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Capitolo 3 Il boom dell’esportazione del vino: il caso Prosecco e Amarone

3.3 I casi aziendali: Il Prosecco e L’amarone

3.3.1 La denominazione d’origine del Prosecco

Volendo approfondire il caso aziendale

spumante italiano, in particolar modo del Prosecco, diviene preliminare l’analisi esportazioni di spumante:

affermare che, oltre il 68% del fatturato viene conseguito in Europa, mentre il secondo mercato di riferimento è l’America Settentrionale.

(grafico 57 – esportazione in valore di spumante italiano per continente anno 2014

Nei sei anni di riferimento dal 2009 al 2014, si può notare un aumento di circa tre punti percentuali in Am

Rimane invece in aumento il valore del fatturato conseguito dagli spumanti italiani in Asia, anche se di un solo punto percentuale.

20,3%

ESPORTAZIONI DI SPUMANTE ITALIANO PER CONTINENTE ANNO 2014

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enominazione d’origine del Prosecco

Volendo approfondire il caso aziendale di un’impresa che produce in particolar modo del Prosecco, diviene preliminare l’analisi esportazioni di spumante: dall’osservazione del valore dell’esportato si può

oltre il 68% del fatturato viene conseguito in Europa, mentre il secondo mercato di riferimento è l’America Settentrionale.

esportazione in valore di spumante italiano per continente anno 2014

Nei sei anni di riferimento dal 2009 al 2014, si può notare un aumento di circa tre punti percentuali in America settentrionale, quelli persi nel mercato europeo. Rimane invece in aumento il valore del fatturato conseguito dagli spumanti italiani in Asia, anche se di un solo punto percentuale.

2,0% 68,6% 20,3% 7,1% 0,5% 1,5%

ESPORTAZIONI DI SPUMANTE ITALIANO PER CONTINENTE ANNO 2014

di un’impresa che produce dello in particolar modo del Prosecco, diviene preliminare l’analisi delle osservazione del valore dell’esportato si può oltre il 68% del fatturato viene conseguito in Europa, mentre il

esportazione in valore di spumante italiano per continente anno 2014 - Fonte Istat)

Nei sei anni di riferimento dal 2009 al 2014, si può notare un aumento di circa quelli persi nel mercato europeo. Rimane invece in aumento il valore del fatturato conseguito dagli spumanti italiani in

1,5%

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(grafico 58 – esportazione in valore di spumante italiano- Fonte Istat)

Il mercato degli spumanti italiani è in costante aumento poiché da circa 150 milioni di euro nell’anno 2009, passa a quasi 250 milioni dell’anno 2014. L’aumento si desume sia creato dal forte aumento delle esportazioni di Prosecco, per il costante aumento di produzione ma anche per il prezzo medio che giustifica l’esportazione di un metodo charmart rispetto a un metodo classico.

(grafico 60 – prezzo dello spumante italiano esportato alla bottiglia in euro- Fonte Istat)

0 50.000.000 100.000.000 150.000.000 200.000.000 250.000.000 300.000.000 2009 2010 2011 2012 2013 2014

ANDAMENTO DELLE ESPORTAZIONI DI SPUMANTE ITALIANO IN VALORE ESPRESSO EURO

€ 0,00 € 0,50 € 1,00 € 1,50 € 2,00 € 2,50 € 3,00 2009 2010 2011 2012 2013 2014

PREZZO DELLO SPUMANTE ITALIANO ALLA BOTTIGLIA IN EURO

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Il valore alla bottiglia dello spumante esportato, assumendo che le bottiglie siano tutte di 0,75 l di vino, è aumentato notevolmente circa del 36% dall’anno 2010 al 2014 passando da circa 1,87 a 2,57 euro.

PAESI EXP2009 EXP2010 EXP2011 EXP2012 EXP2013 EXP2014

AFRICA € 1,78 € 1,15 € 1,31 € 1,83 € 2,10 € 2,01 AMERICA CENTRO- MERIDIONALE € 1,80 € 1,94 € 2,24 € 2,48 € 2,40 € 2,56 AMERICA SETTENTRIONALE € 1,84 € 2,02 € 2,64 € 2,79 € 2,92 € 2,83 ASIA € 2,45 € 2,21 € 2,03 € 3,15 € 3,14 € 2,72 EUROPA € 1,87 € 1,74 € 2,19 € 2,39 € 2,59 € 2,49 OCEANIA € 1,26 € 1,31 € 2,03 € 2,54 € 3,08 € 2,90

(tabella 5 – prezzo dello spumante italiano esportato alla bottiglia in euro per continente- Fonte Istat)

Dalla tabella 4 si evince che il valore alla bottiglia medio è in rialzo in tutti i continenti in cui lo spumante italiano viene esportato. In particolare si può osservare che, il valore che esso detiene in America Settentrionale, dove sfiora i 3 euro, è particolarmente favorevole verificato il volume di consumo del continente.

(grafico 61 – confronto esportazioni/importazioni di spumante in ettolitri- Fonte Istat)

0 50.000.000 100.000.000 150.000.000 200.000.000 250.000.000 300.000.000 2009 2010 2011 2012 2013 2014

CONFRONTO ESPORTAZIONI/IMPORTAZIONI DI SPUMANTE IN ETTOLITRI

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Il grafico 59 permette di determinare la consistenza del mercato degli spumanti in Italia e si può osservare che l’importazione in volume dal resto del mondo ha una flessione verso il basso del 28% in sei anni, mentre l’esportazione è cresciuta del 58%.

(grafico 62 – prezzi medi in bottiglia di spumante - Fonte Istat)

La bilancia degli scambi commerciali di bottiglie di spumante è favorevolmente spostata verso i produttori italiani sia in volume che in fatturato; rimane però un dato che fa riflettere ovvero il prezzo medio delle bottiglie importate in Italia e nel 2014 è di oltre 13 euro. Il dato è facilmente giustificabile dal fatto che si sono ridotti di molto i consumi di spumanti esteri in Italia, mentre si continua a consumare prodotti di alta gamma, basti pensare al prezzo medio dello spumante francese che in Italia sfiora i 18 euro.

€ 0,00 € 2,00 € 4,00 € 6,00 € 8,00 € 10,00 € 12,00 € 14,00 2009 2010 2011 2012 2013 2014

CONFRONTO TRA I PREZZI MEDI DI BOTTIGLIE DI SPUMANTE

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(grafico 63 – prezzi medi in bottiglia dello spumante importato - Fonte Istat)

Dall’analisi della capacità esortativa del Prosecco, diviene interessante analizzare nello specifico l’importazione di vino Champagne proveniente dalla Francia, il quale, in Italia, ha un prezzo medio alla bottiglia di 13 euro negli ultimi sei anni ma di ben 16 euro nell’anno 2014.

(grafico 64 – valore dello champagne importato in euro - Fonte Istat)

€ 0,00 € 5,00 € 10,00 € 15,00 € 20,00 € 25,00 € 30,00 € 35,00 € 40,00 € 45,00 € 50,00 2009 2010 2011 2012 2013 2014

PREZZI MEDI IN BOTTIGLIA DELLO SPUMANTE IMPORTATO

FRANCIA GERMANIA SPAGNA REGNO UNITO

PAESI BASSI AUSTRIA SLOVENIA

0 20.000.000 40.000.000 60.000.000 80.000.000 100.000.000 120.000.000 140.000.000 160.000.000 2009 2010 2011 2012 2013 2014

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Osservando i bilanci delle principali aziende esportatrici italiane messi a disposizione dal centro studi di Mediobanca, si può rilevare che le aziende che producono spumanti ed esportano, presentano delle caratteristiche peculiari rispetto ai non produttori di sparkling wine. Si può affermare che, gli esportatori di spumanti, hanno una vocazione meno internazionale, ma un export in costante crescita rispetto ai restanti produttori. La crescita dei mercati è piuttosto marcata, se raffrontata ai vini fermi, soprattutto per quanto concerne i mercati prossimali rispetto all’italiano ed è interessante osservare come a parità di costo del lavoro aumenta notevolmente il margine di produzione per addetto. Questo ci permette di affermare che il mercato degli spumanti italiani è in buona salute e permette di trainare un mercato che altresì troverebbe delle difficoltà collegate agli elevati prezzi di produzione.

(grafico 65 – indici reddituali per tipologia di produzione - dati raccolti ed elaborati dall'Area studi Mediobanca)

Gli indici reddituali stilati dal centro studi di Mediobanca, che analizza le principali aziende enologiche esportatrici, ci portano ad affermare che chi produce

0 10 20 30 40 50 60

SOCIETÀ VINICOLE PRODUTTORI DI SPUMANTI PRODUTTORI DI VINI NON SPUMANTI

INDICI REDDITTUALI PER TIPOLOGIA DI PRODUZIONE

MON IN % DEL VA VA IN % DEL CAPITALE INVESTITO

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spumante riesce più facilmente a remunerare il proprio capitale di proprietà, pur essendo minore la componente del proprio fatturato conseguito mediante l’export.

Le aziende che esportano hanno una capacità maggiore di remunerare i capitali investiti, se nel loro portafoglio prodotti presentano dei vini spumanti, nei mercati definiti maturi, poiché una fonte di rilancio del consumo. L’aumento del consumo dei vini spumanti ha conseguito i migliori risultati in Europa e in Nord America, il loro successo è dovuto al confronto con dei vini spumanti a metodo tradizionale, i quali risentono del maggior prezzo rispetto al metodo Matteotti del Prosecco nazionale. I diversi metodi di produzione riescono anche a conseguire delle caratteristiche organolettiche ben marcate che rendono il principale spumante italiano facile da bere in ogni momento della giornata. La capacità di raddoppiare le esportazioni di spumante deve essere ricondotta anche alla capacità di proporre dei prodotti frizzanti prima legati rigidamente ad alcuni momenti dell’anno, ma anche dall’offerta aggregata creata mediante delle società cooperative che hanno la possibilità di allevare mercati più distanti ma con caratteristi evolutive di riguardo.

Le aziende produttrici di Prosecco D.O.C.72 fino alla riforma della area di

denominazione avvenuta nel 2008, si trovavano nella zona dell’attuale D.O.C.G.73.

Esse avevano circa 20.000 ettari di vigneto. La zona di produzione del Prosecco DOC si trova in 5 province del Veneto: Treviso, Venezia, Vicenza, Padova, Belluno, con la sola esclusione della provincia di Rovigo e in 5 provincie della regione Friuli Venezia Giulia (Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine). La maggiore produzione di Prosecco avviene in regione Veneto con circa l’ottanta percento e come già anticipato le due aree D.O.C.G attuali sono il “Conegliano Valdobbiane” e i “Colli Asolani”. La sottozona maggiormente apprezzata per la sua vocazione è l’area del “Cartizze”, la denominazione deriva dalla collina piccola e completamente coltivata a vite in quel di Valdobbiadene di circa 100 ettari. Il clima, ma soprattutto la particolarità dei terreni, hanno la capacità di trattenere l’acqua in giuste quantità creando delle uve di Prosecco di alta qualità. Lo stesso nome della collina evoca una vendemmia matura

72 DOC denominazione di origine dei vini si intende il nome geografico di una zona viticola particolarmente vocata, istituita con il decreto legge del 12 luglio 1963, n. 930.

73 Conegliano, San Vendemiano, Colle Umberto, Vittorio Veneto, Tarzo, Cison di Valmarino, Follina, Miane, Valdobbiadene, Vidor, Farra di Soligo, Pieve di Soligo, San Pietro di Feletto, Refrontolo, Susegana. DOCG denominazione di origine controllata e garantita, comprende i vini prodotti in determinate zone geografiche nel rispetto di uno specifico disciplinare di produzione.

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delle uve, in grado di conferire un buon contenuto zuccherino e la concentrazione delle sostanze aromatiche peculiari per la produzione di vino Prosecco. La riforma dell’area di produzione, introdotta con il decreto ministeriale del Ministero delle politiche Agricole del 17 luglio 200974, ha allargato l’area DOC andando a sostituire le precedenti aree IGT:

- “Colli Trevigiani”;

- “Delle Venezie”;

- “Marca Trevigiana”;

- “Veneto”;

- “Alto Livenza”.

La riforma ha introdotto un ulteriore cambiamento di rilievo ossia la sostituzione del nome varietale del vitigno da Prosecco a Glera, questo ha permesso di tutelare in Italia e all’estero la produzione di Prosecco da imitazioni.

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