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Differenze con un ciclo a vapore tradizionale

4. Il ciclo ORC

4.2. Differenze con un ciclo a vapore tradizionale

3) Configurazione “Double stage” con ciclo topping ad alta temperatura (HT) che recupera il calore dai serbatoi a sali fusi e ciclo bottoming a bassa temperatura (LT) che recupera più efficacemente il calore dal serbatoio ad acqua e dalla condensazione del ciclo HT (Figura 5). È una configurazione più complessa delle precedenti perché prevede l’accoppiamento di due cicli ed è stato proposta per fermare l’espansione del ciclo ad alta temperatura a pressioni almeno pari a quella atmosferica e recuperare il salto termico rimanente tramite un ciclo a bassa temperatura. Impianti simili, che utilizzano come fluido del ciclo topping acqua, sono proposti da Ingeco [10] e analizzati in diversi studi [11] [12] [13]

4) Configurazione “Double stage” recuperativa, come la precedente con l’aggiunta di uno scambiatore recuperativo nel ciclo topping (Figura 7)

4.2. Differenze con un ciclo a vapore tradizionale

4.2.1. Surriscaldamento

Il surriscaldamento per i cicli a fluido organico in genere non è necessario poiché generalmente a fine espansione il vapore è surriscaldato. L’assenza di liquido a fine espansione inoltre riduce il rischio di corrosione sulle pale delle turbine e aumenta la vita della turbina fino a 30 anni rispetto ai 15-20 delle turbine a vapore.

4.2.2. Recupero di calore a bassa temperatura

A causa del basso punto di ebollizione di certi fluidi organici si può recuperare calore anche a bassa temperatura.

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In un impianto a vapore, la densità del fluido è molto bassa nelle zone a bassa pressione del ciclo. Poiché la perdita di carico aumenta con il quadrato della velocità del fluido, la grande portata volumetrica richiede un aumento del diametro idraulico delle tubazioni e nelle dimensioni dei scambiatori di calore per non aumentare a dismisura la perdita di carico. Inoltre le dimensioni della turbina sono pressoché proporzionali alla portata volumetrica.

4.2.4. Design dell’evaporatore

I cicli ORC permettono l’utilizzo di evaporatori a singolo passaggio, evitando la necessità di corpo cilindrico e ricircoli, questo grazie alla relativamente piccola differenza di densità tra il vapore e il liquido per i fluidi ad elevata massa molecolare. Diversamente la bassa densità del vapore negli evaporatori d’acqua può determinare differenti scambi termici tra liquido e vapore. Quindi si deve evitare l’evaporazione dell’acqua in un unico tubo.

4.2.5. Temperatura di ingresso in turbina

In un ciclo a vapore d’acqua, a causa del vincolo del surriscaldamento, potrebbero essere necessarie temperatura superiori ai per evitare la formazione di condensato in turbina. Questo determina maggiori stress termici all’evaporatore e alle pale della turbina e di conseguenza ad un costo maggiore.

4.2.6. Entalpia di vaporizzazione

La differenza di entropia tra il liquido saturo e il vapore saturo è molto piccola per i fluidi organici, di conseguenza l’entalpia di vaporizzazione è più piccola di quella dell’acqua. Ciò comporta che, per recuperare la stessa

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quantità di calore, la portata necessaria per i fluidi organici è molto maggiore di quella dell’acqua con un maggiore consumo di pompaggio [14].

4.2.7. Consumi di pompaggio

I consumi di pompaggio sono proporzionali alla portata di liquido e al salto di pressione. Il consumo di pompaggio può essere espresso tramite il Back Work Ratio (BWR) che è definito come il rapporto tra il consumo della pompa e la potenza erogata dalla turbina. In un ciclo a vapore acqueo la portata di acqua è relativamente bassa e il BWR è tipicamente lo 0,4 %. Per ORC ad alta temperatura che usano p.e. toluene il BWR è circa 2-3 % mentre per ORC a bassa temperatura che usano p.e. R134a il BWR può essere anche superiore al 10 %. In genere più bassa è la temperatura critica maggiore è il BWR.

4.2.8. Pressione di evaporazione

In un ciclo a vapore pressioni fino a e gli stress termici incrementano la complessità e il costo dell’evaporatore. In un ciclo ORC la pressione generalmente non supera i , inoltre il fluido non è evaporato direttamente dalla fonte di calore (p.e. i fumi di combustione) ma tramite un fluido intermedio (nel caso analizzato i sali fusi o l’acqua). Questo rende il recupero termico più semplice e sicuro e si evita la necessità di un conduttore patentato.

4.2.9. Pressione di condensazione

Per evitare infiltrazioni di aria nel ciclo è consigliato adottare pressioni di condensazione superiori a quella atmosferica. I cicli a vapore d’acqua hanno in genere pressioni di condensazione inferiori a , mentre fluidi organici a bassa temperatura critica come l’R245fa, l’R236fa o l’R134a soddisfano questo requisito. Si tenga presente però che fluidi organici ad

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alta temperatura critica, p.e. l’esano o il toluene, condensano a pressione inferiore a quella atmosferica a temperatura ambiente esattamente come l’acqua.

4.2.10. Caratteristiche del fluido

L’acqua come fluido di lavoro è molto conveniente confrontata con i fluidi organici. I suoi principali vantaggi sono l’elevata disponibilità e il basso costo, la non tossicità, la non infiammabilità, il rispetto ambientale (basso Global Warming Potential e nullo Ozone Depletion Potential), la stabilità chimica (il fluido di lavoro non si decompone in caso di punti caldi nell’evaporatore e non si infiamma), la bassa viscosità (che determina minori perdite per attrito e coefficienti di scambio termico più elevati). Nonostante ciò è necessario integrare un sistema di trattamento dell’acqua per garantire all’impianto acqua altamente pura e deionizzata. Inoltre deve essere compreso un degasatore per evitare la corrosione delle parti metalliche per l’eventuale infiltrazione di ossigeno nel ciclo.

4.2.11. Design della turbina

Nei cicli a vapore i rapporti di pressione e i salti entalpici in turbina sono molto elevati. Di conseguenza si usano comunemente turbine con diversi stadi di espansione. Negli ORC i salti entalpici sono molto minori e si possono usare espansori a singolo o doppio stadio contenendo i costi.

4.2.12. Rendimento

I rendimenti dei cicli ORC ad alta temperatura in configurazione semplice in genere non superano il 24 %, mentre un ciclo a vapore convenzionale supera facilmente il 30 % di rendimento termico, ma con una maggiore complessità costruttiva in termini di numero di componenti e di dimensione.