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olivicoltura marginale non

3. Meccanizzazione e tecnologie produttive: potatura, difesa, raccolta

3.5 Prospettive per la meccanizzazione in olivicoltura

In merito alle prospettive evolutive dell’olivicoltura meccanizzata non si può negare che le recenti esperienze della olivicoltura semi-intensiva ed intensiva indichino i sistemi di scuotitura abbinati a ombrelli di intercettazione come i più produttivi. Parallelamente a questo risultato sta emergendo dal mondo imprenditoriale la necessita di soluzioni in grado di poter raccogliere in continuo in nuovi impianti realizzati con le varietà tipiche dell’olivicoltura nazionale. Questo, se da un lato indica l’interessamento verso il settore, pone anche delle ombre sugli orientamenti dell’olivicoltura futura, in quanto una possibile attuazione del modello impone una seria riflessione:la gestione degli oliveti con il sistema di allevamento a spalliera inferiore a 3 m non risulta oggi accettabile con varietà tipiche della olivicoltura e quindi dell’olio toscano.

Nella convinzione che il futuro orienterà le produzioni verso sistemi a maggior intensità e nella speranza che, da parte del settore ingegneristico, vengano realizzate nuove soluzioni tecniche in grado di poter applicare la raccolta in continuo su impianti con varietà autoctone, alcune aziende olivicole stanno trasformando i propri oliveti con una potatura di riforma che induce la pianta a sviluppare la vegetazione a “siepone” simile alla palmetta semilibera (vedi Breviglieri 1961).

In questa esperienza il lavoro di ricerca, nel confronto fra le esigenze delle diverse aziende olivicole e le possibilità tecniche offerte dai costruttori, sta inducendo con positivi risultati la realizzazione di nuove e più funzionali macchine. E’ questo il caso della CRF Costruzioni di Follonica che ha sviluppato un aspo pettinatore affidabile, leggero e resistente la cui oscillazione e rotazione è attuata da un unico motore idraulico (ciò riduce a meno della metà il peso del gruppo) in cui il flusso di olio è alternato nei due sensi ed è controllato da un avanzato sistema di controllo meccatronico (Fig. 3.17) . E’ cosi possibile regolare ampiezza e frequenza di oscillazione per adattarsi alle diverse necessità.

Tra le ipotesi avanzate, anche in collaborazione con il DIAF, vi è stata quella relativa alla realizzazione di un gruppo integrato di raccolta e recupero che, montato su macchine motrici adeguate, permette la raccolta in continuo laterale senza i problemi legati alla altezza o dimensione delle piante. E’ stato questo l’obiettivo del Dr. Pasquali

per circa 20 anni e molte sono le sue prove riportate nella letteratura scientifica. Tale realizzazione è la risposta alla pressante richiesta di superare i problemi derivanti dalla impossibilità di impiego delle macchine scavallanti nella maggior parte dei nostri impianti caratterizzati dalle varietà tipiche dei nostri territori. Le prove effettuate nel 2007, pur nel beneficio che “gli esperti di macchine“ sanno attribuire ad un prototipo, hanno fornito dati entusiasmanti sia per l’efficacia di raccolta dell’intero cantiere, sia per la capacità operativa che si colloca ai livelli superiori delle grandi macchine similari (1,3 km/h), sia per la leggerezza dell’intero apparato.

La macchina frutto di una proficua collaborazione con la AndreoliEnginnering, è stata assemblata sul prestante trattore FormulaTRAC che fornisce la potenza idraulica, un avanzamento idrostatico, una sterzata sulle 4 ruote motrici con possibilità di controllare separatamente anteriore e posteriore e con possibilità di orientamento delle ruote “a gambero” per poter facilmente contrastare derive laterali dovute a terreni in pendenza. Il gruppo di raccolta è costituito da coppie di pettini (uno rivolto verso il basso e l’altro verso l’alto) che hanno una liberta di inclinazione di oltre 90° e che sono fissati su un braccio in grado di avere una escursione di circa 1 metro sia in verticale che in orizzontale. Le coppie di pettini possono essere diverse per aumentare la fascia di lavoro da 3 fino a 6 metri o per avere una doppia pettinatura sulla stessa fascia. 3.6 Conclusioni

Un impiego efficiente della meccanizzazione nella imprenditorialità della moderna olivicoltura non può prescindere dai seguenti punti fondamentali:

 il valore della libera combinazione delle tecnologie disponibili;

 la progettazione di un sistema tecnico-tecnologico compatibile ed integrato con tutti i fattori produttivi e ambientali;

 la necessità di adeguare le capacità ed i livelli di gestione della componente strumentale dell’azienda agricola alle nuove tecnologie che vi si stanno introducendo;

 il costante monitoraggio tecnico-economico.

A questi se ne aggiunge un altro derivante dalla essenziale diffusione degli strumenti tecnologici ed informatici, di ausilio per il moderno imprenditore agricolo, al fine di concretizzare una nuova agricoltura orientata verso la sostenibilità ambientale, la tipicità, la qualità del prodotto e la stessa rintracciabilità, che devono fare affondare la progettazione della moderna olivicoltura in termini di “ingegneria delle produzioni olivicole”.

La tendenza è quindi rivolta ad una maggiore razionalizzazione di tutti i fattori produttivi e, nella gestione della risorsa strumentale, la scelta delle macchine agricole deve rispondere a precise esigenze di efficacia agronomica, efficienza tecnologica e operativa, ed a vincoli interni ed esterni, diretti ed indiretti. Tutto ciò nell’indispensabile, quanto troppo spesso dimenticato, presupposto delle esigenze di sostenibilità economica e di effettiva possibilità di esecuzione delle necessarie operazioni sull’intera superficie da dominare;

L’efficacia agronomica scaturisce dalla complessità biologica del sistema colturale e degli effetti che gli utensili e le modalità operative avranno su tale sistema, a breve, medio e lungo periodo.

L’efficienza tecnologica persegue il conseguimento di adeguate capacità di lavoro della singola macchina e soprattutto di una sicura affidabilità dei mezzi, infine l’efficienza operativa prevede controlli sulle operazioni, sugli impianti e le strutture per aumentare la produttività del lavoro assicurando le condizioni di massima sicurezza. In merito all’efficacia agronomica il primo approccio nella scelta delle macchine è quello della attenzione costante alla interdipendenza fra elemento produttivo (olivo), fattori strutturali (terreno,clima,azienda), fattori tecnici e fattori strumentali (tecnologie e macchine). Così nel ciclo della gestione della chioma, del suolo e della parte ipogea, della raccolta e della difesa da patogeni e condizioni avverse, ogni operazione ha (così come la scienza agronomica ha sempre confermato) influenze nelle diverse fasi e componenti del ciclo colturale. La potatura ad esempio deve essere impostata, compatibilmente con i sistemi di raccolta, con il migliore controllo fitopatologico, ecc. Per l’efficienza tecnologica e quella operativa l’introduzione di macchine e di cantieri di lavoro non può essere fatta senza le necessarie verifiche tecniche, strutturali, organizzative, economiche, ecc.

Il livello di meccanizzazione più appropriato è poi strettamente legato a fattori tecnico- organizzativi come le caratteristiche strutturali del territorio e dell’azienda e soprattutto a fattori economici quali in primo luogo la produzione lorda vendibile e il prezzo di mercato nella specifica realtà. Ma l’elemento ultimo della verifica e quello che determina in effetti il livello di meccanizzazione è rappresentato dal confronto di costo per unità prodotta fra l’uso della risorsa manodopera e della risorsa macchine. Mentre la prima è rappresenta un costo noto e proporzionale al lavoro svolto, la seconda (le macchine) costituisce un “investimento” e quindi un più elevato “rischio di impresa”. Negli anni ’90 le ricerche internazionali della “meccanica agraria” hanno definito con precisione questo aspetto. La proficua introduzione di meccanizzazione richiede comunque l’attuazione di tutte quelle ristrutturazioni strutturali ed organizzative che sono determinanti nell’incremento dell’efficienza operativa: la razionalizzazione e l’adeguamento degli spazi di ingresso e percorrenza dei cantieri; la predisposizione di tutte quelle dotazioni ancillari che fanno parte della catena operativa; la adeguata preparazione degli operatori. Nel periodo di impiego delle macchine di raccolta che è normalmente limitato in poche decine di giorni ogni anno, la precisione e la velocità operativa devono essere assolute per poter ripartire l’ammortamento dell’investimento effettuato e l’impiego delle risorse impiegate sulla più elevata quantità di olive che sia possibile.