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I dati provvisori dei primi nove mesi del 2012 » 69

2. L’inchiesta della Commissione: il sistema della tutela

2.6. Il quadro statistico degli infortuni e delle malattie

2.6.2. I dati provvisori dei primi nove mesi del 2012 » 69

Come per la precedente relazione annuale, la Commissione ha chiesto all’INAIL alcuni approfondimenti sull’andamento degli infortuni sul la-voro nel periodo gennaio-settembre 2012. L’Istituto, con la consueta di-sponibilita` e puntualita`, ha fornito una dettagliata e articolata analisi, dalla quale e` possibile evincere alcune interessanti indicazioni. Si tratta pero`, e` bene ribadirlo, di valutazioni ancora del tutto provvisorie, essendo i dati ancora soggetti a revisione, in attesa del consolidamento definitivo che avverra` a meta` del 2013.

Innanzitutto, i dati dei primi nove mesi del 2012 registrano una ridu-zione nel numero complessivo degli infortuni di quasi 56.000 casi (da 552.922 a 496.911) rispetto allo stesso periodo del 2011: si tratta di un calo pari al 10,1 per cento, notevolmente superiore a quello, pari al 6,6 per cento, che si e` registrato per l’intero anno precedente. Una riduzione ancora piu` elevata si rileva per gli infortuni mortali, scesi nei primi nove mesi del 2012 del 13,0 per cento (da 685 a 596 vittime); in tal modo, sem-bra confermarsi il trend di forte contrazione iniziato nel 2010 quando, per la prima volta dal dopoguerra, il numero degli incidenti sul lavoro mortali e` sceso sotto la soglia dei mille casi.

Come nel paragrafo precedente, il dato sul trend degli infortuni puo` essere rapportato ai dati ISTAT sull’andamento dell’occupazione, che nel confronto tra i primi nove mesi del 2012 e lo stesso periodo del 2011 se-gna una sostanziale stabilita`, sia rispetto al numero degli occupati (-0,1 per cento), sia rispetto al monte ore lavorate (+0,0 per cento). Per quanto ri-guarda il numero delle ore di cassa integrazione guadagni (CIG) si registra invece un aumento, passando da 28,20 ore per mille ore lavorate nei primi 9 mesi del 2011, a 38,72 ore nei primi 9 mesi del 2012. I dati INPS con-fermano infatti che nel periodo considerato vi e` stato un incremento di ri-chieste per la CIG pari al 10,1 per cento: 792,9 milioni di ore autorizzate nei primi tre trimestri del 2012 contro i 727,9 milioni dello stesso periodo del 2011, delle quali fino al mese di agosto sono state effettivamente uti-lizzate solo il 46,0 per cento (cosiddetto «tiraggio»), confermando cosı` l’andamento decrescente gia` rilevato nel 2011 rispetto al 2010 e di cui si e` detto nel paragrafo precedente.

Dal punto di vista settoriale, nel periodo da gennaio a settembre del 2012 rispetto all’analogo intervallo del 2011 il calo tendenziale degli in-fortuni e` comune a tutti i rami di attivita`, seppure in misura diversa. La diminuzione degli infortuni e` piu` pronunciata nell’industria (-19,6 per cento) rispetto all’agricoltura (-9,0 per cento) e alle attivita` dei servizi (-13,1 per cento). Per quanto riguarda l’andamento occupazionale, l’I-STAT stima una sostanziale tenuta del numero degli occupati (-0,1 per

cento), con una crescita in agricoltura (+2,0 per cento) e nei servizi (+0,9 per cento), alla quale si contrappone una marcata riduzione nell’industria (-2,6 per cento). Anche le ore lavorate sono abbastanza stabili, con una riduzione dello 0,2 per cento nell’industria e un aumento dello 0,2 per cento nei servizi.

Analizzando i principali settori di attivita`, nell’industria il dato mag-giormente positivo in termini di riduzione degli infortuni si registra nelle estrazioni minerarie (-24,3 per cento), seguite dalle costruzioni (-24,1 per cento), sia pure condizionate queste ultime dal calo dell’occupazione (-3,2 per cento come numero degli occupati, ma +1,5 per cento come monte ore lavorate); una sensibile riduzione degli infortuni si e` riscontrata anche per gli altri due settori industriali notoriamente piu` a rischio, la metallurgia (-18,5 per cento) e la meccanica (-16,0 per cento). Nei servizi, si e` avuto un calo significativo (-16,5 per cento) nel settore dei servizi alle imprese (che comprende tra l’altro noleggio di macchinari, manutenzione e ripara-zione di macchine per ufficio, servizi di pulizia e disinfestaripara-zione indu-striale, ecc.). Altrettanto notevoli le diminuzioni degli infortuni registrate nel settore degli alberghi e ristoranti, nel commercio e nei trasporti, tutte oltre il 15 per cento.

Per quanto riguarda i casi mortali, a fronte di un dato stabile nell’a-gricoltura (+0,0 per cento), si registra una contrazione nei servizi (-28,1 per cento) e nell’industria (-21,3 per cento). In quest’ultimo ramo di atti-vita`, la maggior parte dei settori sono in calo, a parte pochi limitati com-parti dove il numero assoluto delle vittime e` comunque di poche unita`. Tra i settori piu` a rischio, un sensibile calo delle morti sul lavoro si registra nelle costruzioni (-31,2 per cento, da 141 a 97) e nell’industria metallur-gica (-37,2 per cento, da 40 a 25), come pure nell’industria chimica e in quella del legno. Nei servizi, il calo dei decessi (72 casi in meno rispetto ai primi 9 mesi del 2011) e` dovuto per quasi la meta` al buon risultato del settore dei trasporti e comunicazioni (-38,0 per cento); seguono poi i set-tori del commercio, degli alberghi e ristoranti e dei servizi pubblici. Regi-strano invece un aumento, sia pure contenuto in termini assoluti, l’inter-mediazione finanziaria, la pubblica amministrazione e la sanita`.

Nella suddivisione tra infortuni in occasione di lavoro ed infortuni in itinere, il periodo gennaio-settembre 2012 ha visto entrambi ridursi di circa il 10 per cento in termini generali, mentre i casi mortali sono dimi-nuiti del 7,0 per cento per gli incidenti in occasione di lavoro e del 29,7 per cento per quelli in itinere.

Dal punto di vista della differenza di genere, nei primi tre trimestri del 2012 rispetto a quelli del 2011 si e` avuto un calo degli infortuni in generale dell’11,8 per cento per i lavoratori e del 6,4 per cento per le la-voratrici, mentre i casi di morte sono scesi da 628 a 553 per gli uomini (-11,9 per cento) e da 57 a 43 per le donne (-24,6 per cento).

A livello territoriale, il calo degli infortuni complessivi risulta gene-ralizzato. Precisamente, nel Nord vi e` una riduzione del 9,3 per cento, nel Centro dell’11,1 per cento e nel Mezzogiorno dell’11,7 per cento: tali dati devono essere raffrontati con l’andamento occupazionale (misurato come

numero di occupati), caratterizzato da una sostanziale stabilita` in tutto il Paese: -0,1 per cento nel Nord, +0,4 per cento nel Centro e -0,3 per cento nel Mezzogiorno. Per i casi mortali, la riduzione e` pari al 5,4 per cento nel Nord, al 24,0 per cento nel Centro e al 17,3 per cento nel Sud e nelle Isole.

Relativamente alle malattie professionali, nei primi nove mesi del 2012 rispetto al corrispondente periodo del 2011 si e` registrato un calo delle denunce, passate da 34.390 a 32.975 (-4,1 per cento). Si tratta di un dato in decisa controtendenza rispetto all’andamento degli ultimi anni, che dovra` essere opportunamente indagato sulla base delle statistiche definitive. Pur essendo dunque ancora prematuro trarre conclusioni, si puo` comunque osservare che, dopo il boom degli anni passati, legato soprat-tutto all’emersione delle «malattie perdute», un certo rallentamento nel numero delle denunce era in parte prevedibile.

Per quanto riguarda la distribuzione settoriale, nel periodo conside-rato l’agricoltura registra una diminuzione dei casi di malattia denunciati del 9,6 per cento, l’industria del 13,0 per cento e i servizi del 10,9 per cento. Nell’industria sono in controtendenza gli aumenti delle malattie de-nunciate nell’agroalimentare (+28,9 per cento) e, sia pure in modo meno significativo dato il numero esiguo, nella pesca (+38,5 per cento). Nei ser-vizi spicca invece l’aumento delle patologie nelle attivita` domestiche (+36,8 per cento)

Dal punto di vista delle tipologie, nel confronto tra gennaio-settembre 2011 e gennaio-settembre 2012 le malattie osteo-articolari e muscolo-ten-dinee, in assoluto la casistica piu` diffusa di tecnopatia (nel 2012 hanno rappresentato il 65,6 per cento del totale), registrano la riduzione piu` bassa (-4,7 per cento), a conferma della rilevanza del fenomeno. Mostrano in-vece cali piu` significativi delle denunce le malattie del sistema nervoso e sensoriale (prevalentemente ipoacusie, -20,0 per cento), i tumori 18,1 per cento), le malattie respiratorie 23,3 per cento) e cutanee (-16,8 per cento).

Per quanto riguarda la distribuzione di genere, nei primi nove mesi del 2012 la maggior parte delle malattie professionali si e` registrata tra gli uomini (69,9 per cento, in calo del 3,5 per cento rispetto all’analogo periodo del 2011), mentre le donne hanno conosciuto un calo piu` consi-stente (-5,4 per cento).

In termini geografici, la riduzione dei casi denunciati tra 2011 e 2012 e` stata nettamente piu` forte nel Mezzogiorno (-8,5 per cento) rispetto al Nord (-2,5 per cento) e al Centro (-0,6 per cento).

I dati illustrati, pur nel loro carattere preliminare e parziale, indicano comunque un trend discendente degli infortuni sul lavoro abbastanza con-solidato, che potrebbe confermarsi anche per l’intero anno 2012. Sia per quanto riguarda il fenomeno nel suo complesso, sia per quanto concerne i casi mortali, quindi, il bilancio dovrebbe essere positivo e segnare un’ul-teriore riduzione rispetto al 2011. Naturalmente le variabili da considerare sono molteplici: in primo luogo occorre che l’andamento del quarto trime-stre – trascorso anche il necessario periodo di consolidamento tecnico dei

dati – confermi l’andamento delle rilevazioni provvisorie; in secondo luogo, per i casi mortali e` necessario un congruo periodo di osservazione. Ai fini statistici, infatti, vanno conteggiati i decessi avvenuti entro 180 giorni dall’evento; l’INAIL, inoltre, sottopone costantemente a verifica le denunce d’infortunio sul lavoro e alcuni casi possono essere rivisti in un senso o in un altro. Pertanto, il dato provvisorio elaborato dall’Istituto per i primi nove mesi del 2012 e` destinato a lievitare nel tempo, per cui occorre procedere a una stima per ricavare il dato definitivo dell’intero anno e consentire il confronto (da effettuare comunque con una certa cau-tela) con il dato consolidato del 2011. Cio` premesso, l’andamento dell’ul-timo trimestre, l’aggiornamento tecnico degli archivi e l’evolversi di eventi potenzialmente letali ma non ancora risultanti tali, determineranno il risultato finale relativamente alle vittime sul lavoro dell’anno 2012. Per le ragioni tecniche anzidette, le stime piu` attendibili per il 2012 saranno elaborate e diffuse a marzo del 2013.

Indipendentemente dal bilancio finale che si determinera` per il 2012, resta comunque il fatto che, sia pure in costante diminuzione, nel nostro Paese gli infortuni restano ancora molto alti, soprattutto quelli mortali, pur a fronte di un andamento occupazionale tendenzialmente stabile. Cio` dimostra come, malgrado i notevoli progressi degli ultimi anni, per-mangano ancora forti contraddizioni e asimmetrie nell’applicazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, sia a livello settoriale che territoriale. Occorre dunque tenere desta l’attenzione e intensificare le azioni di pre-venzione e contrasto degli infortuni e delle malattie professionali, capita-lizzando i successi gia` ottenuti e potenziando gli sforzi, con azioni mirate, in quei settori e in quelle realta` che sono tuttora vulnerabili. Si tratta cioe` di «illuminare gli angoli bui» che ancora esistono nel tessuto economico-produttivo del nostro Paese, in una battaglia di civilta` che richiede l’impe-gno e la coesione di tutti gli attori istituzionali e sociali.

3. Gli approfondimenti su temi particolari

3.1. L’incontro con il Presidente della Repubblica ed il convegno della

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