Capitolo 4 Studio preliminare
4.4 Valutazioni e dimensionamento
4.4.2 Dimensionamento strutturale
Lo scopo del dimensionamento, che non avendo dato un disegno di massima del telaio assume solo un significato qualitativo, è quello di capire se il materiale del telaio scelto per la configurazione in esame è adatto a sopportare la sollecitazione che si crea in esercizio.
Si cerca per prima cosa il valore della forza aerodinamica che agisce sulla turbina e che viene trasmessa alla struttura:
mS 7 =12 5]!@7^BS[( :o
• Si presume che questa sia controllata soprattutto dalle dimensioni della superficie del rotore esposta a vento, in analogia a quanto avviene per una lastra piana. Si prende CF pari a 1,6 seguendo quanto detto nell’analisi delle
macchine a schermo allo scopo di evitare valori troppo conservativi (che possono portare a scartare configurazioni promettenti) o troppo bassi (col rischio poi di studiare geometrie in pratica non realizzabili).
• Vmax è la velocità del vento massima per cui si vuole far funzionare la turbina. La
specifica chiede di dimensionare la struttura in modo da garantire l’operatività della macchina fino a 20 m/s.
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• H è l’altezza complessiva del rotore valutata in precedenza
• Dstr è il diametro strutturale, diverso da quello di ingombro per tenere conto
della posizione delle pale durante la rotazione e dell’effetto della configurazione scelta (numero di stadi e orientamento). Durante un giro infatti la forza aerodinamica oscilla tra un valore massimo ed uno minimo: si tenta di stimare questo effetto (tenendo presente la forte incertezza) valutando la superficie della turbina proiettata su un piano ortogonale alla velocità del vento.
Modelli A e B
La forza massima si verifica per angoli di rotazione θ=0° (figura 4-19) per i quali si ha:
]!@7 = ]
La minima nel giro si ha invece se la superficie delle pale esposta al vento è la più bassa possibile, cioè quando θ=90° (figura 4-20), per cui:
]!@7 =11 ]3
P
125 Modello C
La forza massima si ottiene in questo caso se l’angolo di rotazione è θ=45° (figura 4-21), situazione in cui si ricava:
]!@7 = √2 ]2
Quando θ è nullo, a causa della disposizione a croce degli stadi, si ha invece la il carico minimo (figura 4-22). Questo si può stimare utilizzando:
]!@7 = 11 ]7
P e
Si è ora in grado di valutare per ogni configurazione i valori massimo (Faer_max) e minimo
(Faer_min) che la forza aerodinamica assume in un ciclo di rotazione. Da questi si risale ai
valori medio e alternato nel periodo:
mS 7_B = mS 7_BS[+ m2 S 7_BCP
mS 7_Sg@ =mS 7_BS[− m2 S 7_BCP
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E’ necessario fare delle ipotesi riguardo al telaio. Si vuole solo valutare se il materiale è compatibile con la sollecitazione perciò si usa un modello di struttura molto semplice: si immagina che i carichi in gioco siano sopportati da una trave di sezione circolare cava, le cui dimensioni sono scalate prendendo come riferimento tipici telai ciclistici:
• hT=H – altezza della trave (sia assume coincidente con quella della turbina)
• dT – diametro medio della trave (va dimensionato opportunamente)
• t=0,05*dT – spessore della parete della trave (si definisce come frazione del
diametro)
La sollecitazione è dovuta fondamentalmente a flessione e taglio causate dalla forza aerodinamica calcolata e alla torsione dovuta alla generazione di potenza all’albero. Come detto in precedenza quest’utlima e la velocità di rotazione della turbina dipendono dalle caratteristiche al cut-off che si riesce ad ottenere. Si fanno le stesse ipotesi già descritte nel paragrafo 4-2:
@_BS[ =p(5]^!S@ :_ ! - potenza all’albero massima
&BS[ = (qr_stuvwx
4 - velocità angolare massima
Si assumono i valori di velocità di saturazione (Vsat=15 m/s) e di cut-off (Vcut-off=20 m/s)
indicati nella specifica.
Imponendo l’equilibrio della trave si calcolano le caratteristiche della sollecitazione in condizioni limite di funzionamento:
y z { z |*o} = jPmS 7_Sg@2 ^+mS 7_B 2 ^k *n = P&@_BS[ BS[ U = PmS 7_Sg@+ mS 7_B Z
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Si utilizza un coefficiente di sicurezza KS per tenere conto di incertezze sull’entità delle
forze applicate, sullo stato di tensione e sulla qualità dei materiali, secondo quanto suggerito da Juvinall e Marshek per condizioni operative con media variabilità:
− KS=2,5 per materiali duttili (lega di alluminio e acciaio basso legato)
− KS=3,0 per materiali fragili (ghisa, PMMA, pino)
E’ necessario valutare l’effetto di amplificazione dei carichi dovuto a cause dinamiche: è logico aspettarsi che la forza agente sulla struttura e di conseguenza la coppia all’albero sviluppata oscillino con frequenza proporzionale a ω. Questa situazione dinamica può portare al fenomeno della risonanza, a causa del quale succede che la parte alternata della forza aerodinamica e della coppia all’albero risultano maggiorate rispetto a quanto appare da un’analisi statica. Per tenere conto di ciò si introduce il coefficiente Kdyn. Non riuscendo a suddividere in modo rigoroso la coppia nelle sue
componenti media ed alternata, visto che comunque la parte predominante di sollecitazione è data dalla flessione, si è deciso di applicare Kdyn all’intero coppia
momento torcente.
P = 1
1 − &
&P (
Si è ipotizzato in modo conservativo di avere smorzamento strutturale nullo visto che comunque non è valutabile a questo livello del progetto, in quanto dipende fortemente da ogni dettaglio costruttivo.
Nella relazione compare il rapporto fra la pulsazione di oscillazione del carico (ωc) e
quella naturale della struttura (ωn). Si è già valutata la velocità angolare massima che
può raggiungere il rotore in condizioni di funzionamento limite, ωmax: bisogna associare
a questa la ωc tenendo conto della diversità del campo aerodinamico nei modelli A, B e
C. Per rotori ad un singolo stadio o a due stadi disposti in linea (modelli A e B) si ha una ripetizione del ciclo di carico ogni mezzo giro, per cui si ottiene:
128 & = 2&BS[
Nel caso del modello C la disposizione delle pale causa la replica della situazione aerodinamica per quattro volte in un giro, quindi:
& = 4&BS[
La pulsazione naturale si valuta assimilando la macchina ad un sistema massa-molla, per cui:
&P = J8g @7
dove:
− Kfl – rigidezza flessionale della trave, che, con riferimento al testo di Juvinall e
Marshek, è valutabile tramite l’espressione: 8g =24ℎ
n
con E, modulo di elasticità del materiale del telaio e J, momento d’inerzia della sezione resistente di diametro esterno dext e interno dint:
=64 Wi [@,− WCP@,
Nel determinare queste espressioni si è supposto che il carico aerodinamico sia applicato a metà dell’altezza della turbina.
− mturb è la massa complessiva del rotore, valutabile come descritto nel paragrafo
successivo.
Affinché non sorgano problemi di risonanza deve essere verificata la condizione:
& < &P
Si possono ora calcolareo le tensioni normali σ e tangenziali τ sulla sezione come detto nel paragrafo 4-2. Esplicitando le relazioni si ottiene:
129 ~ = 32*o}Wn iW [@, − WCP@, = 2iWU nh + 2*n hiWn(
Si è ipotizzato in modo conservativo che i valori massimi per σ e τ si raggiungano nello stesso punto della sezione. Si risale ad una sollecitazione equivalente da confrontare con la resistenza a rottura del materiale Su:
~ = ~(+ 3(
Si sceglie quindi il valore del diametro medio della trave dT in modo da garantire
~ ≤ 6. Tipicamente i materiali duttili arrivano a cedimento quando si ha
snervamento su tutta la sezione resistente e non quando si raggiunge in un singolo punto la condizione di rottura: fare questa distinzione tuttavia allunga molto i tempi di valutazione senza portare apprezzabili miglioramenti in termini di attendibilità dei risultati, visto le grandi incertezze riguardo la determinazione dei carichi e la geometria del telaio reale.