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4. Le sanzioni occidentali nelle traduzioni di Inosmi: un caso di manipolazione ?

4.1 Definizione della metodologia di analisi

Data la particolare natura del progetto Inosmi, la presente ricerca ha voluto seguire due percorsi d’indagine diversi ma complementari.

In primo luogo è stato affrontata la questione della selezione delle notizie. Nella sua intervista alla BBC del 2007, l’allora capo redattore Ognëv aveva escluso che la scelta degli articoli da tradurre fosse dettata da motivazioni ideologiche; si era invece soffermato sull’imparzialità della redazione, che a suo dire “non ha un’opinione propria” (cfr. § 3.5).

Tale dichiarazione può essere contestata su più fronti. Innanzitutto, l’obiettività assoluta non è mai raggiungibile. In secondo luogo, come già accennato nel paragrafo 3.5, l’esperienza

Inosmi è nata e si trova tutt’oggi sotto il controllo di un’agenzia di stampa statale, che si regge

quindi sui finanziamenti del governo. Si ricordano a questo punto le parole di Lepri (cfr. § 1.2.1), secondo il quale le agenzie d’informazione non sono sempre istituzioni neutrali, ma si prestano a divenire oggetto di strumentalizzazione da parte dei detentori del potere, soprattutto all’interno di sistemi “non propriamente democratici”, dove le agenzie governative o di regime abbondano.

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Gli studi condotti da Spiessens e Van Poucke (2016), e soprattutto da Fredheim (2015), sembrano confermare questi sospetti. La linea editoriale di Inosmi pare incline a privilegiare alcune tipologie di articolo e di pubblicazione a discapito della reale composizione del panorama mediatico occidentale.

Proseguendo su questa linea d’indagine, abbiamo scelto di focalizzarci su un argomento specifico di politica internazionale per capire in che modo questo venga restituito ai lettori russi. Il tema prescelto è quello delle sanzioni economiche che l’Europa e gli Stati Uniti hanno introdotto a partire dal 2014 nei confronti della Federazione Russa. Poiché si tratta di una questione che vede i tre attori principali schierati su posizioni ideologiche diverse, e spesso antitetiche, la scelta ci è sembrata particolarmente interessante.

Inosmi ha raccolto un numero considerevole di articoli in materia, pubblicandone la

traduzione nella sezione denominata Sankcii: kto kogo? (Sanzioni: chi sta punendo chi?), che al momento comprende più di quattrocento pezzi. Si ritrovano qui traduzioni dalle principali lingue europee e da alcune lingue minori, quali il danese, il finlandese, il ceco, lo svedese. Al fine di delimitare il nostro campo di ricerca, è stato preso in considerazione un periodo definito ma piuttosto esteso, che va dal marzo 2014, quando sono state imposte le prime misure restrittive, al luglio 2017, dopo che il Senato degli Stati Uniti ha votato in favore di un nuovo progetto di legge per il rafforzamento del regime sanzionatorio.

Per la fase iniziale di questa ricerca, sono stati considerati solo gli articoli pubblicati in questo intervallo di tempo e scritti in lingua inglese. Ciò ha portato ad eliminare alcuni pezzi ripresi da fonti occidentali che pubblicano però direttamente in russo, quali il servizio d’informazione Russkaja služba, offerto dalla BBC, o il sito internet Voice of America.

Inosmi ha selezionato ben ventuno pubblicazioni giornalistiche che rispettano questi

requisiti. Tra questi si contano nomi prestigiosi come il New York Times e il Washington

Post, ma anche voci meno conosciute, come quella dell’American Free Press. Riprendendo

il metodo d’indagine già sperimentato da Fredheim (cfr. § 3.6), è stato effettuato un confronto tra il numero di articoli tradotti per ogni fonte online e la popolarità a questa assegnata dall’Alexa Rank. Un commento ai risultati ottenuti è stato proposto all’interno del paragrafo 4.3.

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In una seconda fase, il contenuto degli articoli inglesi è stato esaminato per avere un’idea più precisa di che cosa traduce il progetto di Ognëv. Per ogni pezzo è stato riconosciuto un

topic (o mactrostruttura semantica) principale, ovvero l’ “argomento generale” che dovrebbe

essere recepito dal pubblico a una prima lettura (cfr. § 1.5). Lo scopo di questo secondo momento era quello di individuare un eventuale pattern nella selezione dei temi, ovvero capire se la redazione è orientata a privilegiare determinati aspetti della questione piuttosto che altri.

Gli articoli di testate importanti come il Financial Times e il Wall Street Journal sono stati necessariamente esclusi dall’indagine, poiché l’accesso ai contenuti sui loro siti web è riservato ai soli abbonati. Sono comunque rimasti diciannove titoli, per un totale di sessantadue articoli.

La parte iniziale di questo studio si sofferma quindi sulla prima fase del processo di manipolazione, quello della selezione del materiale da pubblicare. In particolare ci interessava trovare una qualche prova che confermasse, o al contrario smentisse, le dichiarazioni di Ognëv a riguardo.

È seguita poi un’analisi degli articoli dal punto di vista linguistico. Quaranta pezzi inglesi sono stati selezionati per essere confrontati con le loro traduzioni russe. Poiché le scelte sul piano sintattico e lessicale effettuate dal giornalista posso essere rivelatorie della sua posizione ideologica, particolare attenzione è stata prestata a tutti quei fenomeni linguistici di cui si è parlato nel secondo capitolo.

Si è visto nella sezione 1.6 che in ambiente giornalistico l’attività traduttiva presenta “una forte componente di riscrittura”, dovuta anche e soprattutto al fatto che la traduzione in questo ambito è prima di tutto una forma di scrittura giornalistica e in quanto tale ne deve rispettare le convenzioni principali, che variano a seconda del contesto di pubblicazione. Tuttavia, se alcune delle strategie traduttive adottate si possono spiegare in quest’ottica, e risultano non solo giustificabili ma necessarie al fine di una migliore comprensione da parte del pubblico target, altre scelte non sono così cristalline nei loro intenti. In alcuni casi, il rapporto di “coerenza intertestuale” tra TP e TA viene compromesso, ma soprattutto viene meno la lealtà del traduttore nei confronti dell’autore del testo di partenza. La manipolazione non è più

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quindi fenomeno neutrale, poiché porta alla modifica della funzione informativa o espressiva assegnata all’articolo inglese.

Nell’ ultima sezione del capitolo si riporteranno alcuni esempi di manipolazione giudicati particolarmente significativi.

Per un’interpretazione il più possibile attendibile del materiale testuale preso in esame, si ritiene necessario introdurre brevemente il tema delle sanzioni e il modo in cui è stato presentato dai media inglesi e russi.

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