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La canzone come veicolo di apprendimento linguistico

4.2.1 I modelli motivazional

Numerosi sono gli studiosi che hanno dato risposta a questa domanda. I modelli proposti, frutto del loro lavoro, sono stati scelti poiché spiegano la motivazione intesa come fattore psicologico. Questi sono estremamente utili all’insegnante del carcere che sta improntando il metodo per orientare la proposta formativa e comprendere quali siano i punti su cui fare leva.

Il modello egodinamico

Il modello egodinamico è stato elaborato dallo psicologo e pedagogista R. Titone negli anni Settanta alla luce della didattica umanistico-affettiva. In accordo con i principi del moderno approccio, Titone afferma che l’apprendente deve essere considerato nelle sue dimensioni razionale e affettiva poiché, esposto a input, egli lo assorbe con tutto se stesso. Ogni persona, in particolare, si caratterizza per intelligenza, stili cognitivi, esperienze pregresse, dinamiche affettive, passioni, bisogni e aspettative. Il suo ego si definisce dinamico perché tende ad auto-realizzarsi mantenendosi in equilibrio su questi diversi livelli.

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Lungo il processo di compimento del proprio progetto, nel nostro caso di apprendimento o acquisizione della lingua, il soggetto trova il modo di raggiungere il proprio obiettivo, in altre parole adotta una strategia. La fase operativa, di contatto tra la persona e la realtà, è il momento tattico in cui viene applicata la strategia.

Al termine del percorso didattico, nel caso in cui la valutazione finale da parte dell’apprendente sia positiva, nel suo bilancio cioè i benefici siano superiori ai costi, si rinforza la strategia e viene fornita nuova energia motivazionale da spendere alla prima occasione utile. Se invece il feedback è negativo subentra il filtro affettivo (sul filtro affettivo si veda Balboni, 2006: 46-47) per cui si innalza la barriera emozionale che impedisce la realizzazione del progetto iniziale.

Per sua natura questo modello è adatto a percorsi di formazione di lingua seconda o straniera in quanto esperienze necessarie o stimolanti per il proprio ego. Soprattutto nel caso di studenti-detenuti i docenti hanno il compito di sostenerli nel percorso di comprensione o costruzione del proprio progetto: privati della libertà personale infatti, essi faticano a proiettare la propria vita al di fuori delle mura del carcere e a valutare idee ed esigenze future.

A differenza del primo modello i due che seguono riguardano la relazione tra l’apprendente e il fatto di imparare e la motivazione che ne deriva. In entrambi i casi la sensibilità e l’esperienza dell’insegnante sono determinanti lungo il percorso di crescita motivazionale del gruppo classe; avvalora questa tesi il fatto che all’interno del carcere la figura del docente può essere responsabile dell’iniziazione scolastica degli studenti, punto di riferimento su cui riporre ambiziose aspettative e rappresenta un esclusivo canale di contatto con la realtà esterna.

Il modello di stimulus appraisal

Sul finire degli anni Novanta J. H. Schumann ha proposto il modello di stimulus appraisal che descrive l’apprendimento o l’acquisizione della lingua come un processo cognitivo nel quale la sfera delle emozioni gioca un ruolo fondamentale.

Sulla base di dati neuro-biologici Schumann ha dimostrato che il cervello dell’apprendente appraises, ovvero valuta, l’input al quale è esposto secondo criteri emozionali; solo se soddisfano la dimensione affettiva gli stimoli esterni diventeranno

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Di seguito i cinque criteri emozionali, poli motivazionali, individuati da Schumann e riproposti da Balboni (2006: 54-55):

 novità come varietà di attività, materiali, modo di guidare la comprensione ed esercizi;

attrattiva dell’input che colpisce i sensi dello studente, su tutti vista, udito e gusto. Più lo stimolo è attraente, piacevole e bello maggiore sarà l’energia investita a superare l’ostacolo;

funzionalità dell’input rispetto i bisogni di cui l’apprendente è consapevole che Schumann ha chiamato “need significance”;

 realizzabilità. Un compito attuabile è molto più motivante rispetto a un altro che si presenta impossibile. È facile dunque che lo studente raccolga la sfida nel momento in cui si rende consapevole che ha le capacità per vincerla, o la rifiuti se appare impossibile da superare. Il filtro affettivo nel primo caso si ritira, nel secondo invece innalza la sua barriera;

 sicurezza psicologica e sociale altro non è che l’autostima e l’immagine che il soggetto vuole dare di sé; le attività proposte quindi non devono esporre a rischio questi delicati aspetti della persona anzi sostenerli e promuoverli.

Il modello basato su bisogno, senso del dovere e piacere

La motivazione basata su bisogno, dovere e piacere è frutto delle teorie del marketing; ripreso e calato in ambito glottodidattico da P. E. Balboni nella prima metà degli anni Novanta, il modello è stato di recente rivisto da F. Caon (Balboni, 2006: 56-59).

Il modello proposto da Caon si presenta schematicamente come un cerchio attorno al quale bisogno, senso del dovere e piacere, in un rapporto di continuità, generano motivazione.

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4. La motivazione basata sul bisogno, sul (senso del) dovere, sul piacere (Balboni, 2006: 57)

 Senso del dovere. Uno studente che sviluppa senso del dovere accetta di buon grado di apprendere poiché si fida del proprio insegnante; quest’ultimo è una persona d’esperienza che ha saputo allacciare una relazione positiva con la classe e trasformare le imposizioni della scuola in calorosi consigli.

 Bisogno. Uno studente è motivato ad apprendere quando si rende consapevole dei suoi bisogni e del fatto che lo studio, della lingua nel nostro caso, gli permette di soddisfarli. Si tenga presente inoltre che, generalmente, il livello di soddisfazione dei bisogni viene collocato dagli apprendenti al di sotto del livello soglia; è necessario allora che l’insegnante monitori costantemente la classe e discuta con loro lo stadio minimo da raggiungere.

 Piacere. Esistono diverse forme di piacere legate alla didassi quotidiana che per natura sono motivanti.

Applicando questo modello al contesto carcerario ci si rende conto che funziona a singhiozzo. Un detenuto sceglie di frequentare un corso di formazione linguistica per soddisfare i propri bisogni o per ottenere i benefici previsti dalla legge. La motivazione è essenzialmente strumentale e non garantisce perciò un impegno costante e a lungo termine.

Affinchè il recluso maturi senso del dovere e si renda consapevole della reale natura dei suoi bisogni il docente deve avere a disposizione del tempo, per instaurare un rapporto di fiducia reciproca con lo studente, e risorse materiali, e deve fare leva sulle attività che, in linea con il modello dello stimulus appraisal, sappiano suscitare piacere

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nell’adulto. Solo con questi presupposti il percorso formativo garantirà un apprendimento significativo.