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DESCRIZIONE DEI DOTTI DEFERENT

PARTE SPERIMENTALE

SOGGETTI DIAMETRO D

5.1 DESCRIZIONE DEI DOTTI DEFERENT

Nei soggetti appartenenti al gruppo A il tragitto sia intra-addominale che extra- addominale è risultato nella maggioranza dei casi sempre evidente grazie alla dilatazione del lume. Nei soggetti 6 e 7 che presentavano diametro inferiore (vedi tab.3) abbiamo avuto difficoltà nella loro visualizzazione a livello dell’anello inguinale, in cui si osservava un ristringimento, ma, entrati in addome si apprezzavano di nuovo.

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Nei soggetti appartenenti al gruppo B non sempre i dotti deferenti sono stati visualizzati per le piccole dimensioni del lume che rendevano difficile lo studio in entrambi i tragitti sia extra-addominale che intra-addominale e per la poca collaborazione dei soggetti. Tuttavia, è stato possibile osservare in tutti i casi il tratto extra-addominale sinistro perché era il primo che veniva preso in esame.

Nei soggetti sani è stato possibile valutare in tutti i casi il tratto extra-addominale sinistro, in particolare in 4 soggetti su 10 anche il tratto intra-addominale sinistro. Per la scarsa collaborazione dei soggetti solo in 2 casi è stato possibile valutare in dotto deferente extra-addominale di destra.

Nei soggetti patologici 9 su 10 presentavano contenuto anecogeno ad eccezione di 1 soggetto che presentava contenuto corpuscolato. (Fig 5.1)

Fig 5.1 soggetto n° 9, dotto deferente dx, contenuto corpuscolato, tratto extra-addominale

In 8 soggetti su 10 esaminati, il lume dei dotti deferenti risulta dilatato rispetto alla popolazione di controllo, ma rimane entro i limiti superiori, mentre in 2 soggetti su 10 risulta dilatato sopra i limiti (da 3,3 mm a 4 mm); in particolare in 1 soggetto i dotti deferenti risultano bilateralmente dilatati sia nel tratto intra che extra addominale (Fig 5.2), mentre in 1 soggetto risulta dilatato solo il tratto extra addominale dx. (Fig5.3).

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Fig 5.2 soggetto n°1, dotto deferente dx, dilatato con contenuto anecogeno, tratto intra-addominale

Fig 5.3 soggetto n° 8, dotto deferente dx, dilatato con contenuto anecogeno, tratto extra-addominale

In tutto il gruppo di controllo il contenuto dei dotti deferenti risultava anecogeno, le pareti erano nella norma per spessore e stratigrafia e non mostravano alcuna alterazione nella dimensione del lume. (Fig 5.4)

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CAPITOLO 6

DISCUSSIONE

L’esame ecografico dei dotti deferenti è un accertamento a scopo diagnostico in quanto è in grado di studiare la morfologia ed eventuali alterazioni.

L’ecografia convenzionale è diventata sempre più importante nella diagnosi dei disordini dell’apparato riproduttore maschile del cane; essa rappresenta una metodica diagnostica semplice, con un basso costo, di rapida esecuzione e non invasiva; è indolore e perciò ben tollerata dagli animali. Inoltre, essendo completamente priva di rischi e complicanze, può essere ripetuta frequentemente, risultando estremamente utile per la valutazione dell’evoluzione di un’eventuale patologia.

L’esame ecografico dei dotti deferenti è stato eseguito in tutti i 20 soggetti senza dover ricorrere a nessun mezzo di contenimento farmacologico; questo ha permesso di limitare al minimo i fattori che potessero influenzare lo studio, rendendolo il più possibile ripetibile. In questo modo, inoltre, è stato possibile confrontare i risultati ottenuti con quelli riportati in anatomia.

Il tempo impiegato per l’esecuzione dell’esame ecografico convenzionale (B-mode) dell’apparato riproduttore è stato di circa 15-20 minuti per ogni cane.

Tuttavia, nel nostro studio, la valutazione ecografica dei dotti deferenti con la modalità convenzionale si è rivelata estremamente difficoltosa in quasi tutti gli animali poiché necessita dell’immobilità del soggetto durante l’acquisizione dell’immagine e, considerato anche il ridotto calibro dei dotti deferenti ha richiesto un tempo maggiore soprattutto negli animali poco collaborativi.

La maggior parte degli studi presenti in letteratura umana riporta misurazioni eseguite sia nel tratto extra-addominale che intra-addominale13. Nel nostro caso non sempre

sono state effettuate per diversi motivi.

Il primo, come detto in precedenza, perché non sempre questi dotti sono stati visualizzati, anche a causa del loro ridotto calibro e, qualora visualizzati, lo erano spesso per piccoli tratti che ne rendevano difficile la valutazione per esteso.

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Inoltre, per ricavare delle immagini che rappresentassero correttamente il dotto era necessaria la completa immobilità e collaborazione del paziente, non sempre facile da ottenere.

Dei 20 casi valutati, 10 presentavano dotti deferenti bilateralmente nella norma e sono stati utilizzati come gruppo di controllo. Le dimensioni dei dotti misurate dall’immagine ecografica sono risultate in accordo con i range di riferimento descritti in anatomia veterinaria1.

Al contrario, dal confronto dei valori ottenuti tra dotti deferenti nei soggetti sani e dotti deferenti nei soggetti patologici, sono state osservate differenze significative anche se Il valore da noi ottenuto dei dotti deferenti nel gruppo dei patologici rimane entro i limiti superiori o li superano di poco.

In tutti i soggetti sani i dotti deferenti apparivano ai limiti inferiori ed è stato possibile osservarli nel tratto extra-addominale, non sempre o a piccoli tratti nel tragitto intraddominale. Il contenuto del lume risultava sempre anecogeno, se non visualizzato per le dimensioni ridotte (< 1 mm).

Nella popolazione dei patologici i dotti deferenti erano sempre evidenti, il lume risultava sempre visibile. Tuttavia, anche in questa popolazione è risultato maggiormente evidente il tratto extra addominale, ma, rispetto al gruppo di controllo, è stato possibile studiare in quasi tutti i casi anche il tratto intra-addominale. Il contenuto è sempre stato esaminato proprio per la dilatazione del lume rispetto al gruppo di controllo ed è risultato anecogeno in 9 soggetti su 10.

Dai i valori ottenuti dalla tab 3, osserviamo un valore superiore ( sn: 2,6 mm – dx: 2,8 mm ) nel tratto intra-addominale dx e sn rispetto al tratto extra-addominale dx e sn mentre tra il dotto destro e sinistro non ci sono differenze significative.

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CAPITOLO 7

CONCLUSIONI

In conclusione è stato possibile osservare che, tutti i cani con dilatazione del lume dei dotti deferenti erano affetti da patologie a carico dell’apparato riproduttore, mentre, nella popolazione dei soggetti sani, i dotti deferenti risultavano nella norma e i soggetti non erano affetti da nessuna patologia a carico dell’apparato genitale. Questo sembra essere in accordo sia in medicina umana, in cui si valutavano ecograficamente i dotti deferenti e le loro alterazioni11 sia in medicina veterinaria, in cui si osservava un

alterazione dei dotti deferenti dovuta ad un loro coinvolgimento per la presenza di un carcinoma a cellule di transizione (TCC) a livello vescicale13. Nel nostro studio invece, la

popolazione dei soggetti patologici presentava alterazioni a livello prostatico non di origine neoplastica.

Potrebbe essere utile proseguire lo studio selezionando una singola patologia dell’apparato riproduttore ex ipb (ipertrofia prostatica benigna) e osservare come il dotto deferente si presenta.

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