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domi, meditando la vita , c pafsione del Saluadore;

Nel documento B. N. C FIRENZE (pagine 26-47)

giunto poidvilla delfapreziofa reliquia, fibutta fubito a terra, l’adora, labacia,labagna conilpropio pianto,che non

a,

che pondice?tuttofiftrUggepertenerezza

amo-rofa,vedendoli innanzi quellatelainfangmnata,e quello fpccchio verace deltroppo amorediCnfto? Infomina taccio àbellapoli* qudl’altronon

mcn

vago,egiocondo fpettacoloichefeceàtuttiquadriiBeati;quando

nmi-, rornoillorfuturo Collega,nellagiouanezzade* fuoifrr--uori,andarfencpiùvolte, dinottetempo conleginocchia per terra, tanto ftrafeinandoildilicarocorpo(ur'vnode fette colli di

Roma

,che all’vltimo arrniatoallaChtcfadi S.MariablaggÌQre>qniùi palTauailTettante dellalibittéin lagrime,ediuotiaffetti,vegghiandofopralo fletto préfe-pio,incuiposòlediacciate,etcncrcttc mcnibra-fiìbito natonel

Mondo

ilgranfigliuolo di

Dio

;cd offerendo d Dio mcdclimo,notisò,fcincompagniade'

Re

Magi, one-rode’poucriPallori,preziofo,evrhififsimbdonodelcuor fuo.Quelle,e mill’altre cole,Vditori,cialrr.na dellequali richiederebbevna benlungaOrazióne,nrrrcpcrbrcuitd letrala feio1

Ma

,Dio buono?chipuòrenifttiprfe,enon

T-*•

t.

q

«ufriali

«

u

J

f

innalzarealleftellèl'vltiina‘deìteittijttefe,eiapiùiHuIVffc

*

prodezza,ehefàcefle S.Carlo?quelladico,chedalle linguepiùfceltcde’Cifceroni,ede’Demofienimille volte celebratafuile,non

mai

conparòlepotrebbegitfgketfl ài merito:Sapete quale?lafolennépómpa,efurierai protèU-lìone,checonilfacroChiodò,difelli'fi

1

pregia

MHdno>lb-ccintempodellemaggiorimifèrifedellùodilèttopopolò.

Date,viprego, vn’occhiata indietro,cfermatìePìdrauiM^

larequella fuperba nimica,èdorgogliòfa,checon bandie-re fpiegatc,econarmedimorte auendofeorfa già buòni»

parted’Italia,invltimo fuggéltofsila

grlin-Cittddi-Mtla-«i-,

namencedclcrittoconfencilsinVivenaoggiappuntoèvVi*

anno daquelloluogo medelìmo:quando ,ebare scarti letti, c Icpolcri, cpuzzo,cvèrmini, c'pefkVc famc,crt)òr-tc,quefteeranoinMilanoleinèrcatanzic più

communi:

quando vedoua,defedata,cgialla,tuttalaCittàandaua inpianti,tuttala cittadinanziincàdaueri» alloraquando lacalamita giugneiia.alcolmo,chi hiquello,cheandò

in-de

contapto fuoda&endfòdi,^Ìtd,7dVqbó,dfcchtféi lemigliaiade"poucri,‘donàHjÉfò'forÒ qtfattfo auéu'aje quan-tonon aueua?glipremilideCarlo. Chimifcla

propia'di-tad

sbaraglioconpericoloaddentedimorte,vifitdncio gliappellatiHo dentroa’ìaddreti, afcdrthdc^ih'xxmfòr-tandogii,comunicandogli,emimftrandòlofòlirftfeiha vnaipnein.quel palio?celaniifépiù volte Carlo.Chi

ba-caipetto,-caanerrcaaciiwinuiuituciu

uuu,-~j£? .gl»lattòCarlo,glinudrlCarlo. Carlohi,chevilloil fieroIcempiodellacrudelnimica pianfe, fiafftifTè, li

&bl-. fé;e rifolutopoiditerminarla fellaiecambiargliil trión-fo,pensòdifarricorfojcome a ficurpprefidio, alla Pallo-nefantilfimadiCriflo. Siprepara dùnquealcuni giorni

prima

condifcipLin/c

,penitenzie re digiuni ^chiaroa-ilfuo caro

capopopolo;glifilungo ragionamentodalpergamo) fcuopre lorol’efficaciagrande,e’1valoredelprcziofìttìmo fangue delfigliuolo diDio;inuita ciafcunodnuoua pu-gnad'orazione,e dipianto;ftabififeeilgiornodella bat-taglia> fidichiaraeglicapo,educedi tutti;ordinavnnon piu vditq trionfo perlepubbliche ftradediMilano:

Deh

Tentilo,ò Bologna,e ferbatilemieparolenelcuore

,gii

cheleftradefletteferbanoperancoimprettelevefagie,e la

memoria

diquellamemoraci!procèffione;nellaquale

come

Capitanovalorofilfimofivide coparireilgran C^r-loinabitomefto,e lugubre, (calzoilpiè,nudoil capo,cin-todinodofafune,conocchi lagrimanti

,proftratoin fql pauimentodelcielo,s’vdìpiu volte chiedereadaltavoce, ' errilèricordia,eperdonoperLipeccatidelfuopopolo; offerendocontinuuamenteilpropiocuore àDio;quale cofatuiua reo,eberfagliodellediuine vendette;econ ten-raualì,chedall'arco diquellaCroce,chein

mano

egli te-jieua,]edoueera ferbato quel facroChiodominiftro della redenzione del

Mondo

,qualiconpungentiflimodardo, fcoccafle controdi lui tuttel’ire,elifdegni:fpcttacolo (ahimè)da muouereinabbondanzailpianto,eintenerire ifallì;liqualiinquelmedefimo punto,permeglio abbel-lireiltrionfo,reftorno molli,e tinti dipregiatofangue*

chedalferitopièdeltrionfantefallò intuttoilcorfo di quellungo viaggio.

O

AngiolidiParadifo,Cortigiani

4elcielo;vpichevi aflacciafteàmirarequello pietofo fpeteacolo, riditeneinprima,fepotete,ifofpiri,le lagri-me,gliaffetti, i voti,e’zeli,concuiplacauaCarlo,e pic-gauaalperdonoilpetto,e lamifericordia diuina;epoi lodatevoi,beneditevoi,ch'ionon hòlingua,vnsi amoro-fopadre>epallore.

E

nonvipare,chetuttequellovn le-gnale, cheaucuailCrocifittofcolpitodentroalcuore?non ifeorgeteinquellecroici.eazioni vn’idea.propiamente del cielo, evnritratto diParadifo?

Ma

pattiamo piùoltre nelmifacoParadifo dell’anima diCarlo, già chemipattaancoiltempo.Laterza fiaccola (velafcuopro folamente) cheaggiugne non pocagloria, e chiarezzaa’Beati>è la Beatifs.Vergine;che

come

gnpi

C

»

Prin-Principefla.eReinacìntadi Sole,coronatadi Stelle,e cal-zatadellaLuna,qualinouellocielogareggiadibellezza*

e fplcndorecol cieloiffetfò.Oraquefta, ditelovoi Vdito-ri,quantavaghezza,egloria recafleconla Tuadiuozione alla vitadel Santo.

Non

mancherebbenoproue:baitiper mille quell’vna,che ogni giorno ginocchionebuttatoa terraconparticular'attenzione recitaua tutto1Olhzio piccolodinoRraSignora;nè maioccafioncdiviaggio,o frequenzadinegozi poterono diRorlochevnavoltaloia lafciafle affatto,òinterrompefl'e inpartecosìTanto eferci-zio.Oltre cheloinginocchiarlifubito, e falutarla inogni luogo,anconelle ftradefangolcal(olitofegnodellAue Maria;lo lticuireiSabatileLetamedella

Madonna

can-tateallaCappelladelRofario,daluieretta in

Duomo

;lo andarecon tanto fuodiletto fpirituale alla Tantifiimacala diLoreto;ilfare nellapiù calda Ragionebuonapezzadel viaggiod pieditutto polue,tutto fudore,tutto affanno* loRarecontenerezza grandeTortoqué'fortunati tetti,ouc ebbeorigine,ecominciamento noRraTaluazione;il veg-ghiaruilenotti,ilriuerireilluogo,ilbaciar quel terreno, loadorarquellemura’;loTpargerein

Tomma

vocidi eter-nalodaalfiglio, e di millegrazieallamadre; nonerano purtroppo chiaredimoRranzedell’affettodinoto, ed

amo-roTo,che portòilnoRroS.CarloallaTantililmaVerdine?

:

£

beneabbiamoàcredere,clicinguidardonediciò piu

volteella corri.Tpondeflèlarghiffimamente contraccam-biandolefatiche Tueconvari, enonpiùyditi fauori.Gare belle,amoroTe, grazie veramenteàlluRri,eTourane.

Che

dirò poinelquarto luogo dellacnRodiaangelica, e delnobilimmocorteggio,che Tempre fenno1piu beati Spiriti alnoRròParadiso tcrreRre?Sòchei

Demoni

con rabbioTo Tdegnoaltrogiammai noncercano,chel’vltima rouinà dell'animadelgiuRo;nèaltrobramano,fuorché rapirTelacon Tecolungidaquelle Tediobeate,donde pre-cipitorno miTeramentenellefiammeinfernali,e nelle pe-neeterne:Sòda vantaggio,che à quefioRefiò effettoelli

non mancano conogni loropolla di Tolleuargliincontra burraTche faRidioTediperTecuzioni,etrauagli,per tarlo

*f

in fomirri cadere, efépoflibil follerubbarglitirieco pres-todelladiuinagrazia.Chiftìpiù tribolatodal

Demoni

di quellochefihifTeilpazienti ffimoGiobbe?

E m

quante formeficangiòegliper farlo cadere inpeccato? quante arti teritòperrapirgliilteforo dell'anima?Fecerovn 'im-barcataiSabei,egli

ammaz2orno

ilbeftiame, e moltifin*

«udoriTuoi;chifuronoquelliSabei?Olimpiodorodice»

ohefuronoiDemoni:Sede fuocodalcielo,cconlue

fiam-me

voracivocifcglivna granmandradi fettemilapecore?

chiftìquellofooco?Origenedice,chcfùronoi

Demoni:

SianfanoinfiemeiCaldei,eglirubbornogran quantici diCammelli?chifuronoquelliCaldei?S.Gregoriodice, chefuronoi

Demoni

:Leuofsivn vento improuifo,che fcoile gl’angoli della cafa,ou’eranodiecifuoifigli,egli ro-llinoaddoflo,dandogli ìvn

tempo

ideilo,e fepoltura,

e

morte;chifuquellovento?S.Gregoriodice,chefurono t

Demoni

:Venienoimefsi,eleflaffctte l'vna didietroall’

altraperarrecargliTemprepiù cattiuetiouelle;chi furo-noquelliroc&i?Policromodice,che furonoiDemoni.

Sì,si,FormatfevertHinomnes;orafifà ftaffotta,orvento, orCaldei, orfuoco,or Sabei; cento, e milleartifizivfa quellofieronimico, neformac’è,chee’nonpigliper dan-ueggiareilgiudo;

come

potrei fomiglianri efempli addur-ne,lel’oranonfolleoggimaifililofpirare,nel noftro glo-riofoS.Carlo.

Ma

BeneditihsDeus,qui docetmanusmeas ad i

fralium,

&

digit osmeos ad belìum;ilqualevillo la debolez-zadegl’huomini,clafortezza delDiauolo;l’alluzia Tua, l’ignoranza nollra;lafua malignità,e lanollra femplicitd;

cihàfaputoprouuederedipadriniinquellafpiricual mi-lizia;edhaccidatogl’AngioIiafsillenti,checonlaloro cuftodiarendenodelcontinuuofiacche,e vaneturte

quan-je

.

***?

^

SatanalTo.Ite yingeli veloces;Itene tantoflo,

ò

lf+xf.».

mieifidiguerrieri,iteneconpafsiveloci;à chi?sidven.

temconuul/am,

&

dilaceratamidicepervnProfora;à quel-li,che fonoaffiitti,ellrapazzati per

amor mio

;interpreta S.Girolamo:Itevelaiet,àliberargli da’velenofidentidell’

infornaidragone,che cercatranghiottirli:Iteinvelive.

Ites;corre vn’Angiolo,c truouailPatriarcaAbramo, che

C

3 co|

Die jtr Google

colfu’Ifaccoinginóechta»a*piedi,econla /|»adaatrats gii ftaua in atto diferir lui nelcollo,cfe fteflònelcuore; efebico trattieneilbraccioalpadre,etornainvitail

me»

20mortofiglio:/teAngelivefarer;corre vn'Angiolo»c truo-uailProfeta Daniello nello fteccatode’Leoniaffamati*

morto

difpauento, edifame;enellotorto

tempo

gli por-geecibo,evita:IteAngelivelocer,correvn‘;Angiolo,e»

truouaitre fanciulli nellafornace accefadiBabbiionia;

e

confafuaprefenza cangialafiammainrugiada,-ein ven-ticellol’ardore:IteAngelivelocei jcorrevn’Angiolo,

e

truoual’ApoftaloS^Pieronellecatene,e ne'ceppi^ctan^

tortoconlepropiemanilolibera dallaprigione,eda Ero*

de:IteAngelivcloccs(dichiamolaoramaichiara)Corre*

nofchiercd’Àngioli,etruouanoilnoftroCarlo con per-coffamortaledi palla, c difuocoartalitoda vnmoftropro*

piamented'inferno;etuttidgara,coneuidente miraco-lo,ributtandoilcolpo,fanno,chevn’huomodiquerta ftclfacarne,cheè lanoftra,diuentaimpenetrabilenel

cor-po

allearcliibugiate ,cinalrerabilnelcuoreallevendette*

CariSpirci,ebeati;vorrei poter celebrare anch’iocon lin-guaangelicavnatalprotezione,ecuftodia.

tu che fa-certi,ò CarloTanto?chedicefti,quando daquel manigol-do,efacrilegofentiftifcagliartinellavitail

piombo

,con ifpauentotale de’circoflanri

medemi

,chetuttiiragione

I*.

,

titenneroferitoàmorte?Temerti,òtremarti?ti pertur-barti,òticommuouerti?Qual cuore nonfifarebbe ifmollò àsirepentino colpo?Bolognamiacara,a’peccatori an-co vnventicellofoaue,evnpiccolToffiod’aura,che fcherzì infralefronde,metteterrore,efpauento;ildolce niormo-rìodiqualcherufcelletto,che vadigraziofamente

ferpen-do

framinuriffimepietre;ilcanto,e lamuficafteffadivari

•. vccelli,a cuifannoEcoleforefte,eiefelue, glicagiona

tra-*•/. 17-17mortimenti,edeliqui;Siuefpìritus fìbilansjautinter fpijos arborumramos animafonus fuauis,autvisaquxdecurrentit nimium,autrefomns dealtiffmismontibus Ecbo}cheeffetti faceuanone’pcccatori?Deficiente*faciebantillosprietimore:

ma

a'giufti,ea’figliuolidiquel fouranoPadre;Filios un-tela tuo

s

,nec draetnum venenatorum viccrunt dentes ;

Ver-ghino

\

-

. .

ghìnopure contradizioni, fiocchinoicontraili,diluvinole perfecuzioni,armilia’danni Tuoi tutto Jp’nferno;nonhi.

paura*nonteme,l'iftelfcbombardefipiglia à giuoco,

per-nice

trincieratodavnofquadroned’Angioli: Caflrameta-ffd. il*

turàngelus Dominicircumtimcnttseum.

£

poi,chemara-,u*,' p

3m

tiigliàjcheCarlo nonreftalfe trafitto nellacarne,féeravn' f**' Paradifó terreno,vnmiftico Cielo ?eicieli,fecondo l’ora-colodiGiobbe,Quaficurefolidìfìmi /ufifuritieil Paradifó,

M

conformeallavifionc-diGiouanni,è cintodi

mura

di di-afpro.Et muri eiurexlapide iafpide:per quellodunque lot-tiliiìimoRoccettointornoal Santo,piùforte diqualfivo- l9t

-S

iiRocca,trattenne l’impetodeljapalla,fpenfe l’ardore clfuoco,c lafciò a’ fecoliauuenire

campo

di alta maraui-glia,e lo)de iquelloDio,cheeccellimiracoli si operare ne’fuoiSanti.

Ragionalide’Cefari,eImpcradoridi

Roma,

che quan-tunquevoltevoleuano darlibertà alle Ceruie,coftumaua-nofofpédergliricchimonilididiamantial collo,

ò

d’altre pietre preziofe;conaggiugnerui apprefloilmotto.Noli

me

tangere,quiaCcefarisjum.

Vna

diquellefiìlaCeruiadi CefareAugullo,chebaldizofadipregiatalibertà, feor-reua ficuraméte,fenzaeflermoleflatadaniuno,perle con-tradedi

Roma.

Cosìvorreidire,cheS.CarlofulTevnadi quelle Ccruie (nonviparchelodicalaCeruia,chefiIeuò perImprcfa,colmotto, Vna faiusi)Ceruiasì,mà fauorita dall’Imperadordel cielo,liberata fingularmétedalle faet-tc del cacciator’infernale, coll’infcrizione al collo,Noli

me

tangere, fcrittaui dipropiopugnodalmedefimoIddio;

No-fifetangereChriftosmeos,&inPropbetismeisnolite malignati.P/*i. 104.

Per

quelloancoaggiugnetc voi,chelapalla,edilfuoco più ingegnofide gl’huomini,erauuifaflèroilfegno,e riueriflè-roilSanto.

O

pure,femprcmeglio,dichiamochela llelfa palla,quafi pentuta del propio errore,edel fallo altrui»

voialferapidamentea’pièdiCarlo,nontantoper baciar-gli la velia,eafpettareladi luibenedizione;

ma

per chie-dergliinatto riuerente, cfommefiò perdonodiquel

trop-po

lu’ardire:In

fomma

tuttofùgraziadiDio,fauore del Sato, cuftodia,eprotezionedegliAngioli.Liquali, femai

- altre

)igitizedbyy

«

ffMf.fr4.

fmt.

14

altréfiati Ioproregertero nc‘ bisógnifiioi,* Ifxlifendcflrehi infifnigliatttiincontri,lafcioargumentarlo àvoi dal fatto rtédefimò,che ioinquellomentre,rapito dalla bellezza dell’animadiCarlo>corroinnanzi all’vltìme delle condi-zioni,chealmirticoParadifofirichiedeno.

E' dottrina delDottorSottile,chetale, etatafia la bel-lezza divnanimagmftificata,e in grazia;cheocchio

mot-taledipuracreatura,non che dfua vogliavagheggiare*

<

contemplarlaportaj

népurefiavaleuoleàtìfaruida lungiappenadeboli

Amo

ilguardoLaragionerapporta Scoto;perchè vn’anìmaingrazia diDioè imagine*elimb gttanza di Diòrterto:Ina qual’occhiodiLince fiamai ba-llanteà contemplarleintutto>òrauuifarleinpartele di-urne bellezze? Bellezze tanto rare;che,à chilerimirale vnafolvolta,fedapiù chiarolumeconfortatononfuOc, farefcbotioatteà rapirgli l’anima.» erubbargliilcuoredi

mezzo

alpetto:quelloappunto,che và dicendoPlutarco della Virtù; che,feellafipotettevedereinattratto, bafte-rebbela di lei 'folabellezzalà far

chognuno

nediuemflc 'amante.Quindiè,cheCaterina daSienabramofa vn

gior-no

di iaziarecontaiviftafae voglie,mentrefiftaua

attor-no

al letto dellamoribondaTorcila, àcorida

Dio

aueua im-petratolaremiflionedellecolpe,e lagrazia;

dopo

lunghe 'preghiere, eccotivedevfeirel’animaadornadi tati fregi»

ó

fplendori;cheriuolta fubitoad vnCroicifitto,che iui

fta-ua

da capoalletto:

Ah

nonmi mdrauiglioSignore (dice-va)leorativeggo,cosìmalconcio,etrafittopender

da

cotefto legno;

mi

marauigliereitben’io,fetantoappunto honanellifatto perl’acquiftod’vn’anima dotatadicosi Tarebellezze.Quindiè,cheCarloanch’egli conofciuta in jjran parte jtpròpoftafiàgl’occhi dellamente vna tarant-ina,fidiedeconogni ftudioprima adabbellirla fua;epoi f>ermeglio;epiùvagamentefregiarla* riuollctuttoil pen-fiero à pulirete leuareilfucidume daquelle del fuo popo-lò,inrugginitoingranpartetanti,e tant’anniprimaper la lontananza continuuade’Tuoi Partorì,ePrelati.

Qud

mi-rauanolepredicazionitanto frequenti,cofainfolita in li-mili perfonaggiàquel

tempo

:<juà lariforma,cdifciplina della

25

dellaChèrieia,nófolo nellaChielu iua;maintntta laCri-ftianitd

dopo

l’cfecùzionedelConciliodiTrento: quilo fplendoredellecofeEcclefiaftiche,e delle delleChiefe; chei oue primainalctme(nielohàraccontato perfonadi vedu-ta)firitirauanoicaualli alcopertoaltempodelle piogge;-in altrefitrebbiaua,efuentolauailgrano;e invnadi elle, chepoi è tocca ànoi,figiucauafragiornoalla palla: adef--foqueftafiè fattavnNouiziato,oue moltepiante nouellc trafpiantatealgiardino della Religione,fannofruttiper il

Re

delcielo;lealtrefifono cangiatein Paradifi:qua pu-reaueuanròcchiotantiSeminari, Collegi,eReligioni in-trodotte di frefconellafuaampiadiocefi,percaparne ope-rài allavigna del Signore:qui terminauanoipafii,e le pellegrinazioni tanto frequenti,inluoghiinacceflibili,à pedoneidiote,à paefi eretici,intempifconci,in daeio-nifreddiflime,contantipatimentiTuoi,che ancoquello è aferitto alnumerode’piùilludrimiracoli, che tanto

tem-po

ficonferuafleinvita:quàfinalmenteeranoindirizzate tuttelefatiche, penfieri, einuenzionidiCarlo,d purificar lafua gregge,dbuonificarlafua Chiefa, dfar belle, e gra-ziofe nelcofpettodiDioleanimede* fuoifigli.

Bel

nome

impofeallaCariti,chiinfino tra’Gentilila chiamò Dea mubinatriXiDcnà:inuenzioni,

e

di ftratagem-ine:

Ma

chitruouò giammai,nè piùbelle,nè piùnuoue inuenzioni,diquello,chefifacefl’eCarloperamoredi vn*

anima?Cosìpotefliconquella linguamiaentrareinquel Mungibello amorofo,à trarnevnafcintilla fola dicarità, ed'amore,che poi credereidipoter dir qualche cofadelli eccelli,e

vampe

,che d benefiziode*popoli

mandò

fempre lagranfiamma,cheliabbrugiatiailpetto.

Bada

dire, clic feper l’addictronelgranmaredell’amiciziaaueuanopolli gl'hnorniniitermini,elecolóne colmotto,7^onplus ritrai condire,che l’vltimo dell’amore era fpargereil fangue per lacofaamata;ondenenacqueilprouerbio,dmicusvfquc adararti,finoalfagrificarfelidio, edareilfangue: l’amo-re delnoflroCarloverfoilfuopopolofiauanza,efcuoprc nuonipaefi,enuouecircoflanzenelregnod’amore,evuole nonvna,

ma

più voltecfporfìadeuidécc pericolodimorte,

v e

muore

»

X

16

emuoreogn’orapernopoter morire; eperò

muta

il

mot*

to,Plusritta.Balladire,che(egliantichipenlauano,che

to,Plusritta.Balladire,che(egliantichipenlauano,che

Nel documento B. N. C FIRENZE (pagine 26-47)

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