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LA DECRESCITA FELICE DI SERGE LATOUCHE

(Vannes, 12 gennaio 1940) è un economista e filosofo francese. È uno degli animatori della Revue du MAUSS, presidente dell'associazione «La ligne d'horizon », è professore emerito di Scienze economiche all'Università di Parigi XI e all'Institut d'études du developpement économique et social .

Serge Latouche propone il programma delle 8 R per la drastica diminuzione degli effetti negativi della crescita e l’attivazione dei circoli virtuosi legati alla decrescita: ridurre il saccheggio della biosfera non può che condurci ad un miglior modo di vivere. Questo processo comporta otto obiettivi interdipendenti, le 8 R.

Tutte insieme possono portare, nel tempo, ad una decrescita serena, conviviale e pacifica.

Rivalutare

Rivedere i valori in cui crediamo e in base ai quali organizziamo la nostra vita.

Ricontestualizzare

Modificare il contesto concettuale ed emozionale di una situazione, o il punto di vista secondo cui essa è

vissuta, così da mutarne completamente il senso.

Ristrutturare

Adattare in funzione del cambiamento dei valori le strutture economico-produttive, i modelli di consumo, i rapporti sociali, gli stili di vita, così da orientarli verso una società di decrescita. Quanto più questa ristrutturazione sarà radicale, tanto più il carattere sistemico dei valori dominanti verrà sradicato.

Rilocalizzare

Consumare essenzialmente prodotti locali, prodotti da aziende sostenute dall’economia locale. Di conseguenza, ogni decisione di natura economica va presa su scala locale, per bisogni locali. Inoltre, se le idee devono ignorare le frontiere, i movimenti di merci e capitali devono invece essere ridotti al minimo, evitando i costi legati ai trasporti (infrastrutture, ma anche inquinamento, effetto serra e cambiamento climatico )

Ridistribuire

Garantire a tutti gli abitanti del pianeta l’accesso alle risorse naturali e ad un’equa distribuzione della ricchezza, assicurando un lavoro soddisfacente e condizioni di vita dignitose per tutti.

Ridurre

Sia l’impatto sulla biosfera dei nostri modi di produrre e consumare che gli orari di lavoro. Il consumo di risorse va ridotto sino a tornare ad un’impronta ecologica pari ad un pianeta.

Riutilizzare

Riparare le apparecchiature e i beni d’uso anziché gettarli in una discarica, superando così l’ossessione, funzionale alla società dei consumi, dell’obsolescenza degli oggetti e la continua “tensione al nuovo”.

Riciclare

Recuperare tutti gli scarti non decomponibili derivanti dalle nostre attività.

Filosofo HANS JONAS

Ha scritto il testo «Il principio della responsabilità» dove invita la nuova umanità

«tecnologica» ad adottare scelte e comportamenti responsabili e a scegliere uno stile di vita ecosostenibile, che permetta la sopravvivenza della specie umana sulla terra.

Il filosofo Hans Jonas (1903-1993) costruisce sul concetto di responsabilità un'etica che sia propria della civiltà tecnologica. Il gesto di Prometeo, il personaggio della mitologia greca che rubò il fuoco agli dei e per questo venne punito con le catene, rappresenta per Jonas la tecnica che viene consegnata agli uomini: di per sé un bene perché permette loro di scaldarsi e cuocere i cibi.

Ma nell'età contemporanea la tecnica ha assunto un carattere diverso dal passato, che ha reso l'etica tradizionale inadeguata a rispondere ad alcuni problemi. La tecnica moderna ha modificato l'agire dell'uomo, conferendo alle sue azioni sia una capacità di incidere profondamente sulla natura sia una portata a lungo termine, con delle conseguenze inimmaginabili sul momento, che all'inizio possono sembrare anche positive, ma che a lungo andare rischiano di incidere negativamente e irreversibilmente sulla vita del pianeta.

«Il Prometeo irresistibilmente scatenato, al quale la scienza conferisce forze senza precedenti e l’economia imprime un impulso incessante, esige un’etica che mediante auto-restrizioni impedisca alla sua potenza di diventare una sventura per l’uomo»

Ecco perché…

Nella società tecnologica, per valutare la bontà delle nostre azioni, non dobbiamo considerarne soltanto gli effetti sul prossimo che vediamo, ma anche su quello che non vediamo, cioè sulle generazioni future.

Jonas formula dunque un nuovo imperativo etico (dopo quello «categorico» di Kant), che gli uomini devono seguire per garantire l'esistenza alle generazioni future:

“Agisci in modo che le conseguenze della tua azione siano compatibili con la permanenza di un'autentica vita umana sulla terra”

«Quindi il primo imperativo è che ci sia un’umanità»

Per questo, Jonas ammonisce attorno ai rischi dell’utilizzo indiscriminato delle fonti di energia non rinnovabili, evidenziando infine la pericolosità del ricorso all’energia nucleare per compensare l’inevitabile consumo di quelle stesse sorgenti energetiche.

Per tali motivi, Jonas evidenzia l’importanza di cambiare stili di vita, optando per soluzioni eco-sostenibili e sulla valorizzazione delle energie rinnovabili, abbandonando al contempo la «voracità»

tipica dell’era tecnologica moderna

«L’ammontare dell’irradiazione dell’energia solare si rinnova costantemente. Il suo sfruttamento presenta il vantaggio di essere ‘pulito’ sotto il profilo chimico e termico […] la massimizzazione dello sviluppo di questa fonte energetica costituisce naturalmente un imperativo urgente per alleviare le altre»

(Hans Jonas, Il principio responsabilità, Einaudi, Torino 2009)

L’Ode all’atomo del poeta di origine cilena Pablo Neruda (1904-1973) è fra le liriche che meglio interpretano i contrastanti sentimenti che le conquiste scientifiche e le loro applicazioni suscitano negli uomini contemporanei.

Ode all'atomo esprime con immagini ricche e fantasiose lo stupore di Neruda di fronte alle mirabili scoperte scientifiche moderne e insieme l'angoscia di chi conosce gli sviluppi di violenza che esse, male utilizzate possono recare.

«Piccolissima stella sembravi per sempre sepolta, e nel metallo, nascosto, il tuo diabolico fuoco. Un giorno bussarono alla tua minuscola porta: era l'uomo…..»

ANCHE LA POESIA PUO’ GUIDARCI VERSO LA RIFLESSIONE SULLO SVILUPPO DELLA SCIENZA …

Il termine EDUCAZIONE SOSTENIBILE è stato proposto dall’inglese Stephen Sterling (v. Stephen Sterling, Sustainable Education: Re-Visioning Learning and Change, Green Book, Devon, 2001): indica un’educazione che, oltre ad assicurare un pieno sviluppo delle persone, le attrezza ad affrontare in modo critico e creativo le difficoltà e le sfide della vita e sostiene cambiamenti che portino ad una società migliore e ad un mondo più pacifico.

E’ ampiamente riconosciuto a livello nazionale e internazionale per il suo lavoro svolto per molti anni su quale sia la risposta dell'istruzione ai problemi globali di sostenibilità che caratterizzano sempre più i nostri tempi.

STEFEN STERLING ovvero per un ’ EDUCAZIONE SOSTENIBILE

• Sostiene un apprendimento creativo e trasformativo che implica un pensiero riflessivo attraverso il quale il soggetto agisce in maniera critica sulla realtà circostante.

• Fautore del pensiero sistemico ( che evidenzia il rapporto di interdipendenza fra mondo naturale e società umane ) sostiene che il soggetto-studente- cittadino deve essere educato alla consapevolezza di quanto il suo contributo , possa influire « sulla salute del pianeta», poiché per attuare un cambiamento nel grande , è necessario agire nel piccolo.

• Il benessere di ogni persona e dell’intera collettività richiede che i modelli di sviluppo soddisfino le esigenze delle generazioni presenti senza compromettere i diritti di quelle future.

Buthan è un piccolo Paese asiatico localizzato nella catena montuosa dell’Himalaya, che, con i suoi circa 750.000 abitanti e un PIL che lo colloca tra gli Stati poveri del mondo, ha dimostrato che i soldi non fanno la felicità.

Sì, perché a differenza dei classici indicatori economici, la sua Felicità Interna Lorda è tra le più alte al mondo ed è calcolata con criteri come qualità dell’aria, salute dei cittadini, istruzione, ricchezza dei rapporti sociali.

«Piccoli come siamo, pur con i nostri problemi, abbiamo qualcosa di adatto per le aspirazioni dell'umanità», dice il ministro dell'Educazione Thakur Powdyel, lo stesso Ministro ha varato il piano per realizzare «scuole verdi» come pilastro fondamentale della Felicità Nazionale Lorda e ha spiegato la sua visione in un libro « La mia scuola Verde » ora tradotto anche in italiano da Mario Salomone ;segretario generale della rete mondiale di educazione ambientale (WEEC) .Un libro ricco di spunti e preziose riflessioni anche per la scuola italiana.

EDUCAZIONE SOSTENIBILE IN «SCUOLE VERDI»

CHE FARE A SCUOLA ?

 La scuola ha il compito di trasmettere alle generazioni future una cultura nuova, di coltivare un nuovo modo di pensare e di vivere, di formare cittadini intelligenti, umani e responsabili che sappiano costruire un futuro inclusivo, solidale e sostenibile.

 Gli insegnanti sono invitati a superare barriere disciplinari o settoriali raccogliendo suggestioni e stimoli della cultura contemporanea , imparando , in primo luogo a lavorare insieme, costituendo una vera comunità professionale.

 Il mondo dell’istruzione deve sviluppare un’alleanza con i saperi scientifici , con il territorio, con il mondo dell’informazione per insegnare agli studenti l’importanza di uno sguardo critico ,documentato e consapevole .

 Occorre ripensare il curricolo delle discipline che pur conservando la loro specificità epistemologica , devono declinarsi anche in competenze trasversali .

•In evidenza

www.retescuolegreen.it  Alla Rete nazionale scuole Green nata a dicembre 2019 hanno aderito circa 1000 scuole ,diffuse su tutto il territorio nazionale. Sono coinvolti non solo studenti e docenti ,ma anche genitori ed intera comunità scolastica, per far loro conoscere mediante buone pratiche, ma anche con un’azione culturale di più ampio respiro ,i temi dell’emergenza climatica e, più in generale ,quelli della sostenibilità ambientale e sociale , con riferimento ai goals dell’Agenda ONU 2030 ,che rappresenta il contesto organizzativo ,di senso e di riferimento della Rete .

 Idea di fondo è lo scambio e l’interazione tra le scuole e tra i gruppi di scuole.

 Le reti si costituiscono a livello provinciale ma fanno parte di diritto della RETE NAZIONALE .

 Viene accolta con grande soddisfazione il Piano Rigenerazione scuola che fa propria l’ispirazione che, fin dalle sue origini nel 2019, è alla base della Rete GREEN..

Un ulteriore sforzo operato dal sistema di istruzione e formazione italiano possa produrre consapevolezze e conseguenti azioni fin da subito, ma che soprattutto incidano a fondo su cultura e costume diffusi nel medio e lungo periodo.

IL RUOLO DELLA SCUOLA NELLA COSTRUZIONE DI UNA SOCIETA’ SOSTENIBILE

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