• Non ci sono risultati.

DISCORSO INAUGURALE

Nel documento ANNUARIO DEL (pagine 48-55)

DELL'ANN0 ACCADEMICO 1949-50

<< Laudato sì, mi Signore, per sor aqua

la quale è mnlto utile et humile et pretiosa et casta ».

Così il Poverello di Assisi nel suo Cantico di Frate sole, con profetica visione esalta le doti dell'acqua che sempre maggiore importanza acquista nei tempi.

La vita fisica dell'uomo, la produzione della terra, lo sviluppo dell'industria traggono dall'acqua le loro maggiori possibilità. Purtroppo anche rispetto ad essa il nostro Paese non è fra i più favoriti: si deve farne il miglior uso, perchè risulterà sempre relativamente più scarsa

e

quindi più pre-ziosa per migliorare le condizioni di vita cui ha diritto la nostra popolazione, in continuo aumento e con sempre mag·

giori necessità.

Molte, troppe nostre regioni sono tutt'ora prive di suffi-ciente dotazione di acqua· potabile, talune anzi ne difettano totalmente: a questa intollerabile situazione è doveroso asso-lutamente provvedere, qualunque ne possa essere l'onerosità:

la scienza e la tecnica ce ne danno i mezzi.

Di non minore importanza e gravità è il problema del-l'irrigazione, problema fondamentale per il più largo collo-camento delle masse rurali ed il necessario incremento della produzione agraria. Diamo al nostro contadino terra da col-tivare, assicuriamogli una possibilità di vita, con casa, strade ed una pur piccola quantità di acqua, ed egli trasformerà la steppa in giardino.

Su oltre ventun milioni di ettari di superficie ag1·aria, l'estensione delle zone irrigate non arriva ancora oggi al 7%.

Al notevole sviluppo raggiunto dall'irrigazione nella V alle Padana, specialmente nel suo versante settentrionale, fanno riscontro le limitatissime estensioni irrigate dell'Italia penin-sulare ed. insulare: dal 33% e 28% circa rispettivamente della Lombardia e del Piemonte, si passa a meno del 0,5

%

per le Puglie e la Sardegna. Questa enorme differenza trae ragione sia da naturali disponibilità di acqua, sia e più specialmente dalla varia morfologia delle diverse regioni.

Esistono però notevoli possibilità di miglioramento di cui talune parzialmente già in atto. Nella V alle Padana tali sono la regolazione dei grandi laghi, la raccolta dell'acqua piovana nei classici serbatoi a corona, la creazione nelle valli dell'Appennino di serbatoi stagionali, utilizzabili pure per produzione di energia elettrica. A questi serbatoi, per le nor-mali vicende delle precipitazioni, si deve più particolarmente ricorrere per l'Italia peninsulare, in modo particolare per la Calabria e la Basilicata, nonchè per le isole; ed invero già ne esiste qualche notevole esempio. Per altre regioni, come pèr le Puglie, pressocchè prive di risorse idriche superficiali, si può attingere a discreta abbondanza di acque sotterranee diffuse, sia freatiche che artesiane.

Gli elementi a questo fine necessari si possono ricavare dalla lodevole, vasta e molteplice attività d'el Servizio Idro-grafico del Ministe~o dei Lavori Pubblici, che esegue siste-matiche indagini per riconoscere· le condizioni climatiche ed idrologiche delle varie regioni onde valutare il patrimonio idrico nazionale nei riguardi delle appliCazioni irrigue .

. Salvo llmitate eccezioni però, raramente si riscontra nelle nostre popolaz~oni agricole una vera coscienza irrigua. Gene-ralmente sia

il

quantitativo di acqua usualmente fornito alle varie colture, sia

il

modo con

il

quale quest'acqua viene som-ministrata. raramente sono in relazione con le necessità eff et-tive, raramente hanno una base razionale. Il volume di acqua fornito si fa dipendere dalle possibilità esistenti: dove l'acqua è molta e più facilmente ed a più modico prezzo può essere utilizzata, ivi la pratica irrigatoria sale a consumi esagera-tamente più elevati di quelli che, con pari risultato, si riscon-trano nelle regiom meno favorite.

47

Un

vero e proprio disordine idraulico si rileva là ove antiche derivazioni, che in origine erano state accordate a grandi utenze individuali, con il progresso dell'agricoltura ed il frazionamento- delle antiche proprietà feudali, sono venute a servire nuove utenze collettive, generalmente raggruppate in consorzi.

Si resero 'così necessari nuovi canali, che vennero aperti successivamente senza alcun preciso piano organico, con note-voli sprechi e disperdimenti.

Quando poi da uno stesso corso naturale si hanno più· derivazioni successjve, state concesse in antiche epoche diverse, tale inconveniente risulta ancora esaltato per la costruzione di veri fasci di canali, tracciati talora a pochi metri di distanza l'uno dall'altro, che con percorsi di molti chilometri, talora paralleli o variamente intersecantesi, vanno ad irrigare zone che potrebbero essere meglio servite da un solo canale prin-cipale. Molti ettari di buoni terreni sono così sottratti alla coltivazione e inutili maggiori svjluppi di canali con edifici annessi devono essere curati e mantenuti risultando molti-plicate le perdite di acqua per disperdimenti e sprechj.

In questi casi quando il corso alimentatol"e per le vicende stagionali subisce le periodiche varjazioni di portata, nel-l'epoca di ·scarsità le utenze delle derivazioni superiori fanno gravare la riduzione dell'acqua sulle derivazioni sottostanti, compromettendo talora irrimediabilmente i raccolti delle terre a queste soggette, mentre invece una equa ripartizione delle.

acque disponibili sarebbe generalmente sufficiente per tutti senza danni apprezzabili.

Per il più razionale e proficuo uso dell'acqua in questi casi è prevista attualmente la facoltà· di riunire in un unico Consorzio obbligatorio tutti gli utenti delle varie derivazioni.

Tale facoltà dovrebbe essere trasformata in preciso· disposi-tivo di legge: che stabilisse che per ogni bacino idrografie ben definito tutte le derivazioni irrigue devono essere riunitt' in. un unico Consorzio obbligatorio, tecnicamente· attrezzato per la più equa ripartizione delle acque.

Anche nelle regioni già attualmente più largamente favo-rite di irrigazione, il riordino delle utenze con i più sani cri-teri tecnici può :rendere libere preziose acque, .ora disperse, con notevole vantaggio di fertili terre che da tempo invano

attendono il beneficio dell'irrigazione. Tale è

il

caso ad esem·

pio del vicino territorio a sud-est di Carmagnola che vede scorrere a suo fianco le acque del Po.

Nonostante la scarsezza di dati e di notizie precise sulle consuetudini e sui metodi adottati nelle varie regioni per i più diversi terreni e le più disparate coltivazioni, notevole progresso si è fatto anche nella tecnica dell'irrigazione per utilizzare l'acqua il più economicamente possibile, con le più idonee sistemazioni del terreno secondo la sua varia natura anche per realizzare i migliori ricuperi. Risultato assai inte-ressante si è ottenuto con il metodo di irrigazione a pioggia, che non ostante

il

maggior onere di impianto può essere util-mente applicato per le regioni di morfologia più tormentata ed a colture pregiate, come appunto in molte zone dell'Italia meridionale e delle isole: non richiede onerose preparazioni del terreno e realizza notevole economia di acqua: la nostra industria si è bene attrezzata anche a questo scopo.

Sempre quando però lacqua per l'irrigazione deve essere sollevata artificialmente, l'energia elettrica occorrente, usata per un limitato periodo dell'anno e praticamente ad orario continuo dovrebbe essere fornita a speciali condizioni: irri·

gazione ed energia elettrica, sono entrambi fattori di interesse

nazionale.

-Mentre . però lo sviluppo dell'irrigazione, che ha tradi·

zioni secolari, ha conservato la caratteristica delle imprese agricole e cioè lenta gradualità nel tempo, l'utilizzazione dell'acqua come forza motrice a produzione di energia elet-trica, praticamente iniziatasi con Ga4leo Ferraris, ebbe un. rapido sviluppo sempre più accelerato nel tempo per seguire le crescenti !ichieste di consµmo. Sorsero così i potenti Grµppi produttori e distributori di energia che in vivace concor-renza per superiorità di dominio crearono nelle zone di più immediato sfruttamento un complesso di impianti di varia appartenenza con molteplici lunghe linee di trasporto a dif · ferenti caratteristiche, talora parallele ed incrociantesi, da cui situazioni di disagio ed anche antieconomiche per gli ulte-riori sviluppi.

Sarebbe stato certamente utile, che con una realistica visione del problema si fosse fin dall'origine fissato un piano regolatore con criterio di unità di sfruttamento secondo bacini

49

idrografici più o meno estesi, ma esattamente definiti: con tale disposizione forse si sarebbero anche potuti realizzare e si realizzerebbero impianti più aderenti alle reali capacità produttive.

L'Italia, che con Paderno nel 1898 ebbe il più grande impianto idroelettrico di Europa della potenza di diecimila KW raggiungeva già nel 1912 un complesso di impianti per oltre settecento mila KW, non più proporzionati, come in prin-cipio, alla sola portata continua disponibile per tutto l'anno, ma già provvisti di serbatoi di compenso diurni e settimanali e persino di grandi serbatoi stagionali. Alla fine del 1922 la potenza installata saliva ad 1.250.000 KW per raggiungere quindi nel 1941 ben 5.300.000 KW con una produzione di oltre 19 miliardi di KWh. Ricostruiti poi gli impianti dan-neggiati o distrutti dalla gueua, alla fine dello scorso anno risultava installata una potenza di oltre 5.400.000 KW con una producibilità annua media di oltre 21 miliardi di KWh, una capacità di serbatoi stagionali per un accumÙlo di circa il 10% dell'energia totale disponibile ed una potenza termo-elettrica efficiente di circa un milione di KW.

Questo imponente e rapido incremento di produzione di energia elettrica, comune a tutti i Paesi, ha richiesto la rea-lizzazione di impianti idroelettrici delle più di:ff erenti carat-teristiche, dalle più alte c.adute, di molte centinaia di metri, alle più basse, di pochi metri soltanto, dalle più piccole di pochi :moduli, alle più grandi portate, di molte decine di metri cubi. Si dovettero perciò studiare e realizzare successivi nuovi tipi di motori idraulici, per potenze sempre maggiori, giungendo ad unità di molte decine di migliaia di KW, vin-colate alle esigenze di velocità e regolazione delle caratteri-stiche dei generatori elettrici ad essi accoppiati.

Anche in questo campo i nostri tecnici e le nostre industrie non risultano a nessuno secondi e qui voglio ricordare i valo-rosi ingegneri: Ratti, Buchi e Calzoni che portarono le nostre due più antiche Ditte, Riva di Milano e Calzoni di Bologna, a chiara fama, riconosciuta anche fuori del nostro Paese.

La potenzialità finora raggiunta dai nostri impianti idroelettrici è risultata anche e specialmente in quest'anno insufficiente a fronte degli impegni e delle richieste di con-sumo, con grave danno per l'economia del Paese.

Quali le cause? Si prospettano i caratteri idrnlogici della seconda metà del 1948 e dell'anno corrente: per notevoli defi-cenze di precipitazioni stagionali si è accumulato nei serbatoi montani una quantità di acqua minore di quella corrispon-dente alle loro capacità, insufficiente quindi alla prevista regolazione dei deflussi di magra.

Troppo breve è ancora il periodo di anni di sistematica raccolta di dati di precipitazione e di misure di portata che

il

Servizio Idrografico del Ministero dei Lavori Pubblici va eseguendo e con tanto lodevole cura e competenza elaborando:

non può ancora fare un'attendibile valutazione delle riserve idrauliche utilizzabili per forza motrice onde accertare su quali disponibilità e per che tempo ancora si potrà f ~re asse-gnamento per la graduale messa in valore· di tutte le forze motrici idrauliche del nostro Pàese.

·E qui giova rimarcaTe l'incertezza della valutazione delle precipitazioni sulle alte giogaie montuose, specialmente nel dominio alpino dei ghiacciai, ove le limitate misurazioni non rappresentano èhe semplici episodi locali: solo misure conti-nuative dei deflussi possono permettere una sufficientemente

approssimat~ valutazione dell'afflusso meteorico su tali regioni.

Veramente preoccupante è la notevole diminuzione, che da anni si controlla, delle masse glaciali sulle alte valli alpine del nostro versante.

Di tutto ciò deve essere tenuto· conto nella elaborazione dei piani di nuovi impianti per l'incr,emento della produzione di energia idro-elettrica, che per un migliore equilibrio fra pro-duzione estiva ed invernale richiederebbero notevole aumento di capacità di serbatoi stagionali. Tale studio oltre considerare

sempre il risultato economico e cioè il costo dell'energia

pro-dotta, deve però tener presenti le necessità della irrigazione, che già ora in alcune località risulterebbero compromesse, e dell'energia stagionale, di basso costo, occorrente a varie industrie essenziali per l'economia del Paese.

Ai

grandi benefici che l'acqua ci consente per l'igiene, l'agricoltura, le industrie, per

il

progresso ed il miglioramento delle condizioni di vita civile e sociale, taluni potrebbero opporre i gravi danni delle piogge che, come oggi si legge, avrebbero con impressionante frequenza carattere diluviale, provocando frane, alluvioni, disastrose inondazioni.

51

A parte che molto si esagera, la situazione attuale non deriva da imprevedibili violenti eventi: essa è dovuta essen-zialmente a imprevidenze e manomissioni fatte dall'uomo:

vandalico disboscamento delle vallate montane, usurpazione di alvei attivi, :inopportune costruzioni o ricostruzioni di manufatti, specialmente ponti con luci insufficienti, tras cu-rata manutenzione di opere arginali e di difesa.

Sicchè sempre con sicma fede possiamo e dobbiamo ripetere:

« Laudato sì, mi Signore, per sor aqua

la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta ».

EUCLIDE SILVESTRI.

DIRETTORI DEL POLITECNICO DI TORINO

Nel documento ANNUARIO DEL (pagine 48-55)

Documenti correlati