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Una definizione di adulto è possibile?

Il detenuto straniero e l’apprendimento dell’italiano L

2.2 L’andragogia Educazione dell’adulto

2.2.1 Una definizione di adulto è possibile?

Ma chi è l’adulto? Quali sono i tratti che lo caratterizzano? Diversi sono gli esperti che hanno provato a rispondere a queste domande e a dare una definizione di età adulta. Tra questi Knowles che ha individuato alcune esperienze, superate le quali l’individuo può essere considerato maturo sotto quattro aspetti:

 biologico, nel momento in cui, raggiunto il completo sviluppo sul piano fisico, una persona può generare la vita;

 legale, quando ha diritto di voto secondo la legge propria di ogni Paese;

 sociale, quando riveste un ruolo preciso all’interno della società, come cittadino, coniuge, lavoratore a tempo pieno ecc;

19 Malcolm Shepherd Knowles, vissuto tra il 1913 e il 1997, si occupò di andragogia a partire dagli anni

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 psicologico, nel momento in cui provvede alla propria vita in maniera autonoma e responsabile.

Anche se sembra rientrare nella logica dinamica di crescita e maturazione dell’uomo, l’idea di Knowles è stata messa in discussione e ha costituito lo spunto per una nuova riflessione. Indagini più approfondite hanno rilevato infatti che una persona può essere considerata adulta senza aver affrontato con successo tutte le esperienze di cui sopra. “Nelle culture occidentali”, per esempio, “molti giovani adulti trovano lavoro dopo i trenta anni e si sposano molto tardi per mancanza di un impiego e di soldi, benché siano già da tempo maturi sotto il profilo biologico e legale” (Begotti, 2006: 19).

Ciò considerato, il pedagogista italiano D. Demetrio ha concluso che è impossibile formulare una definizione univoca, libera da eccezioni, dell’età adulta; al contrario ogni cultura, legata indissolubilmente a fattori temporali e geografici, può tracciare il proprio profilo di adulto.

In generale ogni individuo è responsabile del proprio percorso di formazione e stabilisce le tappe che lo rendono maturo.

2.3 L’apprendimento

La glottodidattica, la scienza che studia la didattica delle lingue, abbraccia le considerazioni fatte finora. La definizione di apprendimento che segue, riflette, dunque, il processo che matura in ambito glottodidattico con particolare riferimento all’insegnamento dell’italiano come lingua seconda nelle carceri.

L’apprendimento si distingue dall’acquisizione. Stando alla definizione di Krashen20 questo processo, frutto di una scelta da parte dell’adulto, consente di imparare una lingua o, nella maggior parte dei casi, di ordinare e perfezionare in maniera consapevole tutto il materiale linguistico acquisito in maniera spontanea. In altre parole (Krashen, 1989: 8):

acquisition is a subconscious process that is identical to the process used in first language acquisition in all important ways. While acquisition is taking place, the acquirer is not always aware of it, and he or she is not usually aware of its results. (…)

20 Stephen Krashen è uno dei massimi esperti dell’apprendimento delle lingue cui si deve la distinzione

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Learning is conscious knowledge, or “knowing about” language. In everyday language, when we talk about “grammar” or “rules”, we are referring to learning, not acquisition.21

Il docente ha il compito di recuperare i dati linguistici, raccolti nel tempo dai suoi studenti, e fornire loro gli strumenti per analizzare e sistematizzare in maniera autonoma il nuovo input. L’obiettivo è attivare e promuovere la memoria a lungo termine dei discenti: l’enciclopedia, l’insieme delle esperienze sul mondo, e la memoria semantica che custodisce le conoscenze linguistiche e metalinguistiche.

L’apprendimento in età adulta così definito trova una sorta di giustificazione scientifica nella life-span theory. La life-span theory di P. B. Baltes e H. W. Reese è un orientamento teorico secondo il quale la formazione e lo sviluppo cognitivo dell’adulto durano tutto l’“arco di vita”. Questa espressione indica che l’evoluzione umana “non procede con modalità regolare e lineare, ma include momenti evolutivi ascendenti e momenti involutivi discendenti” (Begotti, 2006: 9) determinati da personale predisposizione, fattori socio-culturali e socio-ambientali, e dalla situazione storico- geografica.

In altre parole l’uomo può apprendere, attraverso diverse esperienze formative22, ogni qual volta voglia conseguire la piena realizzazione di sé spinto da particolari circostanze.

Prende corpo allora il più recente concetto di formazione permanente dell’adulto conosciuto come life long learning o nel caso in esame life long language learning. Poiché l’adulto, ora, manifesta la necessità di acquisire competenze adatte a realizzarsi nella società e nel lavoro, l’espressione life long learning riconosce, a livello

21 “L’acquisizione è un processo inconscio identico al processo di acquisizione della lingua materna in

tutti gli aspetti più importanti. Mentre avviene l’acquisizione, chi acquisisce non ne è consapevole, e lui o lei non è normalmente consapevole dei suoi risultati. (…) L’apprendimento è conoscenza consapevole, o “sapere della” lingua. Nella lingua di tutti i giorni, quando si parla di “grammatica” o di “regole”, ci si riferisce all’apprendimento, non all’acquisizione.”

22 Le esperienze formative a disposizione dell’adulto sono formali, non formali e informali e

rappresentano l’universo delle possibilità e delle occasioni di apprendimento lungo tutto l’arco della vita. L’apprendimento formale, svolto dagli istituti di formazione, porta al conseguimento di diplomi e/o certificazioni. L’apprendimento non formale non è organizzato dai principali istituti di formazione e non rilascia alcun certificato formale; la materia da appredere è, in questo caso, quanto più varia: italiano L2, informatica, ballo…l’apprendimento informale invece consiste nelle occasioni di

formazione offerte dalla vita di ogni giorno di cui, solitamente, l’uomo non è consapevole: manuali di istruzione, incontri pre-parto, corsi di lingua in Internet ecc.

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internazionale, l’importanza, oltre alla possibilità, di percorsi di apprendimento ad hoc. Tali percorsi mettono al centro chi vi partecipa, caratterizzato in quanto persona, discente, portatore di particolari esigenze, problemi, capacità e desideri.

Diventa fondamentale a questo punto capire quali sono le caratteristiche specifiche dell’apprendimento in età adulta e in particolare dei detenuti stranieri.