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Tra i progetti didattici svolti nelle Scuole Secondarie di Primo e secondo Grado, merita una citazione quello attuato all’Istituto Comprensivo Statale di Melicucco (RC), nel corso dell’anno scolastico 2009/2010.

Come in tutte le esperienze più significative, si è presentato ai nostri occhi un ambiente socio-culturale molto difficile. La maggior parte delle famiglie vive

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situazioni di forte disagio culturale e socio-ambientale e i ragazzi manifestano insofferenza per le regole, scarsa motivazione all’apprendimento e diffidenza nei confronti dei docenti.

L’idea di utilizzare l’Astronomia per tentare di coinvolgere gli studenti di Scuola Secondaria di Primo Grado e avvicinarli allo studio s’inserisce in un ampio ventaglio di proposte extra-curriculari (musica, arte, sport,…).

Al nostro arrivo ci comunicano che altri corsi già avviati non hanno avuto successo, gli esperti non sono riusciti nemmeno a proferir parola e rassegnati hanno impiegato tutto il tempo nel tentare di gestire il comportamento degli studenti. L’atmosfera di sfiducia e scetticismo inizialmente ha contagiato anche noi, credo sia naturale in queste situazioni chiedersi della necessità dell’affrontare un lungo viaggio e non poter svolgere il lavoro programmato.

Ritrovando un po’ di sano ottimismo, si è deciso di non lasciarsi scoraggiare e la prima lezione è stata dedicata all’accoglienza, cercando di individuare le giuste strategie per correggere e contenere gli studenti più vivaci, e presentare nel modo più accattivante possibile gli argomenti e le attività previste.

Naturalmente anche in questa occasione ha prevalso una metodologia laboratoriale e l’organizzazione delle osservazioni del cielo notturno.

Negli incontri successivi si è potuto verificare un interesse, una motivazione, un attaccamento allo studio degli argomenti trattati crescenti, che ha permesso di instaurare via via un clima sereno e proficuo che in molte occasioni ha finito per coinvolgere famiglie e territorio.

Proprio a Melicucco gli sguardi scettici e gli atteggiamenti ostili hanno lasciato posto a un clima di proficua interazione e le famiglie, merito di un’organizzazione oculata del Dirigente scolastico, hanno partecipato con molto interesse:

- alla visita a Reggio Calabria del Laboratorio di Restauro del Museo Archeologico, della Mostra “Egitto mai visto” e del Planetario Provinciale “Pythagoras” (Fig. 24);

- alle attività correlate alla giornata-studio all’Università della Calabria, in cui sono stati visitati l’Orto Botanico, il Museo di Paleontologia, le Biblioteche,… (Fig. 25)

114 Figura 24 - Viaggio d’istruzione al Planetario e alla Mostra "Egitto mai visto" di Reggio Calabria.

Fonte: Archivio personale della ricerca.

Figura 25 - Visita d’istruzione all’Orto botanico e alle Biblioteche dell’Università della Calabria. Fonte: Archivio personale della ricerca.

Le osservazioni del cielo notturno, inoltre, molto attese dagli studenti, hanno assunto una valenza particolare e inaspettata, giacché son diventate occasione d’incontro allargato per l’intero rione, alle quali hanno partecipato anche il personale della scuola, le famiglie, i residenti, i passanti occasionali e le forze dell’ordine.

Tutti a scrutare la volta stellata, ricostruendo linee e forme, inseguendo nomi e storie, riportando i racconti mitologici, con la gratificazione di riconoscere e il piacere di condividere.

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3.6 “Effetti collaterali”

Le attività didattiche, i seminari, le serate osservative e la ricerca sul campo hanno dato modo di vivere e sperimentare situazioni scolastiche e sociali diverse tra loro. Molti paesi delle province calabresi sono stati coinvolti e il campo di applicazione – Scuole Primarie, Scuole Secondarie di Primo e Secondo Grado – è stato scelto intenzionalmente affinché le realtà scolastico-sociali degli allievi presentassero problematiche alquanto eterogenee.

L’intento iniziale è permettere ad alunni e studenti che vivono situazioni tanto differenti un primo approccio all’Astronomia ed è possibile affermare che, proprio laddove sono state riscontrate le condizioni più critiche, il lavoro si è fatto davvero stimolante – coloro, infatti, che manifestano lati caratteriali particolarmente difficili spesso vivono in condizione di svantaggio socio- ambientale e culturale.

In tali contesti educativi i progetti didattici innovativi sono stati accolti con molto interesse e tutte le richieste inerenti gli aspetti organizzativi e l’acquisto dei materiali necessari alle numerose attività laboratoriali sono state accettate di buon grado. Proprio in ambienti scolastici così problematici si è subito instaurato un clima collaborativo e amichevole, connotato da un profondo rispetto, con i dirigenti scolastici, gli insegnanti e il personale amministrativo e ausiliario. Al termine del percorso formativo non di rado si è rilevato che hanno beneficiato maggiormente dell’azione didattica, rivelando un positivo cambiamento, gli alunni appartenenti a minoranze etniche, quali le comunità Rom.

È stato interessante verificare, inoltre, come gli allievi dei piccoli centri rurali o delle comunità arbëreshë abbiano giovato dell’opportunità di misurarsi con un

mondo nuovo, che ha inciso sul loro concetto di ambiente e cultura.

Nei bambini con difficoltà di apprendimento o scarso interesse allo studio i risultati sono stati sorprendenti. Nei primi ha certamente influito un diverso approccio, più immediato e pratico, e una metodologia laboratoriale, caratterizzata da un notevole uso di strumenti multimediali. Attraverso filmati, simulazioni e attività sperimentali i diversi argomenti sono stati più volte trattati e approfonditi. Significativi sono i casi di Maria222, alunna del I Circolo Didattico “A.

222

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Monteleone” di Taurianova, e Luisa223

, della Scuola Primaria del Convitto Nazionale di Cosenza.

Per quel che riguarda Maria l’insegnante nella relazione finale scrive:

Figura 26 - Relazione finale del progetto didattico dell’Ins. Maria Greco. Fonte: Archivio personale della ricerca.

Negli alunni demotivati ha inciso un’azione psico-pedagogica che tende ad agevolare un adeguato approccio alla situazione d’apprendimento e a rafforzare in tutti i momenti l’autostima e la fiducia nelle proprie capacità. Significativi sono i casi degli alunni della Scuola Primaria di Schiavonea (CS) e del Convitto Nazionale di Cosenza, gli studenti della Scuola Secondaria di Primo Grado di Melicucco (RC), di Monasterace (RC) e Stignano (RC), per citarne alcuni.

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La descrizione della ricaduta dell’azione formativa sul piano psicologico, emotivo e cognitivo di Luisa è riportata a pp. 96-97.

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Altro effetto non intenzionalmente perseguito è l’aver consentito l’utilizzo di locali scolastici preservati solitamente dall’usura e dal deterioramento inibendone l’ingresso a docenti e allievi. Si fa riferimento al Laboratorio Scientifico, il luogo predisposto per la ricerca e gli esperimenti, eppure quasi tutte le scuole visitate inizialmente hanno proposto di svolgere le attività laboratoriali in classe, nella sala multimediale o negli spazi aperti. L’opportunità di usufruire di strumenti utili agli esperimenti custoditi in tali ambienti, ci ha spesso spinte a chiedere il permesso di condurvi gli allievi, che eccitati e curiosi, si sono mostrati interessati e affascinati dalla possibilità di usufruire per la prima volta del loro laboratorio. V’è da considerare, inoltre, che pur riservando la maggior parte dell’azione di ricerca sul campo ad alunni e studenti, notevole in termini di ricaduta è l’esito dell’azione formativa su insegnanti, genitori e, attraverso la disponibilità dei diversi Enti, sui cittadini, i quali non di rado partecipano con interesse alle serate osservative. Anche in questi casi la ricerca ha assunto una connotazione diversa da quella prevista.

Si può concludere, pertanto, che proporre la conoscenza del cielo con il fine di agevolare un primo approccio all’Astronomia, ha consentito di immettersi nel tessuto socio-ambientale di ogni luogo e di influire positivamente su ogni comunità in modo più o meno rilevante.

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