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METODOLOGIA DI RICERCA

4.4 Descrizione del campione

Nel corso dell’indagine svolta presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia sono state raccolte 1471 risposte, di cui 1173 complete. Il campione preso in considerazione per l’analisi è costituito quindi da 1173 giovani, tra cui 890 femmine e 283 maschi. L’87,7% degli intervistati è al di sotto dei 26 anni, il 12,3% è compreso tra i 26 e i 34. La quasi totalità dei rispondenti (97,2%) era iscritta all’università al momento della compilazione del questionario (solo 33 non iscritti), di cui 715 ad un corso di laurea triennale, 333 alla specialistica e i restanti 92 ad una triennale o ad una specialistica ma fuori corso.

Nel 36,1% dei casi il corso di studio scelto dai rispondenti appartiene all’ambito delle scienze economiche e statistiche, nel 26,9% alle scienze umanistiche e sociali, nel 6,3% a matematica, fisica e scienze naturali, nel 30,7% a lingue.

Il 96,1% dei partecipanti all’indagine è di nazionalità italiana e tra questi il 90,3% proviene da una regione del Nord (il 71,6% dal Veneto). Il 23,4% proviene inoltre da una famiglia di classe occupazionale che abbiamo denominato “superiore”, il 49% da una impiegatizia, il 13,8% da una autonoma, il 12,1% operaia, l’1,6% ha invece entrambi i

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genitori o non occupati o non abili al lavoro. Per calcolare la classe di appartenenza, sono stati considerati il lavoro del padre e della madre dell’intervistato e tra questi è stato assunto come indicatore il più alto tra i due. La suddivisione delle diverse classi occupazionali è stata costruita facendo riferimento a quella utilizzata in genere dallo IARD. La classe superiore ricomprende dirigenti, imprenditori, liberi professionisti iscritti ad un albo; quella impiegatizia, quadri e funzionari direttivi, insegnanti (ad eccezione di quelli universitari che sono ricompresi tra i dirigenti), impiegati di concetto ed esecutivi; la classe impiegatizia fa riferimento ad artigiani, commercianti, lavoratori autonomi non iscritti ad un albo, coltivatori diretti, coadiuvanti familiari; quella operaia alle diverse categorie di operai e i soci di cooperativa. Infine, la categoria dei non occupati ricomprende le persone non abili al lavoro e i non occupati. Dopo essere stata calcolata la classe occupazionale per entrambi i genitori, quella del nucleo familiare coincide con la maggiore tra le due.

Il 45,8% dei giovani intervistati dichiara di avere una fede religiosa, il 34,3% di non essere credente, il 19,9% preferisce non rispondere. La quasi totalità dei credenti è di fede cristiana (94,8%) e il 35,6% è praticante (frequenta i riti religiosi almeno una volta alla settimana), mentre il 64,4% crede ma non è osservante. Il 33% degli intervistati è inoltre impegnato in attività di volontariato, in particolare in circoli giovanili e per il tempo libero (9,2%).

All’interno del campione italiano, si è scelto poi di isolare il gruppo di studenti di materie economiche per studiarne i comportamenti e gli atteggiamenti rispetto a quelli degli iscritti alle altre tipologie di corsi di laurea. Il campione di scienze economiche è costituito da un totale di 423 studenti, di cui il 67,4% da femmine e il restante 32,6% da maschi. Come nel campione generale, l’87,7% ha meno di 26 anni e il 12,3% ha un’età compresa tra i 26 e i 34 anni. Anche in questo caso, la quasi totalità degli intervistati era iscritta ad un corso di laurea al momento della compilazione del questionario (98,3%), di cui il 57,2% ad un corso di laurea triennale, il 35,1% ad un corso di laurea magistrale, il restante 7,7% ad un corso triennale o magistrale ma fuori corso. Il 94,8% degli studenti di economia è di nazionalità italiana e il 95% proviene dal Nord Italia. Il 25,1% proviene da una famiglia di classe sociale superiore, il 44,9% da una impiegatizia (percentuale inferiore rispetto al 51,3% delle altre discipline), il 12,3% da una operaia, il 16,3% da una autonoma. Gli studenti di economia sembrano essere anche più religiosi rispetto a quelli

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di altre discipline (il 54,1%, contro il 41,1%, dichiara di avere una fede religiosa), anche in questo caso quasi esclusivamente cristiana (96,5%). Il 38,4% di chi crede è inoltre praticante e frequenta le funzioni religiose almeno una volta alla settimana. Il 31,7% è impegnato in attività di volontariato.

Il campione inglese, per difficoltà legate al reperimento degli intervistati non avendo contatti diretti con persone operanti all’interno dell’università di Bristol, risulta essere molto esiguo rispetto a quello italiano. È infatti composto da 140 intervistati, di cui 90 femmine e 50 maschi. Pur non essendo il campione rappresentativo della popolazione di riferimento, le risposte sono state comunque considerate interessanti e prese in considerazione ai fini dell’analisi senza pretese di generalizzazione, ma solo a scopo esplorativo.

Il 90% degli studenti inglesi intervistati ha meno di 26 anni e il 91,4% frequentava l’università al momento della compilazione del questionario. Il campione considerato è troppo piccolo per poter effettuare una qualche valutazione basata sul tipo di corso di laurea frequentato e sarà quindi analizzato solo il campione generale, comprensivo dei diversi indirizzi di studio. L’85% degli intervistati è di nazionalità britannica. Il 31,4% proviene da una famiglia di classe sociale superiore, il 49,3% da una impiegatizia, il 10% da una autonoma, il 7,9% da una operaia, l’1,4% ha entrambi i genitori non occupati. Il 62,9% dichiara di non avere una fede religiosa, il 10,7% preferisce non rispondere e il 26,4% afferma di credere. Questi ultimi sono per la maggior parte di fede cristiana. Il 47,9% degli intervistati partecipa inoltre ad attività di volontariato.

4.4.1 Ponderazione del campione

Il campione italiano emerso dall’indagine risulta essere parzialmente sproporzionato nella suddivisione di genere, rispetto a quella effettiva della popolazione di riferimento. In base ai dati forniti dalla stessa Università Ca’ Foscari, il 64,5% degli iscritti per l’anno 2014/2015 è costituito da femmine, il 35,5% da maschi. La popolazione stessa risulta quindi già di per sé sbilanciata per genere, ma nel campione utilizzato per l’analisi la sproporzione risultava essere ancora più ampia.

La percentuale di femmine, tra le persone che hanno compilato il questionario, è infatti pari al 79,5%, mentre quella dei maschi al 24,1%, come illustrato nella Tabella 1.

122 Tabella 1. Ponderazione del campione.

Rispondenti Iscritti % rispondenti % iscritti Coefficiente

Maschi 283 6922 24,1 35,5 1,47

Femmine 890 12558 75,9 64,5 0,85

Totale 1173 19480 100 100

Fonte: nostra elaborazione.

Essendoci delle differenze a volte significative nelle risposte fornite da maschi e femmine, come vedremo nel corso del prossimo paragrafo, per elaborare delle statistiche di sintesi dell’intera popolazione si è deciso di calcolare degli indici che permettessero di riequilibrare la situazione, per renderla il più possibile simile a quella della popolazione reale di riferimento, costituita dall’insieme degli studenti dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

I coefficienti per la ponderazione sono stati calcolati dividendo la percentuale degli iscritti per genere per la corrispondente percentuale di rispondenti.

Da qui in avanti, i risultati che fanno riferimento alle risposte dell’intera popolazione sono quindi dei risultati pesati in base ai coefficienti sopra calcolati. Nel caso dei dati che fanno riferimento alla comparazione tra economia e gli altri corsi di studi, i coefficienti sono stati calcolati facendo riferimento alla distribuzione per genere e per corso di laurea.

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CAPITOLO 5