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Disastri naturali e disastri ambientali: una contrapposizione ancora attuale?

Nel documento Catastrofi naturali e disastri tecnologici (pagine 154-158)

Impostazione del problema: definizioni e fenomenologia

3. Disastri naturali e disastri ambientali: una contrapposizione ancora attuale?

3.1. Come emerge dal quadro definitorio e fenomenologico sopra riportato, nonostante la fonte e le manifestazioni dei disastri naturali e dei disastri am- bientali/tecnologici/industriali possano essere molto diverse tra loro, sono sempre più frequenti i casi in cui i primi siano causalmente posti alla base dei secondi e viceversa, in forza della loro correlazione, più o meno diretta, con una attività umana scatenante. Eppure la reazione emotiva generata da questi fenomeni è ancora oggi molto diversa. Invero le calamità naturali evocano nell’opinione pubblica un senso di inevitabilità cui si ricollega un sentimento di pietà e solidarietà; i disastri industriali, ambientali e tecnologici, invece, provocano un sentimento di rivendicazione, per la loro prevedibilità e per il

fatto di essere riconducibili a scelte e azioni consapevoli dell’uomo, molto spesso penalmente rilevanti. Così M.TIRABOSCHI, Prevenzione e gestione dei

disastri naturali (e ambientali): sistemi di welfare, tutele del lavoro, relazioni industriali, che precede in questo volume e in DRI, 2014, n. 3, 573-578.

3.2. Tale contrapposizione si ritiene oggi anacronistica – se solo si passa in rassegna la letteratura internazionale sul tema – in società complesse e integra- te come quelle attuali in cui è sempre più prevedibile l’effetto che le attività umane, specie quelle produttive e industriali, possono avere sull’ambiente, in- nescando fenomeni solo apparentemente spontanei e imprevedibili, cfr. sul punto M.TIRABOSCHI, Preventing and Managing Natural Disasters: Welfare

Systems, Employment Safeguards and Industrial Relations. Some Research Notes, Working Paper ADAPT, 2014, n. 157, e ancora M.TIRABOSCHI, Pre-

venzione e gestione dei disastri naturali (e ambientali): sistemi di welfare, tu- tele del lavoro, relazioni industriali, cit.

Invero, come evidenziato anche da JOHNS HOPKINS BLOOMBERG SCHOOL OF

PUBLIC HEALTH, INTERNATIONAL FEDERATION OF RED CROSS AND RED CRE- SCENT SOCIETIES, Public Health Guide for Emergencies, 2006, 27, in molti ca- si la mano dell’uomo contribuisce a causare l’evento, o ad aggravarne gli ef- fetti, nel compiere azioni a bassa sostenibilità ambientale come la deforesta- zione, la cementificazione incontrollata, l’allevamento intensivo, la rimozione di zone umide, l’urbanizzazione, ecc.

La stessa locuzione “disastro naturale” è inappropriata e anacronistica: «è in- fatti il comportamento umano che trasforma i rischi naturali in ciò che noi chiamiamo disastri naturali», cfr. UNITED NATIONS, Report of the Secretary- General on the work of the Organization, 1999, A/54/1, 2, punto 11.

A ciò si aggiunge il fatto che, anche processi ordinari, come le innovazioni tecnologiche, i cambiamenti demografici, le trasformazioni sociali, ovvero semplici attività economiche, provocano non di rado conseguenze significative sull’ambiente circostante e su taluni fenomeni idrometeorologici o geofisici, almeno nel lungo periodo, cfr. M.SCOTT, Climate Change: Implications for

Employment, ETUI, 2014, 12. In tal senso, il Report on the Hydrocarbon Ex- ploration and Seismicity in Emilia Region, in www.bollettinoadapt.it, 2014, 189-190 e 196, sottolinea che «Numerosi rapporti scientificamente autorevoli descrivono casi ben studiati nei quali l’estrazione e/o l’iniezione di fluidi in campi petroliferi o geotermici è stata associata al verificarsi di terremoti, a volte anche di magnitudo maggiore di 5» e che talune tipologie di attività si- smiche, tra cui i terremoti antropogenici, i terremoti indotti e i terremoti inne- scati, sono più o meno direttamente riconducibili alla attività dell’uomo.

3.3. La consapevolezza di tali interrelazioni è cruciale affinché si possa mette- re a punto un rinnovato approccio culturale, politico, gestionale e normativo a fronte degli effetti negativi di questi eventi sul territorio, sulle popolazioni, sull’economia e sul mondo del lavoro.

3.4. Invero i disastri ambientali e le calamità naturali possono determinare gravi conseguenze da un punto di vista ambientale, climatico, sanitario, eco- nomico e sociale. Tali fenomeni possono altresì danneggiare profondamente il sistema produttivo, le imprese e il lavoro, con un impatto negativo sia sulle condizioni di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, sia sull’andamento del mercato del lavoro e sulle condizioni di occupazione nei settori e nei territori più colpiti. Tali effetti sono solitamente affrontati, nell’immediatezza del loro accadimento, attraverso misure strutturali ed emer- genziali di gestione e mitigazione; meno efficaci sono invece le misure di pre- venzione e di pianificazione di medio e di lungo periodo volte a ridurre la pro- babilità del loro verificarsi, ad aumentarne il grado di prevedibilità e ad innal- zare il livello di preparazione e di risposta delle comunità e dei territori colpiti.

3.5. A tal fine, nel prosieguo della presente literature review, si passa in rasse- gna il contributo che la letteratura internazionale ha fornito sui molteplici pro- fili problematici sollevati dal verificarsi dei disastri ambientali e delle calamità naturali, da un punto di vista demografico, sociale ed economico. Una partico- lare attenzione è rivolta però ad un profilo ad oggi poco approfondito, cioè quello inerente alle conseguenze di tali fenomeni sul mercato del lavoro e sulle condizioni di lavoro e al ruolo che, in questo ambito, possono svolgere i siste- mi di welfare, le norme di tutela della salute e sicurezza sul lavoro e il dialogo sociale, cfr. sul punto M.TIRABOSCHI, Preventing and Managing Natural Di- sasters: Welfare Systems, Employment Safeguards and Industrial Relations. Some Research Notes, cit., nonchè M.TIRABOSCHI (a cura di), Managing and Preventing Natural (and Environmental) Disasters: The Role of Industrial Re- lations. Some Reflections on the Italian Case, Working Paper ADAPT, 2013, n. 142, 27, e ancora i contributi di M.TIRABOSCHI, Prevenzione e gestione dei

disastri naturali (e ambientali): sistemi di welfare, tutele del lavoro, relazioni industriali, D.DEL DUCA, M.GIOVANNONE, Disastri naturali e lavoro: misure prevenzionistiche e di protezione sociale, F. LAMM, N.MCDONNELL, R.LA- MARE, L’impatto dei disastri sui contractors indipendenti: vittime delle circo-

stanze, M. SARGEANT, Le persone vulnerabili in caso di catastrofi naturali,

ro: l’importanza del fattore demografico, che precedono in questo volume e in DRI, 2014, n. 3.

Capitolo II

Nel documento Catastrofi naturali e disastri tecnologici (pagine 154-158)

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