• Non ci sono risultati.

Dai corpo alla voce

Parte seconda Azione!

11. Dai corpo alla voce

Tecnica 11. Dai corpo alla voce Chi legge ad alta voce per la classe si comporta come un oratore che, regolando ad arte il ritmo, l’enfasi, le infles-sioni della voce, il timbro, i silenzi del testo che sta leggendo, orienta e guida gli ascoltatori nella storia narrata tanto più profondamente quanto più è viva-ce, precisa e coinvolgente la sua interpretazione.

Se ascoltiamo un musicista suonare “Il volo del calabrone” di Rimskij-Korsakov siamo immediatamente travolti dall’immagine di questo insetto che volteggia in aria cercando un fiore a cui attingere il nettare o si ado-pera alla ricerca di una via di fuga mentre continua a sbattere contro il vetro di una finestra. Il ritmo concitato, la tonalità utilizzata, la ripetizione ciclica del tema fanno breccia nell’immaginazione e rapiscono l’ascoltatore.

Con la modulazione della voce durante la lettura ad alta voce puoi ottenere lo stesso coinvolgimento cognitivo ed emotivo. La voce – che è una funzio-nalità espressiva del corpo umano – può variare nel tono, nell’intensità, nel volume, nell’intenzione proprio come il suono di uno strumento musicale.

Se presterai attenzione alla regolazione di questi aspetti avrai, diventando più abile attraverso la pratica, una strategia efficace per aumentare i tempi di attenzione, migliorare la comprensione del testo e, non meno importan-te, per immergersi piacevolmente nell’ascolto della storia.

La voce

Coloro che ascoltano la tua lettura, normalmente non hanno a disposizio-ne il testo scritto sul quale seguire (ed è opportuno che sia così), perciò uti-lizza la voce per caratterizzare i personaggi con timbri o accenti diversi: per-metterai un facile riconoscimento e una più precisa rappresentazione mentale dei protagonisti e della storia narrata. Come consiglia quest’insegnante:

Le vocine sempre, per forza… il sussurro, l’urlo piuttosto che la frase. Quando ci sono personaggi, per esempio, molto molto caratterizzati, puoi proprio immagi-narli. Oppure, quando c’è il dispettoso o il petulante, e tu lo fai ancora più antipa-tico… (Artini 2).

Non è necessario diventare esperti nell’arte della recitazione, è semmai importante sentirsi a proprio agio, senza teatralizzare eccessivamente o so-vraccaricare la lettura di un’enfasi inappropriata, rischiando di relegare in secondo piano la storia narrata rispetto alla performance.

Cerco sempre un minimo di interpretare il testo, non come un’attrice naturalmen-te, ma cercando di dare un po’ di vita al testo. Cercavo di avere un tono di vo-ce un po’ squillante, perché quando sentivo delle letture monocorde mi accorgevo che l’attenzione calava. Cercavo di modulare la voce, di utilizzare le pause (Paga-nelli 2).

Lasciati guidare dai suggerimenti che spesso l’autore stesso inserisce nel testo: “sussurra”, “grida”, “piagnucola”, “sbraita”. A volte è la stessa di-mensione dei caratteri a stampa a fornire indicazioni. Soprattutto negli albi illustrati, infatti, se le lettere sono scritte a caratteri grandi indicano l’uti-lizzo di un volume di voce più alto, allo stesso modo i caratteri più piccoli ti suggeriscono una lettura più pacata.

Come un principiante che sta imparando a suonare uno strumento mu-sicale ha bisogno di prendere confidenza, provare e sperimentare è neces-sario conoscere la propria voce, cimentandosi senza vergogna o paura di rendersi ridicoli.

A volte è sufficiente caratterizzare un solo personaggio per rendere la storia più accessibile e viva.

Promuovere la lettura in bambini con perdita dell’udito o sor-dità

Leggi la stessa storia ancora e ancora. Questo aiuterà il bambino a catturare le parole che potrebbe essersi perso prima. Spiega la sto-ria secondo le necessità. Assicurati che possa vedere il tuo viso e le foto o in alternativa usa pupazzi per recitare la storia. Questo lo aiuterà a seguire la storia, anche se non capisce tutte le parole.

Inclusione

Il ritmo

Un’altra indicazione che ci fornisce il testo è rappresentata dalle scelte linguistiche compiute da chi ha scritto l’opera. Se l’autore o l’autrice ha utilizzato una sequenza di verbi di azione in successione (magari al

passa-to remopassa-to), la lettura che ne farai dovrà essere incalzante, vivace, decisa, rispecchiando il fitto e rapido susseguirsi degli avvenimenti (siano essi moti interiori o azioni vere e proprie). Al contrario, se durante la lettura ti imbatterai in una sequenza di tempi imperfetti, probabilmente la velocità dovrà essere ridotta, preferendo un ritmo più lento, cadenzato e disteso. So-lo con la conoscenza della storia e degli avvenimenti che racconta, tuttavia, potrai individuare il giusto ritmo di ogni parte.

Il ritmo della lettura è poi scandito dai segni di punteggiatura, che per-mettono al lettore di fare pause più o meno lunghe e di riprendere fiato. A volte potrebbe risultare poco efficace fare pause solo nel momento in cui l’autore l’ha previsto nel suo testo. Il risultato potrebbe essere una lettura lenta e poco coinvolgente. Inserisci quindi delle pause mirate, che contri-buiscano a creare tensione, suspence, attesa, così da rendere la storia che si sta ascoltando più accattivante e facilmente comprensibile. Questa è una strategia valida per tutte le fasce d’età, a partire dalla scuola primaria fino ai gradi superiori, come ci ricorda quest’insegnante:

… faccio delle pause, scanso il libro e faccio l’espressione prima del dialogo – ad esempio un’espressione sorpresa, – e poi continuo a leggere per creare questa su-spense. Mi viene naturale, sempre per catturare la loro attenzione (Lodola 9).

I segni di punteggiatura inseriti nel testo possono non essere coeren-ti con il ritmo naturale del discorso parlato. A volte puoi interpretarli in modo diverso, a vantaggio di una lettura più fluida. Pensiamo ai dialoghi.

Nella lingua parlata, infatti, si fanno pause ed interruzioni che sottendono la ricerca mentale dell’espressione specifica e pregnante, delle parole preci-se che vogliamo utilizzare per esprimerci al meglio; nel testo scritto questa scelta è già stata fatta, perciò occorre darne un’interpretazione.

L’introduzione di pause a effetto, che permettono una lettura scandita, con i tempi adeguati per l’ascoltatore per capire e riflettere, favoriscono la coltivazione di una fruttuosa relazione tra il singolo studente e la storia che si sta leggendo. La lettura non deve essere così lenta da annoiare, ma nemmeno così veloce da non consentire l’elaborazione dei contenuti e delle emozioni su-scitate dalla storia. È importante calibrare il tempo necessario alla riflessione, tenendo presente le differenze individuali dei ragazzi all’interno della classe, senza aver fretta di finire il capitolo o il libro, ma allo stesso tempo senza ave-re la pave-retesa che tutto sia colto da tutti. Come ci ricorda quest’insegnante:

… a volte è capitato anche a me di dire: “Bella questa frase, mi è piaciuta molto, ve la ridico, l’avete ascoltata bene, l’avete capita bene questa parola?”… Non [ab-biamo letto] con la fretta di finire il libro, ma [allo scopo] di gustarcelo in tutti i suoi aspetti (Nencioni 11).

Il corpo

Per far sì che la voce scorra fluente è essenziale tenere d’occhio anche la postura: stare ricurvi sul libro, irrigidirsi o al contrario sprofondare in una morbida poltrona ostacolano la respirazione, con una conseguente di-minuzione della disponibilità di ossigeno. La voce quindi risuonerà tesa, flebile, in affanno. Una postura aperta in cui le spalle e il viso (soprattutto la zona della bocca e delle sopracciglia) sono rilassate, sia che stiate in piedi o seduti, permetterà non solo una lettura e una mimica facciale mi-gliore, ma anche un maggior coinvolgimento dei bambini e dei ragazzi che ascoltano.

Gestisci la respirazione in modo appropriato ed efficace. La respira-zione corretta, calma e diaframmatica, produrrà un suono intenso e pieno, piacevole da ascoltare. Potrai creare un idilliaco circolo virtuoso che ti coinvolgerà come lettore e coinvolgerà i tuoi ascoltatori, così acquisterai sempre maggiore fiducia nelle tue capacità di insegnante lettore, motivata dal coinvolgimento e dall’interesse mostrato dai bambini e ragazzi.

La lettura ad alta voce, inoltre, rappresenta l’occasione per mettere a frutto l’espressività del corpo, soprattutto le espressioni del viso e la ge-stualità delle mani, che permettono di accentuare alcuni passaggi del testo creando un’atmosfera più enfatica e potenziando gli effetti della narrazione, come suggerisce quest’insegnante:

… io mi mettevo centrale nell’aula, seduta o in piedi o a seconda delle cose che stavo leggendo perché magari c’erano delle pagine in cui la mia mimica era una mimica di movimento e quindi era un po’ interpretata, un po’ drammatizzata po-tremmo dire. Quindi ecco la maestra che fa dei versi strani oppure che enfatiz-za alcune parole e alcune frasi, alcune espressioni che poi fanno da filo condutto-re alla storia (Seri 14).

Per praticare la lettura ad alta voce è importante anche curare l’am-biente in modo da renderlo idoneo allo sforzo vocale. Tieni sotto controllo l’umidità della stanza facendo entrare periodicamente aria fresca o ri-correndo a delle vaschette d’acqua sui termosifoni, in modo che le corde vocali e la gola non si secchino eccessivamente. Ricorda infine di tenere a portata di mano una bottiglietta d’acqua che permetta la giusta idratazione delle mucose.

Fonti

Bibliografia e sitografia

APPasseggio nella letteratura (n.d.), Batini (2019), Beuchat (2013), Capodicasa (2021), Carty (n.d.), Catarsi (2001), Cavadini (2018), Educalire (n.d.), Esterhuizen (2019), Foucard-Colson (2004), Guille-Marrett (2019), Hahn (2002), Harmer (2007), Kreuz (2016), Levin (n.d.), Lighthouse Guild (n.d.), Merletti (1996), Naturalmentefarma (2017), Negrin (2018), Netzwerk vorlesen (n.d.-a), Netzwerk vorlesen (n.d.-b), Pinto (2016), Read aloud 15 minutes (n.d.), Reizabal (1994), Teberosky et al. (2018), Thogmartin (1997), Schreiber (2017), Schwendinger (2012).

Interviste

Acconci 1, Artini 2, Borgogni 19, Cappelli 4, Daviddi 5, Filippi 6, Giannini 7, Lettieri 8, Lodola 9, Nencioni 11, Norci 12, Paganelli 2, Petrucci 21, Seri 14, Vivaldi 16, Zarrillo 18.