12 ANALISI DEI RISULTATI 12.1 Componente proteica
12.7 Determinazione dei polifenol
I polifenoli rappresentano una grande famiglia di molecole organiche naturali diffuse nel regno vegetale. Sono caratterizzate dalla presenza di molteplici gruppi fenolici associati in strutture più o meno complesse. Questi composti sono spesso il prodotto del metabolismo secondario delle piante. I polifenoli si dividono in sottoclassi: acidi fenolici, derivati non flavonoidi e flavonoidi. Gli acidi fenolici sono la categoria più semplice, sono acidi carbossilici aromatici il cui anello è sostituito da gruppi ossidrilici. I derivati non flavonoidi sono generalmente rappresentati da stilbeni, cumarine e lignani. I flavonoidi sono un gruppo molto ampio, hanno una struttura di base formata da tre anelli di cui due aromatici uniti da un anello eterociclico. In base alla struttura dell‟anello eterociclico si suddividono a loro volta in varie sottocategorie (flavoni, flavonoli, flavani, flavanoli, flavanoni, flavanonoli, antocianidine).
Da uno studio condotto in Cina è emerso che i semi di canapa sono ricchi di lignani (Turner et al., 1980; Flores-Sanchez et al., 2008). La famiglia dei lignani dimostra interessanti e diverse attività biologiche, in particolare riduce l‟appetito (Lajide et al.,
60 1995), ha effetto come insetticida (Garcia et al., 2004) e ha attività anti-infiammatoria (Sun et al., 2014). Questo studio ha inoltre riportato che i lignani hanno un ruolo importante contro l‟Alzheimer (Bajda et al., 2011).
Fin dagli anni ‟90, l‟interesse per i composti fenolici presenti negli alimenti vegetali ha mostrato un progressivo aumento. Questo è dovuto soprattutto al crescente numero di studi epidemiologici che hanno dimostrato un‟associazione inversa tra assunzione di alimenti ricchi di polifenoli e incidenza di malattie cardiovascolari, diabete mellito e cancro.
Nella pianta, i polifenoli hanno la funzione di proteggere la pianta stessa dagli attacchi dei parassiti. Nell‟uomo, grazie alla loro struttura chimica, possono chelare gli ioni metallici, possono agire come scavenger dei radicali liberi e inoltre hanno azione protettiva sul sistema cardiovascolare. Studi recenti hanno dimostrato come il loro ruolo in realtà sia più ampio, infatti possono inibire la proliferazione delle cellule tumorali, riducono assorbimento del colesterolo, modulano l‟attività di diversi enzimi, possono essere coinvolti nella regolazione del ciclo cellulare, compromettono l‟apoptosi caspasi- dipendente e sembrano anche in grado di prevenire/ridurre le disfunzioni endoteliali (Grosso e Marra)
I polifenoli sono componenti importanti anche per la determinazione del gusto dell‟olio, soprattutto nell‟olio di oliva e nel vino. La loro degradazione porta a variazioni del gusto (Anapoo “associazione nazionale assaggiatori professionisti olio di oliva”). La concentrazione e tipologia di polifenoli è strettamente legata al tipo di cultivar, al periodo di raccolta, grado di maturazione e tende a decrescere durante la conservazione.
12.7.1 Metodi
La determinazione dei fenoli e dei flavonoidi, nello studio 4, è stata eseguita sull‟estratto alcolico dei semi. Il contenuto totale dei fenoli è stato determinato con il metodo colorimetrico Folin-Ciocalteu (Bonoli et al. 2004). I risultati sono stati espressi come equivalenti dell‟acido gallico (GAEs).
Lo studio 6 ha utilizzato, per questo tipo di analisi, un proprio metodo messo appunto per la determinazione dei biofenoli degli oli di oliva (NGD C89-2010/ COI T20/ Doc. n.
61 29, Determinazione dei biofenoli degli oli di oliva mediante HPLC) che è poi diventato norma NGD e COI. I risultati sono stati espressi come equivalenti dell‟acido cinnamico, utilizzato come standard interno.
12.7.2 Risultati
Dai risultati dello studio 4 si vede che il tipo di cultivar e la localizzazione sono risultate piuttosto significative. Il maggior contenuto di fenoli totali è stato riscontrato nelle coltivazioni di Cavriana. Il contenuto totale dei flavonoidi è stato valutato come “equivalenti del rutin” (REs) e risulta un po‟ limitato. Anche in questo caso il maggior quantitativo è dato dalle coltivazioni di Cavriana. I risultati dimostrano come l‟utilizzo di prodotti di scarto, derivanti dal processo di estrazione, siano una fonte importante di antiossidanti naturali (Da Porto et al., 2015).
Tabella 11 contenuto totale di fenoli espresso in mg GAE /100mg
Treviglio Cavriana
Carmagnola Futura Felina Carmagnola Futura Felina 6.14 ^ 0.57 4.57 ^ 0.39 5.89 ^ 0.55 6.70 ^ 0.65 8.04 ^ 0.72 7.27 ^ 0.55
Tabella 12 contenuto totale di flavonoidi espresso in mg RE /100 mg
Treviglio Cavriana
Carmagnola Futura Felina Carmagnola Futura Felina
7.33 ^ 0.59 5.39 ^ 0.23 10.90 ^ 0.44 9.78 ^ 0.63 9.28 ^ 0.83 7.67 ^ 0.67
Lo studio 6 ha concluso che, dall‟analisi fatta sul campione di olio di canapa, non sono stati individuati, come invece riporta la bibliografia (Turner et al., 1980), la presenza di apigenina, luteolina e dei loto derivati glucosidici. Il contenuto in fenoli nell‟olio di canapa analizzato (1.72mg/Kg) è piuttosto ridotto.
62
13 CONCLUSIONI
La coltivazione della canapa, in Italia, ha avuto un andamento molto variabile. Per decenni è stata la pianta più coltivata in Europa, soprattutto per la sua grande capacità di crescere nelle condizioni più varie. Ad oggi questa coltivazione è stata riscoperta e rivalutata.
Dalla canapa si possono ottenere diversi tipi di prodotti come tessili, alimentari, cosmetici e farmaceutici.
L‟uso di prodotti a basa di canapa è, ancora oggi, visto con una certa diffidenza e questo è dovuto soprattutto all‟associazione canapa e droga. In realtà la legge chiarisce quali varietà possono essere utilizzate e specifica quali concentrazioni di THC devono essere rispettate nella pianta e negli alimenti. In campo alimentare l‟uso di prodotti a base di canapa è quindi sicuro da un punto di vista tossicologico.
La canapa è stata oggetto di numerosi studi che hanno permesso di ampliare notevolmente le nostre conoscenze sia in campo fisiologico che farmacologico. In Italia, come già in molti altri paesi, dal 2013 è stato legalizzato l‟uso della cannabis come medicinale per il dolore cronico.
Nell‟alimentazione la canapa può essere utilizzata in vari modi:
I semi di canapa hanno una composizione, in termini di macronutrienti, molto bilanciata. Le loro proteine rappresentano una ottima alternativa come fonte di proteine di buona qualità, per cui si possono consigliare soprattutto in diete vegetariane e vegane. I semi potrebbero essere utilizzati aggiunti a piatti freddi come insalate, muesli, macedonie.
Dai semi è poi possibile ottenere vari sottoprodotti come farina, olio, latte e formaggio.
La farina di canapa è un alimento bilanciato nella sua composizione. Essendo naturalmente priva di glutine, essa può essere consigliata per persone celiache. La farina si può utilizzare per la preparazione di numerosi alimenti che vanno da pasta, pane, grissini, pizze a prodotti per la prima colazione.
63 L‟olio di canapa rappresenta un‟importante fonte di acidi grassi polinsaturi e in particolar modo dell‟acido Linoleico e dell‟acido alfa-Linolenico, definiti come acidi grassi essenziali. Inoltre l‟olio di semi di canapa ha un rapporto omega 6 omega 3 che si avvicina molto al rapporto ottimale indicato dall‟EFSA. Il consumo di olio di semi di canapa è importante per arrivare a un giusto apporto giornaliero di omega 3.
L‟olio può essere utilizzato sia come condimento di verdure che per primi piatti. Nel caso in cui il sapore non sia di completo gradimento, si può consigliare per condire minestre di verdure o creme di verdure, dove il sapore viene mitigato.
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