Percentuali di risposte Fascicolo 2
3.3. Dal processo risolutivo al testo di un problema
3.3.1) Osserva il calcolo:
24 + 24 + 12
Quale tra i seguenti problemi si può risolve- re con tale calcolo?
a) Sandro ha 24 figurine e Giorgio ha 12 figu- rine. Quante figurine hanno insieme San- dro e Giorgio?
b) Sandro ha 24 figurine e Giorgio ha 12 figu- rine in più di Sandro. Quante figurine han- no insieme Sandro e Giorgio?
c) Sandro ha 24 figurine e Giorgio ha 12 figu- rine. Quante figurine ha Sandro in più di Giorgio?
d) Sandro ha 24 figurine e Giorgio ha la metà delle figurine che ha Sandro.
Piano di studio della scuola dell’obbligo (II ciclo):
Ambito: Numeri e Calcolo - Aspetto di competenza: Matematizzare e modellizzare.
Tradurre una situazione di tipo aritmetico espresso in forma linguistica in una sequenza di calcoli. .
Il quesito è il dodicesimo del primo fascicolo e registra il 16,5% di risposte mancanti. Esso richiede la traduzione da un’espressione aritmetica che coinvolge l’addizione fra tre termini ad un testo di un problema espresso in linguaggio verbale che possa essere risolto tramite tale espressio- ne. Dunque lo scopo della domanda riguarda esplicitamente un passaggio un po’ inconsueto dal punto di vista didattico, ossia saper interpretare il linguaggio della matematica e saperlo rileggere come procedimento risolutivo di un testo verbale da scegliere tra quattro proposte, così da favorire il passaggio dal registro simbolico (rappresentazione della soluzione attraverso segni e simboli matematici) a quello verbale e viceversa. Tale quesito può essere letto nel ciclo della matematizzazione di Figura 2 (vedi p. 19) come un percorso in senso inverso del processo
formulare della matematizzazione orizzontale, in questo caso dal problema matematico al pro-
blema nel contesto.
Risposta corretta: b Risultati:
Descrizione categorie corrette Percentuale del
campione
L’allievo propone una risposta corretta senza esplicitare il procedi- mento
62,8% L’allievo propone una risposta corretta risolvendo almeno uno dei
problemi
2,2%
Descrizione categorie non corrette Percentuale del
campione
L’allievo non esplicita procedimenti sul foglio 20,5% L’allievo risolve almeno uno dei problemi 2,4%
a b c d Mancante / non valida
I primi tre testi proposti come opzioni contengono esplicitamente una domanda, mentre nell’ultimo questa non è presente, e ciò potrebbe essere fuorviante per gli allievi, in quanto non è precisato come interpretare la situazione proposta e come associarla con l’espressione aritmetica. Nelle prime tre opzioni sono presenti le parole chiave che spesso gli allievi associa- no all’operazione di addizione (“in più”, “insieme”), ma che conducono a volte anche in errore (come approfondito nel paragrafo 2.3.). È però richiesto di interpretare ciascuno di questi pro- blemi per capire quale è effettivamente risolvibile con l’espressione mostrata. In questo senso, il quesito è interessante dal punto di vista della struttura, dato che una sua risoluzione corretta presuppone una comprensione e modellizzazione dei vari stimoli proposti. La risposta corretta è la b) dove nel testo sono presenti le locuzioni “in più” e “insieme” che potrebbero in questo caso essere di aiuto. Invece, per risolvere la situazione a) è sufficiente sommare il numero di figurine di Sandro e di Giorgio (24 + 12). Stessa cosa accade per la situazione c) per la quale ba- sta effettuare la sottrazione 24 - 12, nonostante sia presente la locuzione “in più”; invece, nella situazione d) non è esplicita la domanda, quindi a priori non è possibile associare con certezza alcuna espressione numerica.
In generale, il quesito registra una discreta performance degli allievi, il 65,0% risponde corret- tamente; di questi il 62,8% non mostra dei calcoli sul foglio, mentre il restante 2,2% sì.
Di seguito, riportiamo un protocollo di un allievo che risolve ciascun problema riportando le diverse risposte e riuscendo così a stabilire quale situazione può essere modellizzata tramite l’espressione proposta. In particolare, l’allievo risponde in modo corretto ai quesiti posti dalle prime tre opzioni e ipotizza una possibile risposta per il quarto problema, pensando che la do- manda possa essere “Quante figurine ha Giorgio?”. Questo gli permette di individuare la scelta corretta.
Problema matematico Problema nel contesto
Il protocollo a fianco mostra invece come un al- tro allievo abbia deciso di esplicitare solo il calco- lo relativo alla risposta individuata corretta. In questo caso la sequenza delle operazioni in- dicate (24 + 12 = 36 + 24 = 60) mostra il classico errore commesso dagli allievi di fornire al sim- bolo “=” un significato prettamente procedura- le, invece di relazionale; (errore già esplicitato a p. 80 nel caso di algoritmi in colonna). In questo caso, dal calcolo esplicitato dal protocollo, 36 ri- sulterebbe uguale a 60.
Sebbene formalmente ci sia questo errore, che è importante correggere prima possibile per evita- re difficoltà nei livelli scolastici successivi, le se- quenza dei passaggi è coerente con il problema posto.
Va però segnalato che non sempre la scelta dell’opzione corretta implica una comprensione del problema o una traduzione coerente in lin- guaggio matematico. Come evidenzia Zan (2011, p. 3): «(…) una risposta corretta può essere il frutto di processi di pensiero scorretti o parziali, e non di un’effettiva comprensione». A fianco si riporta il protocollo di un allievo che giunge alla stessa conclusione, scegliendo dunque l’opzione b), ma dimostrando di non aver capito il senso del quesito. L’allievo risolve la situazione b) uti- lizzando una sequenza di operazioni errata, ma con un risultato finale uguale a quello che si ot- tiene dall’espressione riportata nello stimolo. Questo lo porta a scegliere la risposta corretta. L’intenzione del quesito non era però far svolgere i calcoli e confrontare il risultato con quello delle situazioni proposte, bensì individuare il problema modellizzabile attraverso l’espressione indicata.
Sono abbastanza diffusi nei diversi livelli scolastici gli atteggiamenti di questo tipo, basati sull’importanza attribuita al risultato numerico a discapito del processo risolutivo. La lettera- tura (Zan, 2007a) ha spesso evidenziato il ruolo centrale rivestito dalle convinzioni sulla mate- matica nell’apprendimento di questa disciplina, percepita spesso come contenitore di prodotti più che di processi, di regole da memorizzare e applicare, più che da comprendere. Da questo punto di vista, Zan (2002) afferma:
«Un’interpretazione distorta dell’attività di risoluzione di problemi, che in particolare fissa l’attenzione sulla correttezza del risultato piuttosto che sulla consistenza del processo
risolutivo, contribuisce alla costruzione di una convinzione sulla matematica molto diffu- sa: in matematica quello che conta sono i prodotti più che i processi. Tale convinzione è associata a una visione della matematica come un insieme di prodotti scollegati tra loro, in quanto svuotati dei processi sottostanti, e ha delle conseguenze molto gravi in rela- zione all’errore: se il prodotto è sbagliato, lo studente percepirà come fallimentare l’intera prestazione (viceversa è difficile convincere che il procedimento è sbagliato davanti ad un risultato che “torna”); ma soprattutto se il prodotto è riconosciuto come sbagliato, dopo la correzione viene semplicemente sostituito col prodotto giusto».
(pp. 39-40) Dai protocolli emerge che nonostante non sia richiesto di indicare esplicitamente il risultato dell’espressione indicata, spesso gli allievi eseguono il calcolo trovandone il risultato, senza preoccuparsi invece di associare all’espressione presente un’interpretazione derivante dalle in- formazioni del testo. Nella maggior parte dei casi analizzati, infatti, gli allievi operano in questo modo: risolvono i quattro problemi e confrontano i risultati con quello dell’espressione. Nei protocolli seguenti si evidenzia questo atteggiamento: i due allievi risolvono in modo sba- gliato la seconda situazione, trovando così un risultato scorretto (48), forse dovuto a errori di calcolo o di comprensione del testo. Non individuando corrispondenza con il risultato 60, decidono di non effettuare alcuna scelta.
Tra le opzioni errate quella più scelta è stata la d) (8,1%), nonostante si riferisse ad un problema senza domanda esplicita, e dunque suscettibile di varie interpretazioni, ma è stata forse questa ambiguità a far concentrare l’attenzione degli studenti. Nel protocollo seguente l’allievo calco- la il valore dell’addizione indicata, commettendo il classico errore del segno “=” citato in prece- denza, ma senza esplicitare nessun ragionamento o processo che lo conduca a rispondere d).
Questo quesito porta a riflettere sulle pratiche didattiche che tradizionalmente vengono con- dotte in aula, spesso finalizzate ad allenare meccanicismi e automatismi anche di fronte a si- tuazioni che dovrebbero richiedere una maggiore attenzione al testo, al processo e alla gestio- ne delle diverse rappresentazioni semiotiche. Una possibile interessante attività da proporre in classe potrebbe essere quella di far redigere agli allievi testi di problemi che si risolvono con una stessa operazione o espressione, per poi far nascere confronti tra le diverse scelte. La discus- sione potrebbe diventare un’opportunità per ragionare insieme ai bambini sull’interpretazione del testo e sul senso delle operazioni. Inoltre, costruire testi diversi, ma tutti compatibili con lo stesso procedimento risolutivo, aiuta gli allievi a ragionare sul fatto che una stessa espressione o un risultato numerico può avere origine da situazioni tra loro molto diverse. In Zan (2017) si dà risalto a questo aspetto:
«(…) due problemi logicamente equivalenti possono essere molto diversi da un punto di vista narrativo. Essere in grado di riconoscere la stessa struttura matematica in diver- si story problems è un’abilità importante in matematica, che coinvolge il pensiero lo- gico e che non può essere considerato come un prerequisito. È piuttosto un traguardo dell’educazione matematica, che richiede tempo e attenzione ai punti critici che abbiamo sottolineato.»