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MATERIALI E METOD

43 Difendere uno o più oggetti (es giocattoli, ciotola

del cibo) che considera suoi

p > m p > g

44 Altro (specificare)

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Figura 1: frequenza della manifestazione del comportamento di urinare in casa in grandi quantità nei cani di taglia piccola, media e grande.

Figura 2: frequenza della manifestazione del comportamento di urinare in casa in piccoli spruzzi nei cani di taglia piccola, media e grande.

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Figura 3: frequenza della manifestazione del comportamento di fare troppe feste al rientro dei proprietari nei cani di taglia piccola, media e grande.

Figura 4: frequenza della manifestazione del comportamento di saltare addosso ad altre persone nei cani di taglia piccola, media e grande.

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Figura 5: frequenza della manifestazione del comportamento di scavare buche nei cani di taglia piccola, media e grande.

Figura 6: frequenza della manifestazione del comportamento di non obbedire ai comandi (seduto, terra, resta, ecc.) nei cani di taglia piccola, media e grande.

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Figura 7: frequenza della manifestazione del comportamento di mordicchiare oggetti nei cani di taglia piccola, media e grande.

Figura 8: frequenza della manifestazione del comportamento di mordicchiare parti del corpo delle persone nei cani di taglia piccola, media e grande.

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Figura 9: frequenza della manifestazione del comportamento di leccare insistentemente la bocca del proprietario nei cani di taglia piccola, media e grande.

Figura 10: frequenza della manifestazione comportamento di leccare insistentemente altre parti del corpo del proprietario nei cani di taglia piccola,

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Figura 11: frequenza della manifestazione del comportamento di inseguire veicoli/biciclette/persone nei cani di taglia piccola, media e grande.

Figura 12: frequenza della manifestazione del comportamento di abbaiare se lasciato solo nei cani di taglia piccola, media e grande.

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Figura 13: frequenza della manifestazione del comportamento di distruggere oggetti se lasciato solo nei cani di taglia piccola, media e grande.

Figura 14: frequenza della manifestazione del comportamento di abbaiare insistentemente (non da solo) nei cani di taglia piccola, media e grande.

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Figura 15: frequenza della manifestazione del comportamento di tirare al guinzaglio nei cani di taglia piccola, media e grande.

Figura 16: frequenza della manifestazione del comportamento di inseguirsi la coda nei cani di taglia piccola, media e grande.

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Figura 17: frequenza della manifestazione del comportamento di mimare l’atto sessuale nei cani di taglia piccola, media e grande.

Figura 18: frequenza della manifestazione del comportamento di correre dietro ai gatti nei cani di taglia piccola, media e grande.

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Figura 19: frequenza della manifestazione del comportamento di abbaiare ad altri cani nei cani di taglia piccola, media e grande.

Figura 20: frequenza della manifestazione del comportamento di tentare di mordere altri cani nei cani di taglia piccola, media e grande.

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Figura 21: frequenza della manifestazione del comportamento di rizzare il pelo quando incontra altri cani nei cani di taglia piccola, media e grande.

Figura 22: frequenza della manifestazione del comportamento di ringhiare contro altri cani nei cani di taglia piccola, media e grande.

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Figura 23: frequenza della manifestazione del comportamento di mostrare paura del veterinario/ambulatorio veterinario nei cani di taglia piccola, media e grande.

Figura 24: frequenza della manifestazione del comportamento di non gradire l’entrata di persone, soprattutto estranei, nei cani di taglia piccola, media e grande.

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Figura 25: frequenza della manifestazione del comportamento di difendere uno o più oggetti (es. Giocattoli, ciotola del cibo) che considera suoi nei cani di taglia

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CAPITOLO IV

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I dati riportati sui questionari dai proprietari dei cani sono stati analizzati ed è emerso che, per quanto concerne i dati relativi agli intervistati, la popolazione dei proprietari risulta non essere del tutto omogenea per il sesso: maggiormente rappresentati sono i soggetti di sesso femminile (65,9%), contro il 34,1% dei soggetti di sesso maschile. Questo è un aspetto importante da considerare, in quanto alcuni studi hanno evidenziato come le donne siano più sensibili degli uomini alle condizioni degli animali (Herzog, 2007), anche se non si osservano differenze fra ragazze e ragazzi nei confronti dei cani (Daly e Morton, 2003). Anche da altri studi (Lore e Eisenberg, 1986; van der Borg et al., 1991; Wickens

et al., 1995), è emerso che il sesso del proprietario influisce sul tipo di rapporto che il

proprietario ha con il proprio cane e di conseguenza sulla sua capacità di comprendere ed interpretare i comportamenti del proprio animale; da questo si evince che coloro che hanno risposto al presente studio potrebbero essere particolarmente attenti al comportamento del proprio cane e quindi particolarmente attendibili nelle risposte fornite. D’altro canto, però, è stato osservato che i cani mostrano un comportamento diverso a seconda della persona che si trovano di fronte, ad esempio un atteggiamento più aggressivo nei confronti degli uomini rispetto alle donne, abbaiando e mantenendo uno sguardo fisso più a lungo (Beaver, 1982; Blackshaw, 1985; Millot, 1994). Se ne deduce che la differenza di sesso fra i partecipanti potrebbe aver comportato una differenza nel comportamento dei cani oggetto della ricerca. Ulteriori studi sono necessari per stabilire la reale importanza di questo fattore nel manifestarsi di problemi comportamentali nel cane.

L’età media degli intervistati è di 36,6 anni; più della metà possiede un diploma di scuola media superiore (63,3%), mentre il 14,4% ha ottenuto la licenza di scuola media inferiore e solo il 17,7% degli intervistati ha conseguito una laurea; il titolo di studio risulta essere abbastanza elevato ed è stato studiato che l’interesse verso gli animali aumenta con l’educazione e diminuisce con l’età (Kellert, 1996), indipendentemente dal sesso di appartenenza (Randler et al, 2007).

Dallo studio risulta che la popolazione canina presa in esame è omogenea per il sesso di appartenenza. Sul totale dei cani di sesso femminile, il 27,5% sono state sterilizzate, mentre dei cani maschi solo una piccola percentuale (5,3%) sono stati sottoposti a intervento di castrazione. Questi dati dimostrano come, ad oggi, gli interventi di ovariectomia/sterilizzazione sui cani femmine siano molto più diffusi rispetto agli interventi di orchiectomia/castrazione sui cani di sesso maschile. Questi interventi sono poco praticati, ma molti non sanno che, oltre ad evitare cucciolate indesiderate, hanno il

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vantaggio di ridurre quei comportamenti sgraditi che, essendo maggiormente influenzati dall’azione degli androgeni, possono essere eliminati con la castrazione (Hart e Hart, 1985), quali il vagabondaggio, la marcatura con l’urina, la monta e l’aggressività verso i conspecifici.

Sono state evidenziate numerose differenze nella manifestazione dei comportamenti indesiderati fra i tre gruppi di cani presi in esame (taglia piccola, media e grande). Molti di questi comportamenti possono essere collegati fra loro e avere una causa comune. I problemi comportamentali associati all’eliminazione in casa sono frequenti e considerati dalla maggior parte dei proprietari come problemi seri (Beaver, 2009). Possono essere suddivisi in defecazione, urinazione e marcatura con l’urina (Houpt, 2009). L’eliminazione inappropriata può essere imputabile a diverse cause (Landsberg et al., 2013; Pageat, 1999, Overall, 2013, Houpt, 2009): può dipendere da alcune patologie che possono insorgere a qualsiasi età ma più frequentemente nei soggetti anziani, mentre nei cani giovani le cause più comuni di eliminazione inappropriata sono da ricercarsi nella gestione insufficiente delle uscite (Yeon et al., 1999), nell’urinazione da sottomissione e nell’eccitazione. Nell’età adulta, infine, l’eliminazione in casa può essere conseguenza di un iperattaccamento al proprietario (Pageat, 1999), ansia da separazione (Yeon et

al.,1999) o da isolamento, di una sindrome di disfunzione cognitiva (Pan, 2013) o essere

legata alla marcatura. Per quest’ultimo comportamento, urinare in casa in piccoli spruzzi, i fattori più rilevanti sembrano essere due: l’aggressività, infatti i cani aggressivi manifestano questo comportamento più frequentemente e i cani che appaiano socialmente dominanti tendono a marcare oggetti socialmente significativi come i letti, le cucce e le tende (Houpt, 2009) e l’ansia. Lo stress sociale può infatti manifestarsi con questo comportamento.

Il comportamento di defecare e di urinare in grande quantità in casa possono essere comportamenti adattativi, anche non voluti, nel caso in cui sia impedito l’accesso all’esterno o comunque le uscite siano insufficienti. Un’altra causa comune è il substrato di preferenza, soprattutto per quel che riguarda la defecazione: molti problemi nascono, infatti, quando il cane si sposta dalla città ad un ambiente rurale o viceversa, in quest’ultimo caso oltre al cambiamento del substrato, possono interferire anche i forti rumori e le vibrazioni a cui il cane non è abituato. Anche un’area troppo piccola o sporca può portare il cane a non defecare nella zona proposta ma eliminare poi al rientro in casa (Houpt, 2009).

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Nella presente ricerca è emerso che i cani di piccola taglia presentano una maggior incidenza di problemi di eliminazione in casa rispetto ai cani di taglia media e grande così come riportano diversi studi (Houpt, 2009; Overall, 2013), sia per quanto riguarda il comportamento di urinare in casa in grandi quantità, sia di urinare in casa in piccoli spruzzi, sia di defecare in casa. Esiste anche una una predilezione di razza (Campbell, 1972) soprattutto riportata per il Beagle e Bischon Frises (Bambenrg e Houpt, 1991- 2001). Possiamo ricercare la causa di tale disturbo in una gestione non corretta del cane di piccola taglia, sotto diversi aspetti, primo fra tutti il fatto che spesso questi cani vengono portati fuori meno frequentemente di quelli di taglia maggiore (Westgarth et al., 2015). I cani di taglia piccola hanno, in realtà, un metabolismo relativamente più veloce rispetto ai cani di taglia grande che, associato alla piccola vescica, fa sì che questi cani avrebbero bisogno, invece, di uscire più frequentemente (Overall, 2013).

L’eliminazione inappropriata può anche essere la conseguenza di un insegnamento insufficiente o sbagliato nell’eliminare fuori casa dovuti a diversi fattori. Overall (2013) ne segnala alcuni: è riportato dalla letteratura che alcune razze (es. Yorkshire terrier) hanno difficoltà ad imparare ad eliminare correttamente così che molti proprietari non si impegnano nell’educazione, anche perché è più facile pulire dopo che un cane di piccola taglia ha sporcato rispetto ad uno di taglia grande e se la quantità di urina non è molta, è possibile non accorgersene, soprattutto se si è asciugata, così che il cane tornerà ad eliminare nel medesimo posto.

Spesso poi i proprietari di cani di piccola taglia non insegnano ai cuccioli nei giusti tempi a eliminare fuori casa preferendo usare giornali o apposite traversine: non avendo accesso ad un’area di eliminazione appropriata ne useranno quindi un’altra e impareranno a preferirla (Overall, 2013). Questi cani quindi, non solo non imparano a eliminare fuori, ma si abituano anche a preferire il substrato proposto dal proprietario rendendo quindi ancora più difficile un insegnamento successivo (Houpt, 2009).

Un’altra possibile causa si basa sull’ipotesi che ai cani di piccola taglia venga offerta un’area per eliminare troppo piccola, proporzionale alla taglia, che li costringerebbe però ad eliminare entro due metri dall’area in cui riposano (Houtp, 2009). Alcuni cani, infine, imparano ad associare l’eliminazione con la fine della passeggiata e quindi tendono a non eliminare per prolungare la passeggiata sporcando poi al rientro in casa (Houtp, 2009). Sarebbe infine interessante valutare il comportamento che questi soggetti hanno durante la passeggiata, perché se mostrano segni di stress sociale, come ansia e paura, potrebbero non riuscire a rilassarsi e a eliminare correttamente fuori ma aspettare, invece, il rientro a

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casa. È possibile anche che questi cani non vogliano volontariamente lasciare il segno del proprio passaggio.

Infine, sembra che i cani segugi abbiamo riportato una difficoltà ad imparare ad eliminare fuori casa perché, durante la passeggiata, si fissano su un odore (Overall 2013); i segugi di cui riferisce Overall sono però di taglia media (es. Beagle) e ciò suggerisce che il livello di motivazione dei proprietari può aumentare con la taglia del cane.

È risultato che i cani di taglia piccola manifestano il comportamento di fare troppe feste al rientro dei proprietari maggiormente rispetto ai cani di taglia media e grande. Secondo Beaver (2009), è un comportamento molto comune per ricercare l’attenzione del proprietario. Il comportamento di saltare addosso è un problema comportamentale frequente, ma di minor entità, tanto minore quanto più il cane è piccolo (Houpt, 2003). Probabilmente deriva dal comportamento dei lupi di leccare la faccia a mo’ di saluto (Vollmer, 1979 e Neilson, 2002). I cuccioli allo svezzamento, infatti, leccano attivamente gli angoli della bocca dei genitori, ma anche degli altri adulti, per stimolarli a rigurgitare il cibo per loro. In tutti i cani, in generale, lo strofinamento degli angoli della bocca induce una reazione di apertura fino allo sbadiglio. Gli individui giovani e subordinati leccano quindi la bocca dei soggetti più vecchi come gesto infantile ritualizzato di saluto festoso. La stessa motivazione può essere ricercata nel desiderio dei cani di leccare la faccia dei proprietari (Gallicchio, 2001). Questo comportamento non è dipendente dall’aver di fatto ricevuto cibo rigurgitato ottenuto in tal modo, cioè non ha bisogno dell’esperienza di rinforzo, essendo appunto un gesto sociale filogenetico ritualizzato: esso è infatti utilizzato anche nei neonati orfani allevati a mano (Fox, 1972). Il saltare addosso può essere quindi interpretato come comportamento di richiesta di attenzioni, che diventa eccessiva nel momento in cui il proprietario la percepisce come tale (Bowen, 2004); anche l’abbaiare insistentemente, così come leccare insistentemente la bocca o altre parti del corpo del proprietario (comportamenti anch’essi risultati maggiormente frequenti nei cani di piccola taglia), potrebbero essere dovuti a una eccessiva richiesta di attenzione. Questi risultati trovano conferma negli studi si Hart e Hart (1985) e Bradshaw e collaboratori (1965) che affermano che i cani di taglia piccola manifestano maggiormente i comportamenti di abbaio eccessivo, eccitabilità, richiesta di attenzione. Il comportamento di leccare insistentemente, però, potrebbe anche sottintendere qualcosa di più serio, come problemi correlati con la gestione, la gerarchia o la separazione (Bowen, 2004). Infine il comportamento di leccare insistentemente può essere inteso anche come un modo, con bassa aggressività, di allontanare le persone. Fare troppe feste al rientro dei proprietari

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potrebbe essere anche indice di uno stato di ansia da separazione (Borchelt e Voith, 1982; Voith, 1985), soprattutto se associato ad altri comportamenti indesiderati come le eliminazioni inappropriate, la distruttività e le vocalizzazioni (Pageat, 1999). Lund e Jorgensen (1999) hanno suggerito una divisione dei comportamenti associati all’ansia da separazione in: comportamento di esplorazione, gioco con oggetti, incluso comportamenti predatori, comportamenti distruttivi e vocalizzazioni. Secondo i loro risultati, questi comportamenti sono dovuti alla frustrazione di legata all’esperienza di essere lasciati soli, non alla disobbedienza o alla noia; il lamento e l’ululato può indicare la presenza di paura. Un alto livello di attività e un abbaio eccessivo probabilmente riflette un livello alto di eccitazione legato alla frustrazione. Inoltre, la frustrazione può causare la disinibizione del gioco e del comportamento predatorio, preceduto da una fase esplorativa, e portare al comportamento distruttivo. Nella presente ricerca diversi comportamenti riconducibile ad ansia da separazione, come abbaiare se lasciato da solo, sono risultati manifestarsi con maggior frequenza nei cani di taglia piccola e media. In uno studio di Soares e collaboratori (2012) risulta che la maggior parte dei proprietari non ritiene che questi comportamenti possano essere conseguenza del proprio atteggiamento nei riguardi del cane. Sembra che l’iperattacamento alla figura di riferimento sia una condizione necessaria per lo sviluppo dell’ansia da separazione (Soares et. al., 2015; Flannigan e Dodman, 2001; McBride et al., 1995) e ed è stato visto che un’elevata proporzione di cani che soffrono di questo disturbo vivono in appartamento (Takeuchi et

al., 2001; Soares et al., 2010). Clark e Boyer (1993) riportano che cani che hanno seguito

un percorso di obbedienza soffrono meno frequentemente di ansia da separazione. Sembra però che non ci sia una prevalenza di questo disturbo in una determinata razza (Pageat, 1999).

Anche mordicchiare parti del corpo delle persone può essere segno di una eccessiva richiesta di attenzioni (Bowen, 2004); questo comportamento è risultato essere maggiormente presente nei cani di taglia piccola e grande. Il fatto che questo comportamento sia risultato frequente anche nei cani di taglia grande potrebbe essere legato alle razze che sono state prese in esame come rappresentanza della taglia grande. Infatti sia i retriever, sia i Boxer sono rinomati per l’utilizzo eccessivo della bocca. Dal presente studio emerge che i cani di taglia piccola obbediscono meno ai comandi rispetto a quelli di taglia media e grande. Si potrebbe ricercare la causa di questo problema nella gestione del cane da parte del proprietario (Lindell, 2004), proprio perché, essendo un cane di taglia piccola, gli vengono concessi determinati comportamenti che poi

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risultano nella non obbedienza anche ai comandi più semplici. Il comportamento dei proprietari è considerato come una possibile causa della manifestazione dei comportamenti indesiderati come una scarsa obbedienza anche da Arhant e collaboratori (2010): nel loro studio riportano che i proprietari di cani di taglia piccola hanno un rapporto più conflittuale con i loro cani e sono poco coinvolti nelle attività di gioco rispetto ai proprietari dei cani di taglia grande, mentre una maggior attenzione nel comportamento e nell’educazione e una maggior frequenza delle attività offerte al cane è correlato a una maggior obbedienza nei cani di piccola taglia. Non sono emerse differenze fra il metodo educativo usato nei cani di taglia grande e quello usato nei cani di piccola taglia, ma i proprietari di quest’ultimi riportano un minor uso delle punizioni; nei cani di entrambe le taglie, l’uso frequente delle punizioni è associato ad un incremento dell’aggressività e dell’eccitabilità, mentre l’uso troppo frequente delle punizioni ha portato ad un aumento dell’ansia e della paura solo nei cani di piccola taglia; i problemi comportamentali potrebbero essere ridotti anche evitando le punizioni che possono rafforzare la paura e l’aggressività da paura (Arhant et al.). Il concetto di posizione

dominante è stato a lungo utilizzato per giustificare l’applicazione di dolore e paura

nell’addestramento del cane, ma sta diventando sempre più evidente che non solo tali metodi sono potenzialmente pericolosi per la persona che li utilizza, ma sono controproducenti in termini di risultati comportamentali e, ovviamente, di benessere del cane (Rooney e Bradshaw, 2014; Lo Schalke et al., 2007; Schilder e van der Borg, 2004). Il comportamento di mimare l’atto sessuale è stato riscontrato più frequentemente nei cani di piccola taglia. Questo comportamento è normale nel cane e non è necessariamente associato alla dominanza o a un comportamento sessuale (Overall, 2013). È presente sia nei maschi, interi e castrati, sia nelle femmine, intere o sterilizzate. A meno che non sia parte di una sequenza in una lite fra cani, nel qual caso è manifestato in maniera molto differente, il mimare l’atto sessuale può riguardare il legame, il desiderio di stare insieme e spesso è usato per richiamare l’attenzione e manipolare la persona; possono esibirlo quando sono felici e particolarmente eccitati e vogliono che la persona interagisca con loro (Overall, 2013). La stessa reazione potrebbe generarsi nel cane troppo ansioso o stressato, che monterebbe oggetti o persone per alleviare la tensione e lo stress accumulato. È questo il caso tipico dei luoghi affollati, dell’introduzione di nuovi animali o bambini, o comunque tutte le situazioni che possono stressare il cane. Il comportamento di monta può essere anche associato ad un disordine compulsivo (Landersberg et al., 2103). Queste spiegazione trovano riscontro nella maggior presenza di questo

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comportamento nei cani di taglia piccola, ai quali sono associati spesso comportamenti di eccessiva richiesta di attenzioni e di stress sociale.

I cani di taglia piccola mostrano più di frequente paura del veterinario/ambulatorio veterinario. Secondo Marcella (1983) tutte le razze possono mostrare aggressività verso i veterinari, e questo perché la paura è per lo più secondaria alle esperienze negative vissute dall’animale in determinate condizioni. È pertanto possibile ipotizzare che le razze che siano predisposte a molti problemi organici, dovendo subire manipolazioni dolorose, sviluppino spesso paura del medico veterinario e/o dell’ambulatorio in cui questo opera. Inoltre i cani piccoli vengono spesso manipolati con minor riguardo rispetto ai cani di taglia grande e questo può portare ad aumentare ulteriormente lo stress e l’ansia.

I cani di taglia piccola mostrano con più frequenza di non gradire l’entrata di persone, soprattutto estranei, nel proprio territorio e tendono a difendere maggiormente gli oggetti (es. giocattoli, ciotola del cibo) che considera propri. L’aggressività territoriale è definita come un comportamento che viene esibito quando un estraneo si avvicina, in assenza di un contesto di minaccia. Può succedere in casa, in macchina ma anche all’aperto: in tutti i casi, l’aggressività si intensifica col decrescere della distanza (Overall, 2013). A differenza dell’aggressività da paura, che si manifesta spesso precocemente, quella territoriale in genere non si palesa prima dei sei mesi di età o anche più tardi, quando il cane ha raggiunto la maturità sociale (Haug, 2008). L’aggressività territoriale è storicamente associata ad alcune razze da guardia come il Pastore Tedesco, il Rottweiler,

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