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olivicoltura marginale non

3. Meccanizzazione e tecnologie produttive: potatura, difesa, raccolta

3.3 La difesa antiparassitaria

La difesa dell’olivo è una pratica che nel corso degli ultimi anni sta assumendo un ruolo sempre più importante in conseguenza del progressivo surriscaldamento termico che sta influenzando i normali cicli biologici dei micro e macro organismi dell’agro- ecosistema oliveto. Il più temibile insetto per l’olivo è senza dubbio la Bactrocera oleae (Gmelin 1790), meglio nota come mosca delle olive, studi recenti hanno messo in evidenza come questo dittero stia gradualmente modificando il proprio ciclo aumentando la presenza durante il corso dell’anno e il numero di generazioni durante il periodo estivo. Questa situazione deve far riflettere sulla possibilità di iniziare a monitorare la presenza dell’insetto anche nei periodi di diapausa e purtroppo anche pensare a degli interventi straordinari nel periodo invernale-primaverile che, da un punto di vista di ecocompatibilità, sarebbero più indicati sia per la ridotta presenza di insetti “ utili ” sia in termini di salubrità per l’assenza delle olive sulla pianta riducendo così ogni rischio di contaminazione del prodotto.

Sul mercato sono presenti molte tipologie di macchinari specifici per la difesa delle colture adottate nei diversi tipi di impianti olivicoli:

 le irroratrici a lancia possibilmente da abbandonare in quanto richiedono elevati volumi di miscela antiparassitaria e sono pericolose per l’operatore;  gli atomizzatori a spalla pesanti e con scarsa autonomia;

 gli atomizzatori con diffusore a “cannone” che dovrebbero sostituire le prime due categorie;

 gli atomizzatori con diffusori laterali orientabili che effettuano trattamenti di precisione e sono adatti a impianti allevati in filari.

Le tecnologie di irrorazione nell’oliveto stanno lentamente incominciando a trovare criteri tecnici e tecnologie di ottimizzazione così come è avvenuto per le altre colture: incide molto la variabilità dell’architettura della pianta e la disposizione delle stesse piante sull’appezzamento. La maggior parte delle aziende utilizza ancora le lance irroranti con elevatissimi volumi di miscela antiparassitaria. In effetti, il notevole sviluppo del volume della chioma, la sua irregolarità e la bassissima densità dovuta alle piccole e rigide foglie, portano a ritenere più adeguato un trattamento di ”bagnatura localizzata” più sulle branche che sulla chioma. Ciò è giustificato anche dal fatto che proprio il primo dei cinque trattamenti effettuati in media in un anno viene fatto a primavera, quando ancora l’umidità può favorire lo sviluppo dei funghi; esso ha inoltre lo scopo di trattare le ferite provocate alle piante dalla potatura, evitando lo sviluppo di malattie come la “rogna” (Pseudomonas savastanoi Smith), in effetti per questo obiettivo parrebbe giustificata una bagnatura abbondante del legno ed una localizzazione del getto.

La maggiore regolarità dei nuovi impianti e delle forme di allevamento, l’esigenza comune di ridurre gli sprechi e le dispersioni di inquinanti e la necessità di una riduzione di tutti i costi operativi con la conseguente riduzione dei tempi di irrorazione,

orientano d’altronde la tecnica di distribuzione verso l’impiego di macchine ad aeroconvezione (Fig. 3.8) e verso una riduzione dei volumi di miscela antiparassitaria. Le macchine più indicate sono le irroratrici ad aeroconvezione (dotate di ventilatore) con convogliatori a cannone per le zone impervie e con moduli di irrorazione per gli impianti con disposizione in filari.

Figura 3.8

Atomizzatore ad aeroconvezione con bocchette orientabili.

Grazie a questi dispositivi la penetrazione delle goccioline nella vegetazione è sicuramente migliore e i tempi operativi sono ridotti.

Accanto ai tradizionali metodi di lotta convenzionali stanno emergendo nuove tecnologie per la lotta alla “mosca delle olive” e nuove sostanze attive come lo Spinosad; una miscela di due metaboliti denominati spinosyn A (85%) e spinosyn D (15%), ottenuti mediante una fermentazione innescata dal batterio Actinomicete (Saccharopolyspora spinosa) presente in natura in alcuni terreni. L’applicazione di quest’ultimo è del tutto innovativa rispetto ai metodi tradizionali in quanto la massima efficacia del prodotto si ha con applicazioni a spot ( a chiazze) o con trattamenti a fasce di 30-80 cm sulla vegetazione. Altra peculiarità del prodotto Spinosad sono: composizione del formulato commerciale che risulta avere una consistenza del tipo dei melassi; necessita di diluizione in rapporto acqua-melasso di 4 (5) -1 si trattano le piante con piccole quantità di prodotto che variano da 10 - 15 cc, che corrispondono a 1-1,5 l di prodotto commerciale ad ettaro. La necessità di soddisfare requisiti applicativi di questo nuovo prodotto fitosanitario ha portato il D.I.A.F. , nell’ambito del progetto M.A.T.E.O. , alla realizzazione di un piccolo modulo irrorante (Fig. 3.9) costituito da tre elementi di base: un serbatoio da 25-50 l una pompa a corrente continua a bassa pressione 1-1,5 bar e un dispositivo irrorante.

Il modulo può essere montato su trattrici o quad è allestito con un ugello irrorante a bassa pressione, comandato da un sistema costituito da un sensore ottico, capace di individuare la pianta ed un temporizzatore, in grado di regolare il tempo di erogazione dall’ugello per non superare i quantitativi prestabiliti per pianta, il tutto supportato da un telaio metallico regolabile in base all’altezza.

Figura 3.9 Innovative tecnologie per la difesa antiparassitaria; a sinistra quad dotato di modulo

irrorante, sulla destra atomizzatore a cannone allestito su minicingolato.

La necessità di una efficiente gestione della difesa antiparassitaria negli oliveti connotati da caratteri strutturali particolarmente difficili, tali da rendere impossibile l’impiego delle tecnologie più diffuse, ha spinto Il D.I.A.F. in collaborazione con la ditta RIDING di Colle di Val d'Elsa (SI) partner del progetto M.A.T.E.O. e la ditta Spray Team di Vigarano Mainarda (FE), alla messa a punto di un modulo irrorante cingolato, di piccole dimensioni comandabile a distanza nella fase di irrorazione con una console a radiofrequenza (Fig. 3.9) . La macchina è allestita su un modulo cingolato che consente una traslazione rettilinea e curvilinea grazie alla trasmissione idraulica attuata da una pompa a portata variabile e motori idraulici del tipo orbitale ad alta coppia anche ai bassi regimi di rotazione. L’operatore ha la possibilità di spostarsi nei trasferimenti a piedi o a bordo macchina, su apposita pedana, oppure durante la fase di irrorazione può agire a distanza di 8-10 m con un comando a radiofrequenza per poter operare efficacemente ed in sicurezza.

Il gruppo irrorante è realizzato dalla ditta Spray Team monta i componenti usuali delle irroratrici con polverizzazione meccanica per pressione e aeroconvezione. La miscelazione del prodotto commerciale (Antiparassitario) viene effettuata con iniettore a portata variabile e miscelatore statico per realizzare la miscela antiparassitaria immediatamente prima dei polverizzatori, lasciando sola acqua nel serbatoio principale riducendo in tal modo la parte contaminata dell’impianto e conseguentemente anche i rischi per l’operatore e per l’ambiente derivanti dalla bonifica dell’impianto a fine lavoro.

La macchina è dotata di un ventilatore centrifugo, collocato sul lato volano, azionato dall’ albero di trasmissione principale. Il diffusore, del tipo a cannone circolare, è montato su ralla e snodo verticale ha la possibilità di ruotare di 270° sul piano orizzontale e di 120° sul piano verticale è allestito con ugelli esterni al flusso e dispositivo di carica elettrostatica delle gocce lanciate. Per ottimizzare l’irrorazione il movimento verticale è motorizzato così da produrre un moto alternativo di spazzolata tarata sull’altezza delle piante. L’applicazione a cannone con “spazzolatura automatica”, operazione già ampiamente sperimentata ed ottimizzata nei trattamenti di disinfestazione, permetterà di trattare fasce fino a 20 m con una velocità di