CAPITOLO 6: Conclusioni
6.1 Discussione
Il nostro interesse si è focalizzato nel misurare l’attribuzione in un gruppo di ragazzi con malattia oncologica prima di somministrare loro un training attributivo-metacognitivo della durata di 6 mesi e dopo il termine dell’intervento. Lo scopo del training è stato quello di operare sulla relazione tra impegno e risultato dimostrando che l’abilità non è un fattore innato, ma anzi può essere migliorata proprio grazie all’impegno. L’intervento, iniziato a novembre 2013 si è concluso a maggio 2014.
Alcuni autori stranieri hanno studiato il sistema attributivo di questi ragazzi malati e mostrato che i ragazzi con malattie croniche gravi come il cancro tendono a sviluppare un un LoC (locus of control) esterno (Greenberg et al., 1989;; Ingemar Engstrom, 1991;; Nowicki & Strickland, 1973), quindi modalità attributive soprattutto esterne e poco adeguate. Ancora la letteratura afferma che lo stile attributivo tipico di questi ragazzi, a causa delle problematicità inerenti la malattia, è di tipo depresso (N.C. Frank, 1996), tipico di colui che è sfiduciato, si impegna poco e pensa che l’insuccesso sia dovuto alla mancanza di abilità propria.
Non risultano ricerche italiane che studiano il sistema attributivo dei ragazzi con malattia oncologia.
Lo studio condotto conferma l’ipotesi che ci sia una forte correlazione tra malattia oncologica e bassi livelli di attribuzione interna.
Infatti, nella presente ricerca i risultati dall’analisi del sistema attributivo su un campione di ragazzi malati dagli 11 ai 19 anni, prima dell’intervento, dimostrano che la media di questi ragazzi ha un’attribuzione interna che è sì nella norma, ma con punteggi bassi.
Analizzando nello specifico i profili dei singoli soggetti ben il 29,1% di essi ha ottenuto punteggi bassi/molto bassi nell’attribuzione interna data
all’impegno in caso di successo e il 38,7% punteggi bassi/molto bassi nell’attribuzione interna data all’impegno in caso di insuccesso.
L’evidenza che il sistema attributivo di base del ragazzo oncologico sia mediamente caratterizzato da bassa attribuzione interna suggerisce interventi volti a indirizzarlo verso profili più efficaci.
I risultati più significativi di questo studio riguardano l’incremento ottenuto nel gruppo in studio dopo un training attributivo-metacognitivo on line della durata di 6 mesi. Il training si è focalizzato sulla conoscenza di sè come soggetto che apprende, riconoscendo i propri punti di forza e di debolezza e sulle strategie che consentono di migliorare l’approccio con lo studio, riconoscendo l’importanza dell’impegno, causa interna, modificabile dall’individuo, sia in situazioni di successo che di insuccesso.
I dati ottenuti mostrano un significativo aumento dell’attribuzione interna (che si basa su fattori interni, quali l’impegno e l’abilità) e una significativa diminuzione dell’attribuzione esterna (che riconosce maggiore importanza a fattori esterni, quali la facilità o meno del compito, la fortuna, l’aiuto degli altri). Il profilo attributivo che è venuto a delinearsi al termine del training attributivo è quello del buon utilizzatore di strategie (GSU: good strategy user) cioè di colui che sia in caso di successo che di insuccesso riconosce l’importanza dell’impegno (vedi tabella 11).
PROFILO nel RETEST: GSU (buon utilizzatore di strategie)
SUCCESSO INSUCCESSO Impegno + Impegno + Abilità - Abilità - Esterne - Esterne -
Da uno stile poco efficace di colui che non ha compreso la relazione tra impegno e risultato (Profilo NEGATORE29) si è giunti allo stile del buon utilizzatore di strategie (GSU), stile vincente di chi punta sull'impegno e sa trarre giovamento sia da esperienze di riuscita che di fallimento.
6.2 Conclusioni
I risultati positivi ottenuti con questa metodologia suggeriscono di estendere l’intervento attributivo-metacognitivo attraverso l’uso delle TIC a tutti i ragazzi con malattia oncologica. Sviluppando l’interesse, la motivazione e la volontà è possibile potenziare nei ragazzi malati gravemente un’autoattribuzione positiva che puntando sull’impegno sviluppa il senso di responsabilità dei soggetti non solo rispetto allo studio ma anche nel controllo della malattia e questo facilita un miglioramento della loro qualità di vita oltre al successo scolastico.
Il miglioramento significativo emerso a seguito del training è in linea con gli studi di De Beni & Moè (1996) che hanno riscontrato che interventi di tipo metacognitivo focalizzati sulle strategie permettono di migliorare il rapporto con lo studio in quanto viene riconosciuto il valore dell’impegno in particolare in situazioni di insuccesso. Potenziare l’attribuzione all’impegno piuttosto che all’abilità è fondamentale per formare soggetti che utilizzando in modo efficace le strategie metacognitive più opportune affrontano con successo i compiti scolastici. Inoltre questi studenti vedono rafforzata l’autostima e l’autoefficacia. Nel caso del gruppo in studio potremmo affermare che il training attributivo- metacognitivo effettuato abbia contribuito a sviluppare modalità attributive interne.
L’intervento proposto deve il suo successo alla fusione di due elementi fondamentali, l’approccio metacognitivo-attributivo e la metodologia utilizzata attraverso le TIC: le tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno
permesso di raggiungere i ragazzi malati di cancro costretti a rimanere per lunghi periodi o in ospedale o alle cure domiciliari. Inoltre i soggetti inseriti in una classe virtuale on-line hanno potuto confrontarsi tra loro grazie a forum sugli argomenti affrontati e questo ha favorito lo sviluppo di un clima cooperativo che ha permesso di promuovere la loro riflessione riguardo alle proprie credenze e a quanto queste ultime potessero influenzare il loro rendimento.
In questo studio, il miglioramento statisticamente significativo ottenuto nello stile attributivo con alti punteggi nell’attribuzione interna, il forte coinvolgimento dei partecipanti e dello loro famiglie (vedi paragrafo 5.5) ci hanno portato a considerare l’opportunità di estendere la metodologia testata a un gruppo più numeroso di ragazzi con malattia oncologica anche al fine di incentivare la ricerca in un ambito ancora troppo poco studiato.