E’ stato introdotto un nuovo corpo scala con ascensore funzionale alla futura destinazione espositiva per permette l’accesso ai vari piani in una soluzione di continuità, ivi incluso il terzo livello, ad oggi non raggiungibile se non dall’altra ala del complesso. Con la realizzazione del corpo scala non solo si rendono indipendenti i due corpi di fabbrica oggetto dell’intervento dall’intero complesso, ma soprattutto si rendono accessibili tutti i piani a soggetti diversamente abili.
La scala è stata posizionata in un vano prospicente Via dell’Anfiteatro e baricentrico rispetto alla quasi emi-simmetria delle due maniche. Nello sviluppo in verticale del vano che ospita la scala presenta solo solaio con travi a sezioni variabile in cca e di recente costruzione (1960), che non presenta alcun pregio storico e pertanto verrà demolito.
Il posizionamento della scala è stata attentamente ponderata, analizzando tutti gli elementi architettonici e strutturali relativi alla facciata laterale, nonché la storicizzazione delle aperture esistenti e di quelle ritamponate in tempi recenti.
L’intervento del nuovo vano scala che permette anche il superamento delle barriere architettoniche consiste in una nuova scala in acciaio, con l’inserimento in parte della struttura portante in acciaio della scala all’interno
dello spessore della muratura al fine di contenere l’ingombro fisico e visivo degli stessi elementi strutturali e con rampe che permettono di raccordare i livelli dei vari ambienti mantenendo le aperture interne esistenti.
Esternamente per superare un dislivello di circa 1.40 m viene realizzata una rampa per disabili in cca, i cui muri servono anche per il contenimento del terreno e quindi l’organizzazione dei livelli della corte esterna.
Inoltre la parete perimetrale esterna del vano scala verrà completamente rifatta, infatti è pressochè impossibile consolidarla, sia per lo stato di degrado raggiunto sia per le manomissioni operate nel tempo per adeguarle alle diverse utilizzazioni, presentando materiali non omogenei e disgiunti tra loro.
Gli interventi proposti di consolidamento statico e di miglioramento della risposta sismica, sono stati individuati come diretta conseguenza dell’ampia e accurata fase di conoscenza e diagnosi strutturale effettuate; in altre parole essi rispondono ad una vulnerabilità accertata e riconosciuta da indagini locali, piuttosto che derivati dall’applicazione di schemi o tipologie asetticamente prelevati da codici di pratica o manuali del consolidamento.
I solai, che confinano gli ambienti che si presuppone che ospiteranno impianti tecnologici e servizi igienico sanitari sono stati progettati con travi in acciaio e lamiera con soletta collaborante, poiché le eventuali aperture per il passaggio di impianti possano essere facilitati e facilmente cerchiati.
I profilati in acciaio sono presenti sul mercato di varie forme e dimensioni, riuscendo così a coniugare resistenza a forti carichi con dimensioni contenute delle sezioni. Prerogativa questa necessaria per la realizzazione del solaio di copertura della sala dell’affresco. Attualmente il solaio è costituito con travi e cassettonato in legno e non è praticabile. La luce del solaio è notevole circa 7 metri e risulta impossibile mantenere la stessa tipologia di solaio, dovendolo rendere praticabile per ambienti espositivi. L’utilizzo di travi in acciaio intradossate, rivestite in legno e delle stesse dimensioni di quelle lignee attuali, permette sia la riproposizione del cassettonato esistente, opportunamente restaurato, sia l’utilizzo del solaio per spazi espositivi. Gli altri solai saranno realizzati con travi e tavolati in legno ove possibile recuperando i tavolati esistenti. In particolar modo verranno riproposte sia le essenze che le dimensioni dei tavolati esistenti.
Inoltre verrà posto in atto l’accorgimento di utilizzare profilati in acciaio per le cordolature di piano e in sommità risolvendo alcuni problemi legati strettamente alle difficoltà di cantierizzazione quali la movimentazione all’interno dell’edificio e l’utilizzo di collegamento a secco con inghisature mediante perfori con resine.
In linea con il capitolo 6 delle Linee Guida del Ministero dei beni Culturali gli interventi sull’immobile previsti nel progetto definitivo sono volti a ridurre la vulnerabilità sismica e sono stati valutati “..nel quadro generale della conservazione della costruzione. La scelta della strategia e della tecnica d’intervento, nonché l’urgenza di attuarlo, dipendono dai risultati delle precedente fase di valutazione. L’obiettivo principale resta sempre la conservazione non solo della materia ma anche del funzionamento strutturale accertato, qualora questo non presenti carenze tali da poter comportare la perdita del bene...”
La strategia di intervento scelta dipende dai risultati dallo studio della vulnerabilità sismica del fabbricato, come evidenziato nell’elaborato “Relazione di calcolo LV1- Allegato A”, e dalla difficoltà di cantierizzazione delle diverse fasi lavorative.
Dall’analisi emerge con chiarezza indifettibile la necessità di introdurre:
- pareti di taglio - il miglioramento delle caratteristiche meccaniche della muratura - la realizzazione di efficaci ammorsature della stessa - il rifacimento dei solai di piano con cordolature .
In copertura si è provveduto alla sostituzione delle capriate e delle travi in legno ancora presenti (al § 7.2 della Relazione generale di calcolo è spiegato il motivo dell’impossibilità di riutilizzare quelle esistenti), mantenendo comunque la tipologia e configurazione geometrica della copertura in legno (punto 6.3.5).
Cronologicamente il rifacimento della copertura, con il relativo cordolo di ripartizione in acciaio, è una delle prime fasi previste, in quanto le capriate o travi dovranno costituire un vincolo sommitale per i paramenti murari perimetrali, riducendone la snellezza.
Inoltre le strutture lignee saranno sovradimensionate, rispetto alle verifiche di resistenza ai SLV, poiché dovranno avere resistenza al fuoco R 60.
La “camorcanna” della copertura del patio verrà consolidata e restaurata, le parti mancanti e ammalorate verranno rifatte con la stessa tecnica costruttiva.
L’incremento della resistenza degli elementi murari verrà perseguita mediante:
• scuci e cuci in corrispondenza delle lesioni presenti;
• ristilatura dei giunti con malta fibrorinforzata; trattandosi nel caso specifico di murature di grosso spessore e paramenti non idoneamente collegati tra loro, tale intervento non è sufficiente da solo a garantire un incremento consistente di resistenza;
• iniezioni di miscele leganti; la miscela da iniettare è costituita da un legante idraulico pozzolanico a basso contenuto di sali e acqua in maniera tale da evitare danni alle murature per la produzione futura di Sali.
Verranno utilizzate barre in carbonio/acciaio inox o in fibra per garantire la durabilità degli elementi inseriti e leganti idraulici pozzolanici come miscela iniettata compatibile con il paramento murario esistente;
• intonaco in calce fibrorinforzato armato con rete in fibra di vetro A.R. sulle due facce della tessitura muraria, utilizzando una matrice inorganica di natura pozzolanica appositamente formulata per utilizzo su sopporti di muratura storica;