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I DATI DEL SOMMERSO

Nel documento Relazione conclusiva (pagine 86-94)

Torino e provincia

I DATI DEL SOMMERSO

I DATI DEL SOMMERSO

Nell’anno sono stimati più di 10 mila casi protetti dal silenzio solo nella provincia di Torino.

Il numero raggiunge i 20/25mila casi se rapportato a tutta la Regione.

(Patrizio Schinco – dirigente medico di medicina d’urgenza del Pronto Soccorso Azienda Ospedaliera Universitaria del San Giovanni Battista di Torino e Responsabile del Centro d’Ascolto Demetra)

I dati sul sommerso stimati sono dati che fanno pensare, lei è in servizio quotidianamente al Pronto Soccorso, ha sotto gli occhi una realtà costante, come si può stimare il sommerso?

E’ sufficiente applicare una statistica nazionale ISTAT. Nel 2008 abbiamo visto passare solo alle Molinette 900 casi identificati, sono un numero sicuramente inferiore

Tra l’altro esiste un dato allarmante riscontrato nelle ultime settimane, diciamo da maggio in avanti,i casi che si presentano in Pronto Soccorso sono notevolmente aumentati, ed è un tema che stiamo affrontando.

Maggior formazione, più cultura della denuncia alle molestie, più sensibilizzazione o si tratta di un incremento reale dei casi di violenza?

La notevole instabilità sociale ritengo abbia creato inasprimento portando ad un aumento reale di casi di violenza e molestie.

Proprio per questo, rilevando il numero di passaggi dal Pronto Soccorso, stiamo in questi giorni affrontando il tema dell’aumento dei casi.

Provincia di Torino

Anche la provincia si attiva per sostenere con l’apertura di nuovi centri e con iniziative le vittime di maltrattamenti e violenza.

A Pinerolo (TO), nel gennaio del 2008 nasce

SVOLTA DONNA - Ce ne parla ALDA COSOLA – psicologa ASL TO3 presso la struttura

Ricerca e Formazione – Coordinatrice del Progetto “Svolta donna”

Il Progetto

Il Progetto nasce dalla sensibilità di alcuni decisori pubblici del territorio della ex ASL 10 di Pinerolo(TO) nei confronti delle donne che subiscono violenza.

Nel 2007 il Comune di Porte in una seduta di Consiglio delibera all’unanimità di costituirsi parte civile contro le cittadine in caso di violenza accertata.

Nel marzo del 2007 con una sinergia di intenti fra varie Istituzioni ed Enti viene avviato uno studio di fattibilità per la costituzione di un Centro Antiviolenza.

L’obiettivo è quello di predisporre un Progetto finalizzato ad individuare

strategie ed interventi volti a garantire la salute fisica e psichica proteggendo le donne dalla violenza mediante la prevenzione e l’assistenza alle vittime al fine di ridurre la loro esposizione alla violenza.

Al fine di avviare lo studio viene reperita la documentazione dati.

I dati Locali

Il numero di donne vittime di violenza e maltrattamenti che si sono rivolte al Pronto Soccorso durante il quadriennio 2002/2005 è esiguo; nel periodo preso in esame sono stati registrati 66 casi di lesioni dolose (7 nel 2005) a fronte di una popolazione di 65mila donne residenti e di un dato nazionale corrispondente al 32% delle donne tra i 14 e i 70 anni vittime di violenza in genere.

Il gruppo di lavoro

E’ subito emerso che la problematica non poteva essere affrontata

all’interno di una specifica istituzione, ma occorreva tracciare un percorso di progettazione partecipata con tutti gli attori a vario titolo coinvolti sul tema della violenza in genere. L’ASL diventa quindi elemento di coordinamento per un progetto di sviluppo di comunità con le seguenti fasi:

Individuare e contattare gli interlocutori da coinvolgere nella fase di progettazione Individuare le fasi per giungere alla costruzione della rete locale

Il gruppo di lavoro si è costituito in modo pluriprofessionale includendo:

ginecologa, ostetrica, psicologa, assistente sociale, educatore, medico legale, procuratore,

Sono stati definiti due percorsi per l’accoglienza di donne vittime di violenza:

Accesso al Pronto Soccorso:

va definito il percorso e le specifiche azioni legate all’accoglienza al triade, all’intervento del medico d’urgenza, alla consulenza del ginecologo

e alla segnalazione all’autorità giudiziaria.

In seguito è previsto un eventuale invio allo sportello per il coinvolgimento della rete territoriale ed uno specifico protocollo di collaborazione con il Centro SVS dell’ASO Sant’Anna di Torino con

accompagnamento nel caso in cui si renda necessario.

Accesso allo Sportello:

è stato definito il percorso e le specifiche azioni di orientamento della domanda all’interno della rete. Da prevedere accompagnamento in Pronto Soccorso.

Il gruppo decide che la prima accoglienza debba essere telefonica da parte di donne volontarie adeguatamente formate.

Viene attivato un numero telefonico interno alla rete aziendale mobile (RAM) e destinato al Centro un telefono cellulare.

I passaggi successivi sono la ricerca di volontarie e la formazione

Il modello organizzativo

Il servizio è dedicato alle donne dai 14 anni di età, nasce dal riconoscimento della necessità e dell’importanza di elaborare strategie a livello locale al fine di offrire sostegno ed assistenza alle donne.

A gennaio del 2008, precisamente il 14, viene avviato il servizio Svolta Donna;

37 volontarie si impegnano a fornire una disponibilità di

tempo nella settimana e viene così predisposto un calendario per la copertura quotidiana del servizio.

Dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 18, è presente una donna volontaria in una stanza dedicata che risponde alle chiamate delle donne vittime di violenza.

Su un’apposita scheda le donne raccolgono essenziali dati anonimi per monitorare le chiamate e raccogliere dati sul servizio.

Se chi chiama lo desidera si può fissare un primo incontro con il professionista di cui la donna fa richiesta.

La rete dei professionisti ha definito in modo coerente fra loro una disponibilità di tempo per incontrare le donne in modo assolutamente gratuito.

Settimanalmente i professionisti danno una disponibilità di cui le volontarie possono disporre per fissare appuntamenti alle donne che telefonano.

Gli avvocati hanno stilato presso l’Ordine una lista di professionisti competenti che a turno dedicano due ore settimanali per i casi previsti:

Le psicologhe del Consultorio Familiare danno un’ora settimanale per un colloquio di counselling e orientamento.

Il Centro per l’Impiego di Pinerolo dedica una risorsa ad accogliere le donne che necessitano di informazioni circa il lavoro.

La nascita dell’Associazione

L’avvio di un servizio di risposta telefonica ha presto messo in luce la necessità che le volontarie si rapportino in modo strutturato e funzionale agli enti e ai professionisti che sono nella rete Svolta Donna.

A maggio del 2008 si costituisce l’Associazione denominata “Svolta Donna – Associazione di Volontariato”.

L’Intesa di Programma

Il tema della violenza di genere ha bisogno di un’azione coerente e concordata fortemente radicata sul territorio. Non è possibile sostenere questo fenomeno soprattutto se di tipo domestico se non viene mobilitato

il territorio per essere in grado di vedere il fenomeno e non stigmatizzarlo; è necessario offrire un contesto di accoglienza dove le donne possano passare da vittime ad artefici del proprio percorso ed allontanamento dalla violenza.

Sono stati quindi individuati e coinvolti nella stesura di un Accordo di Programma oltre 16 attori (fra enti, istituzioni e organi differenti) presenti sul territorio definendo quale potesse essere il loro ruolo messo a disposizione della rete “Svolta Donna”.

ASL TO3 ed estensione alla ex ASL5:

Si definisce che il numero telefonico è unico: le volontarie risponderanno dalla postazione di Pinerolo per l’intero territorio.

Si definisce che sarà lo stesso pool di avvocati, già presenti a Pinerolo, a rispondere

Alle richieste provenienti da donne del territorio ex ASL5 (Comuni di Piossasco, Bruino, Rivalta e Voliera), offrendo un colloquio informativo presso la sede ASL già in uso. Tale decisione è legata alla competenza del Tribunale di Pinerolo per il territorio sopra citato.

Il Comune di Piossasco oltre ad aderire al Protocollo d’Intesa “Svolta Donna”, individua un proprio sportello SPAZIO DONNA quale luogo privilegiato per accogliere ed orientare la domanda di aiuto del territorio.

Associazione Svolta Donna /ASL TO3/ Comune di Porte – Progetto “Svolta Donna”

2. Punto rete – Orientamento verso servizi specifici già esistenti sul territorio grazie ad una rete capillare antiviolenza (costituita da ASL, associazioni di volontariato, etc.) che copre il Servizi offerti:

1. Centro di ascolto telefonico - Servizio di ascolto, assistenza e informazione al numero 334. 3664768 attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.00;

territorio del Pinerolese, della Val Chisone e della Val Pellice. Attraverso questa rete si possono accedere ai seguenti servizi:

Consulenza legale gratuita con professionisti del settore;

Consulenza psicologica gratuita con professionisti del settore;

Accoglienza abitativa presso strutture convenzionate;

Servizi sociali;

Centro per l’impiego;

Consulenza finanziaria.

Provincia di Torino

Associazione Svolta Donna /ASL TO 3/ Comune di Porte – Progetto “Svolta Donna”

Responsabile: Alda Cosola

Consulenza legale gratuita con professionisti del settore;

Servizi offerti:

1. Centro di ascolto telefonico - Servizio di ascolto, assistenza e informazione al numero 334. 3664768 attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.00;

2. Punto rete – Orientamento verso servizi specifici già esistenti sul territorio grazie ad una rete capillare antiviolenza (costituita da ASL, associazioni di volontariato, etc.) che copre il territorio del Pinerolese, della Val Chisone e della Val Pellice. Attraverso questa rete si possono accedere ai seguenti servizi:

Consulenza psicologica gratuita con professionisti del settore;

Accoglienza abitativa presso strutture convenzionate;

Servizi sociali;

Centro per l’impiego;

Consulenza finanziaria.

UN CASO

Ce ne parla DONATELLA ROVIELLO, volontaria del centro DEMETRA, e praticante presso uno studio legale.

Questa donna, che chiameremo Barbara, si presenta allo studio legale per una consulenza gratuita, indirizzata dal Centro d’Ascolto Demetra.

Barbara, è una donna che lavora nel campo sanitario, vive in un paesino della provincia, con una mentalità non molto aperta ed ha una famiglia definita da lei stessa, almeno ad occhi esterni, “la perfezione della famiglia del Mulino Bianco”.

Villetta di proprietà, giardino, tavernetta, tre bimbi ognuno con la propria cameretta.

Barbara è una donna di 40 anni, con tre bimbi piccoli appunto, ed un marito con un lavoro fisso che non gli permette però di guadagnare quanto sua moglie e questo per lui non è accettabile tanto da portarlo a praticare un secondo lavoro in ore notturne.

Questo doppia attività lo porta ad essere sempre meno presente, e quando lo è ad esserlo in modo stanco e aggressivo.

Barbara subisce così la rabbia del marito fatta di insulti e maltrattamenti fisici.

Barbara arriva a rivolgersi al Centro d’Ascolto perché un giorno nell’atto di sfuggire alle percosse del coniuge, nella corsa, travolge uno dei suoi figli che fortunatamente resta illeso.

Scatta però in lei, di fronte alla paura provata per il figlio, un campanello d’allarme.

Ci sono alcuni elementi in questa storia che sono riconducibili purtroppo ad altri casi.

Le avvisaglie:

“ Ma non era mai successo nulla di simile prima di questa situazione dovuta allo stress del doppio lavoro e della sensazione di inferiorità di suo marito per il confronto di reddito?”

Barbara “Siamo sposati da dodici anni…forse sì…ma un paio di volte al mese, non così di frequente!”

“E da fidanzati?”

Barbara “Siamo stati fidanzati molti anni… ed anche allora solo qualche volta”.

Prima di rivolgersi al Centro d’Ascolto Demetra ed in seguito rivolgersi,su segnalazione di quest’ultimo, ad uno studio legale perché spaventata da un atto che aveva messo a repentaglio l’incolumità dei figli la Barbara della famiglia considerata dal paesino di provincia “sì felice e sì benestante da Mulino Bianco” era arrivata a rivolgersi alla sezione dei Carabinieri di zona.

Barbara denuncia la situazione divenuta ormai insostenibile fra le mura domestiche.

Risposta: “ Signora, ma lei non lo faccia arrabbiare suo marito! Siete una famiglia così bella e affiatata, avete tre bambini invidiabili.”

Barbara si è recata in uno studio legale senza nessuna intenzione né di separarsi né di intraprendere azioni particolari se non quella di far inviare dallo studio stesso una lettera che potesse far ragionare suo marito e far vivere lei e i bambini un po’ più sereni.

Di Barbara non si è più saputo nulla dopo l’invio di questa lettera.

Noi vogliamo ben sperare…anche se il suo approccio nel corso dei dialoghi riportati da Donatella, che ci ha riportato la storia, è sempre stato un po’ quello della vittima che deve comunque e sempre difendere il proprio carnefice.

E’ un cerchio molto difficile da spezzare…

Rompere il silenzio per poter urlare…

Ci auguriamo che tu stia bene e sia felice Barbara!

Un augurio a te e a tutte le vittime di maltrattamenti e di violenza sia fisica che psicologica!

Nel documento Relazione conclusiva (pagine 86-94)