Come già trattato nella sezione 2.10, gli smart contracts sono programmi informatici eseguiti senza l’intervento dell’utente; l’esecuzione avviene automaticamente all’in-
terno del sistema, il quale permette anche la verifica della corretta esecuzione di tali
programmi. Gli smart contracts utilizzano la blockchain come infrastruttura sottostante per la loro esecuzione [21]. L’attuale applicazione più diffusa (in termini di utenti attivi giornalmente) degli smart contracts, per quanto riguarda la piattaforma Ethereum, sono
2.13. DExs: mercati decentralizzati 51
I DEXs, abbreviazione di decentralized exchanges, sono un’ulteriore tipologia di smart
contracts, i quali permettono agli utenti di scambiare i sopracitati tokens in modo com-
pletamente non-custodial; ciò significa che tali piattaforme non custodiscono i fondi dei
loro utenti in un singolo wallet o in un server centrale. Invece, gli utenti sono in pos-
sesso dei loro fondi e autorizzano lo smart contract del DEX ad accedere ai loro fondi per effettuare le operazioni di trading. Questo permette di eliminare il rischio, legato alla sicurezza della piattaforma, di custodire gli assets dei clienti in un singolo wallet; i fondi, infatti, vengono scambiati tramite il modello del peer-to-peer.
2.13.1 Mercati con continuous-limit orderbook
I mercati finanziari tradizionali, come il mercato azionario, quello delle commodities,
o anche alcuni exchange di cryptovalute, condividono generalmente un comune e glo-
balmente accettato design per la gestione dell’orderbook: il continuous-limit orderbook.
Tale tipologia di orderbook consiste in una lista di ordini di vendita e di acquisto presen-
ti in un mercato. I potenziali acquirenti inseriscono un limit order, che specifica il prezzo
massimo al quale essi sono disposti ad acquistare un asset; analogalmente i venditori
inseriscono dei limit order di vendita. Dopodiché un autorità centralizzata, in questo
caso gli operatori di mercato, confrontano gli ordini dei venditori e degli acquirenti, eseguendo automaticamente le transazioni dove il prezzo di vendita di uno specifico
ordine è minore del prezzo di acquisto di un ulteriore ordine. Gli ordini vengono quindi
abbinati o inseriti nell’orderbook dall’operatore di mercato, il quale elabora tali ordini
nell’ordine in cui vengono ricevuti. Non appena gli ordini coincidono, vengono eseguiti
e i saldi degli account degli utenti coinvolti nell’operazione vengono modificati.
2.13.2 Tipologie di DEXs orderbook
Anche per alcuni DEXs il design utilizzato per l’orderbook è quello del continuous-
lo smart contract dell’exchange interpreta il ruolo degli operatori di mercato [23]. Una
tipologia più radicale di design per l’orderbook, chiamata automated market maker [24],
bypassa completamente il concetto di orderbook. Questi DExs consistono in uno smart contract che a sua volta detiene una riserva di token e/o ether. Gli orderbooks vengono solitamente mantenuti off-chain. In alcuni design, una delle due controparti seleziona un ordine direttamente dall’orderbook e lo invia allo smart contract con il corrispon-
dente contrordine. Lo smart contract esegue la transazione ed elimina l’ordine presente sull’orderbook; questo approccio viene utilizzato da exchanges come Etherdelta [25] o
alcune applicazioni di 0x [26] (per un analisi più dettagliata, si veda l’Appendice C). Si
considerino due asset, A e B; lo smart contract permette all’utente di scambiare A e B
in qualsiasi momento utilizzando le riserve presenti sulla piattaforma come contropar-
te, ad un tasso prestabilito (deciso, solitamente, tramite un algoritmo pubblicamente visionabile). Se un utente acquista A usando B, il prezzo di A in termini di B offerto dallo smart contract per i trade successivi aumenta. Viceversa, se un utente vende A
per acquistare B, il prezzo diminuisce. In questo modo, le singole parti possono ef-
fettuare degli scambi senza dover trovare una controparte che soddisfi il loro ordine. Di conseguenza, è necessario un arbitraggio costante su questa tipologia di piattafor-
me per poter mantenere i tassi di cambio allineati con i prezzi di mercato. Uniswap
Capitolo 3
Arbitraggio di prezzo tra valute
3.1
Definizione di arbitraggio
L’arbitraggio è generalmente definito come la capitalizzazione di una discrepanza
dei prezzi di uno strumento finanziario, innescata dalla rottura della condizione di
equilibrio del prezzo (equilibrium pricing condition) [27]. Succede spesso che l’arbitrag- gio venga raffigurato come un’operazione completamente senza rischi, in quanto che tutte le variabili decisionali sono conosciute prima ancora che l’operazione avvenga;
ma nella sua applicazione reale, come vedremo nei paragrafi conclusivi di questo capi-
tolo, le operazioni che compongono l’arbitraggio possono includere una componente di
rischio dovuta da fattori esterni alla concezione teorica dell’arbitraggio. Il processo di arbitraggio ristabilisce l’equilibrio correggendo la domanda e l’offerta dello strumento finanziario preso in considerazione. Questo cambiamento di domanda e offerta provoca una variazione del prezzo in modo tale da ristabilire la condizione di equilibrio. Nel
caso particolare del foreign exchange market, il mercato valutario internazionale, l’arbi-
traggio può essere definito come un’operazione simultanea di acquisto e rivendita di
una valuta, con l’intento di generare profitto. Le opportunità profittevoli di arbitrag-
gio sorgono sia nei mercati valutari spot che in quelli forward, entrambi a causa delle
differenze nelle quotazioni delle valute in un mercato finanziario rispetto ad un altro. Risulta quindi doveroso segnalare il fatto che nei mercati finanziari odierni, le opportu-
nità di arbitraggio, come quelle appena descritte, si presentano in modo estremamente
raro. E anche se queste finestre di arbitraggio riescono ad essere individuate, vengono
sfruttate istantaneamente dagli arbitraggisti, fino a farle scomparire del tutto. É, co-
munque, importante approfondire lo studio di queste operazioni in quanto forniscono
il meccanismo in cui l’equilibrio del prezzo è mantenuto tale.