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Decidere come decidere

di Giuseppe Pellegrini Giovanni Boniolo

IL P U L P I T O E LA PIAZZA DEMOCRAZIA, DELIBERAZIONE

E SCIENZE DELLA VITA

pp.316,€26,

Raffaello Cortina, Milano 2011

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uando si decide la costru-zione di un'infrastruttura come una linea ad alta velocità, gli interessi in campo sembrano abbastanza chiari. E ipotizzabi-le, per esempio, il sostegno del-le autorità governative dei paesi collegati e delle imprese di tra-sporto ferroviario. Altrettanto scontato che le associazioni am-bientalistiche e alcune comuni-tà locali siano critiche. E que-sto, per un progetto di cui si può in linea di massima stabili-re l'inizio e il termine (pstabili-revi- (previ-sto), ha un impatto sociale ed economico misurabile e ha (o dovrebbe avere) un preventivo di spesa ben definito.

Ma che accade quando un decisore pubblico è chiamato a intervenire su argo-menti non solo molto controversi, ma dei quali si ignora portata e impatto che potran-no avere sulla vita e la società nei prossimi decenni, se non secoli? Parliamo di argomenti particolarmente

rile-vanti per la collettività: biotec-nologie, fecondazione artificiale e clonazione, energia nucleare, nanotecnologie. Si tratta di co-struire processi di discussione e decisione in grado di soddisfare interessi spesso divergenti af-frontando temi etici, economici, sociali e ambientali.

Le democrazie moderne occi-dentali, fondate sul criterio della rappresentanza e della delega dei cittadini agli eletti, hanno in-contrato negli ultimi anni nume-rose difficoltà nel gestire deci-sioni riguardanti le innovazioni tecnologiche, specialmente quel-le di tipo biomedico come la fe-condazione assistita e l'uso di cellule staminali embrionali.

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on è stato sufficiente, in molti casi, affidarsi alle dis-cussioni parlamentari e sono sta-te percorse varie strade. In alcu-ni paesi si è attivato un dibattito pubblico per cercare di arricchi-re i processi decisionali istituzio-nali, in altri casi si è preferito uti-lizzare gli strumenti di aggrega-zione delle preferenze come i re-ferendum, in altri sono stati uti-lizzati strumenti di democrazia deliberativa. Questi ultimi non sono strumenti decisionali in senso stretto, ma procedure per raccogliere punti di vista dei di-versi attori coinvolti e arricchire il dibattito pubblico in vista di processi decisionali migliori.

Il punto cruciale del binomio innovazione tecno-scientifica e democrazia è dunque questo: decidere come decidere.

Nel volume di Giovanni Bonio-lo si trova un'ampia riflessione su questo importantissimo tema che caratterizza lo sviluppo democra-tico nel nostro tempo. Un tema

Giovanni Boniolo Il pulpito e la piazza H r m x w ù . il R SCIMZR «UHI;

che generalmente è affrontato in modo distratto e superficiale nel nostro paese. Spesso, infatti, di fronte a controversie che riguar-dano l'influenza della scienza e della tecnologia nella vita quoti-diana si sviluppano reazioni e commenti di tipo emotivo, si dis-cute del merito e delle conse-guenze spesso in modo confuso, e raramente si prende in pugno la situazione dibattendo di quali sia-no i modi migliori per discutere, argomentare e poi decidere su questioni così pervasive per la sa-lute e l'ambiente.

Tra gli addetti ai lavori si è svi-luppato sin dagli anni ottanta un dibattito internazionale sulla ne-cessità di ricorrere a strumenti deliberativi, fondati sulla parte-cipazione di tutti i soggetti inte-ressati alle decisioni da prende-re, talvolta con toni entusiasti e celebrativi tesi a evidenziare la novità e in taluni casi l'inevitabi-lità del loro utilizzo. Natural-mente, esistono vari problemi al

riguardo, e se da un la-to le procedure deli-berative aprono nuovi orizzonti sul fronte della ricchezza dell'ar-gomentazione e sulla maggiore inclusività degli attori interessati, da un altro sollevano criticità legate ai tempi e ai costi di realizza-zione e all'effettiva ca-pacità di temperare divergenze e conflitti. Di questo si occupano studiosi ed esperti di deliberazione, nel tentativo di valorizzare le potenzialità delle pratiche deliberative nel proces-so democratico.

Entusiasti e scettici nei con-fronti dei metodi deliberativi troveranno in questo libro inte-ressanti spunti di valutazione. Boniolo ricostruisce la genesi e le diverse pratiche di democra-zia deliberativa sin dagli esordi ateniesi e propone le diverse ar-ticolazioni del concetto preci-sando contesti, attori e pratiche nei vari periodi storici. Il fuoco di attenzione è comunque con-centrato sulla deliberazione co-me dibattito informato e ragio-nato sugli aspetti che qualificano un determinato tema; si discute a fondo della capacità di artico-lare un discorso complesso per fornire diverse prospettive soste-nute da corrette argomentazioni.

Via via che il discorso di Bo-niolo si dipana, il lettore potrà facilmente fare dei confronti con l'attuale capacità di discutere e argomentare dei vari attori che si alternano ora sui quotidiani ora in tv, i luoghi in cui si sviluppa pili intensamente il dibattito pubblico italiano. Ed è facile concludere che gli alti ideali di deliberazione, quali rispetto del-la prospettiva altrui, capacità di argomentare in modo razionale e comprensibile, proposta di po-sizioni definite e plausibili, sono spesso traditi e mal interpretati se non ignorati completamente.

Boniolo è consapevole che le pratiche deliberative non sono affatto a portata di tutti, tanto che all'inizio del volume anticipa eventuali critiche di elitarismo a cui può andare incontro con

chiare giustificazioni. Ciò non-ostante, la sua tesi di fondo è che non si possa partecipare adegua-tamente a dibattiti e pratiche de-liberative senza alcune condizio-ni di fondo. Tra esse la cono-scenza dell'argomento, anche se non specialistica, l'ascolto delle posizioni diverse, la disponibilità a cambiare posizione sulla base di buone ragioni, il rispetto del bene comune e 0 vincolo morale rispetto alla scelta deliberata. Per quanto riguarda quest'ulti-ma condizione, è bene precisare che molti teorici della delibera-zione ritengono che essa non debba portare a decisioni vinco-lanti per i politici, ma serva a mi-gliorare l'articolazione del dis-corso ponendo i decisori nella migliore condizione per poter operare le scelte politiche del ca-so. In altre parole, si enfatizza il carattere procedurale delle prati-che deliberative in quanto com-plementari alle procedure della democrazia rappresentativa.

Parlare di procedure delibera-tive significa inevitabilmente sol-levare la questione del potere e delle diverse asimmetrie tra atto-ri che esercitano la deliberazio-ne. Nel volume ci si poteva aspettare più spazio per com-prendere i meccanismi che spes-so vanificano le più nobili inten-zioni deliberative. Non di rado, infatti, le procedure di parteci-pazione assumono un tono sim-bolico e teatrale per dimostrare la capacità di coinvolgere e dis-cutere con tutti gli attori interes-sati. Parallelamente, l'agenda di

discussione si forma in altre sedi ove si stabiliscono anche le prio-rità, mantenendo così gli squili-bri di potere tra i diversi attori. Non si deve ovviamente sotto-valutare il potere dei media nel-l'intero processo di discussione. La realtà rappresentata dai mez-zi di informamez-zione, infatti, è cau-sa spesso di eccesiva enfasi o di rappresentazioni sfocate che non permettono di chiarire le problematiche e in varie occa-sioni aumentano le polarizzazio-ni tra le posiziopolarizzazio-ni in campo.

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1 volume propone una serie di temi di carattere bioetico con esempi e proposte argomentati-ve. Oltre alle critiche mosse a va-ri soggetti coinvolti nelle discus-sioni sulla fecondazione assistita, l'autore propone una serie di raccomandazioni e strumenti per realizzare efficaci momenti deli-berativi. Naturalmente, buoni deliberatori dovrebbero essere in grado di condurre corrette pro-cedure di discussione, argomen-tazione e, infine, decisione. Gli esempi citati sono convincenti, particolarmente quello realizzato in Gran Bretagna per richiedere il permesso di produrre cibridi "utilizzando cellule uovo enu-cleate (...) di animali per inserir-vi il nucleo di una cellula somati-ca umana". Per affrontare il di-battito sulla questione fu utiliz-zato nel 2007 dall'Autorità go-vernativa competente (Human Fertilization and Embriology Act) un processo di discussione che coinvolse i cittadini ponendo

a confronto 0 loro punto di vista e quello degli esperti in materia. Utilizzando diversi strumenti, di ascolto, informazione e consulta-zione, l'agenzia raccolse i mate-riali riuscendo a distinguere le diverse posizioni in campo e for-mulare una decisione definitiva per la ricerca sui cibridi. Dun-que, anziché limitare la discus-sione ad ambiti specialistici o parlamentari e lasciare ai media la capacità di trasmettere infor-mazioni e proporre dibattiti, è possibile realizzare momenti di discussione che possano essere complementari ai processi deci-sionali promossi dalle autorità pubbliche.

Le pratiche deliberative sono tanto più efficaci quanto più so-no realizzate a monte dei proces-si deciproces-sionali e le recenti contro-versie scientifiche ci hanno di-mostrato quanto sia difficile reg-gere un confronto costruttivo quando si è ormai prossimi alla decisione e quando si sia scate-nato un vero e proprio conflitto fra le parti. Le argomentazioni proposte da Boniolo sulle prati-che deliberative inducono rifles-sioni sui processi democratici e sulla qualità dei processi decisio-nali, riflessioni quanto mai ne-cessarie di fronte alle continue sfide proposte dalle innovazioni

tecno-scientifiche. • giuseppe.pellegrini@unipd.it

G. Pellegrini insegna metodologia e tecnica della ricerca sociale all'Università di Padova

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