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3.   ANALISI   DELLE   ESIGENZE   DI   SVILUPPO   E   POTENZIALITÀ   DEL   TERRITORIO   COMPRESA   UN’ANALISI   DEI

3.3   Definizione  dei  fabbisogni

Ordine di priorità

N. Fabbisogni prioritari Rilevanza

1 FB.19

Migliorare le infrastrutture e i servizi alla popolazione nelle zone rurali anche attraverso strategie di sviluppo locale

L’analisi SWOT del territorio ha evidenziato carenze nelle infrastrutturazione materiale ed immateriale e nella distribuzione dei servizi che penalizzano le popolazioni rurali. Da questi elementi di debolezza derivano limiti alla diversificazione del tessuto produttivo e disagi per una parte consistente della popolazione residente in area rurale.

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2 FB.1

Supportare e potenziare il trasferimento della conoscenza e la diffusione dell’innovazione anche attraverso la cooperazione

L’analisi SWOT del territorio ha evidenziato debolezze complessivamente ascrivibili alla parcellizzazione e sottocapitalizzazione aziendale, da cui deriva l’impossibilità o scarsa propensione delle imprese verso processi di innovazione tecnologica, organizzativa, gestionale. Ad aggravare la situazione, la distanza non soltanto fisica con i centri regionali dell’innovazione ed il defiict di offerta di servizi innovativi di ambito del quaternario.

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3 FB.3

Incremento della redditività e del valore aggiunto del settore agricolo e forestale

L’analisi SWOT ha evidenziato ostacoli riferibili complessivamente alla globalizzazione e ai sistemi di regole a presidio delle attività imprenditoriali agricole e forestali. Queste condizioni esterne determinano, insieme alle debolezze riferibili alla dimensione aziendale, alla scarsa propensione alla diversificazione ed al mancato ricambio generazionale, una diminuzione del reddito delle imprese, determinato anche da evidenti sperequazioni riconducibili alle filiere lunghe di trasformazione e distribuzione die prodotti agricoli, zootecnici e forestali.

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4 FB.7

Favorire l'integrazione tra i produttori e aumentare il livello di concentrazione dell'offerta

Il dato oggettivo della parcellizzazione fondiaria (dimensione della unità colturale media), le ridotte dimensioni aziendali, le talora arcaiche forme gestionali ed organizzative, i processi innovativi che non superano il livello della mera meccanizzazione, rappresentano gli elementi di debolezza che, associati al forte individualismo ed al fallimento delle forme di tradizionale cooperazione (consortili), hanno parcellizzato l’offerta sia in termini di quantità che di standard di qualità, impedendo di fatto di cogliere una opportunità che invece qui diventa ostacolo, e cioè l’apertura ai canali distributivi della GDOP e soprattutto ai nuovi canali distributivi legati all’altissima qualità ma non disconnessi da esigenze quantitative e di stabilità degli standard produttivi.

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5 FB.8

Incentivare la creazione di filiere e il collegamento diretto delle imprese agricole con la trasformazione e con i mercati

Il sistema delle piccole trasformazioni aziendali (piccoli laboratori di fattoria, mini caseifici etc.) ha dimostrato ampiamente la sua inefficacia, ed anzi ha aggravato negli anni passati un atteggiamento autoreferenziale delle imprese della filiera agricola ed agroalimentare.

Di fatto, lo stesso modello della filiera, come sistema di integrazione verticale, non appare come quello più indicato per affrontare le debolezze connesse alle piccole dimensioni imprenditoriali, aggravate dalle citate pretese “autarchiche”, poiché non coinvolge gli elementi terzi e quarti delle filiere integrate (università, centri di ricerca, istituzioni pubbliche locali) così come invece avverrebbe con un processo di clusterizzazione che in altri contesti ha risolto i problemi riferibili ai tessuti produttivi parcellizzati. Opportunità rilevanti in tal senso derivano dagli orientamenti regionali (v. gruppo operativi PSR 2014/2020) e nazionali (normativa sui contratti di rete).

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6 FB.9

Favorire l’adesione a regimi di qualità e la promozione e l’informazione dei prodotti di qualità sui mercati

La debolezza ascrivibile alla parcellizzazione delle piccole imprese ed alla mancanza di forme di integrazione determina una varietà dei processi produttivi che supera la dimensione auspicabile della varietà dell’offerta, per sconfinare in quella negativa della disaggregazione della stessa. Le produzioni agricole primarie, in tal modo, risultano difficilmente industrializzabili ed i prodotti trasformati difficilmente veicolabili attraverso i più efficienti sistemi distributivi. L’adesione a regimi di qualità rappresenta una opportunità per l’aggregazione qualitativa e quantitativa delle produzioni locali.

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7 FB.6

Migliorare la tracciabilità del prodotto favorendo l’identificazione con il territorio e sostenendo le produzioni di qualità

Valgono le considerazioni svolte per la FB9, con una nota aggiuntiva che riguarda le opportunità offerte da un mercato sempre più orientato verso una fruizione completa del “prodotto territorio”. Proprio per tali ragioni, la tracciabilità completa delle produzioni, in vista di una loro certa riferibilità al territorio, alle sue valenze, alla capacità produttiva connessa ai saperi tradizionali, rappresenta elemento di identità a supporto dell’offerta integrata di prodotti agroalimentari, prodotti artigianali e offerta culturale, ambientale, etc. In tal senso, le opportunità offerte dalla legge di orientamento in agricoltura, in relazione alla multifunzionalità ed alla diversificazione, assumono valore sistemico e di orientamento dello sviluppo locale.

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8 FB.4

Incentivare la creazione, l’avvio e lo sviluppo di attività economiche extra-agricole, in particolare per giovani e donne

La diversificazione verso attività extra-agricole compensa la debolezza di un sistema fortemente dipendente dal settore primario, senza far perdere ad esso le caratteristiche di ruralità che ne esprimono l’identità.

Il ricambio generazionale e la varietà di genere rappresentano valore aggiunto rispetto alla necessità di clusetrizzare il sistema produttivo (i giovani manifestano maggiore propensione verso la creazione di reti ed in generale di forme di cooperazione e verso l’innovazione).

Fondamentale, nella creazione di attività extra-agricole, è conciliare gli aspetti produttivi con gli aspetto sociali, connessi ad esempio alla FB19.

Le nuove attività di diversificazione dovrebbero dunque supportare il potenziamento dell’offerta dei servizi in area rurale e lo sviluppo di iniziative di impresa sociale in ambito agricolo, zootecnico, forestale.

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9 FB.5

Promuovere l’imprenditoria giovanile nel settore agricolo e nelle zone rurali

L’analisi SWOT ha evidenziato un invecchiamento della categoria degli imprenditori agricoli, con le conseguenti forme di chiusura/resistenza determinate dalla spiccata propensione alla salvaguardia dei valori patrimoniali dell’azienda più che al potenziamento degli aspetti imprenditoriali. L’ingresso di giovani in agricoltura potrebbe sovvertire il rapporto azienda/impresa, mettendo al primo posto l’impresa, il suo agire nel sistema produttivo e nei mercati, rispetto agli assetti aziendali intesi in senso statico. Tale ricambio generazionale non va inteso come mera “consegna del testimone” ma come dialogo intergenerazionale che può essere favorito da reti di innovazione sociale (linvig lab) distribuiti sul territorio.

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10 FB.2

Sostenere interventi mirati di formazione e trasferimento di conoscenze e promuovere consulenze aziendali specifiche

Il citato ostacolo della “distanza” dai centri di innovazione e la debolezza del settore quaternario nell’area specifica impongono un sistema di collegamento fra l’innovazione e le sue dirette ed immediate ricadute sugli assetti produttivi, organizzativi, gestionali delle imprese agricole. Opportune strategie finalizzate all’attivazione di poli di competenze locali mirano ad evitare che l’area della strategia locale di sviluppo sia esclusa dalle ricadute delle attività di ricerca o assuma il mero ruolo di spazio di sperimentazione sul campo per le innovazioni sviluppate nei poli regionali o nazionali.

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11 FB.20

Rafforzare il sistema infrastrutturale, anche tecnologico e logistico e promuovere l’uso delle TIC

I processi di innovazione tecnologica non possono prescindere da un potenziamento sostenibile e accessibile (che tenga dunque conto del digital divide), delle tecnologie di informazione e comunicazione. Ciò riguarda sia il settore primario (ancora molto debole sotto quest’aspetto) sia gli altri settori produttivi, anche se in diversa misura, e soprattutto il sistema complessivo della gestione e condivisione di dati e informazioni nel sistema locale. In tal senso la strategia ottimale è quella, peraltro allineata con la RIS 3 della Regione Siciliana e con i più recenti orientamenti europei, di creare localmente centri di elaborazione dei dati finalizzati alla trasformazione di questi ultimi in informazioni che possano supportare processi decisionali di rango strategico (si veda in tal senso la Rete dei Living Lab con specifico riferimento alle sue funzioni di osservatorio ed erogatore di servizi avanzati al territorio).

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12 FB.11

Recuperare, tutelare e valorizzare gli ecosistemi agricoli e silvicoli, i sistemi colturali e gli elementi fisici caratterizzanti i diversi paesaggi agricoli

Uno dei principali elementi di forza del sistema territoriale ibleo è da riferire alle straordinarie valenze sia dell’ambiente naturale che degli ambienti trasformati ad opera della millenaria azione dell’uomo sul paesaggio. Quanto già citato a proposito dei rischi di abbandono delle attività agricole e zootecniche, associato ai rischi del cambiamento climatico e della sempre maggiore fragilità del territorio e dei sistemi naturali, impone interventi a presidio e tutela dei sistemi territoriali. A ciò ovviamente contribuiscono le strategie di diversificazione, il miglioramento della qualità della vita delle popolazioni rurali finalizzato a garantirne la permanenza nelle aree rurali di interesse ed un sistema che potrebbe essere definito Parco Reticolare, nel quale la tutela e il

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presidio delle risorse sia affidato ad un sistema misto ove le tante piccole imprese agricole possono rappresentare un elemento di forza nelle azioni di tutela, presidio e valorizzazione ( si veda in tal senso il ruolo assegnato alle imprese agricole dal comma 2 dell’art. 2135 c.c.).

Fondamentale inoltre agire su un forte elemento di debolezza del sistema rappresentato dalla considerevole superficie fondiaria in stato di abbandono, e dunque non utilizzata. Necessari dunque interventi di ricognizione dei terreni non utilizzati, anche in vista di una loro destinazione a funzioni produttive a valenza sociale (con rilevanti effetti sul T 19).

13 FB.16

Incentivare la produzione e l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili La debolezza del tessuto produttivo deriva anche da fattori (ostacoli) riconducibili al sistema dei costi di impresa, che associati alle inefficienti economie di scala delle piccole imprese ne determinano la già citata debolezza. Fra i costi sui quali pare opportuno agire si annoverano quelli energetici, sia per i risparmi da cui deriverebbero notevoli vantaggi per le piccole imprese e sia per la messa a valore di scarti di produzione (sia nel livello primario che nel livello secondario), dai quali invece potrebbe in un modello di economia circolare derivare ricchezza redistribuibile sull’intera filiera (si veda FB 3).

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14 FB.17

Aumentare l’efficienza energetica delle imprese agricole, agroalimentari e forestali

Valgono le considerazioni svolte per la Priorità 13 (FB16).

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15 FB.13

Conservare e migliorare la qualità del suolo e difendere il territorio dal dissesto idrogeologico e dall’erosione superficiale

Valgono le considerazioni svolte per la Priorità 12 (FB 11).

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16 FB.10

Favorire l'accesso agli strumenti di gestione del rischio alle imprese La già citata debolezza del tessuto delle piccole e medie imprese determina una scarsa conoscenza degli strumenti di gestione del rischio ed una scarsa propensione alla loro adozione. Quanto già evidenziato nella Priorità 2, FB1, a proposito del rafforzamento dei servizi alle imprese (consulenze aziendali mirate, attività di formazione, strumenti di tutoraggio etc.) può compensare questa ulteriore debolezza dl sistema.

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