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2.5 Valutazione delle maggiori opportunità di business nel settore gas in Italia

2.5.1 Lo sfruttamento dello shale gas

2.5.1.1 Descrizione generale dello shale gas

Lo shale gas o gas di scisto, è un gas metano estratto da giacimenti non convenzionali in argille, parzialmente diagenizzate, derivante dalla scomposizione anaerobica di materiale organico contenuto in argille durante la diagenesi. Il tipo di roccia, come dice il nome stesso, da cui si ricava questo gas sono gli scisti. Nella moderna petrografia lo scisto indica una roccia metamorfica a grana medio-grossa caratterizzata da una struttura scistosa abbastanza marcata. In altre parole questo tipo di roccia facilmente si sfalda secondo piani paralleli in lastre molto sottili. Lo scisto è il risultato della trasformazione d’argilla sottoposta ad alte pressioni e temperature, nelle quali i cristalli micacei si ordinano in una direzione precisa creando delle falde, dette piani di scistosità.

Il gas non convenzionale è quindi un gas naturale che si trova in giacimenti che sono stati definiti non convenzionali, perché a differenza di quelli convenzionali, non sono guidati dalla spinta di galleggiamento. La particolarità di questo gas, quindi, non è la composizione chimica, ma la localizzazione geologica.

Attualmente ci sono quattro tipi di giacimenti non convenzionali obiettivo d’esplorazione commerciale per il gas naturale e per la sua produzione industriale, che sono:

! Coalbed methane: Gas metano associato ai bacini di carbone dentro ai quali è stato assorbito. Da sempre ha rappresentato un pericolo nelle miniera perché combinato con l’aria dà origine al grisu. In genere si trova a profondità modesta.

! Shale gas: Gas contenuto in strati profondi di rocce argillose o gas da scisti bituminosi. La scarsa permeabilità di queste rocce intrappola il gas e permette lo sfruttamento solo se non si utilizzano particolare tecniche estrattive come il fracking e la trivellazione orizzontale.

! Methane hydrates: Metano all’interno di reticoli cristallini, nel permafrost (terreno artico perennemente ghiacciato) o sui fondati oceanici. Questo terzo tipo è l’unico a non essere ancora oggetto di sfruttamento, ma solo di ricerca.

! Tight gas: Contenuto in giacimento di sabbie compatte e/o formazioni arenarie, di quarzo, di scarsa permeabilità. Si tratta di rocce particolarmente impermeabili e poco porose. Anche in questo caso risulta necessario il fracking.

Figura 2.1: Schema geologico delle risorse di gas. Fonte: IEA

Lo sfruttamento delle riserve di gas non convenzionale permetterebbe ad alcune nazioni di raggiungere l’indipendenza energetica, riducendo o eliminando le importazioni e diventando addirittura esportatori di idrocarburi. Alcuni paesi quindi, come la Russia, potrebbero perdere il proprio ruolo di supplier energetici. Per Mosca quindi, la shale gas revolution rappresenta una minaccia dal momento che possiedono i più grandi giacimenti di gas convenzionale al mondo e sono i principali esportatori.

Gli Stati Uniti grazie allo shale gas potranno presto raggiungere l’indipendenza energetica (si stima intorno al 2020). Nel 2000, infatti, la percentuale di shale gas estratto era del 2% mentre alla fine del 2012 è salita al 40% e ci si aspetta un rialzo fino al 71% nel 2035. Il Presidente degli Stati Uniti inoltre ha autorizzato anche l’esportazione del gas all’estero, in particolare in Asia. Un eventuale sviluppo in Cina e in Europa del gas non convenzionale potrebbe comportare una contrazione delle importazioni, con pesanti ripercussioni per la Russia. Il Canada riuscirà anch’esso ad esportare mentre il Messico nonostante la propria produzione di shale, importerà risorse non convenzionali fino al 56% delle esportazioni statunitensi stimate. Per quanto riguarda l’Europa il Consiglio Europeo, la Commissione e il Parlamento hanno accolto in via ufficiale il gas non convenzionale inserendolo nella Strategia Europea 2020 e nella tabella di marcia per il 2050. Attualmente, però, solo la Polonia e l’Ucraina, prima e terza in Europa per riserve, sono impegnate nello sviluppo dello shale gas.

Queste beneficiano infatti della Global Shale Gas Initiative promossa dagli Stati Uniti per favorire lo sviluppo tecnologico e know how attraverso il coinvolgimento delle compagnie

energetiche. La Polonia ha già pianificato 125 perforazioni e 50 prospezioni, anche perché, essendo fortemente dipendente dalle forniture russe, interpreta tutto ciò come un’opportunità più che come un rischio. In Francia, il 30 giugno 2011, il Senato e il Parlamento hanno sia ritirato le licenze di prospezione ad alcune aziende, sia vietato l’uso del fracking per l’estrazione del gas di scisto, nonostante sia la seconda in Europa per riserve. Germania e Regno Unito vogliono regolamentare le attività di estrazione. Il Regno Unito, dopo un incidente sismico a Blackpool, ha deciso di rallentare le trivellazioni in suolo inglese ma investe in altri stati anche extraeuropei.

La Cina è il primo paese al mondo per riserve di shale gas, quindi la produzione le consentirebbe di ridurre la propria dipendenza estera. Infatti se il gas non convenzionale decollerà, coprirà circa l’80% della sua domanda prevista, ed innalzerebbe il tasso di rilevanza nel paniere energetico dal 4% attuale al 13% nel 2035. Sebbene anche in India siano stimate significative risorse di shale gas, solo il 20% è giudicato accessibile. In Indonesia la produzione di shale e coalbed methane potrebbe rafforzare la sua posizione di esportatore. Anche l’Australia è ricca di giacimenti è potrebbe decidere di esportare parte della produzione.

Figura 2.2: Divisione per tipo di gas non convenzionale delle riserve nel mondo. Fonte: IEA

Il mercato del gas ha una struttura complessa con sotto mercati regionali che vanno a ritmi diversi con indici di prezzo diversi. Quindi sebbene non si possa sapere cosa succederà esattamente al prezzo del gas in futuro, si modificheranno sicuramente gli equilibri attuali.