La presente relazione tecnica concerne il progetto e le verifiche statiche delle strutture e dei particolari esecutivi atti all’intervento di recupero strutturale di immobili facenti parte del Monastero della Stella, sito nel comune di Spoleto in Provincia di Perugia.
Coordinate WGS84: latitudine: 42°,739596 – longitudine: 12°,738064 Coordinate ED 50: latitudine: 42°,740394 – longitudine: 12°,739381
Il complesso del Monastero della Stella fa parte di un vasto aggregato urbano che comprende anche l'area dell’Anfiteatro Romano e dell’ex Monastero del Palazzo (denominato anche ex Caserma Minervio) ed è ubicato all’interno della cinta delle mura urbiche costruite alla fine del XIII° secolo.
Il Monastero della Stella fu costruito nel 1254, da parte dell’ordine monastico delle suore Agostiniane, per accogliere i poveri e i pellegrini, anche i neonati “esposti”. Nel corso dei secoli a partire dal XV° secolo l’impianto originale fu oggetto di sostruzioni ed ampliamenti.
Nel 1700 è stata costruita la chiesa dei SS Stefano e Tomasso, con la ridefinizione degli spazi e ampliamenti.
Negli anni immediatamente successivi alla costituzione dello Stato unitario italiano una parte di enorme rilievo del suo patrimonio artistico fu investita dal decisivo evento della soppressione delle corporazioni religiose. Per valore, storia, committenza e diffusione sul territorio, il loro patrimonio rappresentava e rappresenta parte rilevante della ricchezza artistica dell’intero territorio nazionale.
Si trattò di un momento cruciale per la storia della gestione del patrimonio culturale che impegnò in modo incisivo le nuove strutture dello Stato ad essa preposte in un’articolata attività di conoscenza e tutela.
Il decreto Pepoli del dicembre 1860 estendeva ai territori annessi allo stato unitario la legge Cavour- Rattazzi, che sopprimeva tutti gli enti ecclesiastici che «non attendevano alla predicazione, all’educazione o all’assistenza degli infermi», prevedendo la gestione dei loro beni da parte della “Cassa ecclesiastica”, ente autonomo appositamente istituito.
Il complesso fu destinato a scopi militari. Nel 1863 iniziarono i lavori di trasformazione degli edifici per la loro trasformazione in un collegio per i figli dei militari. A lavori ormai completati i locali sia del Monastero della Stella sia del Monastero del Palazzo, fu abbandonata l’idea del collegio militare, per essere utilizzato come caserma dal Regio Esercito Italiano.
Negli anni successivi il sito venne pesantemente manomesso per adattarlo alle varie destinazioni d’uso da caserma a foresteria ad alloggi per le famiglie dei militari.
In anni recenti il sito ha perduto funzionalità e importanza strategica per le forze armate ed è stato dismesso, attualmente è completamente abbandonato ed in uno stato di degrado strutturale avanzato con crolli diffusi. L’immobile è vincolato, il decreto di vincolo da parte del Ministero dei beni culturali è stato apposto recentemente in data 12/07/2018. La porzione oggetto della progettazione strutturale per un suo miglioramento sismico fa parte di un più vasto aggregato di edifici che nel corso dei secoli ha dato origine a complessi strutturali diversi dagli originali, risultando una genesi articolata e non unitaria dovuta a molteplici fattori, come la sequenza costruttiva, il cambio di materiali, le mutate esigenze della proprietà.
L’Ufficio Tecnico Comunale di Spoleto, definendo la porzione di aggregato da sottoporre a finanziamento regionale, ha individuando le unità minime di intervento, che sono riportate nella planimetria allegata.
La Sovrintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria ha richiesto una ulteriore valutazione della definizione e perimetrazione dell’unità minima oggetto dell’intervento, considerando tutto l’aggregato.
Utilizzando la documentazione conoscitiva molto accurata del progetto preliminare, sono stati effettuati sopralluoghi e, ove si riteneva necessario, ulteriori approfondimenti.
Da questa analisi dell’aggregato è emerso che la porzione di intervento, individuata dall’Amministrazione Comunale e oggetto di finanziamento da parte della Regione Umbria per la riparazione dei danni e miglioramento sismico, sono in realtà due unità minime di intervento connesse ortogonalmente ed ogni singola unità è costituita da più unità strutturali.
La prima unità minima di intervento è costituita da quattro unità strutturali
• la prima di dimensioni 7.70 x 15.00 che si sviluppa su tre piani con altezza in gronda pari a 12.72 m, che si affaccia sul primo chiostro, probabilmente la sua costruzione con successiva elevazione è databile tra il XV° e XVI° secolo e dove si rilevano le trasformazioni tipo-morfologiche e d’uso più rilevanti effettuate nel periodo militare;
• la seconda parallela alla prima ha dimensioni 3x25,4, terminava con un’appendice demolita alla fine del XIX secolo. Originariamente doveva costituire l’ingresso al monastero ed è caratterizzata da una copertura voltata a botte e l’epoca di costruzione è posta tra XV° e XVI°;
• la terza parallela ma posta in contiguità con la seconda unità strutturale e l’attuale portico di ingresso ed databile fine XVIII° secolo, caratterizzata al piano primo da un sistema voltato a crociera, ha dimensioni 3x17.00;
• la quarta unità è il prolungamento delle precedenti, costruita probabilmente in due fasi successive nel periodo di proprietà dei militari, ha dimensioni 4x12 m;
La seconda unità minima di intervento è posta ortogonalmente alla prima, ha dimensioni 24x 12.70 su due livelli con altezza all’intradosso pari a 10.95 m., con una superficie a terra complessiva di circa 500 mq.
Risulta fortemente rimaneggiata: sono state ridefinite tutte le aperture nelle facciate sia quelle che si affacciano sul porticato sia quelle sul versante di via dell’Anfiteatro, dove venne realizzato l’accesso principale.
L’introduzione del nuovo accesso ha comportato la realizzazione di una scala, che permettesse i collegamenti in verticale: da quota +1.96 piano del piazzale a quota +000 piano terra dell’edificio e a quota +5.10 del primo piano. La realizzazione della scala ha comportato la demolizione di un arco a tutto sesto del piano terra con l’introduzione di una nuova muratura portante.
Gli edifici oggetto di intervento, analogamente a quanto risulta per l'intero complesso, hanno murature realizzate in pietrame o miste a mattoni, orizzontamenti in struttura lignea, ad eccezione di un quantitativo minimo in latero-cemento ed in parte voltati, mentre le coperture sono costituite da strutture portanti lignee, con pianellato e sovrastante manto di coppi.
L’immobile si trova in uno stato di danneggiamento diffuso e crolli diffusi di coperture e solai intermedi.
La connessione con la successiva unità minima di intervento è un muro in comune per i soli due piani.
Le fase di indagine e di diagnostica, come già accennato, per determinare il livello di conoscenza ed essere funzionale alla successiva fase di analisi strutturale, è stata spinta fino ad un livello di conoscenza LC2, così come previsto dal bando di gara per il progetto di miglioramento sismico del complesso.