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di Gian Luigi Vaccarino FRANCO MODIGLIANI, Reddito,

interesse, inflazione. Scritti scien-tifici raccolti da Tommaso e Fio-rella Padoa-Schioppa, Einaudi,

T o r i n o 1987, p p . 487, Lit. 42.000.

I saggi di Franco Modigliani han-no contribuito in modo determinan-te, nell'arco di tempo degli ultimi quarant'anni, all'evoluzione della scienza economica dopo Keynes, sia sul piano teorico che su quello prati-co. Teoria, analisi empirica (metrica), problemi di politica econo-mica sono così strettamente intrec-ciati, in lui, da far tornare alla mente la vecchia ammonizione maoista — oggi, per la verità, un po' in disuso tra gli economisti — a non separare la teoria dalla prassi. Questa separa-zione Franco Modigliani non l'ha mai operata: egli ha sempre concepi-to l'elaborazione teorica come pre-messa e supporto indispensabile per le scelte ai politica economica, da radicare a loro volta in una solida analisi empirica. Gli scritti raccolti in questo volume da due suoi colla-boratori italiani (uno dei quali auto-revole esponente della Banca d'Ita-lia) delineano il profilo scientifico at-tuale dell'autore su entrambi i piani, e, in parte, anche la sua evoluzione, con una particolare attenzione (com'è ovvio, per quanto riguarda il lato pratico-empirico) all'Italia, che egli ha lasciato ormai da quasi cin-quantanni per gli Stati Uniti, ma con cui ha continuato a mantenere stretti rapporti, e di cui ha continua-to a seguire attentamente e con pas-sione le vicende economiche. Trat-tandosi di scritti scientifici — come indica opportunamente il sottotito-lo del volume —, privi cioè di ogni intento divulgativo, la lettura è ov-viamente piuttosto impegnativa an-che per chi già possieda qualan-che co-noscenza in campo macroeconomi-co ed emacroeconomi-conometrimacroeconomi-co. Ma chi è vera-mente interessato ai problemi del-l'occupazione, dell'inflazione, del ri-sparmio, della moneta, alla contro-versia tra neoliberisti e interventisti sul ruolo della politica economica, o ai problemi economici del nostro paese, non potrà evitare di affaticarsi su queste pagine.

II volume e suddiviso in tre parti. Nel complesso, le prime due delinea-no un quadro di riferimento teorico che è oggi quello condiviso dalla maggioranza degli economisti (an-che se non da tutti, come vedremo), e che viene insegnato in quasi tutte le università del mondo sugli stessi libri di testo, che si contano agevol-mente sulle dita di una mano; la ter-za parte costituisce un'estensione (ma non una meccanica trasposizio-ne, come immancabilmente avviene nella versione italiana dei testi sum-menzionati) delle prime due al caso italiano.

Dei singoli sviluppi teorici e anali-tici contenuti nelle prime due parti del volume non si può, evidente-mente, dar conto in questa sede. Né si può entrare nel merito delle loro estensioni all'economia italiana, al-cune delle quali sono almeno in par-te già nopar-te per le polemiche e le di-scussioni che hanno suscitato al mo-mento della loro prima apparizione. Qualche commento, invece, può es-sere fatto riguardo all'idea guida che sta alla base di tutta la ricerca di Mo-digliani, e che il volume ha il pregio di mettere in tutta evidenza: si tratta dell'idea di dare una sistemazione complessiva in un quadro unitario ai problemi lasciati insoluti dalla rivo-luzione teorica avviata da Keynes negli anni trenta. Questi problemi erano almeno tre: la teoria del

con-sumo e del risparmio; la teoria del-l'interesse e più in genere l'analisi della domanda e dell'offerta sui mer-cati della moneta e della finanza; la teoria della determinazione dei prez-zi e dei salari. In tutti questi campi — ma soprattutto nei primi due — e all'analisi generale del sistema Modi-gliani si dedica impiegando un dupli-ce criterio: l'ipotesi che i singoli ope-ratori si comportino in modo razio-nale, secondo cioè un principio di massimizzazione; l'applicazione del

metodo dell'equilibrio economico generale tra domanda e offerta nel-l'analisi dei singoli mercati e nella connessione tra le varie parti del si-stema, che conduce ad una interdi-pendenza generale del sistema. L'im-piego di questi due criteri trova però una notevole e necessaria eccezione, almeno nel breve periodo, per quan-to riguarda il comportamenquan-to delle imprese e dei lavoratori nella forma-zione dei prezzi e dei salari. Natural-mente, Modigliani ha delle ottime

ragioni di carattere empirico per ri-correre a questa eccezione: il merca-to del lavoro non è un mercamerca-to come gli altri, e il potere di mercato delle imprese fa sì ch'esse non seguano un rigido principio di massimizzazione nell'utilizzo dei fattori produttivi e nella formazione dei prezzi. Da tut-to ciò segue che il sistema economi-co si muove in modo instabile tra disoccupazione e inflazione, e richie-de una politica economica attiva per essere stabilizzato. Nel caso generale (si veda pag. 61) "la disoccupazione o l'aumento dei prezzi risultano da un'offerta di moneta inadeguata ri-spetto a un dato salario, o eccessiva, che si associa ad una crescita indotta o, più verosimilmente, autonoma

dei salari. Ma questo è molto diffe-rente dal dire, come sostengono i monetaristi, che perciò il comporta-mento dell'offerta di moneta è la

causa dell'instabilità". È vero che

Modigliani ha scritto — forse un po' avventatamente — (pag. 88) che "non esistono sostanziali disaccordi analitici tra i principali teorici mo-netaristi e non momo-netaristi". Questi disaccordi in realtà, esistono, in base a ciò che scrive l'autore stesso, fin tanto che resta una differenza, relati-va ai rapporti di causalità (si vedano le pagg. 98-103) nell'analisi della for-mazione dei prezzi e dei salari.

Nel complesso la sintesi di Modi-gliani ha retto bene sia agli assalti dei monetaristi che di numerosi critici di sinistra, che si sono mossi, soprat-tutto nel nostro paese, prevalente-mente sul piano metodologico, con-trapponendo (in modo metodologi-camente non sostenibile) metodo dell'equilibrio — che sarebbe da ri-fiutarsi — a metodo basato sui nessi causali — da accogliersi. In realtà, è solo da una diversa analisi che può

derivare il rigetto o il superamento della sintesi di Modigliani. E in que-sto senso, come spesso è avvenuto nella storia del pensiero economico, può essere l'autore stesso ad indica-re, più o meno consapevolmente, la strada. Due si direbbero i punti di attacco. Il primo riguarda la forma-zione dei prezzi e dei salari, che tan-te polemiche ha suscitato, e non a caso, nelle sue applicazioni all'eco-nomia italiana. Qui la mancanza di un serio fondamento teorico, basato sulla razionalità di comportamento da parte degli operatori, si fa sentire molto, in quanto regge tutte le con-clusioni non monetariste dell'anali-si. Non a caso è un settore scoperto nella ricerca teorica dell'autore.

L'al-tro riguarda l'analisi integrata dei mercati monetari e finanziari e il lo-ro governo da parte dell'autorità monetaria. In un saggio pubblicato recentemente (purtroppo non com-preso nel volume in esame) Modi-gliani si mostra del tutto consapevo-le dei gravi limiti inerenti al modo in cui è stato fin qui trattato il mercato monetario, e in particolare all'iden-tificazione di controllo monetario con controllo dell'offerta di moneta, che accomuna sia i monetaristi che i keynesiani. Il pieno sviluppo dell'a-nalisi integrata dei mercati monetari e finanziari è probabile che porti lontano dalle secche della primitiva schematizzazione dell'autore secon-do cui l'offerta di moneta è data e sotto il pieno controllo dell'autorità monetaria, e tutti gli aggiustamenti all'equilibrio avvengono dal lato del-la domanda. Tutto ciò, non è il caso di dirlo, porterebbe la teoria ma-croeconomica ancora più lontano di quanto non sia ora dai semplici pre-cetti monetaristi sul controllo rigido dell'offerta di moneta. © r r r Via Lorenteggio, 31/1 20146 MILANO Tel. 02/4225746 Telex 332291 rappresentante esclusiva della PENGUIN per l'Italia presenta i

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