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La differenza fondamentale tra i due generi non può che consistere nell’accettazione nei racconti fantastici del soprannaturale e nella completa inaccettabilità di quest’ultimo, invece, nel romanzo poliziesco. Si potrebbe dire, in altri termini, che il primo genere sia figlio dello spirito romantico, teso all’ammissione di spiegazioni che superano la ragione e la realtà, e che, invece, il secondo sia frutto dello spirito razionale di Illuminismo prima e Positivismo poi, e quindi sicuro della piena razionalità e applicabilità delle leggi naturali e scientifiche ad ogni evento.

Il romanzo giallo a enigma si avvicina al fantastico, ma ne è anche l’opposto: nei testi fantastici si è piuttosto inclini alla spiegazione sovrannaturale; il romanzo giallo, una volta terminato, non lascia sussistere alcun dubbio circa l’assenza di avvenimenti soprannaturali. […] Inoltre, in ambedue i generi, l’accento è posto in maniera diversa: nel romanzo giallo, sulla soluzione dell’enigma; nei testi che hanno a che fare con lo strano (come nel racconto fantastico), sulle reazioni provocate dall’enigma.»116

Il concetto di strano todoroviano intende quegli avvenimenti che, pur avendo una spiegazione razionale, risultano, in un modo o nell’altro, incredibili, inquietanti,

115TZVETAN TODOROV, La letteratura fantastica, cit., p. 55. 116Ivi, pp. 52-53.

straordinari, insoliti, impressionanti e singolari, al punto da provocare una sensazione simile a quella causata dai testi puramente fantastici.117 Tutto ciò risulta ancora più

evidente se si considera che Todorov stesso ritiene lo strano come il genere più comune nella letteratura.

Se, infatti, come sostiene Todorov, la struttura può risultare simile in quanto entrambi presentano un iniziale mistero o un fatto inspiegabile razionalmente, giungendo alla fine della lettura il lettore si trova di fronte a due modi opposti di concepire la realtà.

Il romanzo giallo a enigma, dove si cerca di scoprire l’identità del colpevole, è costruito nel modo seguente: da un lato vi sono diverse soluzioni facili, a prima vista allettanti, ma che si rivelano fallaci l’una dopo l’altra; dall’altro vi è una soluzione del tutto inverosimile, alla quale non si giungerà che alla fine, e che si rivelerà come l’unica vera. […] anche il racconto fantastico comporta due soluzioni, una verosimile e soprannaturale, l’altra inverosimile e razionale. Basta quindi che sia così difficile trovare questa seconda soluzione nel romanzo giallo, tanto da «sfidare la ragione», ed eccoci pronti ad accettare l’esistenza del soprannaturale piuttosto che l’assenza di ogni spiegazione.118

Secondo Todorov, entrambi i generi offrono potenzialmente una doppia soluzione: una razionale e una irrazionale. Il poliziesco per i canoni del genere deve concedere al destinatario dell’opera una spiegazione che soddisfi in maniera completa il suo bisogno di ordine e di razionalità; il fantastico, al contrario, si arroga il diritto di lasciarlo in uno stato

117Ivi, p. 50.

di esitazione e incertezza, al punto da costringere il lettore ad accettare una spiegazione soprannaturale per gli eventi, piuttosto che rimanere senza spiegazione.

L'azione fantastica viene fatta derivare da una forza misteriosa, mentre nel racconto realistico, nel nostro caso poliziesco, gli eventi dipendono dalla volontà dei personaggi, o rispondono a un sistema di leggi naturali, razionali, comprensibili e conosciute. Nel realistico si ha, quindi, la convinzione di collocare i significati direttamente con il referente, esterno o interno, documentato o razionale, storico o normale,

saltando via ogni significato personale e diretto, così il fantastico, pur di non assumersi la responsabilità del senso, s'illude di accordare i significati direttamente a un referente metafisico o metapsichico, ambiguo, assurdo e incomprensibile.119

Il racconto poliziesco rigetta la colpa sull'oggettività dei personaggi e delle cose, mentre il fantastico è come se facesse ricadere la colpa sull'involontarietà, sulla fatalità e sull'errore.

Bonifazi afferma che proprio dalla dualità del racconto fantastico, tra reale e irreale, tra verosimiglianza e inverosimiglianza, derivi il poliziesco. Per il personaggio del detective- narrante non c'è niente di più verosimile del massimo inverosimile. Il suo verosimile corrisponde a quello del fantastico, la scoperta dell'assassino è molto meno significativa del processo di ricostruzione del modo straordinario, eccezionale, fatto di mille coincidenze bizzarre con cui è avvenuto il delitto. «Resta che il poliziotto, personaggio centrale del

119NEURO BONIFAZI, Teoria del fantastico e il racconto fantastico in Italia: Tarchetti, Pirandello, Buzzati, cit., p. 56.

racconto poliziesco, è la derivazione del personaggio che nel fantastico sostiene le ragioni verosimili e le motivazioni della veridicità indiscutibile dell'assurdo e dell'irreale».120

Il giallo è una struttura chiusa razionalmente, il fantastico no:

per il romanzo poliziesco canonico, ciò che si definiva come «finito» si deve intendere come un qualcosa di rigidamente concluso col testo stesso; mentre l’hésitation del testo fantastico si allunga nello spazio della post-testualità, quella finitezza, viceversa, esclude ogni «strascico» extra- testuale.121

In questo senso, la post-testualità manca nel testo giallo, poiché con l’explicit viene chiusa ogni alternativa, impedendo altre possibili interpretazioni che non siano quelle date dall’autore. Il testo fantastico, al contrario, gioca proprio sull’impossibilità di fornire certezze al lettore e di offrirgli un accesso sicuro alla verità. Il rapporto tra lettore e testo poliziesco è volutamente onesto, in quanto, non potendo mentire al lettore in nessun modo, anche se fornisce elementi e indizi che possono risultare falsi, tutto è poi razionalmente verificabile. Il patto narrativo che si instaura tra lettore e testo fantastico è, invece, inaffidabile, sebbene cerchi in tutti i modi di risultare attendibile, fornendo dettagli verosimili, utilizzando espedienti letterati tipici, ad esempio, dei grandi romanzi storici dell’Ottocento.

L’ultima evidente differenza che i due generi presentano è nel concetto di morte: nel fantastico essa viene superata, non rappresenta più alcun limite, anzi, al contrario, è

120Ivi, p. 59.

121 ILARIA CROTTI, La detection della scrittura. Modello poliziesco ed attualizzazioni allotropiche nel

spesso solo un pretesto per presentare ulteriori situazioni e creature soprannaturali. Nel poliziesco, invece, la morte è un espediente per lo sviluppo della razionalità e della struttura del racconto. Infatti, la morte della vittima non provoca mai turbamento nel lettore, che non conosce il personaggio, ma, all'opposto, rimane indifferente alla sua mancanza, in quanto sono i personaggi vivi a muovere in lui la curiosità e il desiderio di conoscenza. Nel fantastico, invece, il defunto, o nella maggior parte dei casi, il non-morto, è la causa dell’incertezza e dell’esitazione del lettore. In nessuno dei due generi la morte è legata al macabro, risultando essere sempre solo un espediente per il raggiungimento di altri obbiettivi, che siano la ricerca della verità o il superamento di una soglia di realtà.

La morte è sia nel poliziesco che nel fantastico puramente strumentale e, in un certo senso, quasi metaforica, interrompe la vita, ma la trasforma e la deforma: nel fantastico introducendovi una violenza immaginativa, nel poliziesco scatenando la razionalità più pura. La morte nel fantastico è un pretesto, diventa esclusivamente un veicolo di forze strane, occulte, profonde e necessarie. Come già specificato, nel poliziesco, se inizialmente si potrebbe pensare di trovarsi di fronte a un caso simile, inspiegabile, ci si rende conto poi della piena razionalità degli eventi.122

Sono queste, a mio avviso, le principali differenze tra fantastico e poliziesco, che, come è evidente, sono minori rispetto alle analogie. Nel secondo capitolo del mio lavoro cercherò di evidenziare in maniera ancora più chiara, come i due generi abbiano trovato una coerente convivenza nell’opera di Igino Ugo Tarchetti, scrittore italiano, esponente della Scapigliatura. In tutta la sua produzione, e in particolare modo nei Racconti fantastici,

122 NEURO BONIFAZI, Teoria del fantastico e il racconto fantastico in Italia: Tarchetti, Pirandello,

sono riscontrabili caratteristiche strutturali e tematiche afferenti sia al fantastico che al poliziesco.

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