Capitolo 2 28
2.1 Definizioni di Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA)
Nell’anno scolastico 2018/2019 gli studenti con DSA frequentanti le scuole italiane di ogni ordine e grado sono stati complessivamente 298.114, che corrisponde al 4.9%
del totale. Il numero di studenti con DSA sul totale dei frequentanti è pertanto aumenta-to, passando dallo 0.7% del 2010/2011 al 4.9% del 2018/2019 (MIUR). A partire dal documento “I principali dati relativi agli alunni con DSA anno scolastico 2018/2019”, pubblicato sul sito del MIUR, è possibile riscontrare che, gli alunni con DSA frequen-tanti gli ultimi tre anni della scuola primaria sono 52.105, pari al 3.1% del totale degli alunni. Per quanto riguarda la scuola secondaria di I grado sono stati rilevati 102.400 alunni con DSA e per la scuola secondaria di II grado 143.609 alunni, rispettivamente pari al 5.9% e al 5.3% del numero complessivo degli alunni frequentanti tali ordini di scuola. Per quasi tutti gli ordini di scuola è possibile osservare che il disturbo con la maggior prevalenza è stato quello della dislessia, seguito da disortografia, disgrafia e discalculia. La Legge n. 170 dell’8 ottobre 2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico” ha riconosciuto in maniera ufficiale la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come disturbi specifici dell’ap-prendimento, salvaguardando il diritto allo studio dei ragazzi con disturbi dell’appren-dimento. Inoltre il 12 luglio 2011 sono stati pubblicati il Decreto attuativo e le Linee Guida, documenti attraverso i quali sono state fornite indicazioni specifiche da seguire per supportare al meglio gli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento durante l’intero percorso scolastico. Questo ha fatto sì che nel corso degli anni sia aumentata la
consapevolezza circa il tema dei disturbi dell’apprendimento sia da parte delle famiglie che delle istituzioni scolastiche, accrescendo anche il loro senso di responsabilità nei confronti degli studenti con DSA.
La definizione di Hammil (1990) fa riferimento al termine learning disability (LD). Quando si parla di learning disability si intende un gruppo eterogeneo di disturbi che si caratterizzano per specifiche difficoltà relative sia all’acquisizione sia alla padro-nanza di abilità di ascolto, espressione orale, lettura, ragionamento e matematica. Insie-me alla condizione di LD possono presentarsi anche problematiche per quanto riguarda la sfera socio-emotiva; sempre secondo Hammil (1990) è possibile riscontrare la pre-senza di LD anche in specifiche condizioni come per esempio in casi di disabilità o di svantaggio socio-culturale; tuttavia, in questi casi, le LD non sono da intendersi come il risultato di quelle specifiche condizioni. I Disturbi Specifici dell'Apprendimento rappre-sentano un’area di interesse clinico e rieducativo nella quale sono stati raggiunti, nel-l’ultimo periodo, numerosi passi avanti grazie ai vari contributi ottenuti in quanto l’area è diventata di particolare interesse scientifico con un grande perfezionamento degli strumenti diagnostici (Celi, 2002; Cornoldi, 2007). Il termine DSA fa riferimento ad un gruppo eterogeneo di disturbi che si caratterizzano per difficoltà specifiche e inerenti all'automatizzazione di prerequisiti rispetto alle abilità scolastiche, ovvero le capacità di letto-scrittura e di calcolo, in presenza di un funzionamento intellettivo adeguato all’età anagrafica (Celi, 2002); si classificano in dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia (Consensus Conference, 2011). I Disturbi Specifici dell’Apprendimento possono inoltre presentare caratteristiche differenti a seconda dell’età degli studenti e delle tipologie di richieste da parte dal contesto in cui ragazzi sono inseriti (Stella, 2004). A differenza di una “difficoltà di apprendimento” che può far riferimento a tipologie di difficoltà molto
diverse tra loro, questi disturbi si caratterizzano per essere “specifici”, cioè si riferisco-no ad uriferisco-no specifico dominio di abilità che risulta essere compromesso. L’evoluzione di tali disturbi può essere favorita da un intervento adeguato attuato precocemente, oltre che dalle misure compensative prese nell’ambito del percorso scolastico per favorire l’apprendimento.
Secondo la Consensus Conference (2011) e la Legge 170/2010 si riconoscono come DSA:
• La dislessia: si tratta di un disturbo caratterizzato da una minore correttezza per quanto riguarda gli errori commessi e una rapidità inferiore nella lettura rispetto a quanto atteso per età anagrafica, classe frequentata e istruzione ricevuta.
• La disortografia: è un disturbo che riguarda la transcodifica del linguaggio orale nel linguaggio scritto.
• La disgrafia: è un disturbo che coinvolge gli aspetti di realizzazione della scrittura.
• La discalculia: si caratterizza per un mancato automatismo nei processi alla base del calcolo e dell’elaborazione dei numeri.
In Italia la classificazione dei DSA che viene adottata è quella che fa riferimento al manuale ICD-10 (1992) e che identifica i seguenti Disturbi Specifici di Appren-dimento:
• Disturbo Specifico della Lettura: presenta una compromissione per quanto riguarda l’accuratezza in termini di numero di errori commessi e può essere associato a pro-blematiche per quanto riguarda la comprensione; il disturbo non è la conseguenza di un difetto della vista o dell’udito o di una sindrome. I disturbi emozionali e compor-tamentali associati sono anche comuni durante il periodo dell’età scolare.
• Disturbo Specifico della Compitazione: all’interno di questa categoria diagnostica è possibile includere le difficoltà ortografiche.
• Disturbo Specifico delle Abilità Aritmetiche: si stratta di un disturbo che comporta una compromissione delle abilità aritmetiche; non è solamente spiegabile in base ad una disabilità intellettiva o ad un’istruzione scolastica inadeguata. La compromis-sione coinvolge la padronanza delle capacità di calcolo di base, come addizione, sot-trazione, moltiplicazione e divisione, piuttosto che le capacità di calcolo matematico più complesse.
• Disturbo Misto delle Abilità Scolastiche: si tratta di una categoria che comprende “i disturbi nei quali sono altamente compromesse sia le funzioni aritmetiche sia quelle di lettura o di compitazione, ma nei quali il quadro non è solamente spiegabile come conseguenza di una disabilità intellettiva o di un’istruzione scolastica inade-guata.” (ICD-10, 1992)
• Altri Disturbi Evolutivi delle Abilità Scolastiche:
“Disturbo evolutivo della scrittura”. Rientra in questa categoria il Disturbo Specifi-co della Specifi-componente grafo-motoria della scrittura.