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alternativo al socialismo “ufficiale”, con il risultato tuttavia di fomentare le divisioni all’interno di una corrente politica assai eterogenea.

LA DIFFUSIONE DELL’HERVEISMO IN ITALIA

Si è sostenuto che il canale attraverso il quale l’herveismo si diffuse tra gli ambienti socialisti, anarchici e sindacalisti rivoluzionari italiani fosse il gruppo legato al periodico genovese La Pace211. Nel 1904 questa rivista iniziò a pubblicare alcuni brani del manuale

scolastico curato da Hervé Histoire de la France et de l’Europe, nella traduzione di Menippo Toncina. Queste edizioni ebbero un carattere irregolare e sporadico, il che rese assai difficile la comprensione di questo testo da parte dei lettori: esse cessarono entro la fine dell’anno.

Tra il 1906 ed il 1907 su La Pace comparvero vari articoli di Hervé. La prima edizione di Leur Patrie in Italia fu a cura proprio della casa editrice “La Pace”. La traduzione, curata da Fanny Dal Ry, fu pronta già nell’ottobre del 1906 e fu pubblicata a puntate su La Pace. La Patria di Lor signori uscì in un volume unico nel 1907 ed ebbe una seconda edizione nel 1908: Ezio Bartalini ne scrisse la prefazione.

Se è sicuramente vero che il gruppo genovese legato a Bartalini fu uno dei canali di diffusione dell’herveismo in Italia, ciò non significa che questo fosse stato l’unico. In primo luogo La Guerre Sociale non citò mai il gruppo de La Pace, mentre il settimanale francese era ben attento a quanto avveniva oltralpe, dagli scioperi del 1908 alle vicende interne al PSI. La Guerre Sociale era particolarmente interessata al sindacalismo rivoluzionario italiano e alle agitazioni dei lavoratori, mentre scarsa attenzione era riservata alla diffusione dell’antimilitarismo in Italia; scopo principale di Hervé era di monitorare i progressi di questa propaganda in Germania (soprattutto negli anni 1907 e 1908), al fine di dimostrare come le proprie concezioni non fossero affatto un modo per indebolire la Francia nei confronti dell’esercito del kaiser.

Nella primavera del 1908 La Guerre Sociale fece un rapido accenno alla propaganda antimilitarista in Italia212, riferendosi non all’esperienza genovese ma alla creazione del periodico torinese La Guerra Sociale, a cura di Ugo Nanni ed Alfredo Polledro, pubblicazione assai effimera213. È importante notare come il settimanale francese ritenesse che il giornale

211 Si veda R. GIACOMINI, Antimilitarismo e pacifismo cit., pp. 221 e seguenti 212

L. PERCEAU, L’“hervéisme” en Italie, in “La Guerre Sociale”, a. 2, n. 21, 6-12 maggio 1908

torinese fosse il primo tentativo di diffondere l’herveismo in Italia, ignorando quindi pressoché del tutto La Pace.

Non si può affermare che il periodico genovese fosse stato il canale principale di diffusione delle teorie di Hervé in Italia. Avanguardia Socialista, Il Divenire Sociale ed anche Critica Sociale nel 1905, quindi prima sia dell’edizione italiana di Leur Patrie, sia dei testi pubblicati su La Pace, pubblicarono articoli sul Congresso della SFIO ed iniziarono ad abbozzare un’analisi ed un commento alla mozione sull’antimilitarismo della Federazione dell’Yonne. Queste riviste dimostrarono di avere una conoscenza degli scritti di Hervé diretta, non mediata dal giornale genovese.

Poco condivisibile è anche la tesi di Favilli, secondo la quale l’herveismo, che per un certo periodo “parve essere la posizione ufficiale del sindacalismo rivoluzionario”214, fu introdotto principalmente da Polledro a partire dall’agosto del 1906. Come vedremo queste prese di posizione furono assai importanti, ma già da un anno sui periodici del sindacalismo rivoluzionario le posizioni di Hervé erano ormai note e, come si nota da un’inchiesta pubblicata su Il Divenire Sociale alla fine del 1905, penetrate anche tra i militanti.

Più appropriato è il giudizio di Oliva215, il quale, senza negare il ruolo del gruppo di Bartalini, sottolinea come fin dal 1902 vi fosse la conoscenza del pensiero di Hervé da parte del sindacalismo rivoluzionario e che era proprio a questa corrente politica che si doveva principalmente la diffusione dell’herveismo oltralpe. Occorre innanzitutto precisare che l’intento della redazione de La Pace era quello di costituire un centro di aggregazione di tutti coloro che si fossero impegnati nella lotta all’istituzione militare, fossero essi socialisti, anarchici, repubblicani o sindacalisti rivoluzionari.

Se quindi non si può contrapporre questa esperienza a quella di Labriola o Leone (il quale anzi ospiterà spesso su Il Divenire Sociale articoli di Bartalini, pubblicizzandone anche le attività editoriali), non bisogna nemmeno cadere nell’errore opposto, ovvero di appiattire l’eterogeneo gruppo genovese sul sindacalismo rivoluzionario: Bartalini ad esempio era più vicino all’ala rivoluzionaria del PSI piuttosto che al sindacalismo, non aderì alla scissione del 1908 e rimase nel partito socialista fino al Congresso di Livorno del 1921.

Oliva non cita alcuna fonte a supporto di questa tesi. Il periodico cui probabilmente egli fa riferimento è Avanguardia Socialista, fondato per l’appunto nel dicembre del 1902. Tuttavia fino al 1905 non vi comparve alcun riferimento né ad Hervé né tanto meno alla sua propaganda antimilitarista in Francia, che fino al Congresso della SFIO fu limitata al dipartimento dell’Yonne.

214

P. FAVILLI, Il sindacalismo rivoluzionario italiano cit., p. 253

L’antimilitarismo fu un tema da sempre presente nel sindacalismo rivoluzionario e più in generale nel movimento operaio italiano216. Ciò non toglie tuttavia che è a partire dal 1905 che si iniziò ad affrontare l’argomento con maggiore profondità. Nemmeno alcuni degli elementi più tipici dell’herveismo, come l’antipatriottismo od il rifiuto di qualsiasi tipo di guerra, anche difensiva, erano estranei all’esperienza italiana prima di queste date ed è forse a causa di questi elementi che Oliva è portato a sostenere la conoscenza di Hervé da parte del sindacalismo rivoluzionario fin dal 1902.