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Capitolo 3 Il boom dell’esportazione del vino: il caso Prosecco e Amarone

3.3 I casi aziendali: Il Prosecco e L’amarone

3.3.3 La Denominazione D’origine Del Valpolicella

La Denominazione d’origine che si sviluppa nell’area geografica della Valpolicella, presenta dei dislivelli tra i 100 e 700 metri sul livello del mare e i terreni di origine alluvionale presentano una tessitura mista di ghiaia e sabbia tipica delle zone fluviali. Il clima mite permette il buon sviluppo della vite, unito al terreno che si presta particolarmente alla vocazione della qualità delle uve. L’area DOC del Valpolicella è dislocata in 19 comuni79 siti a nord nella provincia di Verona, vi sono

poi due ulteriori specificazioni geografiche per la “Valpantena” e per l’area “Classica” per i comuni di Negrar, Marano di Valpolicella, Fumane, Sant'Ambrogio di Valpolicella e San Pietro in Cariano. Il clima del Valpolicella ben si presta alla coltivazione della vite, con il connubio tra i venti caldi del Lago di Garda e quelle più fredde dei Monti Lessini. Il risultato sono principalmente i grandi vini rossi ovvero l’Amarone e il Reciotto, ma anche il Valpolicella, il Valpolicella Superiore e il Valpolicella Ripasso. Le uve vinificate sono principalmente : Corvina, Corvinone, Rondinella, Molinara. L'Amarone della Valpolicella è un vino rosso carico granato con I'invecchiamento. I suoi sentori aromatici odorano di frutta passita, tabacco e spezie. Il sapore si mostra intenso e morbido presentando le caratteristiche pregiate di un vino invecchiato e duraturo nel tempo. Le uve derivano da vigneti collinari, con un densità di impianto fitta (3.300 ceppi/ha), allevati a spaliera o a pergola veronese.

Le uve vinificate sono principalmente: la Corvina veronese dal 45% al 95 %, il Corvinone massimo del 50%, la Rondinella dal 5 % al 30 % .I vigneti, le cui uve sono atte alla produzione di Amarone, dovranno conseguire meno di 120 quintali per ettaro, garantendo un titolo alcolomentrico volumico naturale di almeno 11% di vol.

Le uve vengono raccolte a fine settembre, primi di ottobre, ma successivamente vengono appassite per 3/4 mesi prima di essere avviate alla pigiatura. L’appassimento deve avvenire nell’area di produzione così come il suo imbottigliamento, per garantire gli opportuni controlli. L’appassimento delle uve deve avere luogo in ambienti idonei con l’ausilio di impianti di condizionamento

79 Negrar, Marano di Valpolicella, Fumane, Sant'Ambrogio di Valpolicella e San Pietro in Cariano. Gli altri comuni, tutti veronesi sono: Dolcè, Verona, San Martino, Lavagno, Mezzane, Tregnago, Illasi, Colognola, Cazzano, Grezzana, Pescantina, Cerro, San Mauro e Montecchia.

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ambientale, purché operanti a temperature analoghe a quelle riscontrabili nel corso dei processi tradizionali di appassimento, escludendo la deumidificazione con l’ausilio del calore. Le uve, successivamente al periodo di appassimento, dovranno garantire un titolo alcolomentrico volumico naturale di almeno 14% di vol.

(foto pergola veronese – fonte sito http://www.amaronevalpolicella.org/it/galleria-fotografica/foto- valpolicella/pergola-veronese)

L’invecchiamento per l’Amarone, prima della immissione al consumo, deve essere di almeno due anni con decorrenza dal 1° gennaio successivo all'annata di produzione delle uve. L’Amarone della Valpolicella, designato con la specificazione “riserva”, deve essere sottoposto ad un periodo minimo di invecchiamento di almeno 4 anni a partire dal 1° novembre dell’anno della vendemmia. L'appassimento è basilare per la qualità del vino, tanto che viene visto come una seconda vendemmia. Le uve devono essere sane e mature. Il fruttaio, ovvero dove avviene l’appassimento delle uve, dev’ essere controllato per temperatura e aereazione con delle apparecchiature, al fine di evitare, in quei 120 giorni, attacchi di muffe e marciume.

Le bottiglie di Amarone della Valpolicella devono essere in vetro, con una capacità non superiore a 5 litri, la chiusura prevede tradizionalmente il tappo in sughero, salvo l’uso del tappo a vite per le bottiglie fino a 0.375 litri; il disciplinare

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sembra quasi prevedere l’uso di tale confezionamento per le bottigliette da usare in aereo.

Il Reciotto rispecchia nei requisiti viticoli, l’Amarone, con cui condivide tra l’altro il numero minimo di ceppi e la resa a ettaro, cambia decisamente il sapore, il quale pur essendo pieno e vellutato, è dolce. Le tecniche di appassimento pressoché comuni tra i due grandi vini sono poi, per il Reciotto, caratterizzate da un arresto della fermentazione nel processo di vinificazione per conservare la percentuale di titolo zuccherino naturale necessario a conferire la tipica piacevolezza.

La zona geografica della Valpolicella, pur essendo vocata alla coltivazione della vite, presenta numerose altre attività antropiche e differenti tipologie di coltivazioni nel restante terreno libero. Essa conta, comunque ben 7.435 ettari80 di

vigneto. Il valore stimato dei vigneti (impianto, cultivar, suolo e diritti) è di 4 miliardi di euro, lo studio condotto da Assoenologi, ha affermato che per l’anno 2014 il valore del vigneto nel valpolicella, è il più alto rispetto le altre produzioni di grandi vini rossi italiani81. Un altro dato di rilievo è il valore della produzione dei vitigni della

Valpolicella che è di 550/530 milioni nelle stime dell’anno 2013 (Amarone, Valpolicella, Ripasso e Reciotto). Il valore della produzione, è cresciuto negli ultimi cinque anni permettendo all’area viticola, di divenire più redditizia di molte altre zone vocate alla produzione di grandi rossi.

I Dati dell’Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare dell’anno 2011, hanno messo in evidenza la salute del mercato del vino Amarone, la cui produzione si attesta in 60 milioni di bottiglie destinate principalmente per il mercato estero, sono circa l’80%. Solo questi dati ci permettono di capire il potenziale della area viticola del Valpolicella, nonché la grande affidabilità che nutre il brand riuscendo a incrementare notevolmente il valore del prodotto finito.

80 Fonte Assoenologi, anno 2014, sito inernet: http://www.assoenologi.it/.

81DELL'OREFICE G., La Valpolicella vale 4 miliardi: tutto merito dell’Amarone, Sole 24 ore, Milano, 23 gennaio 2015.

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