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Diversi tipi di acqua minerale

Nel documento LA MADRE ACQUA: alcune riflessioni (pagine 75-78)

Capitolo 9: Le acque non trattate

9.2 L’acqua minerale

9.2.1 Diversi tipi di acqua minerale

Per la legge italiana, le acque minerali commerciabili, possono essere divise in varie categorie, secondo quanto indicato dal D.L 105/92, secondo diversi criteri.

In base al residuo fisso:

Il residuo fisso rappresenta la quantità espressa in mg/l di sali minerali disciolti in un litro d’acqua, dopo riscaldamento ed evaporazione a 180°C.

− acque minimamente mineralizzate: il residuo fisso a 180°C è inferiore a 50 mg/l; − acque oligominerali (o leggermente mineralizzate): il residuo fisso è compreso tra

50 e 500 mg/l;

− acque ricche di sali minerali: il residuo fisso è superiore a 1500 mg/l. Ognuna di queste acque minerali vanta una composizione diversa.

Quale scegliere? Chi è in buona salute, dovrebbe cambiare periodicamente per avvalersi dei benefici di diverse acque. Chi invece ha problemi di salute, farebbe bene a chiedere al proprio medico, perché la composizione di alcune acque può essere utile per la sua condizione, mentre altre sono meno indicate. Le acque minimamente mineralizzate rappresentano circa il 10% delle acque minerali italiane in commercio. Il basso tenore in

minerali, fino a 50 mg/l e solitamente a pH basso, aumenta la diuresi; può essere indicato nella calcolosi delle vie urinarie. Queste acque non agiscono direttamente sui fosfati e gli ossalati che formano i calcoli, ma possono impedire che questi cristalli si uniscano e aumentino di dimensione. Inoltre, possono essere utili nell’eliminare l’acido urico.

Esse trovano impiego anche nella diluizione del latte in polvere per i neonati, perché non ne modificano la forma. Le acque oligominerali o leggermente mineralizzate rappresentano il 63% delle acque minerali italiane imbottigliate. Anche queste acque, sono utili per prevenire la calcolosi renale e, un’abbondante consumo, può persino aiutare a liberarsi da calcoli renali non molto voluminosi. Esse hanno infatti azione rilassante sulla muscolatura delle vie urinarie; grazie alla maggiore diuresi possono quindi trasportare detriti di piccole dimensioni, fino alla loro espulsione. Sono quasi sempre sconsigliate in tutti i casi di insufficienza renale o di ipertensione arteriosa, e possono comunque avere un effetto leggermente demineralizzante. Non esistono controindicazioni al loro uso, fino a due litri al giorno. Le acque mineralizzate, cioè con un residuo fisso tra 500 e 1500 mg/l, sono ignorate dalla classificazione ministeriale pur rappresentando il 22% delle acque italiane immesse sul mercato. Mediamente corrispondono al tenore di residui fissi della nostra acqua di rubinetto. L’azione di queste acque è analoga a quella delle oligominerali, sebbene l’effetto diuretico diminuisca con l’aumentare del residuo fisso. Le acque ricche di sali minerali, rappresentano il 5% delle acque minerali italiane in commercio. In questo gruppo, le anomalie compositive sono la regola, e vi rientrano le più note acque medicamentose. L’assunzione di queste acque per uno scopo terapeutico preciso, andrebbe fatto sotto controllo medico.

Classificazione in base alla concentrazione dei sali minerali:

• Acque Bicarbonate (contenente “bicarbonato”): vengono così chiamate se il tenore di bicarbonato è superiore a 600 mg/l. Se bevute a pasto, possono accelerare lo svuotamento gastrico. Bevute a digiuno o lontano dai pasti, invece, tamponano l’acidità gastrica.

• Acque Solfate: il tenore di solfati deve essere superiore a 200 mg/l. Sono leggermente lassative e vengono quindi suggerite solitamente a persone con colite spasmica o con sindrome di colon irritabile. Rilassano la mucosa biliare e hanno effetto equilibrante a livello di stomaco.

• Acque Clorurate: il tenore di cloruro deve essere superiore a 200 mg/l. Un tipico esempio di acque cloruro-sodiche, sono le acque di Montecatini, con azione

equilibrante sull’attività intestinale ed epatobiliare (sono rare quelle cloruro-calciche). Queste acque possono avere azione spasmolitica, coleretica (stimolante la secrezione di bile), e di protezione del fegato da agenti tossici. Sono sconsigliate per persone ipertese o con problemi renali.

• Acque Calciche: il tenore di calcio deve essere superiore a 150 mg/l. Agiscono a livello dello stomaco e fegato. Sono indicate nella crescita e prevenzione dell’osteoporosi e dell’ipertensione.

• Acque Magnesiache: il tenore di magnesio è superiore a 50 mg/l. Hanno azione purgativa, ma vengono prescritte anche per la prevenzione dell’arteriosclerosi, perché alcune di queste acque contenenti litio o potassio, inducono a una sensibile dilatazione delle arterie.

• Acque Fluorate o “ contenenti fluoro”: il tenore di fluoro è superiore a 1 mg/l. Sono utili per rinforzare la struttura dei denti e per la prevenzione della carie dentale. Un contenuto eccessivo di fluoro può però comportare fluorosi, con accumulo dell’elemento nei denti ed ossa.

• Acque Ferruginose o “ contenenti ferro”: il tenore di ferro bivalente è superiore a 1 mg/l. Sono indicate nelle anemie da carenza di ferro. L’assorbimento del ferro avviene a livello intestinale, sotto forma di ione ferroso. Sono controindicate per chi soffre di gastriti e gastro-duodeniti.

• Acque Acidulate: il tenore di anidride carbonica libera è superiore a 250 mg/l. Facilitano la digestione; poiché la nostra alimentazione è già molto acidificante e causa di numerose malattie degenerative, aggiungere un ulteriore fattore acidificante, non appare una scelta salutare.

• Acque Sodiche: il tenore di sodio è superiore a 200 mg/l. Influenzano positivamente l’eccitabilità neuro-muscolare. Indicate in stati di carenze specifiche e nell’attività sportiva; non consigliate per chi soffre di ritenzione idrica ed edemi polmonari.

• Acque a basso contenuto di sodio: il tenore di sodio è inferiore a 20 mg/l. Indicate per le diete povere di sodio. (www.attivitaproduttive.gov.it)

In base alla durezza cioè al contenuto di calcio e magnesio espresso in gradi francesi (° F) si distinguono:

- acque dolci: inferiori a 15 °F

- acque medio-dure: comprese tra 15 e 30 °F - dure: superiori a 30 °F

Nonostante sia consuetudine consigliare ai soggetti calcolotici una dieta ipocalcica, numerosi studi hanno invece evidenziato come un elevato apporto di calcio, non si accompagni ad un aumento di rischio di calcolosi renale. Le acque dure possono anche contribuire ad integrare l’apporto di calcio nel nostro organismo; la quantità di calcio fornita, è assimilabile in percentuale pari se non superiore, a quello fornito dai latticini. Inoltre numerosi studi evidenziano come le popolazioni che utilizzano acque ricche di calcio e magnesio, siano meno soggette a rischi cardiovascolari. Le acque minerali calciche possono contribuire ad integrare quelle situazioni deficitarie, in particolare in quei soggetti nei quali si deve ridurre l’assunzione di latte e derivati. (www.attivitaproduttive.gov.it)

Nel documento LA MADRE ACQUA: alcune riflessioni (pagine 75-78)

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