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CAPITOLO 5 DISTURBI DEL SONNO IN PAZIENTI CON LESIONI MIDOLLARI

5.2 I DISTURBI MOTORI IN SONNO

I disturbi motori in sonno nei pazienti con lesioni midollari sono in prevalenza a tipo

PLMs/RLS. In uno studio recente condotto su 16 soggetti di controllo e 8 soggetti con lesione midollare traumatica ASIA A di età media di 29 anni, si dimostrava una netta prevalenza di RLS nei soggetti con SCI rispetto al gruppo di controllo. Inoltre vi era una correlazione positiva fra la RLS e l’età e fra la RLS e i PLMs (Telles SC et al 2011). L’andamento

circadiano della RLS non è più presente nei soggetti mielolesi. Infatti nei pazienti con SCI vi è un’alterazione della variazione giornaliera della temperatura corporea, ciò porterebbe ad un’alterazione dei ritmi circadiani e dunque dell’andamento della RLS. (Dick H. J. Thijssen et al 2011).

Le basi fisiopatologiche dei disturbi motori in sonno nei soggetti con lesione midollare non sono ancora del tutto chiarite. Si è ipotizzato che i PLMs nei pazienti con lesioni midollari, in particolare durante il sonno REM, siano conseguenza dell’interruzione delle vie nervose inibitorie discendenti, determinando così la disinibizione di un generatore locomotore spinale (Dickel MJ et al 1994, Dyken ME et al 1992).

Secondo uno studio condotto su 3 pazienti con lesioni midollari la variabilità dei PLMs nel sonno REM è ridotta rispetto al sonno NREM. (Dickel MJ, et al 1994). Lo studio di

Pollmacher e Schulz, (Pollmacher T et al 1993) condotto su 13 soggetti non mielolesi, riporta invece un minor numero di PLMs con grande variabilità nel REM, rispetto alla fase NREM. Da questi risultati contrastanti si potrebbe ipotizzare che la presenza della lesione midollare stessa vada ad influire sulla distribuzione e variabilità dei PLMs nelle diverse fasi del sonno. Tuttavia entrambi tali studi sono basati su un campione esiguo di soggetti.

La maggiore frequenza dei PLMs nella fase REM rispetto alla NREM si spiegherebbe con l’incremento del tono simpatico nella fase REM, rispetto alla NREM. (Dickel MJ et al 1994, Ware Jc 1985). Le catecolamine andrebbero a stimolare il centro locomotore spinale,

generando i PLMs. Nei pazienti con SCI già l’iperattivazione simpatica di base può spiegare la più alta prevalenza di disturbi motori in sonno rispetto alla popolazione generale.

(Stjernberg L et al 1986, Ware JC et al 1984). Vi sono evidenze indirette che l’incremento del tono simpatico contribuisca, mediante la vasocostrizione periferica, alla generazione dei PLMs: in seguito alla somministrazione di un α-bloccante è stata riportata una riduzione dei PLMs (Ware JC et al 1988). A sostegno di un’iperattivazione simpatica in concomitanza degli episodi di PLMs, uno studio condotto su soggetti sani ha individuato una transitoria

tachicardia seguita da bradicardia. (Fantini ML et al 2002). Uno studio ha rilevato che anche la riduzione del metabolismo del ferro nei pazienti con SCI può esser uno dei meccanismi alla base dei disturbi motori in sonno (Reis FM et al 2011).

Le variazioni delle posizioni corporee durante il sonno influiscono sull’insorgenza dei PLMs nei soggetti non mielolesi (Dzvonik ML et al 1986). Dato che i soggetti con SCI tendono a cambiare di meno o per nulla posizione nel corso del sonno, si potrebbe ipotizzare che mantenere certe posizioni notturne prolungate abbia un effetto avverso sul midollo spinale e sulla perfusione dei tessuti periferici, facendo precipitare i PLMs.

Periodic Leg Movements

Altro aspetto che ci prefiggiamo di studiare sono i movimenti presenti agli arti inferiori, che nei pochi dati di letteratura sembrano essere a tipo PML. Questi ultimi sono movimenti ripetitivi e stereotipati che coinvolgono prevalentemente le gambe; si verificano con una periodicità di 20 – 60 sec con un pattern stereotipato che dura 0.5-5.0 sec e sono un aspetto caratteristico dei movimenti periodici degli arti nei disturbi del sonno. Per essere incluso in una sequenza di PLM, ogni movimento dell’arto deve durare tra 0.5 e 5 secondi nel sonno e tra 0.5 e 10 secondi in veglia, deve ricorrere con una periodicità da 5 a 90 secondi (di solito 20 -40 secondi) e deve avvenire in una serie di 4 o più movimenti simili (ASDA 1993). I PMLS/h (numero di movimenti delle gambe durante il sonno diviso per il numero di ore di sonno con registrazione) e PLMW/h (numero di movimenti delle gambe in veglia diviso per il numero di ore di veglia con registrazione) sono le due misure usate per valutare la severità dei PLM. I PLM sono spesso legati agli arousal all’EEG, quindi si valuta anche l’indice PLM-arousal (numero di movimenti delle gambe nel sonno che rispettano i criteri e che hanno

un arousal associato, diviso per il numero di ore di sonno con registrazione). I PLM sono frequentemente associati alla RLS. Quest’ultima è caratterizzata da una sensazione sgradevole agli arti inferiori che peggiora nelle ore serali e nel corso della notte. I PML vengono spesso riscontrati tra i pazienti con lesioni midollari. In uno studio condotto da Telles e i suoi collaboratori , sono stati inclusi soggetti di età tra i 18 e i 40 anni che non presentavano disturbi del sonno. Sono state applicate la international legs Syndrome Scale Score (IRLSSS), il protocollo ASIA, per la valutazione della lesione midollare, e la polisonnografia notturna (EEG, EOG, EMG sottomentoniera, il flusso d’aria, il russamneto, lo sforzo respiratorio, EKG e EMG dei tibiali anteriori).

Il gruppo controllo era costituito da 8 maschi e 8 femmine con un età media di 24 anni, il gruppo di soggetti con SCI era composto da 8 soggetti maschi ASIA A di età media 29 anni, con storia di trauma. Tutti i soggetti con SCI (SCIG) lamentavano una RLS, diagnosticata secondo i criteri dell’IRLSSS, mentre solo il 17% dei soggetti del gruppo controllo denunciavano una RLS (p<0.0001). I pazienti con SCI (SCIG) avevano un PML index di 18.11±20.07, mentre tra quelli del gruppo controllo era del 5.96±11.93 (P=0.01). C’era, inoltre, una moderata correlazione tra i PML e l’incremento dell’età. In conclusione questo studio ha dimostrato una correlazione positiva tra la RLS e i PLM in pazienti con SCI ASIA A, che suggerisce che vi è una componente spinale nei PLM. Noi vogliamo però comprendere se si tratti solo di PML o se vi siano movimenti di altra natura.