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Discussione e considerazioni conclusive

I problemi principali, sui quali i gestori del parco devono porre la loro attenzione,

sono dovuti alla conformazione geomorfologica del terreno e alla manutenzione delle

piattaforme in legno del parco stesso.

Per quanto riguarda la classificazione degli esemplari si è scelto, invece di prendere

unicamente in considerazione lo stato biomeccanico dell’albero per l’inserimento nelle

opportune classi di propensione al cedimento, di valutare anche il contesto nel quale

l’esemplare è inserito, al fine avere una migliore comprensione della situazione tramite la

CPC. Ogni classe comporta una differente periodicità del controllo e molti esemplari, a

causa della situazione idrogeologica, necessitano di frequenti accertamenti dello stato.

Si è evitato di inserire alberi nella classe A (CPC Trascurabile) in quanto, date le

condizione idrogeologiche del sito, si ritiene utile una vigilanza ricorrente. La

classificazione ad alto rischio è principalmente dovuta non alle caratteristiche della pianta

stessa bensì a quelle dell’area.

Il primo problema riguarda il corso d’acqua, che a causa del suo regime provoca

erosione su entrambe le sponde ove sono presenti alcuni alberi (fig. 5.1 e fig. 5.2). Questi

sono catalogati nella classe di propensione al cedimento C/D, ovvero destinati

all’abbattimento se non si provvede ad opportune opere di messa in sicurezza.

Il flusso del torrente, erodendo visibilmente le sponde, ha messo a nudo buona parte

delle radici degli alberi nelle sue prossime vicinanze, minando sensibilmente la stabilità

degli stessi. Tali esemplari, sottoposti oltre che alle forze naturali, anche allo sforzo di

sostenere le attrezzature del parco avventura, risultano assai pericolosi.

Si consiglia quindi la progettazione e la realizzazione, ad opera di personale

competente e a regola d’arte, seguendo i principi dell’ingegneria naturalistica, di

dispositivi atti a preservare la porzione della sponda ove gli alberi hanno la loro dimora e

dotarli nuovamente del substrato necessario ad un corretto ancoraggio. Se risultasse

impossibile ovviare a questo problema, si dovrebbe consigliare la rimozione

dell’esemplare.

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Fig. 5.1 Effetto del torrente

È da notare che, in mancanza di una approfondita stima geologica, e, soprattutto

data la mancanza di una pregressa osservazione continuata del torrente e delle sue sponde,

è possibile solamente ipotizzare l’evoluzione dell’erosione.

Fig. 5.2 Effetto del torrente

Analogo problema si riscontra sul versante ove sorge la struttura a causa della sua

conformazione geologica e della sua struttura morfologica. La forte pendenza e le

precipitazioni causano un’asportazione dello strato superficiale, che può creare instabilità

per gli alberi ivi presenti (fig. 5.3 e 5.4). Il criterio utilizzato per la classificazione degli

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esemplari su questo versante è similare al precedente ma, essendo il pericolo meno

imminente, si è preferito valutare questi esemplari come CPC moderata classe C (salvo due

casi classificati come C/D per l’avanzato stato di erosione del substrato), al fine di

garantire una periodica osservazione.

Fig. 5.3 Effetto dell’erosione del versante

Non sono possibili interventi significativi.

Bisogna nuovamente notare che in mancanza di una approfondita stima geologica e,

soprattutto data la mancanza di una pregressa osservazione continuata del versante, è

possibile solamente ipotizzare l’evoluzione dell’erosione.

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Fig. 5.4 Effetto dell’erosione del versante

Di seguito le tabelle (tab. 5.1, 5.2, 5.3) ove viene illustrata la classificazione effettuata per

ogni esemplare.

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Tab. 5.3 Esemplari catalogati in classe C/D

Le strutture di un parco sospeso sono studiate per evitare forti danni agli alberi;

questo comporta l’utilizzo di materiali idonei; la gestione di queste deve essere continua e

accurata, esse non devono interferire con la normale crescita dell’albero. Ad esempio, le

viti che stringono le piattaforme al fusto devono essere regolarmente allentate seguendo

l’espansione diametrale del fusto. Se ciò non accade, o se le pedane stesse sono vincolate

con maggiore energia del necessario, sull’albero si sviluppano ferite più o meno estese che

possono essere vettori di patogeni, con indebolimento dell’esemplare (fig. 5.5).

Durante i sopralluoghi questo fenomeno è stato spesso riscontrato.

Una manutenzione accurata e costante può prevenire e risolvere questo problema.

Si è consigliato ai gestori del parco di revisionare interamente le piattaforme e le giunzioni

dei cavi, al fine di verificare se essi provochino strozzature o ferite sugli esemplari arborei.

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Fig. 5.5 Effetto della non corretta manutenzione

Durante le osservazioni è stato catalogato ognuno del 75 alberi che compongono il

parco sospeso o fanno parte del progetto del nuovo percorso; ogni esemplare ha ricevuto

un codice univoco e le sue caratteristiche sono state appuntate su un’apposita scheda,

accompagnata da una idonea documentazione fotografica che evidenzia le particolarità

degli esemplari.

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Caso di studio 2: Studio della reazione del

tomografo sonico nell’analisi di esemplari con

all’interno corpi estranei

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6.0 Materiali e Metodi

6.1 Descrizione del sito

Durante la sperimentazione per la redazione di questo elaborato sono stati analizzati

esemplari appartenenti al patrimonio arboreo di Viale delle Piagge a Pisa, di Piazza XX

Settembre a Livorno e alcuni esemplari campione, in altre parti della Penisola.

Piazza XX Settembre è una piazza di Livorno, celebre per essere stata per oltre 60

anni sede del famoso "Mercatino Americano".

La piazza si trova all’interno del centro storico cittadino, climaticamente risente

della vicinanza del mare. I dati, a cura dell’archivio del Centro Funzionale di Monitoraggio

Meteo Idrologico – Idraulico del Servizio Idrologico della Regione Toscana, presso la

stazione meteorologica di riferimento più vicina, Livorno, evidenzia un clima mite (tab

6.1).

Tab. 6.1 Dati climatici stazioni di Livorno

Precipitazioni (1916-1999), Temperature (1955-1997)

La sua realizzazione, è strettamente legata alla costruzione della chiesa di San

Benedetto, la quale fu innalzata in un'area esterna alle fortificazioni medicee delimitate dal

vicino Fosso Reale, tra il 1817 ed il 1819 su progetto di Gaspero Pampaloni (fig. 6.4).

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Fig. 6.4 Ortofoto con evidenziata Piazza XX Settembre

Parallelamente, al fine di organizzare razionalmente lo spazio intorno all'edificio

sacro, furono avviati i progetti per la sistemazione della piazza con la piantumazione di un

filare di platani su tutto il perimetro (fig. 6.5 e 6.6).

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Fig. 6.6 Piazza XX Settembre oggi

Dal novembre 1944, con l'arrivo in città delle truppe statunitensi, nella piazza ebbe

sede il cosiddetto "mercatino americano", che con le sue strutture celò le peculiarità

architettoniche ed artistiche della piazza (Fig. 6.7 e 6.8).

Fig. 6.7 Il mercatino americano nei primi anni del XXI sec.

Dopo oltre 60 anni il esso è stato trasferito nelle aree portuali della Stazione

Marittima, dove il 25 luglio 2009 si è tenuta l'inaugurazione ufficiale.

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Fig. 6.8 Il mercatino americano

Così finalmente le vetuste strutture di vendita che occupavano la piazza sono state

smantellate e rimosse. Ma, durante oltre mezzo secolo di permanenza, esse hanno lasciato

segni inequivocabili sul patrimonio arboreo. I platani, essendo gli unici elementi che si

sviluppassero verso l’alto, sono stati utilizzati come sostegno per le costruzioni e le loro

tettoie metalliche e questo ha determinato l’impossibilità di una loro corretta

manutenzione.

La scarsa o assente cura e l’ambiente chiuso hanno creato una situazione ottimale

per lo sviluppo di carie all’interno dei fusti e delle branche (fig. 6.9).

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Inoltre le piante, essendo le strutture delle baracche ad esse ancorate, hanno col

tempo “assorbito” funi e lamiere (fig. 6.10).

Fig. 6.10 Le lamiere presenti dopo la rimozione delle strutture

Dopo la rimozione delle strutture di vendita, non è stato possibile eliminare i corpi

estranei dai platani e, pertanto, sono solo state recise le loro parti esterne, causando così

l’inglobamento completo delle parti residue da parte delle piante. Risultano quindi esserci

numerosi esemplari, siti nella piazza, che contengono all’interno di branche e fusti, fogli di

lamiera, cavi d’acciaio e funi, penetrati per parecchi centimetri al loro interno (fig. 6.11).

Fig. 6.11 La lamiera quasi completamente inglobata dalla pianta

Il Viale delle Piagge scorre lungo la sponda destra del fiume Arno, nei pressi

dell'antica Porta a Piagge, nella periferia orientale della città di Pisa (fig. 6.1).

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Fig. 6.1 Ortofoto di con evidenziato Viale delle Piagge

I dati, a cura dell’archivio del Centro Funzionale di Monitoraggio Meteo Idrologico

– Idraulico del Servizio Idrologico della Regione Toscana, presso la stazione

meteorologica di riferimento più vicina, Pisa Facoltà di Agraria, dimostrano la presenza di

un clima leggermente più continentale rispetto ai siti precedentemente analizzati (tab 6.2).

Tab. 6.2 Dati climatici stazione di Pisa Facoltà di Agraria

Precipitazioni (1922-2013), Temperature (1942-2013)

La passeggiata è lunga circa 2,5 km, sorge su terra di riporto ed è circa 5 m sul

livello dell'Arno, come un grande bastione costruito per evitare gli allagamenti, dovuti al

frequente straripare del fiume. Esso è fiancheggiato da tigli, mentre tra il viale e il fiume si

trovano platani, lauri, lecci, pini domestici (fig. 6.2).

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Fig. 6.2 Viale delle Piagge oggi

I tigli presenti lungo il Viale delle Piagge sono alberi decisamente maturi (fig. 6.3),

segnati da molti anni di una gestione frettolosa.

Fig. 6.3 Foto storica di Viale delle Piagge

Tra i problemi presenti sulle piante in questione ci sono stati sicuramente una

continua e ricorrente capitozzatura e un danneggiamento sistematico del colletto, col tempo

sempre più costretto nello spazio a disposizione, che ha causato l’insorgere di numerose

carie. Molte cavità sono state occluse con metodi lontani dalle tecniche attuali, difatti

alcuni elementi presentano un riempimento in mattoni, al fine di “aumentarne” la stabilità.

La maggior parte degli alberi così trattati sono stati abbattuti, ma la presenza di alcuni fusti

rimasti hanno permesso di testare il tomografo in questa particolare condizione.

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Geomorfologicamente sono aree urbane: la prima facente parte di un polmone

verde della città di Pisa, che presenta comunque porzioni asfaltate e dimore assai ridotte

per le piante; la seconda è una piazza del centro storico cittadino completamente asfaltata e

gli esemplari di platani presenti hanno una ridotta possibilità di ancoraggio e poca

disponibilità di terreno permeabile attorno al colletto.

Nello studio sono presenti, inoltre, alcuni rilievi con tomografo, realizzati su

esemplari in situazioni più “comuni”, effettuati in luoghi differenti da quelli

precedentemente descritti e riportati per rendere più evidenti le particolarità dei rilievi

sonici dei tigli di Pisa e dei platani di Livorno.

6.2 Modalità di esecuzione del lavoro

Per effettuare le analisi di stabilità e le verifiche strumentali, per ogni esemplare è

stata realizzata una scheda VTA (schede visibili nell’appendice).

Per quanto riguarda gli alberi del Viale delle Piagge, di Piazza XX Settembre e di

Piazza Caduti di Cefalonia Divisione Acqui (situata in prossimità dell’inizio del Viale delle

Piagge) è stato utilizzato un tomografo Arbotom®, prodotto e distribuito dalla ditta tedesca

Rinntech. Invece, per le altre piante la verifica tomografica è stata eseguita con uno

strumento che utilizza la stessa tecnologia ma viene distribuito dalla Argus Electronic e

denominato Picus®. Entrambi i tomografi funzionano secondo lo stesso principio; vi sono

minime variazioni nel software, soprattutto dovute alle personalizzazione del tecnico e alle

preferenze sulle modalità di utilizzo del sistema.

Nel caso di misurazioni con tomografo sonico effettuate in ambiente urbano è

possibile incorrere in lievi disturbi del risultato, dovuti alle normali vibrazioni provocate

dal movimento cittadino, come auto, persone, lavori pubblici; sarebbe, pertanto, necessario

svolgere i rilievi in momenti della giornata dove tali disturbi siano ridotti, anche se non

sempre è possibile.

Esemplare n°1, Platanus sp., ID 1, Livorno Piazza XX Settembre

L’esemplare è un platano di 10 m di altezza, misurati grazie all’ipsometro, e di 56

cm di diametro, calcolati con il cavalletto dendrometrico.

L’analisi è stata effettuata ponendo il primo palco di sensori (1-8) a circa 170 cm

dal suolo, appena sotto la lastra di lamiera inglobata dalla pianta, che si può intuire

dall’esterno dal legno di reazione presente, il secondo palco (9-15) circa 50 cm sopra, nel

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report dello strumento a 270 cm dal suolo (fig. 6.12). La distanza di 1 m tra i due palchi è

quella massima e consigliata dal produttore dello strumento per una registrazione

tridimensionale accurata; nel nostro caso i due palchi distavano di circa 50 cm, distanza

sufficiente in questo esemplare per includere all’interno dello spazio la lastra di lamiera,

questa era posta con un’inclinazione di quasi 45° (perché i tetti delle strutture del

mercatino americano necessitavano di una inclinazione simile per lo sgrondo delle acque

meteoriche).

Fig. 6.12 Esemplare n° 1

Esemplare n°2, Platanus sp., ID 2, Livorno Piazza XX Settembre

L’albero è un platano di 17 m di altezza e 63 cm di diametro.

L’analisi è stata effettuata ponendo il primo palco di sensori (1-8) a circa 270 cm

dal suolo, appena sotto la lastra di lamiera inglobata dalla pianta, che si può intuire

dall’esterno grazie al legno di reazione presente, e il secondo palco (9-15) circa 70-100 cm

sopra, nel report dello strumento a 370 cm dal suolo (Fig 6.13).

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Fig. 6.13 Esemplare n° 2

Esemplare n°3, Tilia sp., ID 1, Pisa Viale delle Piagge

L’analisi è stata effettuata su un residuo di circa 1m di altezza del fusto di un tiglio

da tempo abbattuto per la presenza di un’estesa carie: l’albero costituiva un forte pericolo

(fig. 6.14).

Fig. 6.14 Esemplare n° 3

Un fusto tronco completamente cavo al suo interno, il cui foro era stato riempito

con un’opera in muratura, costituiva una particolarità da testare con il tomografo sonico

per valutarne la risposta.

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L’esame è stato effettuato con la disposizione dei sensori in due palchi, a 35 cm (1-

7) e a 75 cm (8-15) dal suolo.

Esemplare n°4, Cedrus atlantica, ID 7, Pisa Piazza Caduti di Cefalonia

Divisione Acqui

La valutazione strumentale si riferisce ad un esemplare di Cedrus atlantica, di 15 m

di altezza e con un diametro, rilevato a 1 m dal suolo grazie al cavalletto dendrometrico, di

56 cm. L’esemplare è sito a Pisa, in un’area destinata a verde pubblico, presso Piazza

Caduti di Cefalonia Divisione Aqui.

La tomografia dell’esemplare, realizzata con l’Arbotom® e commissionata nel

corso di una esercitazione universitaria, è stata eseguita con tre palchi e 15 sensori, il primo

a 56 cm dal suolo il secondo a 118 cm dal suolo e il terzo a 178 cm dal suolo.

Tomografie eseguite con il Picus ®

Di seguito vengono illustrate alcune analisi, realizzate con il tomografo sonico

Picus®, eseguite su esemplari più o meno sani, in assenza di corpi estranei al suo interno.

Si ringrazia il Dott. Agr. Fabrizio Buttè di Verbania per la concessione dei dati e per aver

permesso la mia partecipazione ai rilievi.

Al variare dello strumento e dell’impostazione personale di ogni tecnico, varia il

layout delle immagini prodotte dal software, ma i dati, confrontando i valori numerici,

sono gli stessi.

Esemplare n°5, Magnolia grandiflora, Verbania

Nella prima immagine è raffigurata la sezione di una Magnolia grandiflora, di 19 m

di altezza e con la circonferenza del tronco al livello del rilievo di 403,2 cm, misurata con

il cavalletto dendrometrico elettronico. La pianta si trova nel comune di Verbania sul Lago

Maggiore. L’albero è sito in un giardino privato e il proprietario ne ha chiesto la verifica.

La misurazione è stata effettuata con un unico palco di 12 sensori posti a 1,3 m dal suolo.

Esemplare n°6, Pinus strobus, Milano

La seconda immagine raffigura la sezione di un Pinus strobus, di 30 metri di

altezza e con circonferenza di 205 cm a livello dei sensori, misurata con il cavalletto

dendrometrico elettronico.

La misurazione è stata effettuata con un unico palco di 10

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sensori posti a 1,3 m dal suolo. La pianta si trova nel comune di Milano, in uno spazio

verde privato.

Esemplare n°7, Cedrus deodara, Varzo (VB)

L’ultimo esemplare analizzato, sito nel comune di Varzo in provincia di Verbania, a

pochi chilometri dal confine svizzero, in un giardino privato, è un Cedrus deodara, di 30

metri di altezza e con il diametro del fusto a livello dei sensori di 44 cm, rilevato grazie al

cavalletto dendrometrico elettronico. La misurazione è stata effettuata con un unico palco

di 12 sensori posti a 1,3 m dal suolo.

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7.0 Risultati

Esemplare n°1, Platanus sp., ID 1, Livorno Piazza XX Settembre

Come si può vedere dalle immagini (Fig. 7.1, 7.2, 7.3), lo strumento ha rilevato

differenti sezioni attribuibili a diverse velocità di diffusione del suono. Il tomografo

evidenzia una scala di valutazione che inizia

da una velocità minima di 500 m/s e termina

con una velocità massima di circa 1800 m/s, con una media di circa 1150 m/s.

È evidente,

nella sezione posta a 170 cm dal suolo, un arco di colore blu (che indica una velocità di

diffusione del suono alta, superiore a 1800 m/s) e “un’ombra” di colore azzurro (indicante

un leggero decrescere della velocità) che occupa quasi per intero la sezione più bassa, sino

a raggiungere circa 1000 m/s, questa anomalia risultasempre meno evidente nelle altre due

sezioni (quella “ricavata” a 220 cm e quella “reale” a 270 cm). Nel livello più alto i valori

variano da circa 650 m/s al centro a circa 1400 m/s nella porzione esposta a sud.

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Fig. 7.2 Grafico Arbotom® Platanus sp. N°1 - momento di caduta

Fig 7.3 Grafico Arbotom® Platanus sp. N°1 – elaborazione tridimensionale

Esemplare n°2, Platanus sp., ID 2, Livorno Piazza XX Settembre

La scala di valutazione posta a lato nelle immagini inizia da una velocità minima di

500 m/s e termina con una velocità massima di circa 2400 m/s, con una media di circa

1450 m/s. Come si nota dalle immagini (fig. 7.4, 7.5, 7.6) questo esemplare ha un valore

relativamente maggiore della velocità massima registrata rispetto al platano

precedentemente descritto.

È evidente, nella sezione posta a 270 cm dal suolo, un arco di colore blu scuro (che

indica una velocità di diffusione del suono alta, superiore ai 2000 m/s) e “un’ombra” di

colore azzurro (indicante un leggero decrescere della velocità). In questa porzione, rispetto

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al precedente esemplare, la velocità massima è superiore ma al centro della sezione si nota

un decrescere della velocità marcato sino a raggiungere circa 900 m/s. Nel segmento posto

a 370 cm dal suolo si nota una velocità massima di diffusione del suolo di circa 1200 m/s

sulla superficie esterna posizionata a sud, la stessa sezione mostra una velocità minima,

dalla porzione nord sino al centro di circa 600-700 m/s.

Fig. 7.4 Grafico Arbotom® Platanus sp. N°2

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Fig. 7.6 Grafico Arbotom® Platanus sp. N°2 – elaborazione tridimensionale

Esemplare n°3, Tilia sp., ID 1, Pisa Viale delle Piagge

Come è evidente dalle immagini (fig. 7.7, 7.8, 7.9) la colorazione è assolutamente

omogenea, restituendo una tinta assimilabile ad una velocità di diffusione del suono

inferiore a 100 m/s su tutta la superficie di entrambe le sezioni. Solamente la circonferenza

del fusto, nella porzione a sud-ovest, mostra una velocità leggermente superiore.

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Fig. 7.8 Grafico Arbotom® Tilia sp. N°1 – momento di caduta

Fig. 7.9 Grafico Arbotom® Tilia sp. N°1 – elaborazione tridimensionale

Esemplare n°4, Cedrus atlantica, ID 7, Pisa Piazza Caduti di Cefalonia

Divisione Acqui

L’immagine seguente (fig. 7.10) mostra il risultato della tomografia all’albero in

questione, i colori e le relative velocità hanno una degradazione molto più graduale rispetto

agli esemplari precedentemente analizzati. La velocità minima riscontrata è circa 700 m/s

mentre quella massima è di circa 1500 m/s. Si evidenzia una riduzione della velocità 700-

1200 m/s nella sezione inferiore sul lato verso nord. Le altre sezioni presentano variazioni

minime da circa 1200 m/s a circa 1400 m/s.

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Fig. 6

7.10 Grafico Arbotom® Cedrus atlantica

Esemplare n°5, Magnolia grandiflora, Verbania

Nell’immagine seguente (fig. 7.11) si ha una risoluzione inferiore rispetto a quelle

analizzate con l’Arbotom®, ciò è dovuto anche alle impostazioni semplificate effettuate

dall’utente.

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Il Picus®, come settato dal Dott. Buttè, presenta una colorazione marrone per il

legno completamente sano e una colorazione blu per il legno cariato. Lo strumento, così

impostato, restituisce un’immagine esemplificativa a colori, priva di dati numerici sulla

velocità, indicando invece la percentuale di “tipologia” di legno presente rispetto al totale,

in modo che risulti completamente comprensibile al committente dell’analisi.

Dalla legenda si può notare una percentuale di legno sano sull’intera sezione del

33%, mentre il legno cariato o cavo occupa il 52%, il restante 15% è occupato da materiale

di qualità intermedia. La velocità di diffusione del suono sembra infatti ridursi

sensibilmente procedendo verso l’interno della sezione.

Si nota, rispetto alle immagini precedenti di alberi contenenti corpi estranei, una

maggiore linearità del sistema: ad un’analisi dell’immagine non sorgono eccessivi dubbi.

Esemplare n°6, Pinus strobus, Milano

Contrariamente alla precedente, la percentuale di legno sano in questa pianta (fig.

7.12) è sensibilmente maggiore, si ha il 64% di legno sano e il 17% di legno cariato o cavo,

il restante 19% è materiale di qualità intermedia.

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Esemplare n°7, Cedrus deodara, Varzo (VB)

Questa tomografia evidenzia un’area interna di legno fortemente degenerata (fig.

7.13): a livello della sezione analizzata la pianta risulta essere sorretta solo da alcuni

contrafforti laterali, come si nota dall’immagine. Presenta, sul totale della sezione, il 26%

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