplan-Meier survival estimates

Aggiustando per attività economica e tasso di infortunio del 2002 non si vede alcuna relazione: sia per le aziende piccole sia per quelle di maggiori dimensioni l’HR è vicinissimo al valore nullo 1.

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Tabella 10. Risultati del modello di Cox applicato agli infortuni gravi.

30 addetti >30 addetti HR p-value HR p-value Indagine infortunio Senza sopralluogo 1 - 1 - Sopralluogo 0.99 0.988 1.08 0.645 Classe ateco 1 1 - 1 - 2 2.38 0.008 1.20 0.401 3 1.85 0.093 1.16 0.582 4 3.13 0.000 1.80 0.010 Tasso infortunio 2002 1.03 0.218 1.00 0.958 DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

I risultati evidenziano che gli interventi completi sono seguiti da un più lungo periodo privo di infortuni sia totali sia gravi rispetto agli interventi parziali. L’analisi multivariata, che permette di controllare per diversi confondenti, conferma questi risultati per le aziende di più piccole dimensioni. Per le aziende più grandi l’effetto protettivo si evidenzia solo per gli infortuni gravi. La differenza rilevata per dimensione aziendale potrebbe essere dovuta al fatto che nelle aziende più piccole l’intervento completo è comunque più accurato di quello fatto nelle aziende grandi. In effetti non c’è associazione significativa tra la dimensione e il numero di accessi in azienda, anche se ci saremmo aspettati che nelle aziende di grandi dimensioni la frequenza dei sopralluoghi fosse superiore.

Il meccanismo tramite il quale gli interventi completi possono avere un’influenza sugli infortuni è associato all’adozione di un provvedimento. Già le analisi descrittive evidenziavano che nel caso di un intervento completo è più alta la probabilità di identificare un problema, di qualsiasi tipo, rispetto al sopralluogo parziale. Per testare tale ipotesi è stata creata una variabile dicotomica che vale 0 nel caso di nessun provvedimento e 1 nel caso di disposizione o violazione. Attraverso un modello logistico è stata verificata l’influenza della completezza sulla probabilità di avere almeno un provvedimento, controllando per i principali confondenti. L’OR (odds ratio) è risultato pari a 4.63 (p<0.000) indicando che la probabilità di avere almeno un provvedimento è quasi 5 volte più alta per chi è stato oggetto di intervento completo rispetto a chi ha avuto un intervento parziale. Anche stratificando per dimensione aziendale la probabilità rimane invariata nei due strati. Non si rilevano però differenze nella sopravvivenza tra tipologie specifiche di provvedimento.

Una parte dell’effetto della completezza tuttavia non è spiegata dall’adozione di un provvedimento. Infatti stratificando l’analisi di sopravvivenza tra chi ha avuto un provvedimento e chi non ce l’ha avuto, l’HR della variabile completezza risulta sempre protettivo per le aziende di piccole dimensioni, mentre per le aziende di grandi dimensioni lo è solo nel caso degli infortuni gravi. L’effetto risulta statisticamente significativo solo tra coloro che hanno avuto un provvedimento, negli altri casi non lo è probabilmente a causa della scarsa numerosità delle osservazioni.

Per quanto riguarda le indagini infortunio non si rileva una differenza statisticamente significativa nella sopravvivenza all’infortunio delle aziende che hanno subito un sopralluogo rispetto a quelle che hanno subito un intervento senza sopralluogo. Questo risultato suggerisce che la selezione degli infortuni da indagare in modo indiretto, tramite lettera o telefonata, è stata appropriata, e le risorse, purtroppo scarse dei servizi, sono state utilizzate in maniera efficiente.

I risultati del presente studio riguardano gli effetti diretti che gli interventi condotti hanno avuto sulle aziende interessate. Le analisi presentate ai capitoli precedenti tuttavia evidenziano che le diverse ASL hanno atteggiamenti verso le imprese e stili di vigilanza differenti. Per esempio vi sono ASL con percentuali di sanzioni comminate molto più elevate rispetto alla media regionale; in tali casi potrebbe essere lecito attendersi un effetto sulla sopravvivenza maggiore rispetto a quello misurato in ASL con atteggiamento sanzionatorio più moderato. Per testare tale ipotesi è stata creata una variabile che vale 1

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nel caso in cui l’ASL abbia una percentuale di sanzioni sulle aziende ispezionate superiore al valore regionale e 0 nel caso in cui sia inferiore. L’inserimento di tale variabile nel modello di Cox non modifica i risultati prima riportati.

In conclusione, gli interventi di vigilanza condotti dalle ASL del Veneto nel comparto manifatturiero comportano nel 75% dei casi almeno un sopralluogo in azienda, ma l’effetto sugli infortuni è maggiore nel caso in cui siano affrontati tutti gli aspetti di sicurezza (interventi completi). Il meccanismo sembra essere legato alla maggiore probabilità di adottare un provvedimento (disposizione o violazione) che forza l’impresa ad affrontare problemi magari elusi o non identificati, ma rimane una parte di effetto non spiegata. L’effetto è più evidente nelle aziende di minori dimensioni. Non vi sono invece differenze di effetto tra le diverse tipologie di intervento adottate per condurre le indagini infortunio: la selezione degli infortuni da indagare tramite lettera o telefonata sembra dunque appropriata e le risorse utilizzate in maniera efficiente.

Per la prima volta in Italia si è analizzato in modo sistematico quali effetti sugli infortuni hanno avuto gli interventi di vigilanza condotti dalle ASL di una grande regione. Questi primi risultati dovranno essere adeguatamente discussi ed analizzati con gli operatori dei servizi di prevenzione della regione Veneto al fine di individuare adeguate indicazioni per la programmazione delle attività e l’utilizzo più efficiente delle risorse. Riflettere in modo sistematico sui risultati del proprio lavoro è un processo ormai indifferibile che deve coinvolgere tutti i professionisti della prevenzione: andrà attentamente valutato come e quando trasferire questi risultati anche ad altre regioni o ad altre tipologie di intervento.

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SINTESI DELLE CONCLUSIONI, RICADUTE APPLICATIVE E PROSPETTIVE PER

Nel documento ATTI DEL CONVEGNO (pagine 54-57)

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