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Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse della comunità scientifica riguardo all’alimentazione nello sport, così come la ricerca relativa alle migliori strategie per supportare la performance atletica nelle diverse discipline sportive. Inoltre, la sempre maggiore pressione socioculturale verso un ideale estetico che privilegia magrezza e, soprattutto, muscolosità nel maschio, spinge a modificare e modellare le proprie forme corporee, talora anche in maniera innaturale (Crambitt Brooke and Pritchard Mary, 2013). La spinta e la ricerca pressanti di aderire a questi modelli corporei idealizzati può anche favorire, in soggetti predisposti, una elevata insoddisfazione corporea, fattore di rischio primario per lo sviluppo di un Disturbo alimentare (Dryer R. et.al., 2016).

Nel campione studiato non si rileva dispercezione corporea, i dati antropometrici rilevati corrispondono infatti ai dati riferiti, a conferma di una buona conoscenza delle proprie misure e di un frequente check del peso corporeo da parte dei soggetti partecipanti allo studio.

Nel campione studiato, i dati sulle abitudini alimentari risultano essere coerenti con i dati noti a riguardo. Il numero di pasti giornalieri aumenta all’aumentare delle ore settimanali di allenamento e solo un terzo dei partecipanti (34.3%) distribuisce la propria alimentazione in 5 o più pasti giornalieri come indicato dalle linee guida.

Il ricorso a professionisti del settore per la formulazione di un regime alimentare personalizzato si rileva solo in circa metà dei soggetti che hanno utilizzato o utilizzano attualmente un piano dietetico strutturato. L’alto numero di casi di diete “fai da te” pone un problema attuale, anche alla luce della facilità di reperire sul web indicazioni dietetiche “pronte all’uso”. Occorre infatti tener conto che, specie per chi pratica sport, le richieste energetiche e la loro distribuzione giornaliera devono essere attentamente valutate da un professionista, al fine di garantire e/o mantenere la crescita e lo sviluppo del corpo, far fronte al volume di allenamenti settimanali, ridurre il rischio di malattie ed infortuni, favorire la

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performance atletica (Travis D. T. et.al., 2016); inoltre, occorre porre specifica attenzione a genere, età, massa corporea, altezza e fabbisogni della persona interessata (Manore M.M., Thompson J.L, 2015). Ricorrere ad una dieta “fai-da-te” può portare a sovrastimare o sottostimare i fabbisogni nutrizionali, esponendo chi ne usufruisce ad errate modificazioni della composizione corporea e alla compromissione della salute e delle performance atletiche. (Capling L et.al., 2017).

Nel campione studiato l’alta percentuale di scelte “fai da te” si rileva anche riguardo al consumo di integratori.

Circa il 45.7% dei partecipanti dichiara di aver utilizzato integratori alimentari in passato ed attualmente 26 soggetti (37.1%) fanno uso regolare di integratori alimentari; questo dato risulta inferiore rispetto a quanto riportato da alcuni studi in letteratura (Morrison L.J. et.al., 2004; Goston J. L. and Toulson Davisson Correia M. I., 2010; Sousa M. et.al., 2016; Attlee A. et.al., 2018), ma appare in accordo con altri, come, ad esempio, uno studio italiano del 2014 in cui si riscontra una prevalenza di uso di supplementi nutrizionali compreso tra 28.8% e il 40.6% a seconda delle classi di età. (Tavani A. et.al., 2014).

E’ da sottolineare che oltre la metà dei soggetti che fanno uso di integratori (62%) integrano la propria dieta senza consultazione di un professionista del settore.

Nel campione studiato si rileva che i soggetti che autogestiscono l’integrazione utilizzano più tipologie di integratori diversi (media: 3.5 diversi integratori) rispetto a chi consulta un dietista o nutrizionista (media: 2.3 diversi integratori). Le informazioni in merito alla decisione di assumere integratori e riguardo alla scelta del tipo di integratori possono essere ricavate dal web e dal “passaparola” con frequentatori della stessa palestra (Malinauskas B.M. et.al., 2007), senza una corretta valutazione preliminare.

Nel campione studiato la maggior parte dei soggetti che fa uso di integratori (77%) integra la propria dieta da oltre un anno assumendo da 1 a 5 supplementi al giorno.

Dall’indagine si rileva l’utilizzo di nove tipologie diverse di integratori, i più frequenti risultano essere supplementi proteici (77%) e aminoacidi ramificati BCAA (69%), in accordo con i dati di letteratura che indicano questo tipo di integratori come i più utilizzati da soggetti di genere maschile che frequentano le palestre (Goston J. L. and Toulson Davisson Correia M. I., 2010; Saeedi P. et.al., 2013; Bianco A. et.al., 2014) e come quelli in teoria maggiormente sicuri (Kerksick M. C. et.al., 2018).

Questi dati, in accordo con altri studi in letteratura (Goston J. L. and Toulson Davisson Correia M. I., 2010), sembrano indicare un diffuso ricorso agli integratori, di facile

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accessibilità, e anche una scarsa conoscenza sia sulla loro reale efficacia (Kerksick M. C.

et.al., 2018) che sui possibili rischi derivanti dall’uso incongruo dei supplementi (Pipe A. and

Ayotte C., 2002; Maughan J. R. et.al., 2007; Valeriano da Silva W. et.al., 2014; Della Guardia L. et.al., 2015; Deldicque L and Francaux M, 2016).

Nel campione studiato la maggior parte dei soggetti a dieta dichiara di seguire un piano dietetico equilibrato; i soggetti che seguono diete più specifiche, come quella iperproteica ed il digiuno intermittente, dichiarano di essere seguiti da professionisti del settore.

I soggetti che seguono una dieta riferiscono molteplici motivi riguardo alla scelta di ricorrere a un piano alimentare strutturato; tra le motivazioni spicca il desiderio di aumentare la massa muscolare (42.9%), a seguire vengono indicati come obiettivi la perdita di peso corporeo e una migliore educazione alimentare (entrambi al 21.4%).

Valutando i dati relativi all’intake calorico giornaliero e gli obiettivi dei partecipanti si possono riscontrare delle incoerenze. A fronte del 21.4% dei soggetti che desidera perdere peso e del 7% di soggetti che vuole aumentare la propria massa corporea, ci potremmo aspettare una corrispondenza anche rispetto al regime calorico adottato (ipercalorico per aumento di peso ed ipocalorico per la diminuzione dello stesso). Nel gruppo dei soggetti a dieta ritroviamo invece che la metà segue un regime normocalorico, il 42% ipercalorico e solo l’8% ipocalorico. Inoltre, a fronte del desiderio di voler aumentare la massa muscolare, riportato da molti soggetti nel campione, solo due soggetti seguono una dieta iperproteica, che sarebbe in realtà più indicata per l’obiettivo dichiarato (Aragon A. A. et.al, 2017).

Analizzando le stime di composizione corporea, si rileva che il valore medio di percentuale di grasso corporeo (% BF: 21.2) è risultato superiore agli standard dei valori normali (16-19%) per l’uomo. Il dato riscontrato non appare affidabile poiché per stimare la composizione corporea è stata utilizzata una bilancia impedenziometrica commerciale, in dotazione alle palestre, che può non essere adeguatamente tarata alle condizioni standard di rilevazione. Nel campione, infatti, dati differenti si sono rilevati per i valori di circonferenza vita e fianchi, rapporto medio vita/fianchi medio: 0.85 (vn < 0.95), media circonferenza vita :86.9 cm (vn < 102 cm), che risultano ben al di sotto dei valori di cut-off (Lear S.A. et.al. 2010), a confermare una sovrastima della percentuale di massa magra rilevata con gli strumenti non professionali in dotazione nelle palestre. Elemento quest’ultimo che può favorire una errata percezione delle proprie forme corporee e spingere ad una maggiore restrizione dietetica e/o a maggiore attività fisica.

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Altro dato rilevante riguarda il rapporto con il corpo e la forma fisica. La maggior parte dei partecipanti allo studio dichiara di praticare attività fisica per migliorare il proprio stato di salute (60,0%). Inoltre, la media rilevata del total score al test MBAS-R è relativamente bassa (mean score=61.1), inferiore alla metà del punteggio massimo previsto dal test, sembra indicare un buon livello di soddisfazione corporea tra i partecipanti allo studio effettivamente in accordo con i dati antropometrici rilevati.

A fronte di ciò, e nonostante l’ottima forma fisica rilevata tra i partecipanti allo studio, il livello di maggiore insoddisfazione al test MBAS-R, nell’intero campione, riguarda comunque la muscolosità e la definizione della muscolatura addominale. (Fig. 5.1) e in oltre la metà dei partecipanti (54,3%) si riscontra un significativo desiderio di voler aumentare la propria massa muscolare.

Questi dati, in accordo con diversi studi, evidenziano come nella popolazione maschile che frequenta palestre sia presente un focus d’interesse primario centrato sul grado di muscolosità corporea, rispetto al quale l’aspetto estetico per sé appare d’importanza secondaria.

(Pickett C.T. et.al., 2005; Blashill J. A., 2011; Cramblitt B. and Pritchard M., 2013; Schneider C. et.al., 2016).

Fig 5.1

% score rispetto alla scala interna relativa alla muscolosità (media: 15,2

punti su 35)

% score rispetto alla scala interna relativa al grasso corporeo (media:

8,7 punti su 25) % score rispetto alla scala interna relativa

all'altezza (media: 5,4 punti su 15) 0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 20,0% 25,0% 30,0% 35,0% 40,0% 45,0%

Orientamento dei livelli di insoddisfazione: confronto

scale interne MBAS-R

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Nel presente studio il dato sopra riportato è a maggior ragione giustificato alla luce del tipo di attività fisica prevalentemente praticata dai soggetti componenti il campione; infatti quasi la metà di essi (46.7%) pratica il CrossFit, disciplina primariamente centrata sulla performance atletica.

Questa caratteristica del campione studiato può spiegare anche un altro dato che emerge confrontando le abitudini alimentari con gli score del test psicometrico (Fig. 5.2).

Infatti, i livelli di insoddisfazione corporea risultano maggiori nel gruppo di soggetti che non usano integratori (MBAS-R score: 64,26) rispetto al gruppo di coloro che ne fanno uso (MBAS-R score: 55,00); allo stesso modo il gruppo di soggetti che non seguono una dieta né fanno uso di integratori presenta maggiore insoddisfazione corporea (MBAS-R score: 65,33) a confronto con il gruppo di coloro che seguono una dieta e usano integratori (MBAS-R score: 56,17).

Questi risultati, che divergono in parte da altri dati della letteratura (Yager Z. and O’Dea A. J., 2014) e da quanto riportato in studi sui body-builders (Pickett C.T. et.al., 2005; Goldfield S.G. et.al., 2006; Santarnecchi E. and Déttore D., 2012; Longobardi C. et.al., 2017), può dipendere, come detto, dal tipo di attività fisica praticata, infatti del gruppo di soggetti che associano piano dietetico e integratori l’83.3% svolge CrossFit, in cui l’obiettivo primario non è la forma corporea ma la prestazione atletica.

Fig. 5.2 48,00 50,00 52,00 54,00 56,00 58,00 60,00 62,00 64,00 66,00 MBAS -R SCOR E

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