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Dati analitici

Nel documento aria - acqua (pagine 63-72)

Le concentrazioni di cromo esavalente misurate sono riportate nelle tabelle seguenti e illustrate nel grafico

campione

luogo del campionamento 29.11.13 20.12.13 21.02.14

g/L g/L g/L

luogo del campionamento 21.03.14

g/L

1 via Crippa (fontanella) <1,0

2 via Terni (Orobica pesca) 1,3

3 via Tricolore (fontanella) 1,2

4 via Colleoni (scuola media T. Grossi) 2,1

5 via Battaglie (fontanella) 6,0

6 Castel Cerreto (corte residenziale) 1,3

7 Geromina (fontanella) ≤1,0

8 Largo V. Emanuele II (bar) 1,6

9 viale del Partigiano (fontanella) 4,1

10 Stazione C.le (fontanella) 3,9

11 via Piave (fontanella) 1,3

12 via Caravaggio (ITIS) 1,2

Il grafico riporta le concentrazioni misurate di cromo (VI), espresse in g/L, misurate nel 2013-2014.

Campione N. Punto campionamento

1 via Crippa

2 via Terni

3 viale Cavour / via Tricolore

4 via Colleoni

5 via Battaglie

6 Castel Cerreto

7 Geromina

8 viale V. Emanuele

9 piazza del Popolo / viale del Partigiano

10 Stazione Centrale

11 via Pasteur / via Piave 12 via Caravaggio (ITIS)

Di seguito, si riportano i grafici 2011÷2013

Il grafico riporta le concentrazioni misurate di cromo (VI), espresse in g/L, misurate nel 2011-2012.

Campione N. Punto campionamento

1 via Crippa

2 via Tricolore / piazza Cameroni

3 via T. Tasso

4 via Colleoni

5 via Battaglie

6 Castel Cerreto

7 Geromina

8 via dei Mulini / largo V. Emanuele

9 via Cellini

10 viale del Partigiano / piazza del Popolo

11 via Piave

12 via De Amicis / via Pasteur 13 via Caravaggio (ITIS) 14 via A. Moro (PIP)

Il grafico riporta le concentrazioni misurate di cromo (VI), espresse in g/L, misurate nel 2012-2013.

Campione N. Punto campionamento

1 via Crippa

2 via Terni

3 via Tricolore / viale Cavour

4 via T. Tasso

5 via Colleoni

6 via Battaglie

7 Castel Cerreto

8 Geromina

9 via dei Mulini / viale V. Emanuele 10 viale del Partigiano / piazza del Popolo

11 Stazione C.le

12 via Piave / via Pasteur 13 via Caravaggio (ITIS)

Risultano significativi tutti quei valori che stanno al di sopra della fascia in basso (zona nella quale di non è possibile quantificare la concentrazione di cromo).

Particolare attenzione nel lavoro è stata posta per determinare: l’incertezza da attribuire ai dati analitici, il limite di rivelabilità e la regione di quantificazione.

Il D.Lgs. 31/2001 prevede che il metodo di analisi utilizzato debba essere in grado, al minimo, di misurare concentrazioni uguali al valore di parametro con una esattezza, una precisione ed un limite di rivelabilità del 10% del valore di riferimento, cioè 5 mg/L.

L’esattezza è l’errore sistematico nonché la differenza fra il valore principale di numerose misurazioni ripetute e il valore vero.

La precisione è l’errore casuale ed è generalmente espressa come la deviazione standard (nell’ambito di un singolo gruppo di campioni e fra gruppi) dell’intervallo di variabilità dei risultati intorno alla media.

La precisione accettabile è pari al doppio della deviazione standard relativa.

Per limite di rivelabilità si intende la minima concentrazione o quantità di analita che può essere misurata.

Diverse sono le procedure per determinare il limite di rivelabilità.

Il D.Lgs. 31/2001 prevede che questo debba corrispondere a tre volte la deviazione standard relativa, tra lotti di un campione naturale oppure a cinque volte la deviazione standard relativa, tra lotti di un bianco.

Comunemente il limite di rivelabilità è determinato dalla concentrazione (o

quantità) di campione per la quale il rapporto segnale/rumore è pari a 3…6;

o, come nel caso di calibrazioni, il valore ottenuto per interpolazione tra la retta di regressione con il valore della curva di confidenza superiore in corrispondenza dell’intercetta

Il limite di quantificazione è il valore di concentrazione o quantità di campione al di sotto della quale non è possibile quantificare l’analita.

 regione di quantificazione è corretto fornire un valore.

La regione di quantificazione è la regione nella quale è corretto definire la misura come risultato.

Va inoltre ricordato che al diminuire della concentrazione misurata e quindi del

Commento ai dati

Distretti nei quali è stato suddiviso il territorio cittadino con evidenziati i punti di prelievo

Anche da questo lavoro appare evidente come i campioni prelevati in località Battaglie (distretto 1), se confrontati con quelli degli altri campioni analizzati, abbiano ancora concentrazioni più alte, però in calo se comparate a quelle degli anni passati.

Rispetto ai precedenti lavori, si è notata meno dispersione tra i valori corrispondenti allo stesso sito di campionamento.

Benché la legge che disciplina le acque destinate al consumo umano preveda un valore limite di 50 g/L di cromo totale e un limite di rivelabilità di 5 g/L, non abbiamo limitato il lavoro alla sola misura delle concentrazioni di cromo esavalente superiori a quel valore, ma abbiamo spinto la nostra ricerca anche al di sotto di quel limite, per avere più informazioni.

Con la consapevolezza che al diminuire della concentrazione aumenta anche l’incertezza relativa del dato, ci interessava capire quale significatività si potesse attribuire a tutte quelle misure inferiori al 5g/L.

Partendo dal presupposto che la concentrazione di cromo esavalente nelle acque destinate al consumo umano dovrebbe essere vicina a zero, è chiaro che il sapere che la concentrazione è 2,1 g/L piuttosto che 4,8g/L fa la differenza e consente, nella fattispecie, di sapere se vi siano ancora tracce di inquinante.

Sezione III

Determinazioni del C.O.D. - Roggia di Sopra

Introduzione

La richiesta di ossigeno è un parametro importante che stima, in maniera indiretta, l’inquinamento organico in un campione di acqua. Si applica principalmente per la valutazione del carico di inquinati organici nelle acque in ingresso e in uscita dagli impianti di depurazione e per valutare l’efficienza del processo di trattamento. Il test è anche usato per valutare l’inquinamento organico su campioni di acqua di lago e torrente.

La misura della richiesta di ossigeno non consente di determinare la concentrazione di una determinata sostanza, ma misura l’effetto di un insieme di sostanze.

La richiesta di ossigeno va considerata di per sé come gli altri inquinanti, non mette in pericolo direttamente la pesca o le altre forme di vita. Tuttavia, essa deve essere valutata come minaccia indiretta per gli organismi viventi, perché riduce il livello di ossigeno disciolto.

Nel documento aria - acqua (pagine 63-72)

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