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Il progetto didattico è stato svolto da marzo a giugno 2009 al I Circolo Didattico “Lorenzo Milani” di Cassano All’Ionio. Poter disporre di un lungo periodo e un monte ore notevole ha permesso di organizzare un percorso formativo molto articolato sulle scienze, diverso da quelli proposti abitualmente.

Il contesto scolastico, seppur caratterizzato dalle problematiche comuni alle istituzioni educative dei piccoli centri urbani e operante in una condizione socio-

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ambientale difficile, ha accolto favorevolmente le proposte didattiche innovative e sono state accettate senza apparente difficoltà le richieste in ambito organizzativo indispensabili alle attività laboratoriali.

Sebbene l’arrivo delle esperte abbia suscitato molta curiosità, si è instaurato subito un clima sereno e una partecipazione attiva del Dirigente scolastico, della docente-tutor, degli alunni e del personale ausiliario nei diversi momenti dell’intervento didattico. È necessario precisare che non è frequente riscontrare tale accoglienza, poiché occuparsi delle scienze, e dell’Astronomia in particolare, significa anche sperimentare usufruendo di ambienti e strumenti diversi, organizzare momenti di osservazione del cielo stellato in orari inconsueti e scegliere un modo differente di fare scuola.

Il progetto didattico è strutturato partendo dal mondo più familiare agli alunni e considerando gradualmente realtà sempre più lontane e sconosciute.

Tutti gli interventi didattici hanno previsto anche la somministrazione di schede didattiche, utilizzate per consolidare le nozioni acquisite, approfondire e valutare gli apprendimenti.

Dopo aver svolto una prima lezione introduttiva, gli incontri successivi hanno rappresentato una continua scoperta attraverso l’esperienza diretta.

Inizialmente gli alunni sono stati condotti all’esterno dell’edificio scolastico ed è stato chiesto di osservare attentamente la flora presente nel giardino, di identificare gli elementi vegetali conosciuti o indicare quelli sconosciuti. L’attività ha suscitato un notevole interesse e tutti hanno manifestato molta curiosità ed entusiasmo, assumendo un atteggiamento attento e divertito al tempo stesso. La fase successiva si è svolta nel laboratorio scolastico, dove sono state esaminate le caratteristiche di alcuni fiori raccolti in precedenza. Ancora una volta è stato rilevato come questo ambiente non è utilizzato dai docenti per le abituali attività didattiche e agli allievi ne è precluso l’ingresso nel timore di danneggiare le attrezzature presenti o per la scarsa dimestichezza dell’insegnante con gli strumenti.

Gli alunni, invece, si sono mostrati molto interessati e incuriositi dai diversi oggetti. Sono stati condotti, quindi, al banco di lavoro, dove è stato predisposto il microscopio per osservare le parti più interne e poco visibili delle piante, a causa delle ridotte dimensioni dei fiori sezionati (Fig. 15).

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Per la prima volta è stata offerta loro la possibilità di avvalersi dello strumento per guardare direttamente ciò che è conosciuto soltanto attraverso alcuni disegni o fotografie riportate sui testi scolastici.

Figura 15 - Le parti del fiore al microscopio scolastico. Fonte: Archivio personale della ricerca.

Molta la meraviglia ha suscitato lo scoprire il polline delle antere del papavero e gli ovuli contenuti nell’ovario o che la parte di colore giallo, il capolino, della margherita, è composta da tanti minuscoli fiorellini – si tratta, infatti, di una infiorescenza (Fig. 16).

Figura 16 - Immagini catturate direttamente dall’oculare del microscopio scolastico dell’antera, dell’ovario e dell’infiorescenza. Fonte: Archivio personale della ricerca.

In un secondo tempo sono state organizzate in aula alcune attività laboratoriali, che hanno previsto la realizzazione di un fiore chimerico, disponendo alcune etichette con la descrizione delle diverse parti, e un cartellone sul linguaggio iconico attribuito dall’uomo ai fiori (Fig. 17).

Figura 17 - Momenti della sperimentazione: il Fiore chimerico e il cartellone sul linguaggio floreale. Fonte: Archivio personale della ricerca.

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L’argomento successivo ha riguardato la stretta relazione simbiotica tra le piante angiosperme e le api. Dopo una spiegazione sull’attività e i diversi ruoli gerarchici assunti dagli insetti, è stata costruita una riproduzione dell’alveare utilizzando pasta di sale e materiali facilmente reperibili; inoltre è stata indicata la funzione sociale svolta dalle api attraverso alcuni oggetti (Fig. 18) – ad esempio, alle bottinatrici è stato associato un secchio.

Figura 18 - Momenti della sperimentazione sull’orientamento delle api, svolto in collaborazione con Ada Carravetta. Fonte: Archivio personale della ricerca.

È stata poi descritta l’attività delle esploratrici, affrontando l’orientamento astronomico e la danza dell’ape220, proiettando filmati e immagini, e organizzando nel cortile un gioco in cui un alunno-ape, improvvisando una danza, ha fornito le indicazioni utili ai compagni per ritrovare un oggetto nascosto. La situazione ludica ha suscitato molto divertimento – gli alunni hanno inventato e utilizzato una mimica sempre più bizzarra e fantasiosa.

Si è preso spunto da tale argomento per evidenziare come anche nella vita dell’uomo l’orientamento sia essenziale e sono stati presentati gli strumenti e le strategie adoperate – ad esempio, la bussola e il cielo diurno/notturno.

È stato poi realizzato un cartellone utilizzando alcune stelline adesive, un metro in legno e un cordoncino dorato per rappresentare la tecnica di individuazione del Nord Celeste utilizzando le stelle Puntatrici del Grande Carro (Fig. 19).

Figura 19 – Fasi di realizzazione del cartellone sull’orientamento nel cielo notturno attraverso il Grande Carro. Fonte: Archivio personale della ricerca.

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L’ape comunica con movimenti perfettamente codificati alle bottinatrici le informazioni su direzione, distanza e quantità di nettare presente in un determinato luogo.

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È stato adoperato anche il free-software Stellarium per proiettare la simulazione del cielo notturno, in modo da approfondire l’argomento e preparare adeguatamente gli alunni alle uscite serali previste dal laboratorio osservativo. Un’attenzione particolare è stata dedicata alle galassie, dalla Via Lattea a quella di Andromeda, utilizzando anche filmati multimediali. L’argomento ha affascinato notevolmente tutti loro, meravigliati nel considerare le enormi dimensioni e le immense distanze astronomiche.

A tal proposito, nei momenti laboratoriali sono stati costruiti i proiettori di costellazioni, utilizzando alcuni contenitori cilindrici di cartone provvisti di tappo e cartoncino nero, proiettando al termine sul soffitto o sullo schermo punti luminosi raffiguranti le forme221 in cielo (Fig. 21).

Le lezioni successive hanno riguardato la luminosità e il colore delle stelle, la scomposizione della luce e i relativi fenomeni – nella fase sperimentale sono stati adoperati un prisma di vetro, delle lenti, uno specchietto e un laser per la riflessione, un bicchiere pieno d’acqua e una cannuccia per la rifrazione (Fig. 20).

Figura 20 - Momenti della sperimentazione sui fenomeni di riflessione e rifrazione della luce. Fonte: Archivio personale della ricerca.

Dalla comprensione dei fenomeni fisici attraverso cui un raggio di luce si riflette o si rifrange sono stati introdotti le lenti e il telescopio, collegando l’argomento alla costruzione di un cannocchiale utilizzando materiali facilmente reperibili (Fig. 21).

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111 Figura 21 – Fasi di realizzazione del Proiettore di costellazioni e del Cannocchiale

galileiano. Fonte: Archivio personale della ricerca.

Difficile descrivere l’emozione e l’entusiasmo quando gli alunni hanno verificato che lo strumento, costruito con la nostra guida, funziona mettendo a fuoco l’immagine di un oggetto posto all’esterno dell’Istituto scolastico – avrebbe, dunque, permesso l’osservazione della superficie lunare durante il laboratorio osservativo.

Il Sistema Solare, la Terra, dalla struttura interna al campo magnetico, e la Luna con fasi ed eclissi sono stati affrontati anche attraverso attività ludiche svolte all’esterno dell’edificio scolastico, strumenti didattici, filmati, simulazioni multimediali e proponendo alcuni semplici esperimenti.

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Infine sono stati realizzati dei cartelloni tridimensionali (Fig. 22) e un Sistema Solare in scala (Fig. 23) – sono state colorate alcune sfere di polistirolo, prendendo come modello le immagini dei diversi oggetti astronomici, e sono state montate su una struttura costruita nei laboratori del Dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria.

Figura 23 – Fasi di realizzazione del Sistema Solare in scala. Fonte: Archivio personale della ricerca. Sicuramente i momenti più emozionanti sono state le osservazioni del cielo notturno, alle quali hanno partecipato anche genitori, docenti e curiosi – molta è stata l’emozione quando gli alunni sono riusciti a scorgere le stelle, le costellazioni, l’appena percettibile Galassia di Andromeda e gli oggetti celesti studiati, facendo sì che la percezione di ciò che li stava sovrastando lasciasse posto all’appercezione dello spettacolo astronomico.

Quello che più mi ha colpito nelle diverse fasi dell’intervento educativo è stato il forte impatto motivazionale dell’azione didattica. Certamente la rilevazione iniziale delle difficoltà e delle problematiche degli alunni ha stimolato in tutti i momenti la ricerca di una metodologia e di strategie idonee al loro coinvolgimento emotivo e cognitivo. Anche in questa occasione quelli in precedenza demotivati, poco interessati o spesso refrattari allo studio e alle attività scolastiche, hanno mostrato una partecipazione attiva e un interesse notevole in tutte le fasi del progetto didattico.

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