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PER UN CAMBIAMENTO POSSIBILE

2.3 I differenziali di crescita

L’analisi dei differenziali aiuta a coprire questa esigenza perché consente di valutare l’apporto che ogni singola regione dà all’aumento complessivo.

Da tale analisi risulta che la regione del Mezzogiorno che più contribuisce all’aumento complessivo di presenze nel decennio 2008-2018 è la Puglia che, a fronte di una variazione percentuale positiva del 24,7%, incide per il 30,4% sull’aumento complessivo delle regioni del Mezzogiorno e per il 5,4% su quello complessivo di tutte le regioni italiane.

La Campania contribuisce all’aumento complessivo di presenze per il 29,9%, pur con una variazione percentuale del 15,8%, minore di quella della Sardegna (21,5%) e della Basilicata (39,8%); queste ultime due regioni determinano, rispettivamente, il 26,7% dell’aumento complessivo rilevato ed il 7,5%.

Graf. 10 – Differenziale di crescita. Quota dell’aumento dei 55,2 milioni di presenze complessive rilevate in Italia nel periodo 2008-2018 attribuita alle singole regioni del Mezzogiorno.

5,5 5,4

4,8

2,2

1,3 1,4

-0,4

-2,2

Sicilia Puglia Campania Sardegna Abruzzo Molise Basilicata Calabria Fonte: elaborazione NMTC su dati Istat

A livello nazionale la Puglia incide per il 5,5% sull’aumento complessivo rilevato, la Campania per il 5,4%, la Sardegna per il 4,8%.

La Calabria, con una variazione percentuale del 5,3% incide per il 7,9% sull’aumento complessivo di presenze riscontrato a livello di area e per l’1,4% su quello a livello nazionale.

Il Mezzogiorno, nel suo complesso, determina il 18,0% dell’aumento complessivo dei circa 55,2 milioni di presenze registrato a livello nazionale.

5,1

3,9 3,4

1,1 0,2

rilevato nel Mezzogiorno, fra l’inizio e la fine del decennio, è attribuito per il 34,2% alla Sardegna, per il 25,2% alla Campania, per il 19,2% alla Sicilia, per il 16.5% alla Puglia, per il 5,3% alla Calabria e per l’1,0% alla Basilicata; incidono negativamente per il -1,4% e per il -0,1% l’Abruzzo e il Molise.

A livello nazionale, i 54,7 milioni di presenze in più, sono dovuti per il 7,0% alla Sardegna, per il 5,1% alla Campania, per il 3,9% alla Sicilia, per il 3,4% alla Puglia e per l’1,1% alla Calabria (graf. 11).

Il Mezzogiorno contribuisce per il 20,4% all’aumento complessivo di presenze straniere verificatosi fra l’inizio e la fine del decennio 2008-2018.

Assai più complicata è la valutazione dell’andamento del movimento domestico dei residenti con una crescita di solo lo 0,2% nell’intero decennio, corrispondente a solo 465 mila presenze in più, come risultato di andamenti molto diversi da regione a regione.

Graf. 11 – Differenziale di crescita del turismo internazionale. Quota dell’aumento dei 54,7 milioni di presenze estere rilevate in Italia nel periodo 2008-2018 attribuita alle regioni del Mezzogiorno.

7,0

-0,3 0,0

Sicilia Puglia Campania Sardegna Abruzzo Molise Basilicata Calabria Fonte: elaborazione NMTC su dati Istat

Si rivelano differenziali negativi che, a livello nazionale, sono più bassi del -200,0 % per Sardegna (-252,6%), %), Abruzzo (-230,6%), Sicilia (-203,1%); più contenuto è il differenziale negativo per il Molise, pari al -42,3).

Sono positivi, invece, i differenziali di quattro regioni del Mezzogiorno con un massimo di 252,4% in Puglia, una incidenza del 134,7% per la Basilicata, del 41,0% per la Calabria e del 33,1% per la Campania.

Per l’intero Mezzogiorno il differenziale negativo del -267,5% e più che compensato dal 367,5% del Centro Nord che porta ad un aumento complessivo di 1,7 milioni di presenze riscontrato a livello nazionale.,

Graf. 12 – Differenziale di crescita o decrescita del turismo domestico dei residenti.

Quota dell’aumento dei 465 mila presenze estere rilevate in Italia nel periodo 2008- 2018 attribuita in positivo o in negativo alle regioni del Mezzogiorno.

252,4

33,1

134,7

41,0

-42,3

-203,1

-252,6 -230,6

Sicilia Puglia Campania Sardegna Abruzzo Molise Basilicata Calabria 3. Il posizionamento della Sicilia nel Mezzogiorno e in Italia Considerando l’evoluzione del mercato si può affermare che quello siciliano, nel corso degli anni, ha incontrato non poche difficoltà.

La quota di presenze della Sicilia rispetto al totale nazionale è passata dal 3,92%

dell’anno 2000 al 3,73% del 2008 al 3,53% del 2018, con un continuo calo che non è stato percepito né a livello istituzionale né sul piano dell’opinione pubblica.

Graf. 13 – Quota di mercato della Sicilia rispetto al totale nazionale per il movimento turistico delle presenze domestiche dei residenti e di quelle estere: 2008-2018.

Fonte: elaborazione NMTC su dati Istat

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Domestiche Estere Lineare (Domestiche) Lineare (Estere)

3,2 3,0

3,2

3,3 3,3 3,3

3,4 3,4 3,4

3,6 3,5 3,5

3,6 3,5 3,6 3,6

3,8

3,9 3,8 3,8 3,8 3,9 3,9

4,0

4,0 4,0 4,0

4,2 4,1

estero e per quello domestico.

La quota del movimento complessivo è ovviamente compresa fra i due valori.

Nel corso del decennio considerato la Sicilia incide per un minimo del 3,21% delle presenze degli stranieri nell’anno 2010 per poi aumentare la sua quota fino al 3,80%

nel 2014, scendere di nuovo fino al 3,44% del 2017 e risalire al 3,56% nel 2018.Per la componente domestica la quota minima è stata toccata con 3,35% nel 2016 per poi risalire al 3,60% nel 2017 ed al 3,50% nel 2018.

Graf. 14 – Andamento del movimento turistico dei residenti e dei clienti esteri in Italia negli anni 2008-2019. Milioni

220,000 210,000 200,000 190,000 180,000 170,000 160,000

150,000

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019

Straniieri ItalianI

Graf. 15 – Andamento del movimento turistico dei residenti e dei clienti esteri in Sicilia negli anni 2008-2019. Milioni.

Fonte: elaborazione NMTC su dati Istat

Anche per il movimento complessivo delle presenze la quota minima, con il 3,40%

delle presenze si è verificata nel 2016, per poi tornare a valori intorno al 3,50% nei due anni successivi.

Da notare che l’andamento della componente estera e di quella nazionale della Sicilia è molto simile a quello che si è verificato a livello nazionale, come mostrano i due relativi grafici.

Se le presenze estere rilevate in Italia superano per la prima volta quelle domestiche nel 2017 ciò avviene l’anno prima in Sicilia con 6,880 milioni di presenze straniere a fronte di 6,817 milioni di presenze domestiche.

Nel 2017 nell’Isola tornano a prevalere le presenze domestiche ma nel 2018 e nel 2019 quelle internazionali tornano maggiori con 7,698 milioni contro 7,436, con una quota del 50,9% contro il 49,1%; anche nel 2019 le presenze internazionali sono state 7,564 milioni e quelle domestiche 7,504 milioni per una quota del 50,5% e del 49,5%

del totale regionale

.