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Parte VII • QUESTIONI DISCIPLINARI

2. Dimissioni dall’Ordine

a. Dimissioni automatiche

Un Frate è dimesso automaticamente dall’Ordine se ha notoria-mente abbandonato la fede cattolica, o se ha contratto matrimo-nio o abbia attentato ad esso, anche solo civilmente (CIC can.

694; CCGG art. 258 §1).

In questi casi, il Ministro provinciale deve raccogliere tutte le pro-ve e i documenti rilevanti; se i fatti sono evidenti, il Ministro, con il suo Definitorio, deve emettere una dichiarazione del fatto. Una notifica di ciò deve essere mandata al Frate dimesso. I documenti devono essere tenuti nell’Archivio della Provincia. Una copia del-la Dichiarazione e un riassunto dei documenti deve essere manda-to pro informatione al Ministro generale.

Nel caso di attentato matrimonio o matrimonio civile, il Ministro provinciale dovrebbe seguire questa procedura:

1. Ottenere una copia del certificato di matrimonio o una di-chiarazione giurata di qualcuno che era presente alle nozze e può attestarlo;

2. Incontrarsi con il Definitorio e redigere una dichiarazione del fatto usando una formula del tipo:

“Dal documento(i) allegato, è chiaramente provato che in (luogo) ..., il (data) ..., Fr. ..., Frate professo solenne dell’Ordine dei Frati Minori, appartenente alla Provincia di ..., in ..., ha attentato matrimonio con ...

In virtù di questo atto, Fr. ... è dimesso “ipso facto” dall’Ordi-ne dei Frati Minori secondo il CIC can. 694 §1 2° e le CCGG art.

258 §1.

In conformità con i requisiti delle CCGG art. 258 §2, i sottoscrit-ti, Ministro e Definitorio provinciale, dichiariamo la sua automa-tica dimissione dall’Ordine”.

Dato in ...,

il ... (giorno) del ... (mese) del ... (anno)

Fr. N. N. ... Fr. N. N. ...

Definitore provinciale Ministro provinciale

Fr. N. N. ... Fr. N. N. ...

Definitore provinciale Vicario provinciale Fr. N. N. ...

Definitore provinciale Fr. N. N. ...

Definitore provinciale

Una volta che la dichiarazione è stata firmata, una copia deve es-sere mandata al Frate dimesso e anche al Ministro generale.

Nel caso del reato indicato al CIC can. 694 §1 1°, cioè l’abban-dono notorio della fede, si deve raccogliere prova documentale che sia al di sopra di ogni dubbio prima che una dichiarazione si-mile a quella sopra esposta possa essere scritta.

L’effetto della dimissione automatica per entrambe le cause espo-ste nel can. 694 è quello che i voti, così come i diritti e i doveri de-rivanti dalla Professione religiosa, cessano automaticamente. Se il Frate è un chierico, non può esercitare gli ordini sacri fintanto che non abbia trovato un vescovo che, dopo un adeguato periodo di prova, lo riceverà nella sua diocesi secondo le norme del can. 693, o che almeno gli permetterà di esercitare gli ordini sacri (cf. CIC 701; CCGG art. 260). Un Frate professo solenne che abbia atten-tato matrimonio, anche solo civilmente, incorre automaticamente nell’interdetto latae sententiae (cf. CIC can. 1394 §2); un Frate professo solenne chierico, incorre nella sospensione latae

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Parte VII – Questioni disciplinari

SIGILLO

tiae (cf. CIC can. 1394 §1). Inoltre, in virtù del diritto stesso, un chierico che abbia commesso uno dei reati menzionati nel can.

694, è rimosso da qualsiasi ufficio ecclesiastico avesse (cf. CIC can. 194 §1 2°-3°).

b. Dimissioni per decreto

La dimissione dall’Ordine per altre colpe è, come atto giuridico, di competenza del Ministro generale con il suo Definitorio (cf.

SSGG art. 270 §1), anche se non ha effetto e non può essere ese-guito finché non è stato confermato dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica (cf.

SSGG art. 270 §2). In alcuni casi questa dimissione è obbligato-ria, in altri è lasciata alla discrezione della competente autorità dell’Ordine.

Dimissioni obbligatorie

Secondo il CIC can. 695 §1 e gli SSGG art. 269 §1, un Frate de-ve essere dimesso per i delitti di cui al CIC can. 1395, 1397, 1398.

In questi casi si devono seguire le procedure tracciate nel CIC can.

695 §2:

a. il Ministro provinciale, sia personalmente che attraverso un altro Frate nominato allo scopo, deve raccogliere tutte le in-formazioni possibili circa i delitti presunti contro il Frate (in un modo simile a quello dell’indagine preliminare indicato nel CIC can. 1717);

b. il Ministro provinciale, alla presenza di un notaio, deve far conoscere al Frate accusato sia l’accusa che le informazio-ni raccolte, in modo che possa difendersi; nel farlo, il Mi-nistro è tenuto ad osservare le prescrizioni del CIC can.

630 §5 e del can. 1728 §2; in altre parole, non può indur-re o in ogni modo costringeindur-re il Frate a indur-rendeindur-re una con-fessione; il notaio redigerà un documento che verbalizzi quanto è stato detto nel corso dell’incontro; questo docu-mento deve essere firmato dal Ministro, dal Frate accusa-to e dal notaio;

c. il Ministro deve informare il Frate che ha il diritto di comu-nicare direttamente con il Ministro generale in conformità con il CIC can. 698;

d. il Frate accusato ha il diritto di redigere una difesa scritta che deve firmare, datare e consegnare al Ministro provin-ciale – o spedire direttamente al Ministro generale;

e. il Ministro provinciale cercherà di raccogliere ogni altra in-formazione che sia rilevante per la situazione;

f. il Ministro provinciale deve poi presentare tutto il materia-le al Definitorio provinciamateria-le; alla luce della discussione del Definitorio, il Ministro deve preparare un Votum nel quale esprimerà nel dettaglio, sulla base delle informazioni rac-colte, il suo punto di vista sulla questione;

g. tutto il materiale sarà quindi inoltrato al Ministro generale che lo valuterà con il suo Definitorio secondo il CIC can.

699 §1.

N.B. Mentre il CIC can. 695 §1 parla di una certa discrezione da parte del superiore circa i delitti menzionati nel CIC can. 1395 §2, questo non vale per i delitti che implicano l’abuso sessuale di mi-nori. Non c’è discrezione da esercitare in questi casi. Piuttosto, si deve avere grande cura nell’osservare tutto quanto è richiesto dal diritto universale riguardo a questi crimini come prescritto dalle Norme che accompagnano la Lettera Apostolica di Papa Giovan-ni Paolo II, Sacramentorum sanctitatis tutela, del 30 aprile 2001, e, più recentemente, dalle Normae de delictis reservatis Congrega-tioni pro Doctrina Fidei, del 21 maggio 2010. In breve, tutte le as-serzioni contro Frati che li accusino di abusi sessuali su minori de-vono essere riferite alla Congregazione della Dottrina della Fede attraverso l’ufficio della Procura generale.

Nota: ulteriori informazioni riguardanti l’intera lista di crimini considerati come graviora delicta si trova in un altro luogo di questo Prontuario.

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Dimissioni a discrezione

La dimissione dall’Ordine per altre colpe appartiene esclusiva-mente al Ministro generale e al suo Definitorio. Secondo il CIC can. 696 §1, un Frate «può essere dimesso anche per altre cause purché siano gravi, esterne, imputabili e comprovate giuridica-mente, come ad esempio: la negligenza abituale degli obblighi del-la vita consacrata; le ripetute viodel-lazioni dei vincoli sacri; del-la disob-bedienza ostinata alle legittime disposizioni dei Superiori in mate-ria grave; un grave scandalo derivato dal comportamento colpe-vole del religioso; l’ostinato appoggio o la propaganda di dottri-ne condannate dal magistero della Chiesa; l’adesiodottri-ne pubblica a ideologie inficiate di materialismo o di ateismo; l’assenza illegitti-ma, di cui al ca. 665, §2, protratta per sei mesi». A questi, gli SSGG art. 269 §2 aggiungono: «Il Frate esclaustrato, se entro sei mesi dopo la scadenza del tempo di esclaustrazione non sarà tor-nato, può essere dimesso dall’Ordine».

La procedura da seguire in questi casi è presa dal CIC can. 697:

a. Quando deve affrontare la situazione di un Frate accusato di uno di questi delitti, il Ministro deve consultare il Defi-nitorio, informandolo delle accuse. Alla luce di questa con-sultazione, egli deve decidere se è opportuno iniziare il pro-cesso di dimissione.

b. Se decide di procedere, il Ministro provinciale deve racco-gliere o completare le prove rilevanti per l’accusa; in altre parole, deve raccogliere tutte le informazioni a sua disposi-zione che indichino che il Frate si è comportato in contrav-venzione al diritto.

c. Il Ministro provinciale deve avvisare il Frate per iscritto o di fronte a due testimoni con un’esplicita minaccia di una conseguente dimissione se non si ravvede, con il motivo del-la dimissione chiaramente indicato e con del-la piena opportu-nità a lui concessa di auto-difendersi. In questo avviso, il Ministro provinciale deve dichiarare chiaramente che il Frate ha il diritto di comunicare direttamente con il Mini-stro generale in conformità con il CIC can. 698.

d. Se l’avviso è fatto per iscritto, deve essere comunicato al Frate in modo che ci sia una prova scritta che egli l’ha rice-vuto e della data in cui l’ha ricerice-vuto. Se l’avviso viene co-municato alla presenza di due testimoni, il Ministro provin-ciale deve redigere un documento che attesti il fatto e che lui e i due testimoni firmeranno.

e. Se, dopo non meno di quindici giorni dalla ricezione del-l’avviso, il Ministro vede che non ci sono stati cambiamen-ti nel comportamento del Frate, egli deve procedere con un altro avviso che contenga esattamente gli stessi elementi del primo.

f. Se, di nuovo dopo non meno di quindici giorni da quando il Frate l’ha ricevuto, appare chiaro che questo avviso è sta-to vano, il Ministro provinciale ed il suo Definista-torio devo-no decidere se ci sodevo-no abbastanza prove di incorreggibilità.

Il Ministro ed il Definitorio devono considerare la difesa presentata dal Frate. Se giudicano che il Frate ha mostrato incorreggibilità e la sua difesa è insufficiente, il Ministro provinciale deve trasmettere al Ministro generale tutti gli atti, firmati personalmente e da un notaio, insieme alle ri-sposte firmate dal Frate, se ci sono. Egli deve accompagna-re gli atti con il suo Votum nel quale soppeserà le prove ed esprimerà la propria conclusione.

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