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diritto alla mobilità

impegnandosi in un’opera di sensibilizzazione e con campagne d’informazione. Fra i problemi ambientali da affrontare in maniera mirata figurano l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, la produzione di rifiuti e lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali. Al riguardo, bisognerà consolidare la cultura della precauzione e della prevenzione attraverso un’attenta pianificazione di settore, e raggiungere una gestione più efficace per l’ambiente, con il ricorso più esteso al monitoraggio ambientale e alla costante segnalazione della presenza sul territorio di inquinanti e rifiuti. Per adattarsi in maniera efficace ai cambiamenti climatici sarà necessario anticipare i possibili effetti negativi sul territorio rafforzandone la resilienza ed elaborando risposte adeguate. In questo campo le sfide da affrontare sono rappresentate dalle alluvioni e dalla minaccia alla biodiversità e l’obiettivo principale da raggiungere è quello del miglioramento della qualità ambientale e della tutela della salute umana. Le politiche regionali, pertanto, saranno indirizzate alla tutela e alla messa in sicurezza del territorio, concentrandosi sulla realizzazione di opere infrastrutturali e sviluppando una attività di studio volta alla raccolta, allo sviluppo e alla condivisione di dati provenienti dalle stazioni di controllo terrestri e aeree in grado di agevolare e sostenere l’elaborazione e l’attuazione delle politiche stesse. Per dare attuazione alle politiche indirizzate alla tutela e alla messa in sicurezza del territorio l’Amministrazione regionale sfrutterà a pieno le opportunità di finanziamento offerte dai fondi strutturali europei, con particolare riferimento a quelli messi a disposizione con la programmazione 2014-2020 a valere sul POR FESR e definiti dall’Asse 5 “Rischio Sismico e Idraulico”, Priorità di investimento 5b, Obiettivi specifici 5.1 e 5.3.

Trasporti e

diritto alla mobilità

Ai fini di conseguire una visione organica del sistema dei trasporti e della mobilità e definire una governance complessiva del settore, si intende procedere alla redazione di un nuovo Piano Regionale dei Trasporti che tenga conto delle mutate condizioni socio-economiche e di mobilità della Regione e sviluppi le necessarie politiche tese a favorire l’innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale nel settore. Tale scelta deriva anche dalle mutate relazioni del Veneto rispetto all’Estremo Oriente e a tutta l’Europa, nonché dalle mutate direttive dell’Unione Europea in questo settore. Nelle more di definire questo quadro strategico di più ampio respiro, vengono individuati una serie di obiettivi strategici a cui tendere sin d’ora, finalizzati da un lato ad ammodernare l’assetto infrastrutturale della Regione, e dall’altro ad assicurare una più efficiente gestione delle risorse e un maggior coordinamento dei soggetti pubblici interessati. In tale contesto, nell’ambito degli interventi finalizzati a soddisfare i fabbisogni di mobilità delle diverse aree regionali e a rilanciarne lo sviluppo economico

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e produttivo contenendo allo stesso tempo i livelli di inquinamento atmosferico e migliorando l’accessibilità del territorio, risulta strategico, in un’ottica di interconnessione con le reti nazionali ed europee, il completamento della Superstrada Pedemontana Veneta. Per quanto riguarda l’ammodernamento dell’assetto infrastrutturale, vengono considerati prioritari la realizzazione della linea AV/AC (tratto Brescia-Padova) per il completamento del corridoio Mediterraneo e il rafforzamento del sistema della Portualità regionale e della rete delle Vie navigabili interne di competenza regionale. Per quanto concerne invece l’efficientamento nella gestione delle risorse nel settore stradale ed autostradale, si ritiene strategico il ruolo regionale per favorire il coordinamento e la maggior efficienza delle azioni dei diversi soggetti gestori della rete, al fine di garantire maggiore sicurezza nella circolazione e positive ricadute nel sistema della mobilità regionale. Parallelamente, si ritiene strategico intervenire nel settore del Trasporto Pubblico Locale al fine di migliorare gli attuali servizi di trasporto, garantendo i servizi minimi e favorendo l’ammodernamento della flotta. Infine, si mira ad avviare la procedura di approvazione del progetto per il finanziamento e la realizzazione del Treno delle Dolomiti.

Soccorso civile In Veneto i cambiamenti climatici stanno determinando l’intensificarsi di fenomeni meteorologici estremi, con conseguente incremento del rischio idraulico e idrogeologico, causando spesso ingenti danni al territorio, alle infrastrutture pubbliche, alle attività produttive e ai privati cittadini. Dal punto di vista delle emergenze di origine antropica, nel territorio veneto sono diffuse attività produttive, siti industriali, discariche e aree di stoccaggio, che possono comportare rischi di inquinamento ambientale e di incidenti industriali. Considerata la sismicità del territorio Veneto, risulta determinante l’azione di coordinamento delle forze di soccorso e di assistenza alla popolazione. Appare, pertanto, fondamentale potenziare gli interventi di adeguamento sismico delle strutture strategiche destinate ad ospitare i Centri di Coordinamento dei Soccorsi e dei Centri Operativi Misti. Per fronteggiare adeguatamente le emergenze e garantire la sicurezza dei cittadini, l’Amministrazione regionale ha fortemente voluto la realizzazione di un Sistema Regionale di Protezione Civile, ossia una rete strategica che vede coinvolte le amministrazioni dello Stato presenti sul territorio veneto, gli Enti territoriali, il volontariato di settore e gli altri enti ed istituzioni ed ha come obiettivo quello di tutelare l'integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da eventi emergenziali e catastrofi. L’attività è dunque indirizzata a consolidare le sinergie tra le diverse componenti del sistema, anche in riferimento al livello operativo e a sviluppare una pianificazione settoriale che fornisca l'analisi dei rischi presenti sul territorio

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e le azioni possibili per ridurli. In tale ambito risulta prioritario attivare il numero unico di emergenza 112 sull’intero territorio regionale, realizzando la Centrale Unica di risposta al NUE 112 nella regione del Veneto, per dare completa attuazione all’istituzione del numero unico di emergenza europeo su tutto il territorio nazionale, ai sensi dell’art. 76 del D.Lgs. 259/2003. Si deve, altresì, procedere alla revisione dell’attuale legislazione regionale in materia di Protezione Civile al fine di adeguarla alle nuove norme statali e regionali e renderla maggiormente aderente alla realtà e ai bisogni del territorio. Sempre nell’ambito della prevenzione è fondamentale la messa a norma e il miglioramento sismico degli edifici pubblici e privati al fine di ridurre la vulnerabilità del patrimonio immobiliare, avendo quale obiettivo la diminuzione degli interventi post-emergenziali. trasformazione, ormai ben consolidata con il passaggio dalla famiglia patriarcale alla famiglia mononucleare, bensì di modificazioni del tessuto sociale interconnesso con le innovazioni tecnologiche, con le nuove modalità di comunicazione, con lo sviluppo imprevedibile dei sistemi economici e di mercato. In questo contesto,

"pensare" ad un moderno sistema di servizi sociali significa assumere come paradigma culturale, strategico ed operativo la persona, il suo ambiente di vita e le sue relazioni: ogni individuo è unico ed irripetibile, portatore di un proprio patrimonio di storia, valori, tradizioni ed è quindi potenziale risorsa della comunità. Assumere come prospettiva la persona e i suoi “territori” significa riconoscere e valorizzare i sistemi (reti) di relazioni, l'appartenenza ad una cultura, ad un sistema di valori, significa riconoscere la famiglia quale soggetto fondante e fondamentale per le comunità. Le politiche per la famiglia devono prevedere, tra le altre, azioni volte al sostegno della genitorialità in tutte le sue fasi, in una visione complessiva dei servizi che ponga al centro il ruolo della famiglia e che sviluppi una integrazione socio-sanitaria, una valida sintesi tra famiglia, bambini e ragazzi, servizi e comunità. A tal fine risulta strategica la collaborazione tra i soggetti pubblici e privati del territorio, valorizzando il principio di sussidiarietà. Sostenere la famiglia vuol dire anche pensare ad una programmazione regionale volta a rinforzare una solida infrastrutturazione sociale di welfare comunitario all’interno del quale si declina un sistema integrato di interventi a favore delle persone anziane non autosufficienti e delle persone con disabilità che privilegia e favorisce il loro vivere nel proprio contesto affettivo e di vita. Considerato, inoltre, che

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la recente crisi economica ha segnato dei profondi cambiamenti nel contesto economico e sociale della nostra Regione, diventa centrale una politica di promozione e sostegno di interventi per la piena inclusione sociale. La rilevanza del tema trova conferma nel Programma Operativo Nazionale (PON) Inclusione 2014-2020, il primo programma interamente dedicato all’inclusione sociale predisposto in una logica di stretta sinergia con l’obiettivo di riduzione della povertà fissato da Europa 2020. Il tema viene ripreso anche dal Programma Operativo Regionale Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (POR FESR) 2014-2020, Asse 6 dedicato allo sviluppo delle aree urbane, che sono i luoghi dove emergono con maggiore evidenza i più rilevanti problemi economico-sociali. In merito all’integrazione dei cittadini extracomunitari regolarmente residenti, si promuoverà la coesione della comunità regionale, contrastando ogni forma di discriminazione e realizzando politiche di accoglienza e integrazione efficaci, rispettose dei diritti umani, sensibili alle condizioni di svantaggio e fragilità dei gruppi beneficiari e coerenti rispetto ai valori condivisi dalla popolazione ospitante. Sotto il profilo della regolamentazione del settore, la Regione del Veneto intende dotarsi di una legge di riforma sugli Istituti Pubblici di Assistenza e Beneficenza (IPAB). In tale direzione è stato formulato un progetto di legge in materia di IPAB in discussione nelle competenti commissioni consiliari. Infine, riconosciuta la violenza sulle donne come forma di violazione dei diritti umani e di discriminazione, proseguiranno le azioni in materia di contrasto alla violenza di genere secondo quanto previsto dalla normativa vigente (L. n. 119/2013).

Tutela della salute

Le attività regionali finalizzate alla tutela della salute sono dirette a mantenere e sviluppare il livello di eccellenza dell’assistenza socio sanitaria veneta nel rispetto dei criteri di sostenibilità economico-finanziaria, in un sistema che pone sempre al centro la persona. L’attuale fase di programmazione regionale, basata sul Piano Socio Sanitario Regionale (PSSR) 2012-2016, attualmente in fase di aggiornamento, evidenzia alcuni obiettivi: il potenziamento dell’assistenza territoriale, la nuova organizzazione dell’assistenza ospedaliera, il potenziamento delle azioni di prevenzione delle malattie e di promozione della salute e la definizione di un sistema di governance imperniato sulla responsabilizzazione di tutti gli attori del Sistema Socio-Sanitario Regionale (SSSR) nell’ambito dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), recentemente definiti e aggiornati a livello nazionale dal DPCM del 12 gennaio 2017. Sono in fase di attuazione le innovative disposizioni della L.R. 19/2016 (“Istituzione dell'ente di governance della sanità regionale veneta denominato "Azienda per il governo della sanità della Regione del Veneto - Azienda Zero". Disposizioni per la individuazione dei nuovi ambiti territoriali delle

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Aziende ULSS”), finalizzate ad una maggiore razionalizzazione del Sistema Sanitario Regionale, al coordinamento degli acquisti e all’incremento dell’efficienza a livello di sistema. La L.R. 19/2016 ha ridisegnato l’assetto delle Aziende ULSS, al fine di ridurre i costi connessi alle direzioni strategiche, agli organi aziendali e alle unità operative tecnico-amministrative, senza intaccare il livello qualitativo dei servizi, ed è in piena fase di implementazione l’Azienda Zero, istituita dal Titolo I della stessa L.R. 19.

Sviluppo economico

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