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FIBROSARCOMA VACCINO-ASSOCIATO NEL GATTO E DI MASTOCITOMA NEL CANE

DISCUSSIONE E CONCLUSIONE

L’angiostrongilosi canina è considerata endemica in Francia ed in altri Paesi europei, quali Danimarca ed Inghilterra meridionale (8).

In Italia l’unico studio di prevalenza è stato effettuato sulla volpe ed ha rilevato un’elevata diffusione di A.

vasorum in questa specie (3), ma non sono state mai

effettuate indagini epidemiologiche nella popolazione canina, nonostante risultino sporadiche segnalazioni cliniche (5). Molto probabilmente nel nostro territorio, in analogia con quanto riscontrato in altri Paesi europei (8), l’angiostrongilosi canina costituisce un epifenomeno rispetto alla normale nicchia ecologica costituita dal ciclo “gasteropodi, volpe”, come confermato anche dal riscontro casuale di positività in una volpe esaminata presso l’IZS di Roma nel periodo del presente studio (dati non pubblicati).

Le lesioni osservate risultano in accordo con quanto riportato in letteratura (9, 4, 10, 11) e consistono essenzialmente in una polmonite sub-acuta con compromissione del microcircolo e della funzionalità respiratoria.

A differenza di quanto si verifica nelle volpi, che apparentemente non manifestano grave sintomatologia, nei cani l’angiostrongilosi può provocare quadri gravi di insufficienza cardio- respiratoria, arrivando perfino a causarne la morte. Inoltre, in uno dei casi presentati, la diffusione delle forme parassitarie risultava sistemica, in accordo con quanto già descritto da alcuni Autori (9, 12); mentre altri hanno segnalato localizzazioni ectopiche peculiari, specialmente a carico dall’occhio e del SNC (13, 14, 15).

L’aelurostrongilosi del gatto è stata già segnalata in Italia, anche su gatti vivi e di proprietà (1, 6). Riguardo l’età, nei casi riportati si trattava sempre di animali adulti, che probabilmente convivevano con la parassitosi da mesi o addirittura anni. Questo dato, in contrasto con quanto precedentemente riportato (11), potrebbe essere spiegato da un fenomeno di accumulo dovuto in parte alla scarsa patogenicità dei parassiti ed in parte all’inefficienza di sistemi immunitari tipo “self-cure”, in analogia con quanto avviene negli ovini affetti da protostrongilidosi (16).

Per entrambe le parassitosi, la modalità peculiare di trasmissione delle forme infettanti, tramite ingestione di gasteropodi parassitati, indurrebbe a ritenere gli animali a vita libera maggiormente esposti. In realtà nei casi presentati nel presente studio la maggior parte degli animali era di origine domestica, anche se

tale dato necessiterebbe di conferme su un campione di popolazione maggiormente rappresentativo. Evidentemente la frequentazione di ambienti esterni,

anche per animali urbani e di proprietà, con alimentazione controllata, è già sufficiente per esporli al rischio di contagio (17). L’aumento delle volpi, ritenute serbatoio di malattia, potrebbe costituire un ulteriore fattore di rischio.

Il sospetto che queste parassitosi siano poco conosciute dai veterinari clinici, quindi sottovalutate, è avvalorato dal fatto che nessun animale è mai arrivato in Istituto con specifico sospetto anamnestico di broncopolmonite parassitaria.

Alla luce di quanto emerso sarebbe auspicabile che i veterinari considerassero le broncopolmoniti parassitarie nel cane e nel gatto tra le possibili cause di patologie respiratorie e circolatorie afebbrili, resistenti agli antibiotici. In questi casi un semplice e specifico esame delle feci con metodo di Baermann per la ricerca delle larve, potrebbe, sia nel cane, sia nel gatto, permettere la diagnosi, ed in caso di negatività, dovrebbe essere ripetuto per almeno tre volte.

Anche la diagnosi anatomopatologica risulta particolarmente facile e veloce, purchè si esegua uno striscio dall’essudato polmonare in corrispondenza delle lesioni di tipo emorragico o fibrotico, indipendentemente dalla presenza visibile a occhio nudo dei parassiti adulti.

In conclusione si ritiene necessario considerare l’ angiostrongilosi e l’aelurostrongilosi nelle diagnosi differenziali in tutti i casi di broncopolmoniti croniche refrattarie agli antibiotici

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Figura 1. Cane. Angiostrongilosi. Presenza di aree di consistenza aumentata e di colore rosso-bruno.

Figura 2. Cane. Polmone. Uova e larve di

Angiostrongylus vasorum con presenza di un adulto in

un’arteriola polmonare. E-E, Ob 10x.

Figura 3. Cane. Rene. Granuloma con larva di Angiostrongylus

vasorum. E-E, Ob 20x.

Figura 4. Cane. Encefalo. Granuloma con larve di

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